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Storia dell'arte moderna  - Appunti Pag. 1
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PALLADIO

Andrea di Pietro della Gondola nasce a Padova nel 1508.

Nel 1541 fa il suo primo viaggio a Roma in compagnia di Trìssino, che gli da il nome classicheggiante di

Palladio. A Roma Palladio vede le architetture di Bramante, Raffaello e Michelangelo e studia i monumenti

classici disegnando le piante. Tali disegni costituiscono un nucleo importante del suo trattato I Quattro Libri

dell'Architettura, pubblicato a Venezia nel 1570.

Palladio è attivo soprattutto a Vicenza, che nel '500 si apre all'Umanesimo. Qui costruisce palazzi molto

severi, massicci e sobri, del tutto non adatti a Venezia dove infatti costruisce solo chiese, con cui cerca di

mostrare la ricchezza della città. Ciò avviene a causa dei diverso committenti. I palazzi vicentini sono

troppo semplici e poco adatti a Venezia. Nel 1570 Palladio assume la carica di architetto ufficiale della

Serenissima.

Muore forse a Vicenza nel 1580.

LOGGE DEL PALAZZO DELLA RAGIONE

Il Palazzo della Ragione è fatto a imitazione del Palazzo Ducale. Ha un tetto a carena di nave. Le scale sono

sopraelevate per creare spazi chiusi e per il valore simbolico dell'avvicinamento a Dio.

L'intenvento di Palladio sul Palazzo della Ragione a Vicenza viene approvato nel 1549. Esso era teso a dare

un nuovo involucro loggiato alla sede delle magistrature pubbliche della città. Era un edificio

quattrocentesco piuttosto irrogolare e perciò Palladio include all'interno di un doppio ordine di pilastri con

semicolonne addossate un complesso di serliane (elemento architettonico composto da un arco affiancato da

due aperture circolari) per dare apparenza di maggiore regolarità all'edificio. Ciò consentì a Palladio di

variare a ogni campata la distanza tra i pilastri e le semicolonne che reggono gli archi.

In questo modo Palladio preserva il classigimo ma aggiunge il pragmatismo: risolve problemi architettonici

pratici.

LA VILLA PALLADIANA

Palladio costruisce numerose ville in tutto il veneto. L'abitare in villa è tipico dei ceti nobiliari e borghesi.

Essi non consideravano la residenza di campagna come un semplice luogo di svago e divertimento ma come

unità produttiva. Accanto alla casa c'erano infatti fabbricati per uso agricolo.

La villa palladiana si stabilizza in una forma tipica e avrà successo anche all'estero.

La pianta è quadrata o rettangolare con uno o più loggiati. C'è un salone centrale attorno al quale troviamo le

scale egli ambienti abitativi. La villa è improntata su uno schema classico e ricorda un antico templio.

VILLA BARBARO-VOLPI A MASER (1550)

Viene costruita negli anni 50 del '500.

Si trova alle pendici di un colle ed è costituita da un corpo centrale avanzante, la cui facciata ha l'aspetto di

un templio tetrastilo. Il giardino è concluso da un ninfeo a esedra.

È una villa classicista per la citazione dell'antico.

VILLA ALMERICO-CAPRA (detta LA ROTONDA)

Viene costruita tra il 1550 e il 1551. è una villa non pensata come luogo di abitazione ma di divertimento e

svago intellettuale. Ciò ricorda l'antico uso delle ville romane.

Ha una pianta quadrata ripartita simmetricamente in ambienti interni raggruppati attorno a un salone

centrale coperto da una cupola che doveva essere emiferica ma che venne modificata.

In ognuna delle facciate c'è un pronao a cui si perviene tramite una scalinata.

SAN GIORGIO MAGGIORE

Nel 1566 Palladio ricostruisce la chiesa di San Giorgio Maggiore.

La facciata è composta da un ordine gigante di quattro semicolonne composite che stanno su dei piedistalli e

che sono sormontate da una trabeazione reggente un timpano: è simile al fronte di un tempio tetrastilo.

Questa soluzione si intreccia con un altro retrostante schema templare il cui frontone poggia su un architrave

sorretto da paraste corinzie.

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
3 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Aricor di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Pattanaro Alessandra.