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STORIA DELL'ARTE MODERNA - CONTEMPORANEO
Jean Michel Basquiat
Nasce a New York nel 1960 e muore di overdose. La madre lo appassiona all'arte perché anche lei era una pittrice e dopo un brutto incidente (era stato investito) riceva la Tavola di Gray.
Dopo la separazione dei genitori conosce Al Diaz e con lui inizia a fare graffiti e si firma con la tag SAMO (acronimo di "Same Old Shit") e fa uso di droga, soprattutto LSD.
In quegli anni frequenta dei locali e conoscerà Madonna, Keith Haring e dei musicisti e formerà la band Gray e facevano jazz new wave.
Poi conoscerà Diego Cortez che fu il primo a interessarsi dei suoi lavori e negli anni successivi i personaggi del mercato dell'arte si contendevano le sue opere.
Nel 1980 fece la sua prima mostra nella Times Square Show; poi dopo il film New York Beat e un'altra mostra ci fu l'affermazione di Basquiat.
Successivamente conoscerà Andy Warhol e in quell'anno realizzano una mostra insieme, che sarà un insuccesso; con lui realizzerà anche delle opere come il manifesto che li ritrae in tenuta da box.
Dopo la sua morte farà ancora più uso di droga e morirà di overdose.
Basquiat soffriva perché fu definito il prima artista nero e anche per la mercificazione dell'arte e gli furono sottratte molte opere ancora incomplete.
La sua pittura è molto complessa e usa simboli e segni, la parola viene cancella e manipolata; dipinge su tavole e tele (ma anche su vestiti, armadi, finestre) con acrilici, tempere, acquerelli, pastelli e gessetti e ha una pennellata veloce con
sgocciolatura; e a volte realizza anche dei collage.
Un elemento molto ricorrente è la corona che fa riferimento alla regalità, eroismo e negrità. (King Production e a Hugh Hamilton).
Keith Haring
Nasce in Pennsylvania; a New York frequenta l'ambiente e il suo lavoro si colloca nel mondo dei graffiti.
La sua arte viene chiamata Street Art.
Haring invece di usare la bomboletta usava il pennello con colori acrilici e dipingeva su tela o teloni di vinile; poi usava gli smalti su legno e alluminio.
Poi sui manifesti pubblicitari "scaduti" delle metropolitane che venivano coperti con dei fogli neri, con dei gessetti realizzava dei graffiti.
I suoi disegni sono riconoscibili, elementari e sintetici e non hanno bisogno di essere tradotti.
Nei suoi lavori affronta delle tematiche sociali, come l'omosessualità, la maternità, l'inquinamento, le radiazioni, i divieti sessuali, le fobie sociali.
Utilizza degli animali, come il delfino che rappresenta il rapporto tra uomo e natura; il serpente che indica il male, alcune volte è da solo mentre altre viene visto mentre buca una pancia umana o capace di mutarsi in collo; il cane che si dimostra un
protagonista di primaria influenza nei confronti degli umani; questi cani non hanno razza e sono uguali nella forma e diversi nella dimensione, ci sono cani che ridono, ballano, volano come angeli in un mondo nerissimo.
Poi traccia piramidi simboliche, angeli in volo, bambini, accoppiamenti amorosi, topolino (in onore ad Andy Warhol crea Andy Mouse), schermi tv.
La piramide e l'animale diventano le possibili vie di salvezza verso un ritorno alle origini.
L'umano di Haring è spesso circondato da un alone radioattivo, procurato dal nucleare che viene visto come male.
Oltre che ai messaggi sociali, colpisce molto anche la tensione verso l'alto.
I protagonisti di questi lavori metropolitani puntano gesti e sguardi verso il territorio della libertà e indicano l'aspirazione ad altre zone di vita.
Nel 1990 morirà di AIDS. TuttoMondo, è un murales realizzato a Pisa, il tema è una riflessione sulla complessità del mondo; vengono inserite figure umane; utilizza dei colori mai usati in onore della città di Pisa; viene realizzato con
l'aiuto degli studenti della città.
Museo per la memoria di Ustica
Il 27 giugno 1980 l'aereo DC9 che partiva da Bologna per Palermo, che aveva a bordo 81 passeggeri precipitò a Ustica; si sostenne che l'incidente sia stato causato da un missile esploso nella parte anteriore dell'aereo.
Tra molte polemiche le ricerche continuano e nel 2008 Napolitano richiede l'apertura delle indagini.
A Bologna, in un ex deposito dei tram a cavalli viene depositato l'aereo e Christian Boltanski (interessato al tema della memoria) ne realizza un'installazione emozionante.
Attorno all'aereo colloca 81 specchi neri, uno per ogni vittima, e riflettono l'immagine dei visitatori con alle spalle i resti dell'aereo; sono dotati posteriormente da dei sensori che attivano un suono e si sentono delle voci (i pensieri dei passeggeri
inconsapevoli di quello che succederà).
Sopra l'aereo ci sono 81 lampade che si accendono e intensificano la luminosità e si affievoliscono, senza spegnersi mai (come un battito cardiaco).
Attorno alle ali dell'aereo ci sono delle scatole nere che contengono valigie, borse, abiti, scarpe, occhiali e tutti gli altri oggetti dei passeggeri; e questi sono gli oggetti che sono stati rinvenuti.
Quello che turba il visitatore é la presenza dell'oggetto che mette in evidenza l'assenza dei loro proprietari.
C'é anche una stanza multimediale dove i visitatori possono vedere i video e i Tg della strage di Ustica.
Altri lavori di Christian Boltanski:
Installazione Chance si riferisce a un tema delicato, quello della mortalità infantile (la chance é la possibilità di sopravvivenza di un bambino) fin dall'esterno i visitatori percepivano un suono metallico che li attirava verso il padiglione Francia; spazio
riempito da un'intelaiatura metallica e lui aveva pensato di fare scorrere immagini di bambini, vivi e morti che scorrono come una pellicola, periodicamente questo movimento si fermava con un suono della sirena e poi tutto ripartiva (al centro), ai lati
c'erano dei display, uno in verde che riportava in tempo reale le nascite, uno rosso che riportava la morte; venivano presentati in momenti velocissimi, dei frammenti di volti di migliaia di persone e il pubblico poteva fermali con un tasto e ottenere volti
con tratti diversi.
Installazione francese Personnes crea una scacchiera di mobili, una gru solleva i vestiti e poi la lascia andare.
Studio Azzurro
Negli spazi dell'ex ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà di Roma, l'ASL, il C.N.R e il gruppo di ricerca Studio Azzurro hanno realizzato il Museo Laboratorio della Mente.
Il museo si divide in due sezioni, un'area storico scientifica e un laboratorio esperienziale; e all'interno vengono analizzati due ambiti: i processi di rielaborazione della mente e i processi di distorsione della mente, come le illusioni.
La sezione storico scientifica comprende la fagotteria, dove il paziente veniva spogliato; la stanza di visita piastrellata di azzurro dotata delle apparecchiature per l'elettroshock; la camera della contenzione con il letto e la camicia di forza.
Il museo raccoglie anche testimonianze degli ex infermieri e un archivio che contiene le cartelle cliniche dei pazienti.
Studio Azzurro ricrea nel laboratorio una serie di impressioni emotive, che rievocano gli ambienti e le condizioni della reclusione del corpo e della mente.
Attraverso oggetti, come una brocca, le posate, il lettino si possono immaginare i giorni di sofferenza sempre uguali.
La prima sezione del Laboratorio è Entrare fuori, uscire dentro, gli sguardi dei pazienti dell'ospedale scorrono su una parete, mentre uno schermo trasparente attraversa lo spazio del museo, come un diaframma, oltre il quale si affolla figure che
sembrano volersi liberare e che si schiantano contro una barriera invisibile; il muro virtuale riporta un graffito inciso da un paziente.
Nella sezione dedicata ai Modi del sentire al visitatore si offre di sperimentare l'esperienza della propria voce che viene registrata e moltiplicata tra tante, da rintracciare in una moltitudine di rumori nell'ambiente pieno di imbuti sospesi e capovolti,
utilizzati come delle casse acustiche.
Nelle Dimore del corpo è possibile scattare una fotografia, come veniva fatta ai pazienti per la loro registrazione, e poi osservare la propria immagine mescolata a quella di molte fisionomie.
Facce di festa 1980, prodotto da Studio Azzurro, presentato a Venezia; il film si configura come una riflessione su un frammento di realtà giovanile dispersa e in cerca di nuovi riferimenti; giovani che usciti da anni di cambiamenti sociali e culturali
stanno per entrare in un decennio vissuto dal rampantismo e dall'edonismo. Questo film è costruito assemblando materiale raccolto con diverse tecniche cinematografiche: camera nascosta, interviste comportamentali; c'è il tentativo di creare
un'interferenza delicata ma tenace tra la narrazione dell'autore e la percezione dello spettatore e la cinepresa diventa il veicolo per forzare la narrazione.
Lato D 1983, prodotto da Studio Azzurro; questo film è stato realizzato nel 1982 su materiali Super 8 che sono stati recuperati e registrati da un diciassettenne tra il 1977 e il 1978, e completato con testi tratti da colloqui registrati in quel periodo.
Il nuotatore 1984, prodotto da Studio Azzurro, presentato a Venezia; sono presenti un'atmosfera azzurra e una musica avvolgente; i monitor sono accostati e sono attraversati da bracciate ripetute e affaticate di un nuotatore, che nuota da uno
schermo all'altro. L'installazione è stata realizzata con 12 videocamere fissate a pelo d'acqua; lo spettatore diventa partecipe dell'evento che si svolge in quell'istante e che non sarà mai uguale a se stesso.
L'osservatorio nucleare del sig. Nanof 1985, prodotto da Studio Azzurro, presentato a Bellaria; una parete di 150 metri e alta 2 avvolge l'esterno dell'ex manicomio di Volterra; la superficie è ricoperta da un immenso graffito, fatto di parole e disegni
scalfito da Nanof per 12 anni; il film cerca di entrare nell'immaginario della follia e nella mente dell'uomo per vedere cosa lo ha portato a farglielo fare.
La camera astratta 1987; è uno spazio mentale, cioè quando un soggetto inizia a farsi sommergere di immagini, sensazioni e ricordi; gli attori rappresentano il riflesso nella coscienza dei rapporti vissuti o immaginati che si deformano. I monitor
creano uno spazio dove tutto si moltiplica, come le dimensioni dei personaggi, la musica segna il tempo e il respiro del vero soggetto dello spettacolo.
Il giardino delle cose 1992, prodotto da Studio Azzurro, presentato alla Triennale di Milano; nel video compaiono silhouette bianche di diverse mani che toccano vari oggetti; all'inizio non sono rilevati, ma con il tatto e il calore si possono vedere.
Coro 1995, prodotto da Studio Azzurro, presentato a Berlino; al centro dello spazio c'è una specie di tappeto e le immagini proiettate ne formano la trama ed è inteso come uno spazio di incontro e territorio nomade; al nostro passaggio questi corpi
reagiscono creando un "coro" di voci.
Il mnemonista 2000, prodotto per Studio Azzurro; parla di un uomo dotato di una grande memoria ed era un violinista che si reca da uno psicologo quando non riconosce pi&