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DAVID
Nel 1501 a Firenze, l'Opera del Duomo lo incarica di scolpire per la Cattedrale di Santa Maria del
Fiore una statua di David mettendogli a disposizione un pezzo di marmo già manomesso da
Agostino di Duccio. Per questo motivo Micheangelo parte svantaggiato.
Il giovane pastore, futuro re d'Israele, è colto nel momento che precede l'azione, in cui sta
riflettendo: la fronte è aggrottata in segno di concentrazione, i muscoli sono tesi, la mano lungo il
fianco racchiude un sasso, le vene stanno pulsando. La posa è un chiasmo (la gamba e il braccio in
tensione sono in rapporto a una gamba e un braccio rilassato).
Riprende le misure di alcune statue degli antichi. Michelangelo scolpisce questa statua dopo la
calata di Carlo VIII, in un periodo in drammatico in cui Firenze rivendica la propria libertà. È una
commissione ufficiale della repubblica. La statua doveva essere collocata davanti a Palazzo Vecchio
e doveva mostrare la potenza di Firenze davanti ai nemici (i Medici). Davide da giovane pastore (di
Donatello) diventa giovane uomo e simboleggia come la piccola Firenze sapeva tenere testa alle
potenze internazionali allo stesso modo in cui il David seppe aver ragione sul gigante Golia.
Il David è ritenuto superiore a ogni scultura moderna e antica.
TONDO DONI
Michelangelo dipinge la Sacra Famiglia (o Tondo Doni) nel 1504 a Firenze. È un desco da nozze
per il matrimonio di Agnolo Doni e Maddalena Strozzi.
In primo piano raggruppa i componenti della Sacra Famiglia: Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù. Al
di là del muretto alle spalle di essi c'è San Giovannino dietro il quali vi sono dei nudi. La Sacra
Famiglia rappresenta chiaramente il mondo cristiano, i nudi quello pagano e San Giovanni Battista
è il mediatore tra questi. La Vergine si avvita su se stessa secondo la tecnica del contrapposto e si
crea un effetto di dinamicità che rende la figura più viva; i giovani nudi accennano invece
movimenti orientati orizzontalmente ma formano comunque una seconda emisfera. Il dipinto
suggerisce dunque uno spazio pittorico sferico.
I colori sono vivaci e cangianti (già usati da Giotto): i colori delle vesti, alla luce, sembrano
cambiare. Ciò collabora per creare una maggiore vitalità e ha il valore simbolico che sta a
sottolineare la grazia divina attraverso la luce.
I corpi sembrano quasi venir fuori dal dipinto e hanno apparenza scultorea: Michelangelo sosteneva
che la migliore pittura fosse quella che più si avvicinava alla scultura. Questo tipo di pittura
diventerà la pittura manierista.
La cornice è progettata da Michelangelo e scolpita da uno scultore dell'epoca. Presenta dei clipei,
imago clipeata (busto dentro un cerchio). È un'immafine trionfale. Ci sono, sulla cornice, cinque
imaginae clipeatae. Dal mondo delle sibille (alla base), si passa a Cristo attraverso i profeti (visione
neoplatonica).
A Roma Papa Giulio II gli commissiona la sua tomba ma essa venne realizzata solo nel 1545 dopo
continui rinvii e molto diversa dal progetto originale. Quest'ultimo avrebbe avuto una serie di statue
di pregionieri alla base e uomini nudi incatenati che mostrassero il pensiero neoplatonico dell'anima
che cerca di liberarsi dal corpo.
Al secondo progetto risalgono invece il Mosè, lo Schiavo ribelle e lo Schiavo morente.
Nel Mosè il contrapposto si arricchisce del moto rotatorio della veste attorno alla gamba destra e la
barba accentua la saggezza e la vecchiezza dell'uomo.
Negli altri si fa concreto il concetto neoplatonico dell'anima prigioniera del corpo. Essi sono anche
un pretesto per formare corpi perfetti.
VOLTA DELLA CAPPELLA SISTINA
Nel 1508 papa Giulio II offre a Michelangelo di affrescare la volta della Cappella Sistina. La
conclude in quattro anni da solo dopo aver licenziato tutti quelli che lo aiutavano e ciò gli provoca
dei danni permanenti alla colonna vertebrale.
Viene organizzata fingendo delle membrature architettoniche. Vi sono degli arconi che appoggiano
su una cornice retta da pilastrini che affiancano i troni di sette Profeti e cinque Sibille. Gli arconi e
la corniche ripartiscono la parte centrale in nove parti con scene tratte dalla Genesi, cinque dei quali
sono di dimensioni minori per lasciare spazio a dieci coppie di Ignudi che reggono medaglioni
monocromi con scene bibliche. Sono nudi pagani su cui prevale il cristiano. Sui quattro lati vi sono
pennacchi angolari che raffigurano gli eventi miracolosi epr la salvezza di Israele; nelle vele e nelle
lunette ci sono le quaranta generazioni delgi Antenati di Cristo.
I colori sono come quelli del Tondo Doni: colori accesi e cangianti.
La scena più famosa tra quelle dipinte nei riquadri è quella della Crazione di Adamo. A destra Dio
Padre è in volo sorretto da alcuni angeli e avvolto in un mantello rosso-violaceo a forma di cervello
(simbolo di sapienza). A sinistra Adamo si solleva attratto dalla potenza di Dio. Le loro mani non si
toccano ma si sfiorano appena e si stagliano contro un cielo chiarissimo.
Qui e negli Ignudi Michelangelo esprime il suo concetto di bellezza: realizza corpi perfetti,
proporzionati e atletici, che riflettono la bellezza della divinità.
GIUDIZIO UNIVERSALE
Viene realizzato tra il 1536 e il 1541 sulla parete dietro l'altare della Cappella Sistina. Clemente VII
voleva un dipinto per mostrare la potenza della Chiesa per il Sacco di Roma.
Michelangelo dipinge l'intera superficie senza ricorrere all'organizzazione architettonica che aveva
caratterizzato le storie della Genesi. Sullo sfondo troviamo un irreale colore azzurro e vengono
rappresentati gli ultimi eventi della storia. L'artista non cerca più la bellezza ideale: i corpi sono
tozzi e pesanti. È interessato al motivo del tragico destino dell'uomo. Le figure sono manieriste.
A sinistra i salvati volano verso l'alto aggrappandosi alle nuvole, i dannati invece cadono verso il
fuoco dell'inferno o vengono raccolti da Caronte che li batte col remo. Il traghettatore è dipinto
pensando alla descrizione dantesca: è quindi visto secondo le pagine di un poeta cristiano. L'ascesa
dei salvati e la discesa negli inferi dei dannati seguono l'andamento delle braccia di Cristo-giudice.
Egli è attorniato da un gruppo di angeli che recano i simboli della passione acui rimanda anche il
braccio sinistro di Cristo piegato all'altezza della ferita sul costato.
L'affresco rappresenta l'animo tormentato di Michelangelo in relazione al giorno dei Giudizio
Universale poichè egli non ha la certezza della salvezza (al contrario di Peter Paul Rubens che nella
sua tela dipinta invece esprime la sicurezza della salvezza). Per i troppi nudi, l'affresco rischiò di
essere distrutto ma il Concilio di Trento sancì che solo alcune parti considerate oscene venissero
coperte da Daniele da Volterra, soprannominato per questo 'braghettone'.
SAGRESTIA NUOVA DI SAN LORENZO
Tra i lavori alla Volta e quelli al Giudizio Universale nella Sistina, Michelangelo progettò e in parte
realizzò la Sagrestia Nuova di San Lorenzo (destinato ad accolgiere le tombe dei Medici) e la
Biblioteca Laurenziana (per conservare i libri dei Medici), tra il 1519 e il 1534.
la Sagrestia Nuova ha come quella Vecchia di Brunelleschi, una pianta composta da due quadrati.
Entrambi gli spazi sono coperti da cupole emisferiche con pennacchi.
La più grande è sormontata da una lanterna (prende come esempio il Pantheon): l'intradosso è
costituito da cinque anelli concentrici di lacunari, mentre l'estradosso è rivestito di squame di
terracotta su cui spicca il bianco della lanterna. La lanterna è dotata di superfici vetrate, è circondata
da colonnine e si conclude con una cuspide dal profilo curvilineo.
Ultilizza materiali tipici della tradizione fiorentina ma non ne fa un uso volto alla sobrità come
Brunelleschi. La continuità verticale è interortta dal fregio che sembra dividere l'interno in due
parti.
Le proporzioni di Brunelleschi vengono alterate per creare un maggiore slancio verso l'alto anche
grazie ai finestroni all'interno delle lunette, intuizione architettonica che qui Michelangelo usa per la
prima volta.
Le Tombe
Le architetture delle tombe sono distinte da quella della Sagrestia. Per farle Michelangelo usa un
marmo bianco e le stringe volutamente entro un rivestimento murario con delle paraste che le
affiancano. I sarcofagi hanno coperti ellittici su cui giacciono l'allegoria del Giorno e della Notte e
dell'Aurora e il Crepuscolo. All'interno delle nicchie centrali sono poste le statue dei due Medici.
Il Giorno è un nudo virile con diverse parti lasciate allo stato di abbozzo (testa). Ciò era stato fatto
volutamente da Michelangelo perchè questo senso di non finito dava all'opera maggiore fascino ed
intensità espressiva.
Nel 1524 vennero progettate le edicole che sovrastano le porte della Sagrestia. Il timpano spezzato
nella parte inferiore, l'invaso della nicchia, il blocco del parallelepipedo del basamento, sono motivi
architettonici nuovi. Michelangelo proclama così la sua livertà compositiva. ???
BIBLIOTECA
Il Vestibolo della Biblioteca Laurenziana immette nella Biblioteca. Quetsa ha pareti di scarso
spessore ritmate da paraste e finestre e ha una copertura cassettonata in legno. Michelangelo
provvede alla progettazione dei cassettoni, del pavimento, dei tavolini e delle sedie tenendo conto
della giusta postura che deve avere un lettore. La sala avrebbe dobuto concludersi con un ambiente
trapezoidale riservato ai libri rari.
VESTIBOLO DELLA BIBLIOTECA
Anche nel Vestibolo come già nella Sarestia Nuova Michelangelo divide le pareti in due ordini
sovrapposti attraverso cornici orizzontali. Alle colonne binate incassate nelle mura corrispondono,
nell'ordine inferiore, una coppia di paraste. Fra di esse sono collocate delle finestre cieche. Tutto lo
spazio interno è occupato dalla scalinata di cui Michelangelo realizzò un piccolo modello a Roma
città dove viveva dal 1536, anno in cui lasciò firenze e i lavori alla biblioteca che furono continuati
da Bartolomeo Ammannati che fu costretto a usare la pietra serena anche se Michelangelo avrebbe
voluto la Biblioteca in legno. La scalinata, come un fiume in piena, oltrepassata la soglia della
biblioteca si divide in tre vie: in quella centrale predomina la linea curva mentre in quelle laterali
quella retta. Esse sono collegate a quella centrale tramite delle volute ellittiche e sono prive di
balaustre.
PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO
Nel 1537 Michelangelo riceve l'incarico di sistemare la Piazza del Campidoglio a Roma. Il colle
capitolino allora non aveva un accesso dignitoso alla città ma erano presenti solo due edifici: il
Palazzo Senatorio e il Palazzo dei Conservatori. Michelangelo aggiunge a questi due pa