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Alla fine del IV secolo: divaricazione tra Oriente e Occidente
Dopo l'astrazione costantiniana si torna sui binari della tradizione. Da questo momento in avanti, classicismo di origine greca e antinaturalismo semplificazione schematica cominciano a rendersi riconoscibili anche in parallelo. Ci sono certi momenti in cui troviamo opere di entrambi gli stili.
Per capire bene dobbiamo guardare alle opere del periodo dell'Imperatore Teodosio (378-395). Teodosio è l'ultimo imperatore di tutto l'impero. Lascerà l'impero a Onorio e ad Arcadio gli imperi d'oriente e d'occidente, non ci sarà più quindi un impero unico.
388. Missorio di Teodosio (378-395), scavato nel 1847 (Madrid, real academia de la Historia)
Vassoio d'argento di 70 cm di diametro. Dono prezioso (piatto o coppa) decorati a sbalzo donati dall'imperatore ai suoi consiglieri in occasione di cerimonie importanti, in questo caso il decennale.
dell'imperatore. Questo piatto è stato ritrovato a metà dell'800 in Spagna e ha una data certa, il 388. La frattura è data dal fatto che probabilmente per nasconderlo è stato piegato in due e ritrovato solo nel 1800. Il contadino che lo ha ritrovato lo ha spaccato in due per aprirlo. Sul piatto si vede l'immagine di Teodosio in trono, sotto una grande architettura, fiancheggiato dai suoi due figli, Onorio e Arcadio, e fiancheggiati a loro volta da soldati. Nella parte inferiore c'è un allegoria della terra (donna con putti attorno) sul quale governa l'imperatore. Tempio, arco -> l'imperatore è sotto. Alla fine del IV secolo, la tendenza anticlassica che sembrava rientrata ri-esplode con Teodosio. Teodosio è più grande dei figli e loro sono più grandi dei soldati. Introduzione aureola (attributo poi dei santi) sull'imperatore che appare come una visione divina, teofania divinità.La composizione rispetta la rigida simmetria dei rilievi di Costantino. Lo spazio perde l'importanza: frontone piatto, pure cornice. No illusionetridimensionale. Dettagli irrazionali nello spazio. Imperatore e figli frontali, ma base scorciata. Teodosio = canone di ritrattistica imperiale, volto ovale regolare, grandi occhi e calotta capelli stilizzata e fermaglio che chiude il mantello sullaspalla. Disumanizzazione = imperatore non più umano, ma intermedio tra uomo e divinità e quindi non naturale, ma simbolico e astratto. Questa idea fortemente simbolica del immagine imperiale avrà una straordinaria fortuna. Paragone tra questo e il ritratto dell'imperatore Giustiniano a mosaico alla metà del VI secolo. Non cambia la frontalità, l'annullamento dei tratti fisionomici personali e l'esaltazione del potere. L'imperatore è una carica che attraversa i secoli senza subire variazioni.
390. Base dell'obelisco di Teodosio Istanbul,
Ippodromo Due obelischi giganteschi del 1500 a.c. (Faraone Tutmosi III) trasportati uno a Roma (davanti a san Giovanni in Laterano) e l'altro a Costantinopoli. Base di un gigantesco obelisco egiziano che Teodosio fece erigere al centro dell'ippodromo di Costantinopoli. Imperatore rappresentato nell'ippodromo di Costantinopoli. Teodosio che premia il vincitore delle corse. Ha in mano la corona. La sua famiglia è ai lati. La sua corte ai lati della tribuna, sotto c'è il pubblico e in primo piano c'è una rappresentazione di uno spettacolo di danza con personaggi che suonano. Scelta di un estrema leggibilità, simmetrico. Aspetti di schematismo con scelta di forte connotazione gerarchica. Lo spazio è fatto di piani sovrapposti. Un'altra faccia: scena nella quale le province offrono doni all'imperatori. Composizione in cui i personaggi davanti sono più piccoli di quelli sullo sfondo. Leggermente asimmetrica, maSchematicità e ieraticità. In occidente le cose sono diverse: alla fine del IV secolo rifiorisce lo stile greco.
Queste due immagini sono due tavolette di avorio, un dittico, oggi separato. Unite all'epoca con un gancetto che si apriva a libero. Copertina di lusso di uno strumento destinato alla scrittura. Realizzata negli stessi anni della base dell'obelisco per due famiglie: Simmachi e Nicomacorum.
Ripresa di iconografia del naturalismo e del panneggio bagnato che mette in mostra l'anatomia sottostante. Rami alberati in cui l'esecuzione è di una qualità superlativa. C'è la volontà piena di far rivivere il classicismo dello stile antico.
Famiglie non cristiane, massimi rappresentati di un partito che a Roma tentava di non far tramontare l'antica tradizione. Due sacerdotesse che stanno espletando dei culti. Nicomachi. Parigi, Musée de Cluny (museo del Medioevo) (390-400 circa) Simmachi. Londra, Victoria and
Albert Museum (390-400 circa)
Massimo della ieraticità a Costantinopoli ritorno ad un classicismo tradizionale in Occidente.
Dittico di esculapio ed egea, 390-400 circa. Liverpool
Naturalezza assoluta, non simmetrico pose complesse, curve sinuose, abiti che aderiscono al corpo, resa del anatomia realistica e di nuovo unesecuzione dettagliata. Sembrano opere molto più antiche.
Cassetta nuziale di Proietta, IV secolo
Londra, British Museum (da Roma)
Donata in occasione delle nozze. 380 circa.
Decorata a sbalzo con inserti oro, destinata ai trucchi.
Soggetti della tradizione classica: Venere con i tritoni che sostengono la valva di conchiglia sulla quale sta la dea.
Iscrizione: Proietta cerca di vivere secondo la legge di Cristo.
Sul coperchio c'è anche il medaglione con Proietta e il marito e dei putti.
Contrasto tra paganesimo e cristianesimo non così drastico.
Roma, Santa Pudenziana (epoca di Innocenzo I, 402-417)
Perfettamente coevo al Sacco di Roma di Alarico
re dei Visigoti (410), il quale prenderà Innocenzo I sotto la sua protezione e pretenderà disposare Galla Placidia. È il più antico mosaico cristiano conservato. Arte legata alla tradizione romana antica con la scelta di grande pittoricismo e linearità coloristica. Grande ambientazione architettonica. L'abside è chiusa dal loggiato alle spalle del Cristo. Nubi dorate, rossastre nelle quali compaiono in volo i simboli degli evangelisti. Naturalistica e una delle prime apparizioni del Cristo con la barba lunga e i capelli folti sulle spalle. Alcune parti sono state rifatte e restaurate. (gruppo di persone sulla sinistra). San Pietro e san Paolo, in alto la croce d'oro che brilla nel cielo. Angelo = S. Matteo Aquila = S. Giovanni Toro = S. Luca Leone = S. Marco Fatto realizzare da Papa Innocenzo primo tra il 402 al 417. Questo ritorno di stile antico, alla tradizione doveva avere una connotazione estremamente nostalgica perché siamo nel
momento in cui l'impero sta per crollare. In questi anni c'è il saccheggio di Roma da parte dei Visigoti (410). Accanto al mosaico appena citato abbiamo una serie di pannelli di storie bibliche che si trovano sulle pareti interne della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, risalenti alla prima metà del V secolo. Questi mosaici sono realizzati come pennelli, senza contorni netti, e cercano di imitare la pittura. Presentano uno stile pittorico che si avvicina alle tradizioni classiche, senza la rigidità dell'oriente. RAVENNA Teodosio I (378-395) fu l'ultimo imperatore a governare sull'impero indiviso. I suoi figli, Onorio e Arcadio, erediteranno rispettivamente l'Occidente e l'Oriente. Se per l'impero d'Oriente ci sarà una storia millenaria (conclusa solo con la conquista della città da parte dei turchi nel 1453), per quello d'Occidente inizia un'agonia che termina nel 476 con la deposizione dell'ultimo imperatore, Romolo Augustolo, da parte dei barbari.parte delre degli Èruli, Odoacre. Nel 402 Onorio trasferisce la capitale a Ravenna, centro minore ma protetto da ampie paludi su tre lati, e prossimo adun porto militare con potente flotta (Classe), che poteva assicurare rapidi collegamenti con Costantinopoli. Alla morte di Onorio (423) il titoloimperiale passò al nipote minorenne Valentiniano III, per il quale esercitò la reggenza la madre Galla Placidia (sorella di Onorio e figlia diTeodosio), che rimase la figura chiave nell’impero d’Occidente fino alla morte (450).Poiché a Costantinopoli non rimane praticamente nulla della produzione artistica del V e Vi secolo, distrutta prima dall’iconoclastia (dal 730) epoi dalla conquista turca (1453), la nostra conoscenza dell’arte ufficiale del periodo si basa su Ravenna, che ebbe un rapidissimo e sontuososviluppo, mantenendo uno stretto contatto con l’impero d’Oriente. Il fatto che la storia della città non abbiaConosciuto in seguito altri momenti di splendore, Ravenna ha preservato la gran parte dei suoi monumenti tardo-antichi, tra cui il cosiddetto "Mausoleo di Galla Placidia". Galla Placidia esercita il potere al posto del figlio fino al 450, anno della sua morte. In questo mausoleo non venne mai sepolta: le sue spoglie sono a Roma. Non è quindi un sepolcro, ma un oratorio dedicato a San Lorenzo e vicino a Santa Croce (che non esiste più).
È forte il contrasto tra l'esterno sobrio fatto di laterizi e l'interno decorato a mosaico e marmi nella parte bassa. La pianta è a croce greca. I colori dominanti sono: l'oro, il blu e il verde.
La lunetta davanti all'ingresso rappresenta Lorenzo con la graticola simbolo del suo martirio. A sinistra c'è un mobiletto contenente i quattro vangeli. Un'altra lunetta è dedicata al "Buon Pastore": un Cristo giovane tra le pecore. Non è simmetrico e le pose sono complesse.
Troviamo lesfumature come in Santa Maria Maggiore a Roma.Ci sono anche immagini naturalistiche come le colombe che bevono dalle tazze.Ci sono anche scene astratte a scopo solo decorativo.Il Mausoleo di Galla Placidia risalente alla prima metà del V secolo, dopo il 426, si trova a Ravenna.L'edificio, in origine situato accanto all'esonartece della chiesa di Santa Croce, ora perduto, era probabilmente un oratorio dedicato ai santi Nazarioe Celso. Secondo la tradizione l'Augusta Galla Placidia, reggente dell'Impero Romano d'Occidente per il figlio Valentiniano III, avrebbe fattocostruire per sé, per il marito Costanzo III e per il fratello Onorio questo sacello funebre. Meno probabilmenete fu mausoleo di Galla Placidia,poiché le fonti riportano come essa morì e fu sepolta a Roma (450 d.C.). Oggi le sue spoglie si trovano presso la chiesa di San Vitale (di circa unsecolo più tarda).La pianta del piccolo edificio è a croce latina.Poiché il braccio longitudinale dell'ingresso è leggermente più lungo degli altri; guardando però nel complesso il mausoleo si ha la sensazione