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FASE TEODORICIANA

Nel 476 venne deposto l'ultimo imperatore romano Romolo Augusto, Odoacre rappresentò una breve parentesi e venne presto sconfitto da Teodorico, re degli Ostrogoti ed assunse il controllo dei territori italiani.

BATTISTERO DEGLI ARIANI fatto costruire da Teodorico (454-526), re degli Ostrogoti.

L'edificio, realizzato per i cristiani seguaci della dottrina di Ario, dimostra come durante il primo periodo del regno di Teodorico convivessero senza alcuna polemica teologica culti cristiani differenti.

La dottrina ariana, che negava la consustanzialità del Figlio con il Padre, fu poi condannata come eretica nel 325 da concilio di Nicea.

Anche questa costruzione come il battistero degli Ortodossi ha l'esterno in mattoni, è in parte interrata, fenomeno che caratterizza tutte le strutture architettoniche antiche a Ravenna, dove il progressivo abbassarsi del suolo ha causato l'avanzamento delle acque del mare. Si è reso necessario innalzare

L'intero livello del suolo cittadino. Gli edifici antichi risultano quindi più bassi rispetto alle costruzioni originarie.

Ha una pianta ottagonale, con quattro grandi nicchie sporgenti e, nel mosaico della cupola, la decorazione ha il medesimo soggetto reso però con uno stile più essenziale.

Nel medaglione centrale, incorniciato da una ghirlanda di alloro, è raffigurato il Battesimo di Cristo. Il corpo di Gesù, immerso nelle acque, è l'asse portante della figurazione; Giovanni Battista, alla sua sinistra, è coperto da una pelle di animale, annodata sulla spalla, sulla quale poggia un bastone ricurvo.

Nella posizione simmetrica al Battista si trova un vecchio barbuto e lunghi capelli, seduto sulla riva davanti a un vaso capovolto dal quale defluisce l'acqua: è la personificazione del fiume Giordano dove Gesù fu battezzato.

La fascia esterna mostra i dodici Apostoli che recano in mano la corona rituale; sono disposti

in due file guidate l'una da Pietro, l'altra da Paolo, che recano i rispettivi attributi: la chiave e il rotolo. Il trono vuoto si riferisce alla seconda venuta di Cristo per il Giudizio finale. La struttura iconografica viene semplificata e, al tempo stesso, resa più medievale. L'artista è più interessato all'efficacia della rappresentazione naturalistica.

SANT'APOLLINARE NUOVO Intorno al 505 Teodorico la fece erigere per il culto ariano della sua gente. Riconciliata poi a culto Cattolico, quando nel 540 le armate bizantine dell'imperatore d'Oriente arrivarono in Italia e conquistarono Ravenna, dopo la guerra Gotica, da ariana che era.

Si tratta di un edificio a tre navate, privo di quadriportico e preceduto dal nartece che, in area ravennate, è detto árdica. La navata centrale è conclusa da un'abside semicilindrica e gli archi a tutto sesto che la delimitano sono sorretti da colonne dotate di pulvino.

splendenti mosaici appartengono a epoche differenti: alcuni infatti furono sostituiti dal vescovo Agnello, in periodo giustinianeo quando l'edificio venne consacrato al culto cattolico. Fu in questo periodo che vennero cancellati i personaggi nella fascia inferiore della chiesa (nel Palatium e nel porto di Classe) e che vennero aggiunte le famose teorie di Sante Vergini e Santi Martiri: le prime si trovano a sinistra guardando verso l'altare e sono guidate dai Re Magi verso la Madonna col Bambino; i secondi, a destra, procedono verso il Cristo in trono guidati da angeli. Le decorazioni musive dividono in 3 fasce distinte le pareti della navata centrale: - In quella inferiore, sulla parte destra, la veduta del palazzo di Teodorico, individuata dalla scritta PALATIUM al di sotto del timpano, è mostrata in prospettiva ribaltata. Ciò vuol dire che quello che vediamo corrisponde ai tre lati di un peristilio (portico a colonne che circonda l'esterno). L'artista, per

Consentire che un maggior numero di fedeli potesse capire il soggetto raffigurato, soprattutto quelli non educati alla pittura prospettica, ha scelto di ribaltare le due ali del peristilio sullo stesso piano del fronte. Al di là del Palazzo si notano alcuni edifici basilicali o a pianta centrale che hanno la funzione di rappresentare, sinteticamente e simbolicamente, la città di Ravenna.

Le contrapposte processioni di Santi Martiri e di Sante Vergini, sempre nel registro inferiore furono eseguite nel periodo di dominio bizantino ed evidenziano alcuni dei caratteri dell'arte propria dell'impero d'Oriente quali: la ripetitività dei gesti, la preziosità degli abiti, la mancanza di volume. L'assoluta frontalità e la fissità degli sguardi, la quasi monocromia degli sfondi, l'uso di elementi vegetali a scopo puramente riempitivo e ornamentale, la mancanza di un piano d'appoggio per le figure che appaiono come.

sospeseo fluttuanti nello spazio.– Da una parte i Santi Martiri, in veste bianca, preceduti da Martino di Tours, santoche nel V secolo fu simbolo della lotta all’eresia, si dirigono verso il trono di Cristoper rendergli omaggio.

Cristo viene rappresentato seduto come se fosse un imperatoredell’epoca, questo è un trono esemplato su modelli aulici e costantinopolitani, gliangeli gli fanno la guardia come le milizie con gli imperatori.(infatti Giustiniano esua moglie Teodora si fecero ritrarre a questo modo in uno dei mosaici in San Vitaleperchè gli piaque molto)

Dall’altra le Sante Vergini, con vesti dorate, vanno verso la Vergine seduta su di untrono con in grembo il gesù bambino, e circondata da angeli, mentre davanti a lei cisono i Re Magi che sono vestiti come satrapi orientali dell’epoca bizantina.

La rappresentazione della Ravenna di allora, è sintetica ma efficace. Il porto diClasse rappresentato da tre navi e

Le alte mura, indica la sosta permanente della flotta imperiale d'Oriente, Ravenna era lo snodo militare e politico più importante d'Europa, qui risiedeva la corte.

Si nota infatti la differenza di stile tra i mosaici, quelli della parte alta, databili all'epoca di Teodorico, intorno al 510-520, e quelli della parte delle litanie figurate (sante vergini), che si datano all'età bizantina.

La fascia mediana ha dei riquadri tra le finestre che incorniciano solide figure di Santi dalle vesti ombreggiate e morbidamente panneggiate. Essi, nonostante l'indefinito fondo oro, si dispongono in un piano prospettico. Solamente le piccole scene, narranti la vita di Cristo, al di sopra delle finestre (la fascia più alta) sono state eseguite in maniera molto semplice e senza alcuna aderenza al naturalismo (arte plebea).

La parte teodoriciana riporta scene della vita di Cristo, miracoli dei vangeli, ed episodi della passione. Esempio sono: la scena della

La scena della Samaritana al pozzo, in cui Cristo seduto dialoga con lei e viene rappresentato in gesto di benedizione;

La scena della resurrezione di Lazzaro, in cui Cristo fa resuscitare l'amico Lazzaro;

L'Ultima Cena, i personaggi sono seduti sul triclinio;

Le Pie donne alla tomba del Signore, vedendo il coperchio della tomba di Cristo rovesciato e trovandola vuota scoprono che Cristo è risorto e lo annuncia anche un angelo.

MAUSOLEO DI TEODORICO morto nel 526, dunque fatto costruire prima

Per accogliere le proprie spoglie, Teodorico fece erigere un solido mausoleo in bianca pietra d'Istria. La sua realizzazione determina una decisa rottura con le tecniche costruttive tradizionali basate sull'impiego del laterizio e, immediatamente, ci riporta alla mente l'aspetto degli edifici monumentali di Roma. Su un poderoso basamento a pianta decagonale, con profonde arcate cieche, si imposta il massiccio corpo del piano superiore, circondato da uno stretto ambulacro. Al di sopra di

questo secondo corpo, un basso tamburo cilindrico sorregge una ciclopica cupola monolitica che conclude la costruzione. Trasportata via mare, essa fu sollevata grazie alle anse che la coronano. All'aspetto imperiale e alle tecniche costruttive romane si sovrappongono decorazioni di gusto barbarico, specie nella cornice al di sotto della calotta. Si tratta di semplici disegni geometrici in successione costituenti un motivo decorativo detto a tenaglia, che non ha nulla a che fare con le ornamentazioni classiche.

FASE GIUSTINIANEA

CHIESA DI SAN VITALE

Fondata nel 532 e consacrata dal vescovo Massimiano nel 547, la Basilica di San Vitale è, a Ravenna, quella che più d'ogni altra richiama i grandi esempi monumentali paleocristiani.

Interno=L'edificio ha una pianta ottagonale preceduta, in origine, da un quadriportico, non più esistente. Rimane solo il nartece, che termina in due absidiole laterali, dando due accessi alla Basilica. Non essendo davanti all'abside,

questi ingressi non permettono il tipico percorso rettilineo ingresso- navate- altare. Uno degli ingressi è in asse con il presbiterio, seguito dall'abside. Questa è affiancata da due piccoli ambienti caratteristici delle basiliche bizantine: a destra, il diacònicon per la conservazione delle suppellettili (complesso di oggetti che servono per l'arredamento) e per la preparazione delle funzioni liturgiche, a sinistra la pròtesis per la conservazione del pane e del vino consacrati. Gli otto pilastroni angolari, che fungono da sostegno, sono rivestiti in marmo e i capitelli sono sormontati dai pulvini decorati con trafori. All'esterno la struttura mostra mattoni a vista con due ordini di finestre ad arco separate dalle sene. Il volume centrale del tiburio ottagonale nasconde la cupola. All'ottagono perimetrale se ne somma un secondo interno, i cui lati si dispiegano aprendosi in esedre con due ordini di arcate sovrapposte. Lo spazio centrale è

Coperto da una cupola semisferica raccordata al basamento ottagonale tramite un tamburo finestrato che, grazie a nicchie angolari a mo' di tromba, passa con facilità dall'impianto poligonale a quello circolare. L'idea dello spazio, come le tecniche costruttive utilizzate, derivano dall'architettura romana, ma c'è una differenza sostanziale: nella concezione romana lo spazio, trattenuto dalla imponenza delle murature, è di natura statica, mentre lo spazio di San Vitale, di concezione bizantina, è dinamico.

Il fedele doveva pensare di entrare in un luogo sontuoso, come se fosse un anticipo del Paradiso. La suggestione di trasfigurazione mistica doveva toccare l'apice con l'arrivo nel presbiterio.

MOSAICI:

  • Nella Teofania, ossia la manifestazione di Cristo, che si trova nell'abside, possiamo vedere il Signore seduto sul mondo che riceve l'omaggio dal vescovo Ecclesio della pianta della basilica. È scortato da...

due angeli come una corte terrena, e san Vitale alato presenzia come titolare dell'&r

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A.A. 2022-2023
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/01 Storia dell'arte medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Pixiesss di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Pala Andrea.