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“LEKYTHOS CON CORTEO NUZIALE”
Due carri trainati da muli trasportano la coppia di sposi e i loro compagni verso la nuova
dimora, quest’ultima raffigurata all’estremità della composizione, con le porte spalancate
entro le quali si vede una donna in attesa.
“ANFORA CON SCENA DIONISIACA”
Accanto ai soggetti di fresco contenuto domestico, il Pittore di Amasis scopre i temi dionisiaci.
Nell’anfora di Parigi, il dio, con la lunga barba e vaso in mano, compare protagonista accanto
alle menadi.
Il Pittore di Amasis non dimostra affatto interesse per la nuova tecnica emergente a figure
rosse, trova bensì piena soddisfazione nella tradizionale tecnica a figure nere, con i suoi
preziosi graffiti e tocchi policromi. La cromia viene dal pittore selezionata con attenta cura,
con l’utilizzo del rosso per gli abiti e il bianco per le figure femminili, nero per quelle maschili.
EXECHIAS – All’intima grazia delle scene dipinte dal Pittore di Amasis si contrappone il
mondo eroico dei poemi omerici del Pittore di Exechias; egli è pittore e vasaio estremamente
creativo, gli si attribuiscono l’invenzione di due nuove forme vascolari: il cratere a calice e la
coppa ad occhioni. E’ attivo nel terzo quarto del VI sec. a.C., ma come il Pittore di Amasis non
fa alcuna concessione alla nuova tecnica a figure rosse, egli dipinge sempre con la vecchia
tecnica di cui è assoluto maestro.
“ANFORA CON ACHILLE E AIACE CHE GIOCANO AI DADI” (540 a.C.)
La sua originalità si testa anche nella creazione di iconografie nuove, come quella di Achille e
Aiace impegnati al gioco dei dadi. I due eroi, siedono su semplici sgabelli intenti al gioco, di
cui l’osservatore intuisce l’esito dei numeri che Exchechias riporta accanto ai personaggi.
Achille, sulla sinistra, calza ancora l’elmo, mentre ha lasciato lo scudo alle sue spalle;
l’armatura di Aiace poggia invece sul lato opposto della scena. Il gioco di incrocio tra lance e il
tracciare i piedi dei due eroi davanti e dietro lo sgabello, sono una prima intuizione di
profondità dello spazio. Il disegno è di livello artistico elevatissimo, basti guardare i graffiti e le
incisioni dei mantelli, sulle barbe e sui capelli. Il Pittore di Exechias concepisce la scena come
fosse un quadro, decorando l’anfora solo in un lato con la scena figurata, il resto dipinto di
nero incorniciato da motivi decorativi.
“ANFORA CON ACHILLE E PENTESILEA” (540 a.C)
Il dramma di Achille viene raffigurato da Exechias in quest’anfora: un eroe nero, chiuso nella
sua armatura, incombe minaccioso , pronto a sferrare il colpo letale con la sua lancia, su
Pentesilea, regina delle amazzoni, ormai piegata, con un ginocchio a terra. Ma nel momento in
cui la regina guerriera volge il capo per guardare negli occhi il suo uccisore, i due si
innamorano, inutilmente, la regine è ormai esangue. L’anfora è capolavoro di tensione sia
figurativa che tettonica. Anche in questo caso solo un lato viene dipinto con la scena figurata,
il resto è occupato da motivi decorativi. La struttura iconografica verrà utilizzata anche dai
romani, dove una forza (in questo caso Achille), domina sull’altra (Pentesilea).
“ANFORA CON IL SUICIDIO DI AIACE” (540 a.)
Exechias mostra un’aperta simpatia per il guerriero Aiace, cugino di Achille. L’anfora vede
dipinta l’emblematica scena del suicidio solo sulla spiaggia: Aiace sta conficcando la sua
spada nel terreno mentre una ruga profonda gli solca la fronte, ad esprimere il dramma di un
eroe valoroso, ma frustrato dal destino e nelle sue aspirazioni. Tale figura dimostra la
vicinanza del maestro alla sensibilità del personaggio, soffermandosi negli aspetti psicologici e
sul dramma dell’eroe. Una palma nella sinistra accenna l’ambientazione esterna, e si piega
seguendo l’andamento della figura, come partecipasse al suo dolore. Il vaso è interamente
dipinto di nero, ritagliando uno spazio al centro per la scena figurata, tipica caratteristica del
Pittore di Exechias.
“FRAMMENTO DI DINOS ATTICO”
La decorazione con una rappresentazione navale, viene dipinta lungo il bordo della bocca del
vaso. Exechias introduce decorazioni in punti del vaso inconsueti. In questo caso il soggetto è
coerente con la funzione e il contenuto del vaso stesso ove è dipinto.
“KYLIX DI DIONISO” (540 a.C.)
Nella famosa kylix di Dioniso, Exekias sfrutta in maniera originale l'intero fondo dell'invaso,
lavorato su una lucida copertura color corallo, trasformando il tondo interno in una larga
superficie su cui dispiegare la scena principale. Dioniso, viene ritratto nel mezzo del suo
tranquillo veleggiare verso le coste dell'Attica. I pirati tirreni che avevano rapito la sua nave e
progettavano di ridurlo in schiavitù, spaventati dalla metamorfosi dell'albero della
nave in vite, si gettano in mare trasformandosi in delfini. Anche in questo caso il soggetto
della scena dell’interno vaso è coerente con la funzione e il contenuto del vaso stesso, anche
il colore dello sfondo, il rosso corallo, richiama quello del vino che il vaso deve contenere.
All'esterno il centro dell'interesse è spostato presso l'area delle anse: le scene figurate che vi
si trovano rappresentano due battaglie sul corpo di un guerriero morto. Il corpo riempie lo
spazio sotto la maniglia e tre guerrieri combattono per il corpo a fianco delle anse. La
disposizione dei guerrieri testimonia lo sviluppo della ricerca della spazialità, cercando di
rendere la profondità di campo. Nella pancia, la decorazione è ad occhioni, un volto sintetico,
motivo decorativo inventato da Exechias stesso.
“PINAX FUNERARIOFRAMMENTO CON SCENE DI LUTTO” (530 a.C.)
Il piccolo quadretto ad opera di Exechias, vede raffigurata una scena di lutto, studiata tuttavia
con attenzione ai particolari, cercando di rendere la profondità di campo. La prima figura nella
destra volge il volto verso l’osservatore.
ALTRI ESEMPI DI CERAMOGRAFIA
I pinakes, al singolare pinax, sono dei
quadretti votivi in terracotta, legno dipinto,marmo o bronzo tipici dell'antica Grecia. La loro
funzione era spesso votiva e funeraria.
“PINAX FUNERARIO”
La scena funeraria si presenta più complessa, rispetto alla precedente di Exechias. Il corpo del
defunto, al centra rappresentato, è circondato tutt’attorno da figure doloranti, i cui gesti
evidenti, sono tipici del dolore. Il manufatto conserva ancora i fori di sospensione per essere
appeso al muro o alle fronde degli alberi. Le iscrizioni presenti sono legate al contesto
funerario.
“PINAX FUNERARIO”
Al centro della composizione la defunta è completamente velata. Le donne doloranti
rappresentate attorno, vengono dipinte con vernice bianca. La presenza di un bambino nella
destra, suggerisce il motivo della morte della defunta forse per parto; motivo assai frequente
di morte nell’antica Grecia.
“PINAX DI PITSA’” (540-530 a.C.)
La tavoletta, viene dipinta con una tecnica a tempera a secco nella superficie bianca. Essa
presenta delle caratteristiche ancora legate allo stile arcaico, con una netta linea di contorno
e l’applicazione dei colori a corpo, piatti, senza alcun accenno a sfumature. La
rappresentazione mostra una scena di sacrificio, con una pecora che viene portata all’altare. Il
contesto è descritto dalle iscrizioni presenti nella parte alta.
LA CERAMICA ATTICA A FIGURE ROSSE
• Intorno al 530-520 a.C. viene elaborata la tecnica a figure rosse, che presto soppianta
quella a figure nere.
• Le figure vengono risparmiate, lasciare cioè del colore dell’argilla; mentre il fondo viene
dipinto di nero.
• I particolari interni non vengono più incisi ma resi mediante l’utilizzo di un pennello
sottile.
• La tecnica consente una miglior resa dei particolari e di far risaltare maggiormente la
volumetria delle figure.
Il primo a cimentarsi nell’impresa fu il Pittore di ANDOKIDES, che dipinge scene con la nuova
tecnica a figure rosse, temi che sulla facciata opposta del vaso, vengono riprodotti con la
vecchia tecnica a figure nere; un codice bilingue che corrisponde ad una nuova fase di
sperimentazione.
“ANFORA CON ERACLE BANCHETTANTE” (525 a.C.)
Nell’anfora bilingue di profilo continuo, viene rappresentato Eracle nei panni civili del
simposiasta. Sull’anfora, la resa del medesimo soggetto nelle die diverse tecniche consente di
constatare come in realtà il pittore si senta ancora più a suo agio dipingendo con la vecchia
tecnica a figure nere: la scena è infatti più affollata e migliore è la resa anatomica dell’eroe.
Nel pannello a figure rosse, il maestro si limita ad inserire solo i personaggi essenziali alla
comprensione della scena (Eracle e Atena), si dimostra poco abile nella resa tridimensionale
del busto dell’eroe che resta schiacciato e informe; istituisce però le potenziali della nuova
tecnica nel vestito della dea, nel materasso e nel cuscino della kline.
EUPHRONIOS - è stato un ceramografo e ceramista greco antico, attivo ad Atene tra il 520 e
il 470 a.C., nel periodo delle guerre persiane. È ritenuto uno dei più autorevoli maestri
dell'arte greca tardo arcaica e dello stile a figure rosse. L’attività di Eupronios inizia come
pittore, prosegue come vasaio e proprietario di una bottega. Il Pittore predilige l’utilizzo di
grandi vasi per creare ampie composizioni.
“CRATERE A CALICE CON TRASPOSTO DEL CADAVERE DI SARPEDONTE” (510-500 a.C.)
Le anse dividono la superficie in due aree decorate con scene differenti, separate all'altezza
delle anse da una decorazione a palmette. La scena sul lato principale è tratta dall'Iliade e
narra della morte di Sarpedonte, figlio di Zeus e di Laodamia, alleato dei Troiani nella guerra
contro gli Achei. Le personificazioni del Sonno e della Morte ne riportano il corpo in patria,
trascinandolo via dal campo, il dio Hermes, al centro della scena, dirige l'operazione. La
composizione è dominata dal grande corpo di Sarpedonte che evidenzia la padronanza
raggiunta da Euphronios nella rappresentazione dello scorcio e nella comprensione della
struttura anatomica; le due figure allegoriche, chine sul giovane, sono rappresentate, a parte
le ali, come guerrieri, in pose naturalistiche e con anatomia precisa. Due altri guerrieri
chiudono la scena alle estremità; sono figure stanti, osservatori, tradizionalmente presenti ad
indicare l'esemplarità della rappresentazione, forse un collegamento tematico con il gruppo di
giovani che, sul lato opposto del cratere, vengono raffigurati nell'atto di indossare le armi
prima di una battaglia: una scena di genere, non necessariamente collegata ad eve