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Progettare una facciata porticata o a loggia
Pensa alle piazze antiche, porticate; pensa alla funzione urbana e sociale delle logge trecentesche fiorentine, concepite quasi come il simbolo stesso della città, coi suoi spazi comunitari a misura d'uomo. Progetta una facciata porticata o a loggia: una superficie in cui si inscriva una profondità, un piano in cui il volume pieno dell'edificio e il volume vuoto della piazza si compenetrino e si definiscano l'uno in rapporto all'altro "per comparazione", proporzionalmente. La proporzione tra i due volumi è espressa, su quel piano-diaframma, dalla misura degli archi a tutto sesto, dal rapporto tra la loro apertura e l'altezza delle colonne, e dall'apparente, prospettico scalare del piano superiore, a finestre. È certo che le conoscenze prospettiche dell'artista poterono consentire la trasposizione dalle prospettive ideali e astratte dei pittori trecenteschi suoi contemporanei, così come...
Le sue conoscenze di statica poterono fargli realizzare la leggerezza strutturale delle arcate, differenziate nettamente da quelle romane e romaniche. Nel portico B. introduce le volte a vela in luogo della volta a crociera, che aveva caratterizzato le architetture precedenti, e crea valori spaziali assolutamente originali, che serviranno da modello per tutto il secolo. Le esili colonne sormontate da capitelli corinzi offrono anch'esse nuovi parametri all'architettura rinascimentale che, da Firenze, si diffonderà in Toscana e nel resto d'Italia.
San Lorenzo e la Sacrestia Vecchia: Cosimo commissionò la costruzione della Sagrestia Vecchia di San Lorenzo, destinata a cappella gentilizia della propria famiglia, a Brunelleschi, che progettò anche la chiesa, poi costruita da Manetti. La chiesa è impostata secondo lo schema della basilica (in particolare ricorda Santa Croce), ma presenta caratteri di assoluta originalità per quanto riguarda la
distribuzione modulata della pianta, anch'essa proporzionata in base a precalcolati effetti prospettici
La serie di cappelle nelle navate laterali, ricavate al di sotto del piano d'imposta delle volte a vela delle navate stesse, dilata gli spazi della tradizionale chiesa medievale; e il gioco della luce le conferisce un senso di leggerezza e un respiro fino allora sconosciuto all'edificio sacro cristiano. È l'atmosfera del Rinascimento che prorompe a Firenze, e da Brunelleschi viene espressa in termini di architettura. La scena urbana cambia, così come muta il dialogo tra l'uomo e le cose.
L'ordine corinzio adottato da Brunelleschi conserva le forme e le proporzioni canoniche; ma rivive nel suo nuovo impiego funzionale e acquista slancio e leggerezza con l'introduzione del pulvino dal quale si dipartono gli archi.
Nella Sagrestia Vecchia, una delle opere più famose di Brunelleschi, il suo linguaggio è ancora riconoscibile nella
snellezza e nello slancio delle strutture, nella chiarezza degli scomparti architettonici, sottolineati dal contrasto tra la pietra serena delle paraste, dei quadri degli archi, dei rosoni e delle trabeazioni e il bianco intonaco delle pareti; un contrasto che evidenzia la limpida composizione delle superfici e dei volumi.Cupola del duomo di Santa Maria del fiore
La pianta del duomo era stata fissata da FRANCESCO TALENTI, dopo i lavori di ampliamento fatti da ARNOLFO DI CAMBIO, che intuiva già una possibile volta, infatti costruì il tamburo ottagonale che doveva servire da base. Ora rimaneva il problema principale, ossia realizzare una cupola, ma come?:
Tra il 1420 e il 1446 Brunelleschi realizzò da solo la nuova architettura di cui la cupola è l'esempio più significativo.
La cupola del Duomo di Firenze assume la dimensione di un'entità figurativa risolutiva di tutta l'organizzazione urbana nel suo territorio. Il primo significato della
<p>cupola nasce dall'aver affermato con coerenza che non si trattava soltanto di creare un'altra grande opera ma di avere una nuova dinamica di rapporti, una struttura capace di riassumere e coordinare le forme preesistenti e future. Nella realizzazione della cupola intervengono le idee architettoniche nel modo di concepire un'opera rinascimentale ma anche soltanto tecniche che potevano risolvere i problemi strutturali. Il problema della cupola affannava da anni gli operai del Duomo, da quando cioè era stato costruito il tamburo ottagonale e non restava, per completare la fabbrica, che coprirlo con la grande volta. Ma come costruire e dove appoggiare le enormi centine di legno, le armature che avrebbero dovuto sostenere la cupola fino alla sua chiusura definitiva con la chiave di volta Brunelleschi trovò una soluzione rivoluzionaria: piuttosto che ricopiare il metodo romano di costruzione a calotta (Pantheon) o quello medioevale delle centine, propose di alzare la cupola</p>senza armature, inventando una nuova tecnica basata sul calcolo, che sarà poi ripresa anche da Michelangelo. La cupola ha una forma gotica perché è ad arco acuto; ciò era necessario forse per ragioni tecniche e statiche ma anche per un preciso rapporto con il resto del Duomo che è pur sempre gotico; tuttavia essa è anche rinascimentale per la sua monumentalità e il suo volume che è definito nello spazio. Nel 1436 finalmente la grande volta era chiusa eppure l'opera non era completa: mancavano le quattro tribune alla base del tamburo che vennero costruite tra il 1439 e il 1445. La lanterna è l'ultimo elemento per il completamento della cupola. La lanterna ha lo scopo di illuminare l'interno della cupola; i lavori iniziarono nel 1446, pochi mesi prima della morte del Brunelleschi e l'esecuzione venne affidata a Michelozzo. La cupola domina il panorama dell'intera città, non solo per l'altezza (oltre105 metri da terra e 51 metri di diametro), ma anche per il volume. Occupa quasi il centro geografico di Firenze e della sua vallata e ne costituisce il punto di riferimento e il perno. Nella sua imponenza c'è uno straordinario accordo con la città e soprattutto con i monti circostanti: l'opera, pur dominando la natura, non la stravolge ma la esalta mettendosi in relazione con essa. La cupola dunque rappresenta, nel modo più evidente, l'idea rinascimentale dell'uomo, padrone in virtù della ragione, dell'ambiente circostante, non per conquista ma per accordo naturale. E proprio per l'intervento del Brunelleschi che Firenze, pur essendo ancora in sostanza medioevale, si propone sempre fino ad oggi come città "rinascimentale".
Analisi dell'opera: "Cupola di Santa Maria del fiore"
Nome: cupola di Santa Maria del fiore
Artista: Filippo Brunelleschi (vi collaborò anche LORENZO GHIBERTI)
Materiali: mattoni,
marmo, tegoleDimensioni: h da terra 105,5 m / diametro 51,7 m
Stato di conservazione: perfetto
Cronologia: 1420-1436
Civiltà e cultura d'appartenenza: Rinascimento fiorentino
Luogo di conservazione: Firenze
Descrizione: Da ciascuno dei lati dell'ottagono di base partono poi altri due costoloni che si vanno a collegare sullo stesso anello superiore; l'involucro della cupola è costituito da una doppia fodera di strutture sottili, realizzate con mattoni a spina di pesce a forma non di spicchisferici, ma di triangoli curvilinei ricavati in una superficie cilindrica, cioè con generatrici rettilinee e direttrici curvilinee, determinate appunto dai costoloni.
La fodera esterna era rivestita con tegole e quella interna era destinata ad accogliere, nell'intradosso, decorazioni ed affreschi. I costoloni montanti dagli spigoli emergono all'esterno, mentre quelli partenti dai lati restano compresi nella doppia fodera.
Lo schema strutturale, che eliminava la
necessità della centinatura in tutto l'intradossodella volta, consentiva quindi strutture molto più leggere di quelle adottate dall'architetturaromana e bizantina (nelle quali la volta massiccia richiedeva murature di notevolespessore per resistere alle enormi spinte). Brunelleschi riuscì attraverso alcune geniali innovazioni a ultimare la cupola: - Le sue trovate sono riassumibili in uno schema: Ideò una doppia cupola, compostada due calotte a sesto acuto, così da suddividere meglio i pesi e da fornire unacopertura che risultasse maggiormente appariscente, e da riparare l'interno dellachiesa dall'umidità. - Per quanto riguarda le impalcature, esse furono sorrette da travi collocate in degliorifizi chiamati "occhi", che a seconda del livello del lavoro si trovavano: 1. all'interno; 2. all'esterno, fissate mediante delle travi conficcate negli occhi esterni; 3. negli occhi interni. - Fece costruireNell'interstizio che si trovava tra le due calotte un sistema di corridoi, scale e fonti luminose. Lasciò dei punti di sostegno nella cupola interna perché potessero essere utilizzati per le impalcature di un'eventuale decorazione pittorica o musiva (che venne poi realizzata nel '600). Ordinò di aprire alcuni orifizi per evitare danni causati dagli agenti atmosferici come il vento e i terremoti. Applicò con successo il sistema delle carrucole per il trasporto dei materiali di costruzione sino all'area di lavoro, potenziandole inoltre con dei moltiplicatori; una tecnologia tipica degli orologi. Utilizzò i mattoni a "SPINADIPESCE" tratti probabilmente dalla pratica medievale, essi ne aumentavano la stabilità, mediante la loro tenuta a base di spinte e controspinte. Inoltre egli si pose il problema dell'organizzazione del lavoro: per esempio, durante i lavori, gli operai erano obbligati a notevoli acrobazie.
perscendere alle ore dei pasti, e ciò arrecavasvantaggi d’ovvie motivazioni; Brunelleschi ovviò a questo istituendo delle cucine e dei locali dovedesinare all’interno della cupola; e come se nonbastasse fece instaurare una fornace accanto alduomo, dove oggi troviamo la misericordia, dovefaceva fare i mattoni di misure diverse a secondadell’evenienza. L’ultimo elemento ad essere costruitoper la Cupola di Santa Maria del Fiore è la Lanterna,fu iniziata nel 1446 dal Brunelleschi ed alla sua morteSezione verticale della cupola 1 terminata da Michelozzo. Lo scultore Verrocchioscolpì una sfera di rame con sopra una croce dainnalzare sulla Cupola di Santa Maria del Fiore con l’aiuto di una macchina costruita daLeonardo da Vinci. Il 17 luglio del 1600 un fulmine colpì la sfera e la fece precipitare, inmemoria di questo avvenimento fu posto nel pavimento della piazza un cerchio di marmobianco e rimpiazzarono la sfera perduta con
una