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IL SETTECENTO

1° PARTE: si procede ancora con le ricerche barocche;

2° PARTE: ILLUMINISMO (il secolo della ragione).

Quest’ultimo, l’illuminismo si contrappone al barocco che ricordiamo faceva leva sulla

dell’arte

persuasione mettendo in scena ( ossia TEATRO) per suscitare emotività.

dell’antichità

Si ritorna così alla ragione ed anche al valore dei testi classici ed alla razionalità;

tutto questo si traduce nel NEOCLASSICISMO.

anch’esso sull’antichità

Il Rinascimento si basava della Roma antica, invece nel neoclassicismo

cambia il dato archeologico, in particolare la riscoperta dei siti archeologici di Pompeo ed

Ercolano e Paestum in Campania facenti della prima età romana, prima delle grandi architetture

dei fori imperiali. Addirittura con Paestum ritorniamo alla architettura Greca, e poi ci sono anche

i siti di Selinunte Agrigento, tutto questo innesterà il Grand Tour cioè il viaggio in Italia non solo a

l’antichità

Firenze per conoscere il rinascimento ma fino al profondo sud per studiare classica

l’architettura

della Grecia che il nuovo dato archeologico e che influenzerà tutta del nuovo

secolo.

Filippo Juvarra, , architetto italiano, tra i più

(Messina 27/03/1678 di padre orafo - Madrid 1736)

importanti del tardo periodo barocco. I suoi progetti, di una luminosa raffinatezza,

possiedono un'eleganza d'ispirazione classica che li distacca dai lavori dei suoi predecessori

operanti nell'ambito del barocco romano, più eccessivo e tumultuoso. Fu molto attivo e

lavorò principalmente a Torino; tra gli edifici della cui costruzione fu responsabile si

annoverano palazzi, chiese, ville e padiglioni di caccia, oltre a disegni di arredamenti e altre

opere di carattere decorativo.

Dopo aver lavorato inizialmente a Messina, nel

1705, Juvarra fu a Roma dove frequenta lo studio di Carlo e Francesco Fontana e qui viene a

contatto con le architetture del 600 e di un certo Andrea Pozzi che si occupava di scenografie

teatrali, anche lui successivamente si occuperà di scenografie teatrali per conto del Cardinale

Ottoboni, qui riceve tutta una serie di riconoscimenti tra cui quello delll’ Accademia di S. Luca

che gli dà l’attestato di Architetto ;

Fa numerosi viaggi….

1706, a Napoli:

1714, si trasferì quindi a Torino , chiamato da Vittorio Amedeo II di Savoia e diventa architetto

ufficiale dei Savoia tra l’altro Amedeo II era stato rè di Sicilia ed è li che lo conosce.

Nonostante la sua presenza sia forte nel Piemonte collabora in numerosi cantieri persino a S.

Pietro.

Chiesa Reale di Superga (1717-1731)

Datazione: 1717-1731, R.Wittkower, Arte e Architettura in Italia;

Committente: Vittorio Amedeo II di Savoia;

Progettista: Filippo Juvarra (1678-1736);

Fruitori: Fedeli;

Luogo: Sommità di una collina fuori Torino;

Preesistenze: Monastero;

Programma funzionale: realizzazione di un edificio sacro che potesse conservare le spoglie della casa

Reale. La Basilica di Superga è stata edificata per soddisfare un voto che Vittorio Amedeo II fece

davanti alla statua della Madonna delle Grazie in un momento difficile per il regno sabaudo che aveva

favorito una vittoria militare

Risposta progettuale: Juvarra concepisce la basilica come un tempio circolare ponendolo sulla sommità

della collina di Superga su un alto basamento. Si tratta infatti di una grandiosa costruzione a pianta

centrale (una croce greca inscritta in un cerchio),che misura 75 metri di altezza, 51 di lunghezza e 34

di larghezza ( preceduta da un pronao a otto colonne), con cappelle lungo gli assi diagonali, con

pronao centrale su colonne libere, gran cupola inquadrata da due campanili laterali che fanno da

raccordo fra la chiesa e il retrostante ampio convento. Al di sotto del presbiterio, una cripta che

doveva ospitare le spoglie dei Sabaudi. Si ottiene un integrazione perfetta e soprattutto equilibrata nel

nell’inserimento

rapporto fra le varie parti e delle masse nel paesaggio, accentuato dalla

polidirezionalità del portico (come villa La Rotonda di Palladio).

Si trattava di sostituire un vecchio santuario che si trovava in una collina

Superga nelle campagne di Torino che doveva essere destinato ad

ospitare le tombe di famiglia ma anche una sorta di voto, quindi:

- SANTUARIO

- CHIESA VOTIVA

- CHIESA CIMITERIALE

- CHIESA RAPPRESENTATIVA DEI SAVOIA.

Il luogo è particolare in cima a questa collina doveva essere ben visibile

anche a distanza dalla città ed esprimere questo complesso programma.

Per dare una risposta progettuale a questo complesso programma

funzionale, Juvarra ritiene significativa la pianta centrica con

deambulatorio interno ed edificio tutto cupola perché proprio n questo

l’idea

modo esprimeva del santuario in cui il martirio richiedeva un

percorso circolare quindi un impianto centrico. La cupola oltre ad

esprimere la potenza della chiesa allo stesso modo poteva esprimere

l’assolutismo l’idea l’istituzione

monarchico, ed anche che monarchica

avesse una natura sacra.

Per rendere tutto questo visibile a distanza fa delle operazioni:

C’è un prono che precede la chiesa, molto profondo ed emerge come un

corpo esagerato proprio per darle una visibilità esterna a grande distanza

e si trova sollevato su un podio che ricorda moltissimo la rotonda di

Palladio.

Per fare emergere la circolarità contrappone ali laterali che serveno

d’attacco al complesso della residenza dei religiosi oltre che a creare un

fondale.

In altezza è un corpo cilindrico che emerge moltissimo, ma

rinuncia volutamente a tutte le sperimentazioni di Guarino

Guarini perché quello che gli interessa in questo caso non è

esprimere idee religiose sofisticate ma doveva diventare chiesa

mausoleo dei Savoia e doveva parlare alla città e ai stranieri

C’è

che arrivavano in città. un forte richiamo alla cupola di

Michelangelo e per dare valore anche a questa cupola mette

accanto due campanili proprio per riconoscere a grande

distanza la cupola, del resto è già collaudata nel linguaggio

romano già sperimentato ampiamente dallo stesso Bernini nel

S. Pietro e altri, quindi non inventa niente ma tutto già

sperimentato prima.

PALAZZO MADAMA

LUOGO : Torino.

DATA : 1718 1721.

“Madama Reale” –

COMMITTENTE : Giovanna Battista di Savoia

Nemours.

PROGETTISTA : Filippo Juvarra

PREESISTENZE : castello medievale.

PROGRAMMA FUNZIONALE : realizzazione di una struttura che

inglobasse il castello esistente.

RISPOSTA PROGETTUALE : Juvarra con il suo intervento

all’edificio

conferisce nuovo splendore non solo stesso ma anche

alla piazza antistante. Crea infatti un nuovo corpo da sovrapporre

al prospetto principale del vecchio castello, dandogli una nuova

“facciata”. Questo blocco presenta un invaso centrale destinato a

contenere il vano scala, formato da due rampe contrapposte e

simmetriche, che si uniscono al centro in corrispondenza del

salone. In facciata il ritmo è scandito da ampie finestre inquadrate

L’edificio

da un ordine gigante di paraste e colonne. è coronato da

una balaustrata con statue.

Il palazzo si colloca proprio nel cuore della città nel

punto in cui vi è un antico castello in cui le due torri

un’antica

sono porta di origine romana a

testimoniare tutto ciò del fatto che Torino era stata

fondata dai romani.

Il Castello era stato trasformato prima in fortezza

poi residenza fortificata e alla fine si decide poi

farne un palazzo sontuoso.

Il Realtà il progetto di Juvarra era molto più

ambizioso di quello che è stato realizzato, infatti

l’

vengono solo realizzati avancorpo e il grande

scalone, ma in realtà prevedeva un involucro che

inglobava tutto il castello ed inoltre era prevista un

ala che si collegava con la reggia sabauda, la

piazza fu modificata.

Qui il linguaggio cambia radicalmente soprattutto per

questioni politiche lo stato dei Savoia si pone a

l’impero

cerniera tra la Francia e asburgico, e in

questa fase particolare i Savoia guardano soprattutto

alla Francia, quindi il linguaggio di riferimento per

palazzo Madama è quello di Versailles, però mentre i

modelli romani in Superga sono stati riprodotti quasi

fedelmente, qua si fanno operazioni ben precise.

Il modello di riferimento è quindi il palazzo centrale

dell’arch. C’è

dei Versailles Le Vou del 1680 circa. un

paramento murario poco scavato e da questo

emergono ogni tanto dei avancorpi con delle colonne

libere con la reiterazione di questo modulo le Vou

stabilisce i criteri compositivi di Versailles ch etra

l’altro all’infinito,

funzionano solo per una visione in

realtà questo linguaggio va bene solo per una visione

all’infinito, ma Juvarra non ha questa possibilità,

quindi elimina il piano attico di Versailles, quindi il

terzo livello lo ingloba in una sorta di ordine gigante,

cioè quello che in Versailles è il piano nobile diventa

l’insieme

in Juvarra di due piani reintegrati con un

all’italiana.

ordine gigante

Mentre a Versailles quei moduli cioè gli avancorpi

sono ripetuti a volte in modo casuale e poco

l’avancorpo

convincente, qua serve soprattutto a

all’esterno

denunciare la presenza del grande

d’onore,

scalone quindi una funzione ben precisa.

Riduce concentra la struttura in maniera puntiforme e libera da paramenti murari lo spazio tra un

l’altro

pilastro e riempiendoli con vetri. Questo modo di operare sarà poi tipico ( ma dopo 120 anni)

dell’ l’industria

800 quando soprattutto agli ingegneri darà la possibilità di lavorare con il ferro e

vetro.

Siamo quindi in presenza di una parete completamente svuotata, invece nel grande scalone rimane

l’influenza barocca il cerimoniale, il grande salone delle feste degli a ambienti al primo piano e dei

grandi ambienti a piano terra che era il vecchio cortile del castello con il salone delle feste. Quindi

molta scenografia sfruttando la luce delle vetrate dando anche un aspetto fiabesco a questo

scalone in particolari momenti del giorno a seconda come entra la luce da queste enormi vetrate.

Palazzina di caccia a Stupinigi

Datazione: 1729- 1733;

Committente: Vittorio Amedeo II di Savoia;

Progettista: Filippo Juvarra (1678- 1736);

Fruitori: Famiglia Savoia;

Luogo: Stupinigi, periferia sud-occidentale di

Torino;

Programma funzionale: Palazzina di caccia e

residenza dei Savoia;

Risposta progettuale: Sintesi tra

Dettagli
Publisher
A.A. 2006-2007
17 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher xforce69 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'Architettura Moderna e Contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Lima Antonietta Iolanda.