Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 42
Storia dell'architettura moderna: Seicento e Settecento Pag. 1 Storia dell'architettura moderna: Seicento e Settecento Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna: Seicento e Settecento Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna: Seicento e Settecento Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna: Seicento e Settecento Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna: Seicento e Settecento Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna: Seicento e Settecento Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna: Seicento e Settecento Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna: Seicento e Settecento Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 42.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia dell'architettura moderna: Seicento e Settecento Pag. 41
1 su 42
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

APPROFONDIMENTO (PORZIONE DELL'INTERVISTA DI BRUSEL)

Bernini usa marmi colorati e ricchissimi, mentre con Borromini è tutto bianco. Disegni poche linee pulite. Uso di una grafite dura. Grande capacità di disegnare bidimensionalmente architetture estremamente stratificate e tridimensionali.

Ossessione di Borromini di gestire l'angolo in modo eccentrico. Smussa tutti gli angoli. Angoli arrotondati. Architetture dinamiche che si basano sull'idea che l'angolo retto sia poco organico; volontà di strutturare l'angolo in modo continuo.

Architettura biomorfa e organica che rifiuta l'angolo retto. Ricerca architettonica concepita come processo continuo di superamento di quei modelli e norme che pure ne costituiscono il necessario fondamento, "variando su le fermezze delle vere regole".

LEZIONE 16 - 6 MAGGIO 2022 - GUARINI, JUVARRA e VITTONE

CONTESTO→1563 Emanuele Filiberto trasferisce la capitale del ducato di

Savoia da Chambery a Torino. Vengono poste le basi per la grande fioritura della città. Anni 60 costituzione della cittadella bastionata (bastioni che riprendono i temi dell'architettura medievale del tempo), per volontà di E. Filiberto.

1580-1630 Carlo Emanuele promuove un programma di rinnovamento urbano per rinnovare il piccolo centro di Torino che all'epoca corrispondeva ancora all'antica città romana. Dal 1618-19 costruzione di una nuova cinta muraria e un primo ampliamento verso sud, che a partire dalla zona del castello prevedeva la costituzione di una nuova strada che arrivava alla piazza reale, ovvero piazza san carlo. Poco prima della fine del secolo, la città si amplia nuovamente con una nuova zona.

Dopo l'opera di Borromini, Roma inizia a "perdere le sue energie" e inizia un periodo di declino dal punto di vista artistico culturale. Sviluppo di Torino nucleo romano ampliato grazie a vari ampliamenti fatti nel Seicento.

Maglia ortogonale di strade. Forte spinta verso l'urbanizzazione delle nuove strade (ovvero costruzione di quinte stradali di edifici che delimitavano le strade), a differenza di Roma dove dopo aver aggiunto le nuove strade del piano Sistino l'urbanizzazione di quest'ultime fu lenta e progressiva. Le quinte edilizie avevano un forte carattere unitario, erano coerenti e omogenei tra loro poiché dovevano seguire delle direttive ben precise.

Le piazze rettangolari che denotano un carattere unitario sono state influenzate da Parigi con cui Torino aveva un rapporto.

Piazza San Carlo

Carattere unitario. Piazza rettangolare e regolare che richiama la piazza reale di Parigi.

Stradone di Po

Delimitato da quinte stradali unitarie e regolari.

GUARINO GUARINI

CENNI BIOGRAFICI

Nasce a Modena, viaggia tantissimo. È un religioso, appartiene all'ordine dei teatini. Ha una attività di intellettuale e studioso. Non compie studi canonici nel campo dell'arte e

dell'architettura. È un matematico, un filosofo, studia molto la geometria. Il suo approccio all'architettura è diverso. Viaggia molto, va a Roma, nell'Italia meridionale, in Spagna, in Portogallo, a Parigi. Lavora in diverse città. Nel 1666 arriva a Torino, dove lascerà un segno fortissimo con le sue architetture. Scrive anche un trattato ma non lo pubblica; sarà Bernardo Vittone a pubblicarlo successivamente.

OPERE

Cappella della Sindone - 1667-1682

Conteneva una reliquia, la sindone (Lenzuolo che aveva avvolto il corpo di Cristo). Subì un grave incendio.

Duomo di Torino

Duomo rinascimentale quattrocentesco. Richiama Santa Maria Novella per l'impostazione. Colore bianco unitario.

Esisteva già un progetto realizzato da Bernardino Quadri, che mostrava uno spazio quadrato all'esterno e circolare all'interno. Vano circolare delimitato da serliane e coperto da una cupola.

Guarini usa questo progetto per lo

spazio sottostante; egli usa l'impostazione del progetto di B. Quadri ma stravolge la cupola che avrebbe dovuto coprire il vano circolare. Mantiene il sistema di serliane quadrate, mentre per la copertura utilizza la forma del triangolo. All'interno dell'impianto centrico inserisce tre elementi posti in curva, ovvero l'altare e i due vestiboli che si trovano in tre campate dalle quali vengono fatti partire degli archi che in corrispondenza di queste campate presentano dei pennacchi. Quindi sistema di archi e pennacchi su un sistema circolare. Il pennacchio corrisponde a una campata, mentre l'arco corrisponde a due campate: questo genera uno schema triangolare. Al di sopra di questi archi e pennacchi, viene realizzato un tamburo a pianta circolare e cilindrico che presenta grandi finestre. Portico semicircolare in curva che emerge verso l'interno. Alto tamburo in cui vediamo una serie di archi che decorano l'intradossodella cupola: vediamo una serie di sei archi

che si ripetono andando verso il centro della cupola e si concludono nel punto in cui si innesta la lanterna (sei archi: richiamo all’esagono). Questi archi emergono anche all’esterno, quindi oltre ad occupare l’intradosso sono visibili anche nell’estradosso della cupola.

Sia il tamburo che la lanterna sono molto alti.

→Elemento strano non c’era bisogno di usare i pennacchi. C’è una complessità non necessaria. Solitamente i pennacchi vengono usati per passare da una forma all’altra; qui avevamo già un impianto circolare quindi la cupola, essendo circolare, non avrebbe avuto bisogno della mediazione di pennacchi.

San Lorenzo – 1670-79

Impianto complesso che si inserisce in un progetto preesistente. C’è uno spazio interno che ha un impianto ottagonale inserito poi in uno quadrato. Anche qui vediamo questi elementi curvi che corrispondono ai portici, che emergono con sporgenze diverse. Lungo i lati dell’ottagono si

posizionano le serliane. In ognuno degli otto lati, poggiano due pennacchi in mezzo ai quali si posiziona un arco. Gli archi si collocano sulle serliane meno sporgenti, mentre i pennacchi sugli archi più sporgenti. Si genera così una sorta di impianto a croce in copertura. La cupola ospita una serie di archi intrecciati che "svuotano" la cupola e che fungono da base per la parte superiore della lanterna. Sistema di archi intrecciati che definiscono una stella. Nella lanterna ci sono delle finestre, che però non si vedono dal basso. Cupola estremamente complessa che denota una grande conoscenza della geometria. → Riferimenti questi archi intrecciati richiamano l'architettura islamica. Immacolata Concezione - 1673 Vediamo qui la fusione di tre cupole con sostegni posti in diagonale Palazzo Carignano - 1679-84 Inserisce in un prospetto rettilineo, una parte curva. Ci sono stati dei progetti precedenti a quello di Guarini, più regolari. → Parte

centrale due parti concave e una parte centrale convessa. Profilomistilineo che presenta una curva continua.

Fonte la fonte di questa idea, di questo uso della linea curva, sono i progettiche Bernini fece per il Louvre.

Vestibolo Presenza di un vestibolo ovale che ricorda le architettureborrominiane.

Scala Scala che presenta gradini in curva

Facciata Doppio loggiato posto su due livelli. Uso di materiali diversi.

FILIPPO JUVARRACENNI BIOGRAFICI Nasce a Messina nel 1678 e lavora prevalentemente nel Settecento.Personaggio che utilizza un linguaggio architettonico piuttostodiversificato nelle sue varie opere. Ha una conoscenza molto ampiadell'architettura precedente. È in grado di assorbire e rielaborare lesue conoscenze in base alle richieste dei suoi committenti.È anche disegnatore e scenografo.Lavora nello studio di carlo fontana, esponente del tardo baroccoromano (un tardo barocco che ha ormai esaurito la sua originalità).Juvarra arriva a Torino,

Perché a un certo punto la Sicilia venne annessa al ducato di Savoia. Il ducato si trasforma in un regno. Quando il re Vittorio Emanuele II conosce Juvarra, comprende la sua bravura, e gli chiede di andare a Torino e lavorare per lui. Juvarra diventa l'architetto reale.

OPERE

Palazzo Madama - 1718

Venne realizzato un corpo di fabbrica monumentale che occupa l'intero corpo di fabbrica. La facciata richiama la facciata sul giardino di Versailles (ritorna quindi il richiamo alla Francia). Facciata carattere unitario. Uso dell'ordine gigante.

Palazzina di caccia - Stupinigi - 1729

Attorno a Torino c'erano diversi palazzi, diverse ville destinate all'ozio attivo e a attività di svago. Grandi bracci che si sviluppano verso il territorio circostante. Salone centrale ovale, monumentale ed estremamente decorato. Forte verticalismo dei grandi pilastri di sostegno. Questi pilastri sono isolati e costituiscono lo scheletro della struttura.

C'è una continuità degli elementi che dà vita a questo scheletro continuo che richiama il gotico d'oltralpe nella Germania meridionale in cui vediamo una sorta di funzione tra barocco e gotico.

Elemento ricorrente: Rapporto tra barocco e scheletro gotico.

San Filippo Neri - 1715-30

Chiesa che presenta navata unica articolata con ordini architettonici, concappelle laterali e coperta a volta.

Sistema a navata unica voltata che richiama Sant'Andrea a Mantova, o meglio richiama ancor di più la chiesa del Gesù. Sant'Andrea aveva un sistema di illuminazione non diretto, c'era una struttura più alta che ospitava le finestre. Nella chiesa del Gesù c'è invece una illuminazione diretta.

Pilastro d'angolo posto in curva che richiama l'idea di tagliare l'angolo e creare una maggiore continuità di Borromini.

Chiesa del Carmine - 1732-35

Qui l'impianto è lo stesso.

dell'illuminazione della chiesa di San Filippo Neri. L'illuminazione proviene da finestre poste in alto che si affacciano su una sorta di ballatoio che dà sulle cappelle laterali, le quali non sono coperte da volte come avviene di solito. La copertura delle cappelle laterali viene "sfondata" per creare una maggiore continuità verticale. Questo verticalismo richiama lo stile gotico e anche il verticalismo di Borromini (anche se Borromini non "sfondava" parti di architettura). Questa è una soluzione molto nuova che riflette influssi settentrionali. Grande capacità.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
42 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FediM181 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Samperi Renata.