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GIAN LORENZO BERNINI

“Dominatore quasi incontrastato della scena artistica romana per quasi sei decenni egli identifica una

svolta decisiva e duratura, che interpreta le aspirazioni più vitali della cultura del tempo.” P.De Vecchi–

E.Cerchiari,Arte nel tempo volume secondo- Dalla crisi della Maniera al Rococò,Milano, 1994 1

Bernini, Gian Lorenzo (Napoli 1598 - Roma 1680), architetto, scultore, pittore, scenografo e autore di teatro, fu la personalità artistica dominante del

barocco italiano. Mise la sua eccezionale abilità tecnica al servizio di una grande fantasia e rinnovò la tipologia del ritratto e del busto marmoreo,

della fontana e del monumento funebre. Figlio dello scultore manierista Pietro Bernini, Gian Lorenzo fu artista precoce. Dopo le prime prove ancora

immature, con i gruppi marmorei scolpiti tra il 1619 il 1625 per il cardinale Scipione Borghese (tra i quali lo splendido Apollo e Dafne e il celebre

David), dimostrò di saper fondere in una elaborazione stilisticamente coerente l'arte dei maestri del Cinquecento e la cultura ellenistica. A differenza

di quanto accadeva in passato, i suoi gruppi sono concepiti per essere ammirati da un punto di vista preferenziale: Bernini collocò infatti le sue

sculture contro apposite pareti e in luoghi scelti personalmente, imponendo allo spettatore la visione che considerava più rappresentativa della sua

opera. Ciò non significa tuttavia che non riservasse la massima cura a ogni dettaglio e all'effetto drammatico dell'insieme. Nello stesso periodo

Bernini iniziò a occuparsi anche di progetti architettonici, disegnando la facciata per la chiesa di Santa Bibiana (1624-1626) a Roma, e il sontuoso

questa è l’opera commissionatagli da papa Urbano VIII, e che consacrerà il suo grande successo.

baldacchino di San Pietro (1624-1633), Risale agli

anni del pontificato di Innocenzo X (1644-1655) la decorazione della Cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria, a Roma, per la quale Bernini

elaborò una composizione architettonica e scultorea di stupefacente effetto teatrale: la Transverberazione di santa Teresa (o Estasi di santa Teresa,

Con quest’opera il Bernini esprime una nuova ricerca di interiorità che rispecchia la svolta, o meglio il ripiegamento

1645-1652). contemplativo,

prodottosi verso gli ultimi anni nella religiosità dell’artista.

1. Autoritratto sec. XVII IL SEICENTO

GIAN LORENZO BERNINI Quest’opera traduce in

1. Apollo e Dafne.

immagine la famosa favola di Ovidio; il gruppo

scultoreo fu commissionato dal Cardinale

Borghese.

Nel rapporto dialettico dei volti il Bernini addensa

l'afflato patetico che è il motivo espressivo

comune a tutte le sue favole, e allo stesso tempo

mette a nudo, e a tutte le sue favole, e nel

contempo mette a nudo, con non celata

soddisfazione, le risorse portentose del suo

mestiere, che domina la materia con insuperabile

bravura, sia nella resa epidermica dei sentimenti,

sia nell'abilissimo traforo degli elementi fluidi, in

movimento.

2. Estasi di Santa Teresa. L'estasi mistica, più

che dal sudore del volto o dal tremito della mano

e del piede, è espressa dalla cascata sonoradella

tonaca corrusca, come il fuoco angelico è figurato

nel viluppo tortuoso della tunica del giovinetto, 2

cesellato nel suo sorriso ambiguo come un

angiolo del Correggio. Il Bernini in questo

celebratissimo gruppo mistico-erotico ha raggiunto

senza dubbio il vertice della teatralità e

contemporaneamente ha toccato il limite estremo

della dissolvenza della plastica in pittura.

1 IL SEICENTO

SEICENTO

GIAN LORENZO BERNINI

 Chiesa di Santa Bibbiana (1624 1626 )

 Baldacchino di San Pietro ( 1624 1633 )

 Piazza San Pietro ( 1656 1667 )

Sant’Andrea al Quirinale ( 1658 –

 1670 )

GIAN LORENZO BERNINI

Chiesa di Santa Bibiana

LUOGO : Roma

DATA : 1624 -1626

COMMITTENTE : Papa Urbano VIII

PROGETTISTA : Gian Lorenzo Bernini

PREESISTENZE: Chiesa medievale

PROGRAMMA FUNZIONALE: Costituire il disegno della facciata

della chiesa medievale preesistente

E’ il primo saggio di architettura del Bernini a costituire un

RISPOSTA PROGETTUALE:

nuovo, ardito e individuale punto di partenza. Con lo studio della facciata della chiesa tipo

palazzo, stabilisce un criterio che nessuno degli architetti futuri, che più tardi si cimentarono su

questo tipo di facciata, osò imitarlo. Bernini collocò un piano come di un palazzo sopra una

loggia aperta, stesso principio adottato per la facciata di San Pietro. In questo tipo di chiese il

carattere di palazzo viene rigorosamente conservato. A confronto Santa Bibbiana presenta un

nuovo elemento importante: infatti la navata centrale del portico del pian terreno sporge

leggermente, e sopra questa, formando una profonda nicchia,

vi è un imponente edicola, che sporge sul profilo delle navate adiacenti. Tutto questo sancisce

un forte rilievo al centro della facciata. Inoltre il cornicione delle arcate laterali sembra

proseguire sotto i pilastri dell’edicola per poi entrare nella profondità della nicchia. Così

l’edicola è posta sopra un sistema più piccolo,in cui vi è un’interrotta continuità. Inoltre si nota

un espediente manierista, che si rivela nella compenetrazione di ordini piccoli e grandi, noto al

Bernini dai palazzi capitolini di Michelangelo,e dalle facciate delle chiese di Palladio.

GIAN LORENZO BERNINI

Chiesa di Santa Bibiana

LUOGO : Roma

DATA : 1624 -1626

COMMITTENTE : Papa Urbano VIII

PROGETTISTA : Gian Lorenzo Bernini GIAN LORENZO BERNINI

Baldacchino di San Pietro

LUOGO : Città del Vaticano

DATA : 1624 -1633

COMMITTENTE : Papa Urbano VIII

PROGETTISTA : Gian Lorenzo Bernini

PREESISTENZE: Basilica di San Pietro

PROGRAMMA FUNZIONALE: Bernini fu incaricato di erigere un baldacchino bronzeo per

l’altare della confessione di San Pietro

RISPOSTA PROGETTUALE: Con il Baldacchino di San Pietro Bernini ebbe la possibilità di

dimostrare il suo ineguagliabile genio nel combinare una struttura architettonica col la scultura

monumentale. La grandiosa struttura poggia su quattro sontuose colonne tortili, che terminano

con quattro grossi angeli, dietro ai quali, si ergono altrettante snelle volute, che si incurvano a

“S”

dorso di delfino. Inoltre le loro linee a appaiono come una vivace continuazione della

tendenza verso l’alto delle colonne spiraliformi. Le volute si incontrano sotto la trabeazione,

rigorosamente ricurva, adorna di lambrecchini e fiocchi, sormontata dalla croce sul globo

dorato. Ogni parte della struttura dinamica è accompagnata e sostenuta dalla scultura; Questa,

maggiore è la distanza dalla base, maggiore è la sua libertà. A partire dallo stemma dei

Barberini contenuto nei pannelli dei piedistalli, ai rami di lauro, che si arrampicano sulle

colonne con putti che vi si annidano, e infine agli angeli che reggono ghirlande come corde,

quasi a reggere le volute senza sforzo. Qui la scultura diventa parte fondamentale e prende il

predominio: con i putti tra le volute che reggono i simboli del potere papale, con i rami di palma

fortemente ricurvi per dare più tensione al movimento delle volute, e infine troviamo le api dei

Barberini, massima perfezione scultorea, che sembrano sostenere il globo. Con le sue

dimensioni il Baldacchino ben si insedia all’interno della Basilica, stabilendo con le scure

colonne cavatappi, un contrasto drammatico, con i pilastri dritti scanalati della costruzione,

diventando per la sua posizione il cuore della Basilica, ed un vero e proprio elemento di

mediazione tra l’uomo e lo spazio immenso cupola di Michelangelo.

GIAN LORENZO BERNINI

Baldacchino di San Pietro

LUOGO : Città del Vaticano

DATA : 1624 -1633

COMMITTENTE : Papa Urbano VIII

PROGETTISTA : Gian Lorenzo Bernini

“ Bernini non costruisce un ciborio, non costruisce un’edicola

stabilmente poggiata sulle colonne e gravitante verso il

basso. Erige un baldacchino, un elemento apparentemente

mobile, come un addobbo festivo destinato ad essere

rimosso, o, addirittura, come un apparato processionale

momentaneamente fermato sopra l’altare.” P. Adorno,

L’arte italiana – –

volume secondo Il rinascimento e il

barocco, Messina-Firenze,1990 GIAN LORENZO BERNINI

Piazza San Pietro

LUOGO : Roma

DATA : (primi progetti) 1656 - 1657

COMMITTENTE : Papa Alessandro VII

PROGETTISTA : Gian Lorenzo Bernini

PREESISTENZE : spazio progettato dal Maderno di

fronte la sua facciata.

PROGRAMMA FUNZIONALE: Trasformazione della vasta area antistante la Basilica di San Pietro, Bernini

venne chiamato a risolvere problemi di vario ordine che finirono per condizionare le sue scelte: infatti la nuova

piazza doveva essere monumentale ma nello stesso tempo risolvere l’anomalia dell’eccessiva orizzontalità

della facciata maderniana e raccordare la basilica col palazzo papale.

RISPOSTA PROGETTUALE:La soluzione stava secondo il Bernini in una pianta ovale e con due porticati

d’ordine dorico che chiudono la piazza in due grandiosi emicicli, che non solo danno una nuova configurazione

alla piazza ma risolvono tutti i suoi problemi. Per esaltare le proporzioni della facciata e l’altezza dei suoi

pilastri giganti, Bernini sfrutta l’orizzontalità dei colonnati e collega gli emicicli alla chiesa mediante la

cosiddetta “piazza retta”, in realta trapezoidale, che occupa la zona del sagrato e inquadra la facciata tra due

quinte prospettiche lievemente digradanti. Tutto il complesso tende a configurare un immenso teatro, “il teatro

dei portici” come lo definivano alcuni documenti contemporanei. Dallo spazio centralizzato rinascimentale, si

passa ad una distribuzione ovale con due centri o fuochi individuati dalle fontane ai lati dell’obelisco centrale, “ Essendo la chiesa di S.Pietro quasi matrice di tutte

si ha quindi un ellisse che presenta l’asse maggiore parallelo alla facciata della Basilica. Attorno ad esso si le altre doveva haver un portico che per l’appunto

snodano i due emicicli, con un colonnato a quattro file di colonne, come per “ricevere a braccia aperte

maternamente i Cattolici per confermarli nella credenza, gl’Heretici per riunirli alla Chiesa, gl’Infedeli per dimostrasse di ricevere a braccia aperte

illuminarli alla vera fede”, idee queste di Bernini e che avranno condizionato sicuramente le sue intenzioni nel maternamente i Cattolici per confermarli nella

progetto. Così da un lato la piazza diventa simbolo di universalità della Chiesa, e alle statue dei Santi issate credenza, gl’Heretici per riunirli nella Chiesa, e

sopra la trabeazione il compito di visualizzare la gloria della Chiesa trionfante.

Dettagli
Publisher
A.A. 2006-2007
54 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher xforce69 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'Architettura Moderna e Contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Lima Antonietta Iolanda.