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IL QUATTROCENTO
DUE TENDENZE
1) Il nuovo possa nascere dal mondo antico: la cultura pagana e quella paleocristiana, questo si
diffonde soprattutto nell’ Italia centrale soprattutto ad Urbino e alcuni centri dell’Italia
settentrionale: Milano, Mantova, Venezia e Ferrara.
Guardare quindi al mondo antico al dato archeologico ed attraverso la sua reinterpretazione
elaborare il nuovo.
2) Nel resto dell’Europa si diffonde un altro atteggiamento del 400 che non prende come modello il
mondo antico pagano e paleocristiano, ma si rifà al periodo medioevale e soprattutto la cristianità
medioevale. Questa dura fino a tutto il 700 e si mantiene in aree ristrette dell’ Europa, soprattutto
nei paesi Baltici e l’Inghilterra.
Il Benevolo nel suo testo classificherà dal 400 al 700 come un unico lungo rinascimento.
L’ humus medioevale è sempre fortemente presente nella formazione degli architetti sino addirittura alla
nostra contemporaneità; da Borromini fino a Frank Loyd Wright per esempio.
Quando nel 400 a Firenze esplode il nuovo, in Sicilia permane la cultura medioevale essendo ancora il
mediterraneo centro degli scambi commerciali e culturali (perché l’ America ancora non è stata scoperta) si
giustifica così anche la permanenza di determinate culture.
Il territorio veneto si pone come cerniera tra oriente ed occidente.
A partire del 500 sarà poi Roma ad essere il centro culturale del periodo.
Alla fine del 300 Firenze (terza città dopo Milano e Venezia) è dominata da mercanti e banchieri (esistenti
anche in Sicilia) ma rispetto al sud hanno posizione di prestigio dovuto alla potenza acquisita nei secoli
passati dando vita alle corporazioni. Gli umanisti intellettuali del tempo che hanno come maestro il
Petrarca si occupano dell’antico. Il circuito letterario corrisponde anche a quello artistico. Sono proprio gli
umanisti che hanno maggiore attenzioni all’antico anche attraverso i monasteri
Brunelleschi, Donatello e Masaccio fanno la grande Firenze.
1401 due eventi:
1) Assedio di Firenze dalle truppe milanesi da parte di Galeazzo Sforza, vince Firenze per via della
morte del duca. Si ha un risvolto immediato nel campo artistico cioè il Mecenatismo artistico,
rinnovare gli edifici più rappresentativi della città: Duomo S. Michele e il battistero.
2) Concorso per le formelle per la porta del battistero patrocinato dalla corporazione della seta o
mercanti di stoffe. Vi partecipa l’affermato Ghiberti ed il più giovane Brunelleschi.
Filippo Brunelleschi (1377 – 1446) nasce a Firenze figlio di notaio, non segue la strada del padre e subito va
a bottega, in questo periodo è la bottega in cui si formano gli architetti sarà poi l’Alberti a dare un
impronta più accademica alla formazione degli architetti. Quindi dalla prassi si passava alla teoria.
In questa bottega si faceva oreficeria e scultura in cui si occupavano della fusione dei metalli e nel 1398 si
immatricola nella corporazione della seta. Rapporto diretto con i materiali è molto favorito.
Questo apprendistato si esplicita in due lavori: L’altare in argento di S. Giacomo nel duomo di Pistoia e il
crocifisso per S. Maria Novella che lui realizza come esito di una scommessa con Donatello che ha 9 anni
meno di lui diventano molto amici nascendo così un sodalizio immediato tra questi due giovani, faranno
dei viaggi a Roma nel 1402 direttamente dal vero studieranno l’ antico.
Il Battistero per Firenze era il simbolo pagano e religioso allo stesso tempo della cultura del tempo infatti si
conservavano i vessilli dei nemici conquistati e allo stesso tempo costituiva l’architettura romanica simbolo
dell’ Italia.
La formella doveva essere un racconto biblico il sacrificio del figlio di Isacco all’interno di un contorno di
una losanga poliformata. Questo dimostra la notevole consapevolezza di Firenze nel tempo.
Il sacrificio di Isacco : Brunelleschi Il sacrificio di Isacco :Ghiberti
L’incisività e la pulizia spaziale di Brunelleschi conferisce una tridimensionalità all’opera evidenzia una
chiarezza che caratterizzerà l’opera del Brunelleschi.
Da notare la scena principale è proprio il sacrificio del figlio invece nel Ghiberti si pone al centro Abramo.
Nel Brunelleschi si vede l’ Angelo che con la mano ferma l’azione di Abramo e i servi sono relegati nella
parte bassa con il volto in basso e le statue si rifanno a quelle dell’antico come la statua dello spinario che si
toglie la spina.
Da notare le figure che escono dai bordi conferendo una maggiore plasticità all’opera.
Il vuoto spaziale tende ad evidenziare il
racconto
CARATTTERI DEL QUATTROCENTO
L’intellettuale del quattrocento si differenzia da quello del medioevo proprio per il rifiuto del medioevo e lo
studio del mondo antico approda ad una nuova interpretazione.
C’è a tal proposito un opera dell’ 800 che è stato alla base degli studi.
Jacob Burcckhardt, Basilea, ( 1818 – 1897) lui si rifà alle fonti storiche agli uomini di Firenze del ‘400
Tra il 400 e il 500 in Sicilia ci si occupa del Barocco
Punti principali:
1) Carattere eroico ed individualista concezione di un uomo più consapevole delle sue azioni e della
sua forza più attivo alla politica dello stato. Il valore dell’individuo nasce l’uomo moderno
consapevole di qualsiasi azione.
2) Rapporto sinergico tra uomo e natura l’esito è lo slogan:
LO STATO COME OPERA D’ARTE rappresenta il primo atto dell’età moderna in quanto sottende ad
una nuova concezione politica dello stato e, quindi, del cittadino che in esso si riconosce.
La consapevolezza è la base della civiltà di un popolo.
Possedere una città qualitativamente elevata la rende competitiva, tutto questo fa si che tutto sia migliore:
dallo spazio urbano a tutta l’organizzazione di una città. Gli stessi tiranni figli di questa consapevolezza
malgrado tiranni agiscono per il bene collettivo.
L a politica fondata sulla consapevolezza può avere una propria autonomia.