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MATTONE A LUNETTA

Permette la costruzione di colonne libere.

PALLADIO A VENEZIA

Palladio non si occupa esclusivamente di committenza privata, ma anche di committenza pubblica e religiosa. A Venezia ha dei grandi incarichi di completamento (es. opere incompiute di Sansovino). La sua fama ormai era consolidata, anche i patrizi veneziani riconoscono la sua bravura nonostante la loro chiusura nella Serenissima. È qui che troviamo i maggiori esempi di architettura religiosa palladiana.

Nella prima metà del Cinquecento abbiamo diversi architetti, in particolare abbiamo Sansovino e Palladio.

CHIESA DI SAN FRANCESCO DELLA VIGNA

Chiesa dei frati minori, il progetto di ristrutturazione e ampliamento è di Jacopo Sansovino. Un cantiere che viene portato a termine da lui tranne la facciata, di cui si occupa Palladio. La facciata è posta in uno spazio urbano, contesto che ne chiude una parte. Non è un prospetto libero nella sua visuale più ampia, ma era coperta.

dall'edificio antistante. Non determina una scelta particolare da parte dell'architetto, che assume un carattere molto monumentale, anche se ancora oggi si nota questa percezione molto chiusa. Nell'ambito delle facciate religiose, dibattito molto acceso, Palladio sceglie la soluzione qui adottata come sua preferita: si rifà alla tradizione classica, all'architettura del tempio, imponendo nella parte centrale (= navata centrale) la forma di un tempio con un pronao tetrastilo con il frontone triangolare e l'inserimento dell'alto basamento, un vero podio, in cui si inseriscono i plinti dell'ordine maggiore che rialza la struttura. Il pronao, non aggettante, ospita un portale affiancato da un ordine minore, che si imposta però sempre sul basamento come quello maggiore. Risultano quindi due colonne esili a ridosso dell'ordine maggiore, che non si imposta dalla linea di terra ma mantiene questo allineamento. Inserisce una finestratermale (ripresa aperture termeromane). Conclude le due parti laterali, corrispondenti alle cappelle addossate alle navate laterali, con questa soluzione dove introduce un timpano spezzato. Quindi gli elementi che riprendono il tempio antico sono numerosi, dall'organizzazione coerente della facciata all'inserimento di alcuni timpani, uno intero e uno spezzato. Questo tema, di riproporre il tempio classico in chiave sua personale, è il filo conduttore di tutte le chiese da lui progettate. Per distinguere il suo intervento da quello di Sansovino decide di cambiare tipologia di materiale: se la chiesa si presenta in laterizio, la facciata viene realizzata in pietra. BASILICA DI SAN GIORGIO MAGGIORE 1566, Venezia In questo caso Palladio progetta su una preesistenza medievale per il complesso benedettino di San Giorgio Maggiore. Oggi appartiene ad una fondazione privata. La basilica viene interamente ristrutturata da Palladio. La committenza è importante el’incarico arriva negli anni Sessanta. Ha modo di disquisire e utilizzare tutta la teoria sull’architettura religiosa che lo aveva coinvolto nella scelta sulle planimetrie, riprendendo ciò che già diceva Alberti, ritenendo la soluzione migliore la pianta centrale (Borromeo vuole a croce o a T perché a pianta centrale è di derivazione pagana). La scelta della pianta in questo caso mette insieme la teoria della Controriforma con le esigenze. Lo spazio fra il presbiterio e il coro risulta molto allungato proprio perché doveva accogliere la comunità dei monaci e aveva una funzione ben precisa. Il resto della struttura si compone di un corpo longitudinale diviso in tre navate, di un transetto sporgente che termina in due grandi laterali, l’inserimento di un ulteriore campata. Antepone una zona di filtro fra il presbiterio il coro che crea una zona di passaggio fra lo spazio grande per i fedeli e quello più privato per lacomunità monastica. Differenzia anche il tema delle coperture, avendo voltea crociera nelle navate laterali e nella parte presbiteriale, nella navata centrale e nel corpo trasversale abbiamo invece una volta a botte. La crociera è evidenziata dalla grande cupola. Torna il tema del pilastro isolato, necessario per sostenere la cupola che si innalza su un tamburo aperto e si conclude con la cupola emisferica. All'interno è molto luminoso, anche per la scelta dei materiali. Nella sua semplicità risulta molto solenne e monumentale. Le volte sono rivestite con del semplice intonaco chiaro. Questo mette in risalto il sistema delle semicolonne, archi e paraste che invece sono lapidei e hanno un colore differente. I pilastri che sorreggono la cupola sono definiti da una serie di elementi verticali, colonne e paraste che creano questo blocco del pilastro. Le semicolonne le troviamo verso la parte esterna del pilastro, mentre l'angolo è definito dalla.

doppia parasta che però ha una forma propria. Il sistema che utilizza Palladio, il rincorrersi di elementi verticali, differenzia lo spazio della navata centrale da quello del coro. Il sistema che combina la parasta con la semicolonna per la zona centrale, per il resto del corpo longitudinale abbiamo la semicolonna per costituire l'ordine maggiore, che si evidenzia verso il vano centrale dalla presenza della semicolonna. Su questo ordine maggiore, concluso dalla trabeazione e dal fregio, si affianca l'ordine minore, utilizzata per il sistema delle navate laterali. Non utilizza la colonna ma dalle paraste più sottili e meno aggettanti, che si configurano come paraste binate.

La soluzione adottata per il coro: non abbiamo solo l'arco maggiore, che divide lo spazio della chiesa dalla parte presbiteriale, ma abbiamo un sistema compositivo che è di grande impatto scenico, creano un diaframma fra i fedeli e la parte dei monaci. Troviamo le due colonne

centrali con il sistema delle paraste angolari. Le colonne sono scanalate. La divisione è netta. Per quanto riguarda la facciata ripropone lo stesso tema con una maggiore maturità, ma resta la stessa concezione: portico coronato addossato alla linea di facciata. Il fronte del tempio è composto da elementi con una loro tridimensionalità, cosa che qui non troviamo. Tiene conto della differenza di altezza fra le navate. Venne conclusa nel corso del secolo successivo, non da Palladio quindi. Abbiamo l'innesto di una doppia facciata: abbiamo un blocco centrale con un pronao di un tempio con quattro colonne di ordine gigante, alto basamento puntiforme, emerge in modo chiaro, sugli angoli non abbiamo la continuità ma l'interruzione data dalla doppia parasta. L'altro si innesta al suo interno. Il pronao ha la sua base continua. Riempie gli spazi murari con una serie di nicchie e edicole che si ergono sulla base del plinto.

CHIESA DEL REDENTORE 1577

Venezia

Incarico dato dalla Repubblica a Palladio durante la peste che ha colpito la città in quegli anni. È un ambito pubblico: anche la scelta del progetto viene votata dal Senato cittadino che vota a favore di una chiesa a pianta longitudinale. La posa della prima pietra dopo l'approvazione risale al 1577, da questo momento ogni anno avviene la processione di ringraziamento per la liberazione dalla peste.

La pianta longitudinale presenta un'ala unica con aperture laterali su cappelle, con uno spazio ampio centrale. Se sul corpo longitudinale abbiamo l'uso esclusivo della colonna binata liscia, che quindi serve a definire il sistema di appoggio tra le arcate che corrispondono alle cappelle laterali, nella soluzione adottata per la crociera abbiamo l'uso misto della parasta e della colonna addossata. Un altro elemento di grande interesse è il filtro fra l'aula per i fedeli e la parte del coro. Ritroviamo un sistema puntale di colonne ad emiciclo.

diversa da quella adottata in San Giorgio maggiore. L’emiciclo che si viene a creare è libero con la sovrastruttura occupata dall’organo. Lo spazio che viene definito dal sistema della semi colonna che arriva ad essere colonna libera nell’emiciclo. Nell’abside il sistema della colonna viene abbandonato ma viene scelto quello delle paraste addossate. È vero che il tema delle navate centrali con le cappelle addossate è un tema molto comune in architettura ma, in questo caso, le cappelle non sono a tutt’altezza, restano ad una quota inferiore e Palladio inserisce un doppio contrafforte per accogliere le spinte della navata centrale e scaricarle verso terra attraverso i setti murari. Le cappelle non raggiungendo la quota non hanno una funzione strutturale di contenimento della copertura ma vengono sostituite con un sistema di contrafforti esterni. La facciata ci mostra una progressione ulteriore, soluzione che dà un’autonomia

maggiore al pronao centrale, evidenziata anche dalla scalinata continua, l'ordine maggiore ha due colonne ed è autonomo e le due paraste angolari che evidenziano l'angolo. Dal fianco si vede che retrocede leggermente i due corpi laterali, a chiusura delle cappelle, ma inserisce anche un elemento che fuoriesce rispetto al timpano riproponendo il tema del Pantheon.

TEATRO OLIMPICO 1580-85 Vicenza

Nel 1580 Palladio ritorna a Vicenza dove riceve il compito dall'Accademia Olimpica di realizzare un teatro all'interno di un edificio e ha una soluzione di grande interesse. La struttura è realizzata interamente di legno. Lo spazio è molto compresso, ha uno sviluppo contenuto. Non lo porta a compimento poiché muore, se ne occuperà Scamozzi a cui si deve tutto il sistema decorativo della scena.

PIETRO BERRETTINI O PIETRO DA CORTONA

Cortona era una città legata alla chiesa di Francesco di Giorgio, in cui si può vedere la relazione

fra interno ed esterno rispetto all'organizzazione delle campate. Pietro da Cortona è un pittore di formazione, come pittore maggiormente considerato. Vuoi per una scarsazza di studi, vuoi per una maggiore difficoltà ad identificarlo come architetto. La sua architettura è emersa negli ultimi 20 anni. L'abbiamo visto nella Chiesa di Santa Bibiana, realizzata da Bernini. Lo possiamo iniziare a notare nell'allestimento per le quarant'ore in San Lorenzo di Damaso (1633), dove realizza un allestimento temporaneo in cui vediamo come la chiesa preesistente venga caratterizzata da un impianto decorativo con architettura, che usa un linguaggio architettonico ricco di elementi di ordini architettonici aggettanti, di una definizione di una travata ritmica che si riproduce lunga navata, con un'abbondanza di colonne libere, che articolano lo spazio in un modo legato all'idea di manifestare l'importanza dello spazio e della scena. Si conosce

Anche l'intervento per la villa Sacchetti o Villa del Pigneto, demolita successivamente, una villa suburbana per la famiglia Sacchetti (1926-30) con un impianto basato su una rigida simmetria, con una caratteristica di concavità delle braccia.

Dettagli
A.A. 2021-2022
58 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DeboraColombatto di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Torino o del prof Cuneo Cristina.