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LUOGO:

PROGRAMMA FUNZIONALE: realizzazione di un complesso

per abitazione e per il culto dei frati Domenicani.

Le Corbusier ubica l’edificio su di una

RISPOSTA PROGETTUALE:

collina, non per farlo aderire

alla topografia paesistica, ma per “piegarne la forma geometrica

elementare in un tormentato processo plastico” come dirà Bruno Zevi in Primo piano Secondo piano

un suo articolo. Egli parte da una pianta “virtualmente”

quadrata, ma la disgrega sproporzionando facciate e corpi.

Il tetto giardino e il pian terreno relazionato con lo spazio sono i principi

che riprenderà anche per questo suo lavoro.

Il tetto giardino qui diventa un “tetto-chiostro”, mentre viene rotta la

sequenza dei pilotis ( di diverse altezze ) che accompagnano

l’andamento pendente del terreno.Il corpo della chiesa e quello del

monastero risultano separati, ma sono colletati in alcuni punti da

una passerella. I corridoi interni, che servono le celle, riprendono

l’esempio dei percorsi colonnati che in passato si

affacciavano nei chiostri degli antichi monasteri.

L’aula chiesastica fu studiata per provocare un certo disagio: nella

discesa alle catacombe le luci

provenienti da imbuti superiori creano “sinistre” macchie di colore. Piani 3 e 4

La facciata no è intonacata e neanche rivestita, ma lasciata con

cemento a faccia vista, dovuto anche

ad esigenze di carattere economico. LE CORBUSIER

Convento de la Tourette

DATA: 1952 - 1960

COMMITTENTE: Frati Domenicani –

PROGETTISTA: Le Corbusier (1887 1965)

Eveux sur l’Arbresie

LUOGO: LE CORBUSIER

Convento de la Tourette

DATA: 1952 - 1960

COMMITTENTE: Frati Domenicani –

PROGETTISTA: Le Corbusier (1887 1965)

Eveux sur l’Arbresie

LUOGO: ERICH MENDELSOHN

“L’opera di Erich Mendelsohn,.. deve essere menzionata per l’enorme influsso esercitato al suo

tempo, maggiore al principio di quello di ogni altro architetto della sua generazione.” ( L.Benevolo ) 1

Mendelshon nacque nel 1887. Egli è un artista molto diverso dai suoi contemporanei, infatti se tutti propongono una tendenza verso le geometrie semplici,

Mendelshon è un artista alternativo.

il corso del primo conflitto produsse una serie infinita di schizzi, ispirati all’espressionismo

Allievo Theodor Fischer,durante pittorico tedesco.

Nel 1919 è già noto per i suoi schizzi di architettura fantastica, esposti quell’anno alla galleria Cassirer. Nel 1933 è costretto ad andare in

England per sfuggire ai nazisti. Si chiude così il capitolo più interessante dell’operato di Mendelshon.

Le sue immagini, fluide e aggressive, implicano una tridimensionalità prospettica.

Mendelshon ha fisso lo scopo di preparare un nuovo linguaggio architettonico di validità generale, cercando di cogliere il germe iniziale, intuitivo, da cui deve

procedere tutto il resto. Prova a trasferire nella realtà con la maggiore immediatezza possibile una forma che s’imprime apparentemente di getto in una

massa fluida.Per esplicita scelta, decide di operare per una committenza alto capitalista, che gli permette di entrare nel vivo della metropoli. Morì nel 1953.

IL NOVECENTO

1. Fotografia di Erich Mendelsohn.

ERICH MENDELSOHN “ I miei schizzi non sono

che appunti,

contorni di visioni

subitanee, benchè

nella loro natura di edifici

essi appaiono

subito quali entità.”

( Erich Mendelsohn ) IL NOVECENTO

NOVECENTO

ERICH MENDELSOHN

 Torre di Einstein ( 1919 1923 )

 Magazzini di Schocken ( 1926 1928 )

ERICH MENDELSOHN

Torre di Einstein

DATA: 1919 - 1923

COMMITTENTE: nessuna notizia in Zevi, Adorno

PROGETTISTA: Erich Mendelsohn (1887 - 1953)

LUOGO: Potsdam (Germania)

PROGRAMMA FUNZIONALE: Osservatorio astronomico e centro

di ricerche scientifiche

RISPOSTA PROGETTUALE:

La torre Einstein di Potsdam fu concepita per ospitare un osservatorio astronomico. Le forme arrotondate, i “ Ha modellato sulla funzione il blocco

contrasti chiaroscurali creati dalla disposizione dei pieni e dei vuoti, l'aspetto avveniristico ne fanno uno degli

esempi più significativi dell'architettura espressionista. murario esattamente come uno scultore

La sua bizzarra forma risponde ad una ferrea volontà del progettista. Mendelsohn, infatti, voleva creare modella sul gesto della figura le masse

qualcosa che fosse agli antipodi del cubismo, che fosse cioè la negazione della materia ed il trionfo della

quarta dimensione: il tempo. Immaginava l’osservatorio come scaturito dal tempo, originato da un evento plastiche della statua “ (G. C. Argan)

tellurico, che dinamicamente prendesse corpo nello spazio. Questa è l’origine della sua forma che era

fortemente influenzata dal movimento. La torre è costruita in mattoni, il basamento e la parte superiore,

invece, sono in cemento armato. Grandi finestre si sviluppano su tutto l’andamento verticale della torre,

culminante dopo i quattro piani poggiati su un grosso basamento, nella cupola con finestra posta sul

celostato.

L’elemento del “dinamismo delle forme” nell’architettura espressionista accomuna questa corrente a quella

del Futurismo italiano ma diversamente da tale movimento che vedeva negli edifici dinamici dei pezzi di

città, le costruzioni di Mendelsohn e degli altri architettati espressionisti sono, al contrario, delle singole

entità ognuna con uno sviluppo proprio, distinta da qualsiasi altra costruzione. L’architetto tedesco credeva

che ogni edificio fosse un oggetto spazialmente esteso e non un oggetto all’interno dello spazio. L’edificio

doveva appartenere “al tutto”, ogni singola parte doveva essere connessa con l’insieme della costruzione e

dello spazio. L’edificio non poteva possedere una forma propria, in quanto era costantemente in movimento

all’interno di uno spazio. L’architetto però non voleva nemmeno creare delle forme definite a posteriori, gli

edifici dovevano essere colti nel momento unico della loro costruzione e sempre pronti e disponibili a

qualsiasi mutamento, nel tempo e nello spazio, esprimendo un’ energia plastico-spaziale.

ERICH MENDELSOHN

Torre di Einstein

DATA: 1919 - 1923

COMMITTENTE: nessuna notizia in Zevi, Adorno

PROGETTISTA: Erich Mendelsohn (1887 - 1953)

LUOGO: Potsdam (Germania) ERICH MENDELSOHN

Magazzini di Schocken

DATA: 1926 - 1928

COMMITTENTE: Ditta Schocken

PROGETTISTA: Erich Mendelsohn (1887 - 1953)

LUOGO: Norimberga (1926), Stoccarda (1926),

Chemnitz (1928)

PROGRAMMA FUNZIONALE: Realizzazione di una serie

di grandi magazzini esemplari

RISPOSTA PROGETTUALE: Mendelsohn realizza una serie di organismi

ridotti a forme semplici, ma non “scatolari”, in quanto adotta delle leggere

flessioni negli andamenti delle superfici tali da non renderli assolutamente

monotoni. L'involucro è comunque configurato come serie di fasce orizzontali

continue alternativamente piene e vetrate, riproponendo l'immagine,

affermatasi internazionalmente, dei grandi magazzini Columbushaus ( opera

dello stesso autore).Organizza gli edifici su molti livelli, che vengono

puntualmente evidenziati dalla presenza di nastri di finestre che corrono

lungo la facciata. Nastri di aperture che accentuano anche la definizione dei

volumi.

Dalla stratificazione delle fasce orizzontali piene e vetrate, che appartengono

al progetto dell'edificio per uffici di Mies van der Rohe, a Mendelsohn non

interessa il risultato espressivo della struttura a sbalzo, ma il valore formale

da essa assunto quale stilema dell'architettura internazionale.

Nell'operato di Mnedelsohn in tutte le suoe opere riusciamo a riconoscere

delle costanti: l'uso del cemento sfruttando le sue caratt plastiche, l'adozione

del vetro bel oltre le sue fisiche proprietà di trasparenza,l'insistenze sulle

linee concavo-convesse, e irregolari, la rottura della steremetria ricorrente

nel protorazionalismo, il gusto del dettaglio l'intenzione di fondere l'edificio

con l'intorno. ERICH MENDELSOHN

Magazzini di Schocken

DATA: 1926 - 1928

COMMITTENTE: Ditta Schocken “La struttura nuda suscita

PROGETTISTA: Erich Mendelsohn (1887 - 1953)

LUOGO: Norimberga (1926), Stoccarda (1926), ammirazione. Laddove essa ancora

Chemnitz (1928) si erge senza veste, il suo scheletro

mostra, più chiaramente e più

grandemente, che l'edificio finito,

l'ardita costruzione in ferro e

calcestruzzo armato" ( E.

Mendelsohn )

PAOLO SOLERI 1

Architetto, urbanista e scultore italiano.Stabilitosi negli Stati Uniti nel 1947, iniziò a lavorare presso lo studio di Frank Lloyd Wright a Taliesin West.

La sua ricerca, improntata a un'interpretazione fortemente utopistica dell'architettura, lo portò a disegnare edifici irrealizzabili, di dimensioni gigantesche

(il grattacielo Babelnoah, progettato nel 1971, avrebbe dovuto accogliere 6 milioni di abitanti). La passione per costruzioni smisurate si riconosce anche

nel progetto di Arcosanti (1970), una città fondata nel deserto dell'Arizona, nella quale Soleri previde la realizzazione di un complesso per 5000 persone.

Altri progetti utopici di città inserite in particolari contesti ambientali sono stati pubblicati nel libro Arcologia. La città a immagine dell'uomo (1969), in cui si

descrivono, ad esempio, la città polare, la città spaziale, la città acquatica. La sperimentazione astratta di Soleri può essere in parte affiancata a certe

tendenze della neoavanguardia degli anni Sessanta; incursioni del fantastico si ritrovano anche in alcune proposte del polacco Jan Lubicz-Nycz

(risistemazione dell'area tra Tel Aviv e Jaffa), e in certi progetti di Paul Rudolph. In Italia, Soleri ha realizzato sulla costa

amalfitana la fabbrica di ceramiche Solimene. IL NOVECENTO

1. Fotografia di Paolo Soleri.

PAOLO SOLERI

Schizzi fatti da Paolo Soleri, Arcosanti: sviluppo della superficie dell’area IL NOVECENTO

NOVECENTO

PAOLO SOLERI

 Fabbrica Solimene ( 1952 )

 Cosanti ( 1955 )

 Arcosanti ( 1970 ) PAOLO SOLERI

Fabbrica Solimene

DATA: 1952

COMMITTENTE: ditta Solimene

PROGETTISTA: Paolo Soleri (1919)

LUOGO: Vietri a mare

PROGRAMMA FUNZIONALE: Realizzazione della sede principale

della ditta Solimene ceramiche

RISPOSTA PROGETTUALE: Soleri è influenzato dalla decisione di inclinare all'esterno

le pareti involucranti.

L'edificio fu progettato a più piani per guadagnare superficie.

Il progettista dissacra la tipologia di edificio artigianale e produttivo, infatti ha una

nuova idea: reinterpreta l'antica consuetudine di fare di un cortile ( uno tra gli ambienti più

vissuti tra gl

Dettagli
Publisher
A.A. 2006-2007
86 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher xforce69 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'Architettura Moderna e Contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Lima Antonietta Iolanda.