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Il primo appena arriva a Torino è continuare un cantiere che era stato già aperto ed era stato affidato a
Castellamonte
- Cappella della Sacra Sindone
Luogo: Torino, tra la cattedrale e la reggia sabauda;
Data: 1667 (A. Castellamonte), 1668-1694 (G. Guarini);
Progettista: Guarino Guarini (Modena, 1624 – Milano, 1683);
Committente: La famiglia Savoia;
Programma funzionale: la realizzazione di una cappella destinata a conservare la reliquia del lenzuolo
che si credeva era stato a contatto con il Cristo e ciè la Sacra Sindone, la quale era stata affidata ai
Savoia che ne andavano fieri per questo;
Risposta progettuale: Guarini introduce, in un
disegno perfettamente normale, tre vestiboli
circolari nello spazio principale, cilindrico
caratterizzato da rigore geometrico e fantasia
decorativa, la cappella, si sviluppa su una
pianta circolare. La cupola, con una particolare
struttura elicoidale, una sorta di torciglione,
poggia su un tamburo molto alto, alleggerito
da sei finestroni ad arco, e sale con un
movimento circolare, fino alla sommità,che si
apre in una stella a dodici punte.
Obiettivamente la cupola non è molto alta, ma
vista dal pavimento della cappella, pare
molto più alta di quanto lo sia. Questa
impressione è
rafforzata dall’uso oculato del colore. Il
contrasto tra il marmo nero di Frabosa e la
doratura sotto e il grigio della cupola
sembra risultare dallo sfumare dei valori
tonali a grande distanza. Ma questo tono
oscuro prepara in alto la meravigliosa
pioggia di luce filtrante dall’incastellatura,
dai finestroni, dalla lanterna, dove l’effetto
a cannocchiale rovesciato della
progressione prospettica suggeriva una
distanza ben maggiore di quella reale. Per
sorreggere la “cupola” inventò un nuovo
sistema: una struttura, estremamente
complessa, di archi che vanno a formare un
cono, detta ad “archi aggettanti”. Essa è
costituita da un’incestellatura esile, di
pianta esagonale, composta dal succedersi di sei piani di cavalletti laterizi e lapidei, traforati,con
all’esterno dodici costoloni che contengono nei punti forza i cavalletti, questi si uniscono all’anello
superiore, dove si trova l’innesto per la “guglia – lanterna – finestra, che illumina dall’alto la colomba
dello Spirito Santo, ancorata a una struttura interna a raggiera. Tra il tamburo e la cupola inserisce un
sistema di pennacchi (che solitamente si usano per coprire con una cupola un vano non circolare), che
però non hanno alcuna funzione statica. Proprio per questo motivo “buca” gli stessi pennacchi,
denunziando il fatto che non hanno funzione strutturale, ma la luce che attraversa i fori conferiscono
all’invaso una qualità particolare.
Cappella della Sindone pianta, angoli e
rapporti numerici (da Passanti, 1963)
Cappella della Sindone schema
grafico della cupola
I Savoia avevano voluto che il piano di calpestio della
cappella non sia al piano del duomo ma a quello del piano
nobile e si pone tra la cattedrale potere religioso e il
palazzo reale potere politico. Il progetto di Castellamonte
non era piaciuto non tanto per l’impianto planimetrico
circolare ma per il fatto che avendo preso a modello il
Phanteon la cupola poggiava direttamente sul cilindro di
base e quindi risultava poco visibile non emergeva tra i due
edifici in cui era stata collocata, per cui il Guarini viene
chiamato a risolvere questo problema. Le fondamenta
erano state gettate però doveva fare un edificio più alto più
pesante, come doveva reggere? Lui trova il cilindro di base e nove pilastri ed effettua una
tripartizione inglobandone due e lasciando libero uno c’è questo
richiamo alla trinità questo consentiva di scaricare dal peso i due
pilastri laterali per evitare lo spanciamento, ma proprio in
corrispondenza dei pilastri in cui si trasferisce il peso li svuota
introducendo gli ingressi alla cappella i due laterali in corrispondenza
del presbiterio del duomo e quello centrale che comunica con il
palazzo reale in realtà c’è tutto un sistema di controspinte con
strutture secondarie che assorbono le forze di quella principale e
queste spinte vanno a scaricare da un
lato alla muratura della cattedrale e
dall’altro alla struttura del palazzo
reale, quindi in realtà la cupola non
scarica sul cilindro di Castellamonte ma
come una sorta di cerniera va a
scaricare nelle strutture laterali.
Andando verso l’alto compie un
operazione di scavo rialzando la cupola
crea una zona non necessaria perché
per passare dal cilindro alla cupola non
sono necessari i pennacchi quindi ha
ottenuto così l’effetto di alzare la
cupola ma allo stesso tempo di non
appesantirla, questi pennacchi
vengono scavate da finestre quindi non
hanno funzione strutturale, su questi
pennacchi rimette un nuovo tamburo e
la cupola sale verso l’alto in maniera
vertiginosa invece la cupola di
Castellamonte doveva concludersi a
livello dei pennacchi risultando così bassissima.
Anche il Tamburo altissimo è scavato da ampie finestre ed è scavato all’interno come si vede dalla sezione
in cui c’è una intercapedine, poi fa un invenzione non è una cupola ma realizza una copertura tramite archi
aggettanti poggianti fra di loro contrapponendo pieno su vuoto con una tecnica che somiglia moltissimo
alle cupole normanne dell’aerea peloritana ad esempio la cupole presbiterale della chiesa dei Santi Pietro e
Paolo ad Agrò in provincia di Messina.
La cupola è una sorta di traliccio di conci di muratura che
creano questi archi formando una sorta di traliccio di
muratura in conci di mattoni contraffortato all’esterno da
queste spine laterali e poi si conclude in alto con questa stella
che da sulla lanterna a cupola bucata lateralmente ma che
non si vede quindi risulta una sorta di traforo che rimanda ad
una tradizione gotica in particolare quella al centro è il tiburio
di una cattedrale gotica spagnola che lui probabilmente a visto
e c’è tutta una tradizione tardo trecentesco e inizio
quattrocento proprio gotica spagnola ch emette in scena una
struttura strabiliante proprio il miracolo vediamo ad esempio
un cortile in Spagna in cui all’angolo ci si aspetta un pilastro
invece c’è il vuoto.
Guarino Guarini studia moltissimo fino a scrivere trattati sulla
geometria che ne fa uno dei processi principi della
progettazione oltre a questo c’è proprio lo studi delle
architetture del medioevo .
Lui lavora soprattutto con la struttura anche se ancora non
c’era la scienza delle costruzioni, la geometria e la matematica
erano strumenti empirici per operare intuitivamente nel cantiere soprattutto nella stereotomia ossia la
tecnica del taglio delle pietre che f parte proprio della tradizione gotica.
“ Guarini fu costretto a servirsi di rampe di accesso ripide e
scarsamente illuminate. Ma proprio a casa di queste limitazioni,
la cappella ha assunto il suo pathos, forse unico al mondo. Le
due rampe di scale sono erte e buie. L’intenzione è di accentuare
il senso di sforzo e fatica; il ritmo dei gradini neri, tagliati
secondo linee curve, è ossessivo; pare che si debba procedere in
ginocchio sotto lo scivolo della volta.” (E. Battisti)
Tutto questo consente di usare la luce in maniera particolare, ad esempio lo scalone d’ingresso alla cappella
dei due ingressi laterali del lato del duomo sono bui non hanno finestre e sono fatti in pietra scura marmo
quasi nero questo consente una lettura anche simbolica del percorso spaziale cioè si accede alla cappella
con fatica si sale tra l’altro i gradini riprendono la forma convessa dell’atrio laurenziano aumentando così il
senso di fatica per poi esplodere in questa luce che piove dall’alto da questa cupola particolarissima che fra
l’altro la successione di archetti pensili la fanno sembrare ancora più alta di quello che sia in realtà si ha un
effetto prospettico che risucchia verso l’alto.
CHIESA DI S. LORENZO
- G. R. Wittkower, Arte e architettura in Italia 1600-1750;
LUOGO : Torino , piazza castello nei pressi del palazzo reale
DATA : 1668 – 1680
COMMITTENTE : Ordine dei Teatini
PROGETTISTA : Guarino Guarini
Fruitori: Fedeli;
Preesistenze: Chiesa iniziata nel 1934;
PROGRAMMA FUNZIONALE : realizzazione di una chiesa conventuale per i Teatini. Alludere con la
cupola all’infinito mistico.
Qui doveva rispettare l enorme edilizie tutte le dimensioni
dell’edificio dovevano rispettare gli allineamenti con gli
edifici contigui quindi doveva lavorare moltissimo all’interno
della struttura più che all’esterno il lotto era stabilito
all’incirca rettangolare e lui lo divide in tre parti: una zona
d’ingresso il vestibolo che probabilmente doveva avere una
facciata molto più complessa da un punto di vista del
linguaggio e probabilmente doveva essere a loggia quasi
sempre aperto permeabile ai passanti, poi c’era l’aula vera e
propria che è questo grande quadrato che diventa
all’interno un ottagono epoi il presbiterio che ha anche una
sua cupola, quindi aula con cupola e presbiterio con cupola (
ricorda Longhena a Venezia nella chiesa della salute)
mentre nel Longhena c’è la presenza di due corpi separati
che hanno una propria auotnomia qua il presbiterio non ha
una sua autonomia ma nasce come emanazione di uno dei
elementi che compongono in planimetria la chiesa questi
elementi che diventando convessi riduco la pianta quadrata
in una pianta ottagonale conferendole così un’organicità e
complessità maggiore rispetto a Longhena.
Era necessario usare meteriale del posto per motivi economici, e per Guarino Guarini era più facile
usare il concio di laterizio Il modello di riferimento è l’architettura gotica catalana mediante
l’introduzione di questi archi di scarico gli permette di alleggerire la
struttura slanciandola verso l’alto, questi archi sono non visibili
all’osservatore c’è quindi questa messa in scena un effetto sorpresa che
è sorretto il tutto da una struttura nascosta.
Nella parte alta dell’edificio si procede anche qua per scavi e bucature e
la cupola si riduce in realtà ad un intreccio di 16 archi e nel punto in cui
questi 16 archi si incontrano si origina una stella a otto punte e questa
stella è a sua volta tutta bucata e traforata, come si vede in sezione su
cui si innesta la lanterna che a sua volta è fatta di archi intrecciati e poi
c’è un ulteriore cupola sulla lanterna quasi a diventare una so