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Recovery Administration) e la Tennessee Valley Authority, che

realizzarono grandi opere pubbliche come giganteschi lavori di

sistemazione idraulica e di sfruttamento delle acque, che

contribuirono notevolmente all'industrializzazione degli stati

meridionali. Nonostante l'iniziativa privata venisse un po'

penalizzata dai programmi del Presidente, in meno di 2 anni la

disoccupazione era diminuita e oltre 2 milioni di persone erano

tornate a lavorare. In breve tempo nacquero leggi tramite le

quali si dava assistenza alla disoccupazione.

Si cercava in pratica di creare un "Welfare State" (stato sociale).

Lo stato interveniva garantendo ai cittadini condizioni di

esistenza minime, con sussidi alla disoccupazione, salari minimi,

pensioni e servizi sociali gratuiti. Con il "Wagner Act" si dava

riconoscimento giuridico ai sindacati e si obbligava le aziende a

riconoscere come vincolanti i risultati della contrattazione

collettiva.

16 John Maynard Keynes (1883-1946), primo Barone Keynes di Tilton, da molti

considerato il più grande economista del XX secolo, ha influenzato grazie alle sue

idee sia l'economia che la politica.

17 Il laissez-faire è un principio proprio del liberismo economico, favorevole al non

intervento dello Stato. Secondo questa teoria, l'azione del singolo, nella ricerca del

proprio benessere, sarebbe sufficiente a garantire la prosperità economica della

società. 16

La città americana:

Dalla guerra civile al New Deal

Giorgio Ciucci, Mario Manieri Elia, Francesco Dal Co,

Manfredo Tafuri, Edito da Laterza, 1973

Il libro tratta la storia della città americana da quattro

prospettive differenti. La “grande apocalisse” della cultura

borghese europea ha prodotto schemi che, se posti a

confronto con la storia del Nuovo Mondo, appaiono

inconsistenti e ci mostrano una storia notevolmente differente.

La città americana è il prodotto della tecnica con una

formalizzazione casuale e poco chiara, in cui il sistema

capitalista americano svolge un ruolo di grande rilievo nella

determinazione della struttura americana. Architettura e

Urbanistica svolgono un ruolo secondario rispetto alla stessa

cultura urbana, che diviene tecnica della trasformazione,

partendo dal livello più basso della formazione del consenso e

del controllo sulla forza lavoro, fino al più alto di

programmazione di nuove soglie di equilibrio sociale.

Il primo saggio analizza la fase del “laissez faire” che si chiude

con la grande depressione e lo sciopero Pullman. Questo

evento prepara l’ascesa al potere dei repubblicani che, nel

campo urbanistico, produce la fiera colombiana ovvero il primo

tentativo di unire la progettazione architettonica, compromessa

nel caos urbano, e il landscape (paesaggio, panorama)

incontaminato. Durante la crisi del 1907/09 si realizzano i grandi

piani di Washington, San Francisco, Chicago e Manila, ci

troviamo nel periodo della politica imperialista in cui la cultura

ufficiale produce la “città imperiale”.

Il secondo saggio affronta la storia del pensiero progressista dal

700 all’800 fino alla tradizione del New Deal.

Il terzo saggio tratta il mito della frontiera. In quest’ultimo viene

affrontata la tematica dei movimenti agrari che influenzano

l’opera di F.L. Wright, caratterizzata da una architettura di

aspirazioni “umanistiche”.

Il quarto saggio valuta la città caotica, nella quale il grattacielo

si mostra come un tentativo di controllo formale, un segno

anarchico espressione del potere tecnologico. 17

Manfredo Tafuri,

La Montagna Disincantata, Il grattacielo

e la City

Introduzione

Il saggio si apre con un brano tratto dal “Manhattan Transfer” di

J. Dos Passos in cui viene descritto, secondo la prospettiva del

18

protagonista, il Woolworth (uno dei grattacieli più vecchi e

famosi di New York) e le emozioni che esso suscita. Il grattacielo

è visto come elemento isolato, di mediazione, che con le sue

dimensioni ascendenti a sviluppo tendenzialmente infinito,

tipiche della scuola di Chicago, pone una distanza tra se e la

città. Quest’ “individuo anarchico” che condiziona la struttura

urbana creando nuovi problemi, diventa un elemento da

controllare.

Il Concorso per il “Chicago Tribune”

Fu indetto nel 1922 per la sede del “maggiore quotidiano del

mondo”. Il concorso si basava principalmente su soluzioni

formali, ignorando completamente quelle strutturali, segno

evidente di una crisi in atto non ancora risolta. Infatti la storia

del grattacielo americano è determinata da uno stretto

rapporto tra innovazione tecnologica, strutturale e a livello di

organismo, che hanno generato una tipologia standard dei

modelli canonici che rivelano però dei problemi insoluti.

L’impasse degli anni venti rende evidenti tali problemi con

un’involuzione della ricerca precedente (1850-1890) e la rottura

delle relazioni interne. Si assiste, infatti, alla scissione fra

innovazione tecnologica e sviluppo dell’organismo

architettonico. La struttura rigida dell’industria edilizia entra in

contraddizione con il ricorso a linguaggi volti a esaltare

pubblicitariamente la concentrazione di capitali, di cui il

grattacielo stesso è espressione. Inoltre la natura speculativa

delle operazioni edilizie e l’esaltazione dell’individualità del

grattacielo, entrano in conflitto con l’esecuzione dei controlli e

della disciplina del mutamento evolutivo urbano.

Le differenti vedute e le sfumature critiche dell’acerba cultura

americana sono fondate su quelle occidentali europee,

reinterpretate e adattate alle aspirazioni dei fondatori della

nazione americana, con lo scopo di assicurare al Paese solide

radici culturali. Ciò si ripercuote anche sull’architettura, dove le

fonti europee diventano convenzioni formali da approfondire in

senso funzionale e strutturale. Tale tradizione critica, che persiste

fino agli anni ’20, sfocia in due correnti di pensiero. La prima

afferma che “Saper vedere l’architettura significa riuscire a

guardare un palazzo senza badare alla sua resa stilistica” (p.

424). Un pensiero che contrasta con l’atteggiamento

formalistico che si basa sulla pura essenza formale. Il linguaggio

18 John Rodrigo Dos Passos (1896 —1970) artista e scrittore americano. 18

architettonico assume un valore strumentale e secondario,

antitetico alle ideologie assegnategli dalle avanguardie

europee, facendo emergere il carattere convenzionale del

ricorso agli stili. L’eclettismo degli anni 1910/20 si fa ragione

dell’ideologia organica, alleandosi alla sua accanita rivale,

. Nel momento in cui tale

l’ideologia della City Beautiful 19

processo raggiunse il suo apice, il concorso del Chicago Tribune

rese evidente la crisi, sia della tipologia del grattacielo, sia

dell’ipotesi urbana a essa conseguente.

La volontà di dar vita al “grattacielo più bello del mondo” è il

carattere principale del concorso, dove si dispensano i

concorrenti da analisi sul rapporto tra edificio e sistema urbano

e persino da adeguati controlli tecnologici. Questa visione

corrisponde alla seconda corrente di pensiero basata

sull’aspetto stilistico-qualitativo. L’edificio deve essere “una casa

capace di ispirare i propri lavoratori e un modello per le future

generazioni di editori di quotidiani” (p. 425). Nella pubblicazione

viene sottolineato il contributo offerto dal quotidiano allo

sviluppo della città, dando lavoro a 13000 impiegati (1922) e

stampando quattro milioni di copie al giorno. Nel 1902 il

Chicago Tribune si trovava nell’antico centro della città, ma i

problemi di congestione del sito e la necessità di nuovi spazi

spinsero alla ricerca di una nuova soluzione di localizzazione al

di fuori del Loop .

20

Nel concorso non appaiono richieste particolari, se non quella

di presentare piante e prospetti, nonché elaborare specifiche

scenografie, ignorando invece gli aspetti tecnologici. Unico

aspetto funzionale indicato è tener conto che solo i piani

inferiori ospiteranno il Chicago Tribune mentre, quelli inferiori

saranno affittati a ditte commerciali generiche.

La grande propaganda pubblicitaria non termina con la fine

del concorso, ma prosegue con una campagna di

sensibilizzazione sul tema architettonico rivolta al pubblico

americano, che non poté far altro che partecipare

passivamente ai grossi cambiamenti urbanistici.

Numerosi Architetti si danno cinicamente battaglia e l’insieme

dei lavori pervenuti evidenziano la crisi di un’ intera tematica.

Il grattacielo elaborato da W. Griffin si basa sulla

21

sperimentazione dell’uso dei materiali e sull’esasperazione

19 Tra la seconda metà del XIX secolo e i primi decenni del XX si delineano nella

formazione della cultura urbanistica americana alcuni filoni principali: il movimento

denominato City Beautiful e quello dei parchi e dei sobborghi giardino;

profondamente diversi sul piano ideologico si sviluppano in parallelo e, tuttavia, non

privi di interferenze e contaminazioni. City Beautiful ha una matrice accademica di

derivazione Beaux-Arts e, come massima espressione, l’Esposizione Colombiana del

1893 e il piano di Chicago del 1909. Nell’Esposizione vi è la compresenza dei

massimi esponenti di due diverse tendenze: Frederick L. Olmsted (1822-1903) lo

stesso autore del Central Park di New York (1862), progetta la sistemazione a parco

qualche tempo prima, e Daniel H. Burnham (1846-1912) principale esponente del

movimento City Beautiful, e autore anche del piano di Chicago, ne redige il piano

urbanistico.

20 Centro d’affari della città e il risultato perfetto dell’apparato urbano del lassaiz

faire.

21 Walter Burley Griffin (1876-1937) architetto statunitense. Fu per molti anni il

principale collaboratore di F. L. Wright a Chicago. Specializzatosi nella progettazione

19

espressionistica, basata sulla frantumazione e moltiplicazione

delle forme. L’edificio è espressione di una crisi linguistica

dell’Architetto, in cui è palese l’ossessione grafica. Una delle

cause generali dello squallore delle proposte è proprio la

mancata valutazione del ruolo urbano del grattacielo. Gli

Architetti non producono a scala urbana, ma si sforzano di dare

stabilità formale agli oggetti architettonici, consacrando

l’autonomia del grattacielo, aspetto che dovrebbe invece

essere contestato.

Uno dei prodotti con forte valore concettuale è il grattacielo a

forma di colonna di Adolf Loos , che viene in seguito riletto dai

22

critici com

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A.A. 2006-2007
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SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/19 Restauro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher TerryBook di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'Architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Fonti Alessandro.