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Figura IX. Leon Battista Alberti, Facciata di Santa Maria Novella a Firenze. Pag. 14
Figura X. Leon Battista Alberti, Portale di Santa Maria Novella. Pag.14
Figura XI. Leon Battista Alberti, Facciata di San Sebastiano a Mantova (dopo il restauro).
Pag. 16
Figura XII. Leon Battista Alberti, Parte dell'ingresso di San Sebastiano a Mantova. Pag. 16
Figura XIII. Leon Battista Alberti, Pianta di San Sebastiano a Mantova. Pag. 16
Figura XIV. Leon Battista Alberti, Sant' Andrea a Mantova. Pag. 17
Figura XV. Leon Battista Alberti, Sant'Andrea a Mantova. Pag. 17
Figura XVI. Leon Battista Alberti, Facciata di Sant' Andrea a Mantova. Pag.17
Figura XVII. Piante schematizzate di dieci ville palladiane.pa. 20
Figura XVIII. Schema della interpenetrazione delle due fronti di tempio nella facciata di San
Francesco della Vigna a Venezia. Pag. 22
Figura XIX. Diagramma delle consonanze armoniche (da F. Giorgi, De Harmonia Mundi).
Pag. 24
Figura XX. Per disegnare una pianta di uno al doppio di uno e mezzo, l’architetto disegna
un’unità che può chiamare 4, la estende finché non raggiunge il rapporto di uno
a un mezzo 4:6 e al termine 6 aggiunge un altro rapporto di uno a uno e mezzo
6:9 il risultato è un rapporto 4:9. Pag. 25
Figura XXI. Zarlino, Divisione harmonica della Diapason nelle sue parti. Pag.27 3
• Introduzione
Nato nel 1901 a Berlino, Rudolf Wittkower nutriva una singolare passione per l'arte e l'architettura
contemporanea scaturita dalla sua formazione e che lo portarono a realizzare numerosi scritti, saggi,
conferenze. Andava assai orgoglioso dell'impatto che questi avevano sugli architetti moderni ed in
particolare sui critici: ne è testimonianza l'introduzione del testo I principi architettonici nell'età
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dell'Umanesimo .
La prima edizione del libro, intitolato Architectural Principles in the age of Humanism, fu
pubblicata in lingua inglese nel 1949. Sir Kenneth Clark scrisse sulla Architectural Review che il
suo primo effetto era stato " di fare giustizia in modo definitivo della condizione edonistica o
meramente estetica dell'architettura rinascimentale". Lo scopo che lo scrittore intendeva
raggiungere era chiarire ed esplicare i principi dell’architettura rinascimentale. Il libro si divide
sostanzialmente in due capitoli, i quali affrontano il problema centrale dell'architettura
rinascimentale sotto il punto di vista del significato dell'architettura sacra e quello
dell'organizzazione proporzionale degli edifici.
traduzione italiana a cura di Pedio, Renato, Torino, Giulio Einaudi editore, 1964.
1 4
• Prima parte
L'architettura rinascimentale è definita architettura della pura forma poiché l'apparato dei modelli
classici veniva adottato per tutti i tipi di edifici dalle abitazioni alle chiese. La cosa interessante è
che non fu conferita alle forme alcuna gerarchia nel significato. Come ogni grande architettura del
passato quella rinascimentale si fondava su una scala di valori che culminavano in quelli assoluti
dell'antichità sacra. In sostanza la forma della chiesa rinascimentale assume valori simbolici.
L'apice dell'architettura rinascimentale viene raggiunto con la costruzione di chiese a pianta
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circolare . Lo scopo degli architetti di quest'epoca era avere un'architettura che eternasse il
3
presente .
Nel 1453 Leon Battista Alberti pubblica il De re Aedificatoria: primo programma completo della
chiesa ideale rinascimentale. Alberti raccomanda nove fondamentali forme per le chiese:
cerchio, quadrato, esagono, ottagono, decagono, dodecagono, quelle figure determinate in base al
cerchio e altre tre che derivano dal quadrato: quadrato e mezzo, doppio quadrato e un terzo del
quadrato. Queste possono essere arricchite grazie all'introduzione di cappelle a forma rettangolare o
circolare, e la loro posizione dipende dalla forma della pianta (se la pianta è quadrata allora è
possibile apporre una cappella sulla parete estrema dell'edificio o al centro di ciascun lato ecc.). Egli
inoltre illustra come costruire le lunghezze dei lati.
Figura I. Costruzione di poligoni iscritti in una circonferenza.
Dal De re aedificatoria di Leon Battista Alberti tradotto da Cosimo Bartoli.
Tutto ciò è riassunto nell’ Outline of European Architecture di N. Pevsner, London 1948, “…Al significato religioso si
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sostituisce un significato umano…” (p.8)
" l'uomo è in chiesa, non più con la spinta a raggiungere una meta trascendente, ma per godere della bellezza che lo
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circonda e l'inebriante sensazione di essere il centro di questa bellezza"Outline of European Architecture di Pevsner
(p.8). 5
L'architetto non manifesta preferenza né per l'una né per l'altra forma, ma risulta essere implicita
una propensione nei confronti della forma circolare in quanto la natura, che ispira alla perfezione,
come egli dice " si compiace sopra ogni altra forma rotonda ". Egli elabora una concezione
planimetrica centralizzata ispirandosi agli edifici classici. Risulta essere importante sottolineare che
i ruderi antichi su pianta circolare erano stati templi, tant'è che molti dei templi romani furono
adattati a chiese cristiane. Si può affermare che l'Alberti riscontrasse una continuità dall'architettura
sacra a quella paleocristiana. La Roma costantiniana costituiva in lui un fascino particolare poiché
si trattava di un'epoca in cui si coniugava l'antico spirito pagano con un anelito di fede il che
generava la purezza di una chiesa primitiva.
Per questo motivo Alberti sostiene il ritorno all'uso liturgico del tempo in cui le chiese possedevano
4 I lavori per la costruzione della chiesa
un unico altare per celebrare un solo sacrificio quotidiano.
erano rimasti incompiuti per quindici anni quando nel 1470 Alberti riprese il coro incompiuto di
Michelozzo.
Un critico reazionario insorse contro il completamento della chiesa affermando che chiese di quel
tipo al tempo erano state concepite come tombe e non come templi. Il silenzio di Alberti fa
intendere l'inesistenza del problema.
Risulta essere interessante come la basilica: tipo tradizionale e normale di chiesa, non venga da lui
raccomandata. La soluzione è decisamente chiara in quanto la basilica è la sede amministrativa
della giustizia. Tempio e basilica, rispettivamente sedi della giustizia divina e umana, sono
intimamente connessi, e solo in questo senso la basilica rientra nel campo religioso.
Secondo l'Alberti la chiesa è dotata di una bellezza inebriante che suscita grande pietà religiosa ed
un effetto purificatore generando così innocenza. Non a caso questa la considera il punto più nobile
della città. La bellezza, secondo la definizione che ne dà Vitruvio, è l'integrazione razionale delle
proporzioni di tutte le parti di un edificio. Nulla può essere aggiunto o rimosso senza distruggere
l'armonia dell'insieme.
Il corrispondersi delle parti e l'organica geometria si devono osservare in ogni edificio e
specialmente nelle chiese.
Senza uno specifico equilibrio geometrico la divinità non potrà rivelarsi. L'edificio sacro dovrà
essere collocato in un luogo elevato e poggiare su un alto basamento, il quale determina il distacco
dalla vita quotidiana. Questo dovrà essere dotato di un portico sul quale impostare la facciata; di
colonne trabeate (non di archi) e di splendidi soffitti a volta realizzati con preziosi materiali.
L'Alberti offre una concezione umanistica dell'architettura sacra, convinto che umanesimo e
religione siano compatibili; inoltre ritiene che architettura e la musica siano un'unica cosa e che
quest'ultima non sia altro che geometria traslata in suoni. Con il suo trattato, successivo al De re
Aedificatoria, Filarete riesce a integrare le considerazioni cosmiche e filosofiche dell'Alberti sulla
pianta circolare con un punto di vista psicologico e visivo. D'ora in poi il cerchio assumerà un ruolo
sempre più importante. L'insegnamento di Francesco Di Giorgio agli architetti si fondava su
considerazioni empiriche.
Esistono sostanzialmente tre tipi fondamentali di chiese esistenti:
1. Schema circolare al quale appartengono tutte le forme poligonali;
2. Schema rettangolare al quale appartengono forme derivate dal rettangolo (esempio navata);
3. Schema con una combinazione tra cerchio e rettangolo (navata con soluzione centralizzata
della crociera).
Coerente con il punto di vista albertiano, S.Lang in un articolo del 1954, contenuto nel Journal of the Warburg and
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Courtauld Institutesche, sostiene che l’architetto abbia progettato la Santissima Annunziata a imitazione del Santo
Sepolcro. (p.11) 6
Quest’ultima categoria è composita in quanto ciascuna parte segue le regole del tipo cui appartiene.
In Italia lo stile composito ha una lunga storia. Le concezioni di Di Giorgio, circa la chiesa
composita in cui la parte centralizzata è costruita di per sé secondo proprie norme, furono condivise
da Leonardo.
La progettazione delle chiese a pianta centrale aveva generato non poche controversie. Il problema
era se l’altare dovesse essere posto perifericamente o nel centro della chiesa.
I sostenitori della prima al fine di manifestare la distanza tra l’uomo e Dio affermavano che l’altare
dovesse essere posto nel punto opposto all’ingresso principale. I sostenitori della seconda, invece
affermavano che il centro è unico e assoluto e dunque simile
a Dio. Egli essendo onnipotente ancor più dovrebbe trovarsi
al centro.
Tutti i trattati d’architettura del 1500 furono influenzati dallo
storico Vitruvio. Secondo questo le proporzioni della figura
umana dovevano rispecchiarsi nelle proporzioni degli edifici
sacri. In conformità a ciò dimostra come un uomo dal fisico
armonioso possa inscriversi perfettamente in un cerchio e
quadrato. Il semplice disegno contiene una profonda verità
sul mondo e sull’uomo ed ebbe una notevole importanza per
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l’architettura rinascimentale . In questo senso Leonardo nel
1511 mostrava il suo “homo ad circulum” e “homo ad
quadratum”. Il matematico Luca Paccioli con la sua Divina Figura II. Leonardo, Figura vitruviana.
Proporzione apre il concetto vitruviano letto in contesto
metafisico.
Il monaco Francesco Zorzi privilegia l’homo ad circulum in quanto espressione del significato
cosmico della figura che incarna un doppio valore: il mondo visibile rivela il rapporto invisibile tra
anima e Dio. In sostanza la figura umana inscritta in un quadrato e in un cerchio non è altro che il
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simbolo della corrispondenza matematica tra microcosmo e macrocosmo. Sappiamo poco su quali
idee guidasse