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RUNDBOGENSTIL
Heinrich Hubsch (1795-1863), allievo di Weinbrenner e autore della famosa Trinkhalle di Baden Baden costruita tra il 1837 e il 1840. E’ importante oltre che
per i suoi edifici, perché nel 1818 consegna alle stamperie un Pamphlet, destinato a segnate il dibattito architettonico per tutto il XIX secolo, dal titolo “In quale
stile dobbiamo costruire?”. La sua risposta è un’analisi dell’inadeguatezza del classico antico, rispetto alle esigenze delle costruzioni tedesche del suo tempo;
conclude che lo stile adeguato deve rispondere a criteri di utilità e necessità in base alle funzioni, ai materiali, ai fattori climatici e alle condizioni economico-
sociali. Si ha un passaggio dal perseguire il bello, primo principio ideale classico, al perseguire i principi pratico-funzionali. Questa è la chiave di lettura per il
Rundbogenstil che si presenta come somma di elementi paleocristiani, bizantini, romanici, rinascimentali legati tutti dai caratteri di semplicità e solidità.
Un’altro tema affrontato da Hubsch è la ribellione nei confronti di quel principium imitationis delle forme classiche, definita come “vuota imitazione
dell’antico” e da ragione agli attacchi alla pretesa universalità dell’architettura classica, già sferrati da alcuni protagonisti della cultura settecentesca.
Come conseguenza seguirà l’adozione di diversi stili, a soluzione stilistiche tutte possibili, propria dell’architettura post classicismo romantico. Tutto ciò
avrà si ripercussioni europee e mondiali ma gli effetti più visibili si avranno sulla civiltà anglosassone.
John Soane (1753-1837), in ideale continuità con Piranesi, costituisce un e una , tra cultura classicista inglese di osservanza Neo-
trait d’union separation
Palladiana e la cultura dell’Arts and Crafts Movement, aperta a diverse influenza stilistiche. John Soane è allievo di George Dance il giovane, nelle cui
opere, classico e gotico giungono a una strana sintesi smaterializzata, da cui acquisisce il gusto del pittoresco e l’immaginazione visionaria, attraverso un
particolare trattamento di spazio e luce.
Particolarmente interessante sono gli interni della Bank Stock Office, del Colonial Office della Bank of England (1791-1827), e quelli della casa a
Lincoln’s Inn Field (1792- 1835), dove frequentemente compaiono sale coperte da volte a baldacchino o a ombrello e da lucernai, che fanno rivivere la
spazialità tattile del Pantheon, uno sviluppo continuo e legato delle pareti, dei pennacchi e archi solcati da sottili scanalature. La concatenazione spaziale
determina una concatenazione temporale ed è tra spazio e tempo che è racchiusa la modernità dell’architettura di Soane, nonostante di possa parare ancora
di stile classicista. 4
Un altro tema senza il quale non si capirebbe la sua opera è il concetto di frammentazione: in lui si presenta come un principio di aggregazione degli spazi,
struttura complessa, irregolare e asimmetrica in qualche caso persino labirintica; legato a sua vola al concetto di rovina, il concetto di frammento si attiva
con la forma totale.
Proiezione del desiderio dell’architetto del XIX secolo è l’espressione dello storicismo che con sempre maggior forza lo domini; la centralità del classico
non è negata ma relativizzata. Nel senso immediato ciò si concretizza come una convivenza coerente tra classico e gotico, ma
anche tra gotico e cristiano.
Il Gothic Revival è improntato proprio all’istituzione della convivenza tra cristiano e gotico, dove il ritorno alla vita -revival- è inteso sia per lo stile che
per il sentimento cristiano cattolico. La dimostrazione è palese in quanto il suo quasi esclusivo uso è rivolto agli edifici ecclesiastici.
1818 fondazione della Church Building Society che ha lo scopo di promuovere le costruzioni ecclesiastiche, grazie all’atto parlamentare che le affida
- centinaia di commissioni di chiese che permette l’utilizzo di questo stile, che predilige la velocità e la semplificazione, utiliz-zando quindi mattoni,
ferro e ghisa che trovano posto nella struttura, mentre il decorativismo è ridotto al minimo.
Il massimo rappresentante di questo stile è Augustus Welby Pugin (1812-52) che nel frontespizio del suo Apology for the revival of Christian Architecture
in England fa coesistere simultaneamente il realismo e l’irrealtà, e nel quale si può leggere lo spirito “trasfigurante” che l’archi-tettura gotica emana. La
sua ideologia è quella di un miscuglio di misticismo religioso, di nostalgia del passato e di fiducia nel futuro, di moralismo e nazionalismo. Il gotico
rappresenta tutti questi ideali, che possono riscattare la decadenza della società collegata alla decadenza dell’arte e dell’architettura, riconducibile alle
macchine.
Nei Contracst: or a Parallel between the Noble edifices of Middle Ages, and corresponding Buildings of the Present Day (1836) confronterà edifici e città
medievali e moderne ad esempio sullo skyline medievale l’imponenza delle guglie si contrappone con lo svettare ottocentesco delle ciminiere,
concludendo che la superiorità dei prima poggia sull’onestà della società che li ha concepiti.
Nei True Principles (1841) l’obiettivo principale è quello di delineare le linee guida dello stile gotico e dei suoi limiti oltre il quale il neogotico finisce col
degenerare. L’analisi si concentra principalmente sui materiali e sull’ornamento, di cui del primo dice che consiste nell’arricchi-mento della struttura
essenziale per l’edificio.
1851 Creazione del salone medievale alla Great Exhibition di Londra con una copiosa quantità di guglie e pinnacoli sotto le essenziali strutture in ferro e
vetro del Crystal Palace, sarà appunto l’ultimo tentativo di opposizione a ciò che il Crystal Place rappresenta.
Tra il 1840-60 contribuisce alla progettazione delle House of Parliament di Londra. commissionato a Charles Berry. Altri
architetti della sua generazione: Gilbert Scott, William Butterfield e G.E. Strees.
La posizione di Pugin si salda con quella degli ECCLESIOLOGIST (sotto il cui nome gravano importanti personalità provenienti dalle università di
Oxford, Cambridge e della Camden society che dal 1841 si farà promotrice di un periodico intitolato “The Ecclesiologist”), cultori del risveglio delle
antiche forme della cristianità, attraverso forme gotiche, e portatori di una sostanziale critica sulla società industriale inglese. Edifici ecclesiastici da
ricordare sono il St Mary a Derby (1837-39); St George a Southwark Londra (1840-48); St Augustine a Ramsgate nel Kent (1845-50). A quest’elenco si
aggiungono una serie di edifici a carattere residenziale, importanti per l’anticipazione dello stile Arts and Crafts, come la casa costruita da Pugin per se
stesso a Witshire presso Salisbury nel 1835.
L’incidenza della rivoluzione industriale sulla struttura sociale prima inglese poi europea e americana si rintraccia nella trasformazione dei modi di
produzione e dell’organizzazione del lavoro, concentrato sulle fabbriche, grazie all’introduzione dei macchinari ingombranti e co-stosi; le città crescono in
modo tentacolare come dei grandi contenitori di attività produttive e di consumo da cui deriva lo sfruttamento diretto del suolo, la concentrazione delle
residenze operaie in degradanti slum, la semplificazioni e serializzazioni di elementi costruttivi. Tutto questo fu possibile a partire dalle nuove tecnologie e
materiali usati nella nuova produzione industriale: ghisa e ferro, ad esempio usati nei binari, nei ponti, nelle stazioni.
Il British Museum (1824 -1846), realizzato da Robert Smirke, nel quale le colonne neoclassiche tutte identiche, mascherano la struttura in ghisa al loro
interno, e il Crystal Palace di Joseph Paxton (1801-1865), sono i due edifici che riassumono le tensioni che scuotono l’architet-tura dell’Ottocento.
Il 31 marzo del 1850 il Building Committee indice un concorso per la realizzazione della sede di un’esposizione commerciale internazionale da inaugurare
a Hyde Park il 1° maggio dell’anno dopo.
La maggior parte dei progetti non era concepito in stile moderno, quello ora utilizzato per la costruzione delle prime stazioni ferroviarie, di mercati coperti
e e di spazi indecisi tra esterno e interno, caratterizzate dalle coperture vetrate che a Londra verranno chiamate arcades, e a Parigi passages. In Italia il
primo edificio di questo genere è la galleria De Cristoforis nel 1831, ma quella più significativa, ossia la Galleria Vittorio Emanuele II di Giuseppe
Mengoni, sarà completata solo nel 1878.
La commissione che fu abbastanza delusa dai progetti ricevuti, accetto l’elaborato di Joseph Paxton, costruttore di serre, distintosi per la costruzione del
Great Conservatory di Chatsworth del 1836-40.
Il progetto, realizzato in soli 3 mesi, non presentava sostanziali differenze rispetto alla tipologia della serra se non il riproponimento dello schema
strutturale a una scala imponente ( lungo mezzo chilometro, largo circa 120 m ). La forma complessiva trae origine dai grandi edifici basilicali (5 grandi
navate ad altezza progressivamente crescenti verso il centro, interrotto da un transetto voltato a botte, permettendo la conservazione al suo interno degli
alberi secolari presenti nel sito. All’interno di essi gli stands nazionali sono trattati ciascuno secondo le proprie tradizioni culturali (classico- italiano;
moresco- spagnolo etc…). Le travi in ferro possiedono lunghezza e peso trasportabile per l’epoca, ma decorate con un trattamento linguistico classico,
lastre di vetro con dimensioni standard, come tutti gli elementi che son prodotti in fabbrica e montati in loco, anticipando la produzione seriale dei
prefabbricati. Quest’edificio rappresenta il primo grande edificio-macchina della storia dell’architettura, il primo in cui il ferro e il vetro usati in un
contesto non giardiniero, evidenzia tratti del tutto utilitaristici e funzionali. 5
Altre esposizioni mondiali più significative, ora simbolo del progresso economico e di sviluppo, saranno quelle di Parigi nel 1867, 1878, 1889
indissolubilmente legati alla tour di Gustave Eiffel e alla Galerie des Machines.
Il feticismo della merce determina un pellegrinaggio di massa il cui obiettivo non è il puro godimento estetico, ma il semplice acquisto ottenuto attraverso
la spettacolarizzazione dei prodotti.
Le principali critiche, o per lo meno quelle più autorevoli son state mosse da John Ruskin, assunto col ruolo di grande moralizzatore della cultura artistica-
architettonica inglese, contro la nuova lavorazione di prodotti industriali, riguardo alla sostanziale unitarietà della costruzione e dei suoi contenuti, la loro
comune appartenenza alla nuova civiltà della macchina definendola come “non architettura” o anche “mostro di vetro”.
[ Riguardo all’uso di ornam