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POLIS
Città-stato greca, indipendente (probabilmente da imputare alla
conformazione del territorio greco), si sviluppa in età classica (metà V
secolo, fino alla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C.). La maggior
parte delle polis furono amministrate democraticamente su modello di
Atene. La città di piccola estensione era suddivisa in:
Acropoli: area sacra della città greca, centro della vita religiosa,
solitamente posta su un altura.
Agorà: centro della vita economica, sociale (in quanto sede di
mercato) e politica (in quanto luogo delle assemblee dei cittadini)
della polis greca, solitamente delimitata da stoai (portici). Non
necessariamente con assialità e simmetrie, poteva sorgere anche su
più piani e più terrazzamenti. Funge da modello per il foro romano.
Astù: quartiere residenziale della polis, posto generalmente ai piedi
della collina dell’acropoli.
Dal punto di vista urbanistico le più antiche polis presentavano un
impianto schematico definito pre-ippodameo, ed erano costituite da
platee (strade con orientamento est-ovest) e stenopoi (strade con
orientamento nord-sud). Quelle di impianto ippodameo, sperimentato
per la prima volta a Mileto intorno al 475 a.C., sono costituite
attraverso l’attenta composizione di decumani (orientamento est
ovest) e cardi (orientamento nord-sud). Questo schema, molto più
attento e razionale, fu ripreso anche dagli urbanisti romani.
ARCHITETTURA CLASSICA: TIPI
Teatro: auditorio ricurvo in cui venivano ospitati gli spettacoli
teatrali, riti religiosi e assemblee cittadine. I teatri venivano costruiti
sfruttando la concavità naturale del
terreno. Costituito da: orchestra,
all’inizio di forma trapezoidale,
successivamente di forma circolare
con altare al centro; scena, deposito
di scene, attrezzature e costumi,
inizialmente posta al livello
dell’orchestra, poi innalzata e
preceduta da un colonnato; parados,
passaggi laterali dai quali gli attori entravano in scena; proscenio,
pedana di legno su cui si recitava; cavea con settori e diazoma (i
corridoi).
Importante è il teatro di Epidauro (24 settori).
Bouleuterion: spazio assembleare, con cavea simile a quella del
teatro (composta da gradoni di pietra) ma solitamente coperto da
una struttura lignea e di forma quadrangolare.
Tempio: edificio più rappresentativo dell’architettura greca,
presenti in ogni polis e collocato nell’acropoli. Si ispira al Megaron
Miceneo. Originariamente era in materiali poveri (legno, mattone,
argilla battuta, ecc…), nel VI secolo a.C. venne introdotta la pietra
tagliata in blocchi squadrati e ben regolati. Tuttavia si trattava di
colonne in pietra con trabeazione lignea; il passaggio da trabeazione
lignea a trabeazione in pietra rende
le colonne molto più massicce e
tozze. Generalmente nel tempio
greco troviamo: Naos, o cella è la
sala centrale contenente la statua
della divinità e inaccessibile per i
fedeli; Pronao, portico antecedente
la cella; opistodomo, portico
antistante la cella. Il tempio poggia sullo
stilobate (incurvato di 2,60° per correggere l’effetto ottico che
farebbe risultare le colonne tra loro divergenti) il livello più alto del
crepidoma.
Ci sono diverse tipologie di tempio: prostilo, tempio con portico a
colonne sulla facciata anteriore; anfiprostilo, tempio con portico a
colonna sia sulla facciata anteriore che su quella posteriore;
periptero, tempio con cella circondata da una fila di colonne libere
lungo tutti e quattro i lati; diptero, cella circondata da 2 file di
colonne libere lungo tutti e quattro i lati; pseudoperiptero, se
presenta colonne addossate ai muri; pseudodiptero,
pseudoperiptero con l’aggiunta di una fila di colonne libere lungo i
quattro lati; in antis, presenta un portico antistante la cella i cui
muri perimetrali vengono prolungati nella facciata; in doppio antis, il
prolungamento dei muri principali viene frontalmente e
posteriormente la cella. In base a quante colonne presenta in
facciata un tempio può essere monostilo, tristilo, tetrastilo,
pentastilo, esastilo, eptastilo, octastilo, ennastilo.
Stadio: il termine indica un luogo dove sedersi, è il luogo dedicato
alle gare sportive (olimpiadi), forma a ferro di cavallo allungato. È la
base del circo romano. Il più antico è quello di Olimpia.
Tholos: tempio con pianta circolare, prevalentemente periptero.
È un tempio commemorativo destinato alla commemorazione di
miti eroici.
Case d’Abitazione: costituite da case a corte quadrate organizzate
intorno ad un cortile centrale (il pastas) sulla quale affacciano i locali
(in modo tale da essere orientati verso sud), non ci sono aperture
verso strada, e una sala centrale l’oikos preceduto da un portico
tripartito da due colonne. Nel tessuto ippodameo alla casa a corte si
sostituisce il tipo “a schiera”.
Ginnasio: cortile portico adibito all’educazione dei giovani, in un
primo momento solo fisica, in età ellenistica anche scolastica.
GLOSSARIO ARCHITETTURA GRECA
Acroterio: piccolo elemento statuario con funzione decorativa/liturgica
posto al di sopra della cornice.
Anta: pilastro d’angolo della cella.
Anelli: tre listelli sotto l’echino.
Cariatide: statua raffigurante una donna utilizzata per sostituire una
colonna.
Entasi: bombatura della colonna ad 1/3 della sua altezza, realizzata al fine
di non far apparire rigida la colonna.
Erma: busto di figura umana utilizzato come colonna.
Lesena: semicolonna addossata ad un muro oppure ad un pilastro con
funzione decorativa e non strutturale.
Loggia: portico a partire dal secondo livello.
Mausoleo: edificio funerario contenente la salma del defunto.
Megaron: edificio regale miceneo, adibito all’amministrazione della
giustizia. Aula rettangolare, a volte absidata, preceduta da portico
sorretto da due colonne, solitamente costruito con materiali poveri
(legno). Primo modello di tempio greco (architettura più complessa fino a
quel momento).
Metopa: spazio quadrato che separa, sul fregio di un tempio, un triglifo
dall’altro, eventualmente decorato con basso rilievi.
Parasta: semicolonna addossata ad un muro oppure ad pilastro con
funzione decorativa e non strutturale.
Propilei: complesso di edifici di ingresso dell’acropoli.
Rocchi: cilindri di pietra montati uno sull’altro per formare le colonne,
tenuti insieme da inserti di legno o metallo.
Stoai: portici, solitamente a più navate, utilizzati per delimitare le agorà.
Sovrapposizione ordini architettonici: prevede una disposizione degli
ordini architettonici secondo la quale i più massicci (toscano/dorico) si
trovano ai livelli inferiori e quelli più esili (ionico, corinzio, composito) a
quelli superiori.
Themenos: recinto sacro che circonda un tempio, non ha regole precise e
segue la conformazione del terreno ( per lasciare intatta la bellezza
naturale).
Triglifo: elemento rettangolare, tre volte scanalato, può presentare
gocce.
Problema del triglifo d’angolo (il triglifo non si trova in asse con l’ultima
colonna). Soluzioni:
(soluzione arcaica) Allargare l’ultima metopa (troppo visibile)
Allargare l’ultimo triglifo (troppo visibile)
(soluzione classica) ampliare l’ultimo intercolumnio, oppure
aumentare gradualmente l’ampiezza dello stesso a partire dal
centro (soluzione adottata nel Partenone)
Aggiungere una parte liscia dopo l’ultimo triglifo (soluzione adottata
prevalentemente dai romani)
ETA’ ELLENISTICA
Si definisce ellenismo il periodo che va dalla morte di Alessandro Magno
nel 323 a.C. al 30 a.C., quando l’ultimo regno ellenistico fu conquistato e
divenne una provincia romana. La cultura ellenistica era frutto della
commissione tra la cultura greca e quella delle diverse aree geografiche in
cui si vennero a creare i vari regni. Nonostante ciò la cultura greca era in
netta predominanza (viene definita infatti come l’architettura greca tra
Alessandro Magno ed Augusto). È considerata come un età di decadenza,
un passaggio fondamentale per l’architettura romana. L’elemento chiave
di questo periodo fu la scomparsa della polis come entità indipendente
(compresa la grande Atene che fu relegata al luogo di città museo) e il
subentrare nella scena economica-politica di grandi metropoli a capo di
stati territoriali. Tale evento favorì l’inizio di un processo di
urbanizzazione.
Architettura ellenistica: la politica dei sovrani ellenistici si tradusse in
grandi opere di urbanizzazione che diedero molto spazio all’architettura
civile rispetto a quella templare.
Architettura templare: perse dunque il suo ruolo dominante che
aveva avuto in età classica. L’ordine architettonico più usato era
quello ionico con l’introduzione del capitello angolare su base
quadrata con 4 volute, l’ordine dorico invece, considerato troppo
massiccio e con il problema del triglifo d’angolo, fu scelto
prevalentemente per i portici. Gli architetti ellenistici posero molta
più attenzione all’aspetto decorativo e all’effetto pittorico
dell’architettura, alterando sapientemente pieni e vuoti in modo da
garantire suggestivi giochi di luce/buio.
Architettura civile: assiste ad una rivoluzione e i tipi di età classica
subirono modifiche: gli stoai, pur mantenendo il loro impianto
rettilineo, divennero su due ordini (es. Pergamo); i teatri, dove la
scena conquistò maggior importanza dell’orchestra.
Architettura funeraria: in età ellenistica diventano di forte
importanza le città dei morti, tanto da avere un’estensione quasi
pari a quelle dei vivi. Le camere funerarie troveranno grande
sviluppo nell’architettura romana.
Le città ellenistiche: presentano dimensioni molto più vaste delle poleis
classica e per questa ragione è spesso articolata su più centri (es.
Alessandria). Nonostante resti invariato il sistema ippodameo, gli edifici di
culto non risultano più confinati nell’acropoli, così come nell’agorà non è
più centro economico- sociale-politico della città ma soltanto una piazza
monumentale. Anche l’aria abitativa viene suddivisa in quartieri seguendo
le attività e la posizione sociale dei cittadini.
ARCHITETTURA ROMANA
REGNO: 754 a.C. (fondazione di Roma) – 509 a.C. (cacciata di Tarquinio il
superbo)
ETA’ REPUBBLICANA: 509 a.C. – 27 a.C. (Augusto Imperatore)
IMPERO: 27 a.C. – 476 d.C. (caduta impero romano d’occidente)