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Il progetto per la chiesa metropolitana propone
una grande cattedrale che richiama, nella pianta, il
Pantheon di Soufflot, con una struttura a forma di
croce sostenuta da una vasta distesa di colonne.
Queste colonne definiscono una grande croce
composta da volumi geometrici sovrapposti. Al
centro si erge una imponente cupola, ispirata ai
modelli di Wren e al Pantheon di Parigi di Soufflot. La
cupola di Boullée segue l'ottica francese delle cupole
sovrapposte, e la sua calotta è decorata con finte
nuvole, creando l'illusione di un cielo dipinto. Queste
rappresentazioni nascondono le finestre che
consentono l'ingresso della luce, garantendo così
un'illuminazione diffusa e controllata.
Boullée utilizza l'ordine classico dell'architettura principalmente nei pronai d'ingresso e nei loggiati
laterali che aprono la chiesa verso l'esterno, seguendo l'esempio di Soufflot per il Pantheon. Tuttavia,
l'uso dell'ordine da parte dell'architetto è essenzialmente pretestuoso, poiché i loggiati potrebbero
essere rimossi completamente senza compromettere l'integrità architettonica, poiché l'essenza
dell'architettura risiede nei volumi puri, dove l'ordine è essenzialmente un'aggiunta superflua imposta
da convenzioni esterne. Questo concetto si discosta dall'approccio dell'architettura romana e barocca,
dove l'ordine ha un ruolo fondamentale nel definire le proporzioni dei volumi.
Si tratta di un'architettura che inizia a liberarsi dall'ordine e dai suoi canoni: questi architetti
dell'utopia sono considerati tali perché iniziano a riconsiderare l'ordine in modo nuovo e
rivoluzionario, ponendo così le basi per un nuovo approccio architettonico.
Internamente, si descrive una chiesa o un tempio in cui il tema liturgico cristiano è adottato come
pretesto, poiché Boullée crea una visione utopica del Corpus Domini del 1781. Tuttavia, questo tema
serve sostanzialmente come pretesto dall’architetto per
creare una rappresentazione di ispirazione pagana, tanto
che senza un'adeguata didascalia sarebbe difficile
riconoscere la cerimonia cristiana. I colonnati del tempio
sono evidenti, e a prima vista potrebbero richiamare
un'architettura classica. Tuttavia, i colonnati sono
completamente separati dalla massa muraria, diventando
quindi elementi contingenti e non più necessari per il
supporto dell'architettura. 121 Capitolo XIII - Gli architetti dell’Utopia
Progetto per Museo o Tempio della Fama - 1783
Si tratta di un grande complesso di loggiati e ampi corridoi voltati, concepito per ospitare una serie
di statue destinate a glorificare uomini illustri nel campo della cultura, dell'arte e delle scienze, coloro
che hanno contribuito al progresso della conoscenza secondo la visione illuministica che promuove
la diffusione della conoscenza. La cupola è interamente sostenuta dal basamento, con il catino della
cupola che rappresenta una riduzione geometrica della sua forma. È una semisfera tagliata e
appoggiata direttamente sul terreno per coprire lo spazio sottostante. Il Tempio della Fama di Boullée
è un'imponente struttura con un oculo al culmine della cupola emisferica che permette alla luce
diurna di penetrare: in base all’ora del giorno, la rotazione del sole permette al raggio di illuminare
progressivamente tutte le statue delle personalità illustri collocate nel tempio.
Ampliamento della Bibliothèque du Roi - 1785
Il progetto di Boullée, ispirato da una vera e propria commissione per l'ampliamento della
Bibliothèque du Roi, proponeva la creazione di una grande aula rettangolare dominata da una serie di
gradoni con scaffali per ospitare i volumi. Su tutta l’area dell'aula si ergeva una straordinaria volta a
botte cassettonata di ispirazione romana, sorretta da colonne sui lati lunghi. Tuttavia, il vero
fondamento e basamento dell'architettura erano i libri stessi, simboleggianti l'importanza della
conoscenza scientifica nella formazione dell'umanità. Questo grande edificio progettato da Boullée era
una rappresentazione tangibile dell'Enciclopedia di Diderot, dove tutti gli spazi convergono verso il
centro, simbolo del sapere. L'architettura disegnata da Boullée può essere ricondotta all'architettura
della di Raffaello, dove venivano rappresentate le grandi menti dell'antichità attraverso
Scuola di Atene
un’architettura di forme e volumi geometrici monumentali.
Purtroppo, il progetto di Boullée non fu mai realizzato, ma la Biblioteca venne successivamente
ampliata con la costruzione di un nuovo edificio secondo il progetto di Henry Labrouste, realizzato
tra il 1838 e il 1866. 122 Capitolo XIII - Gli architetti dell’Utopia
Cenotafio di Newton - 1784
In questo caso, stiamo trattando un elemento sepolcrale: il cenotafio è per definizione un
monumento dedicato alla memoria di personaggi illustri senza la presenza del corpo. In questo caso,
Boullée omaggia Newton, il grande scienziato dei tempi moderni; tale monumento diventa di per sé
un grande tributo alla scienza fisica e astronomica.
Boullée si ispira ai monumenti sepolcrali dell'antica Roma, ma è evidente che questo monumento
rappresenta l'affermazione definitiva del concetto precedente: un'architettura composta interamente
da volumi semplici e geometrici, con la struttura culminante in una semisfera, priva di spazio per
decorazioni e ornamenti. L'esterno della semisfera diventa internamente una sfera completa: Boullée
concepisce anche una dimensione temporale per il monumento, in cui da un ingresso stretto e buio
si giunge all'interno dell'enorme sfera, pensata dall’architetto come la stessa rappresentazione dei
fenomeni fisici studiati da Newton. Mentre all'esterno è notte e buio, internamente Boullée immagina
lo spazio come una sfera celeste illuminata dal sistema solare, tramite potenti lampade ipotetiche.
Invece, di giorno, egli immagina un'architettura illuminata negli spazi più esterni, mentre salendo
all'interno si trova una sfera buia, illuminata solo da punti di luce posizionati attraverso condotti
presenti sulla cupola, che rappresentano il firmamento celeste.
13.2 Claude-Nicolas Ledoux 1736-1806
Ledoux è il secondo grande architetto di questa compagnia di architetti dell'Utopia. Anche Ledoux
ha la stessa formazione di Boullée, essendo anch'egli nato come architetto ornamentalista. In una delle
sue opere di decorazione degli interni possiamo osservare come l'ordine architettonico scompaia,
sostituito da fasci sormontati da elmi ed elementi militari, che cercano di imitare una tenda militare
più che una vera architettura. Si tratta di una ricerca di forme alternative nell’architettura, rispetto il
linguaggio puramente classico
Teatro - Besançon, 1778-84
Una delle incisioni concepite da Ledoux per la presentazione del suo teatro a Besançon. Disegna
un grande occhio attraverso il quale si può vedere il suo teatro, che è stato effettivamente costruito
(successivamente distrutto da un incendio e poi ricostruito). Il progetto riprende l'idea del teatro
classico greco: un teatro pensato come una cavea, con una serie di gradinate che si affacciano su di
essa, culminanti in un colonnato semicircolare.
Saline di Arc-et-Senans - Arc-et-Senans, 1779-79
L'architettura fa parte di un grande progetto su scala territoriale di un imponente stabilimento
proto-industriale. La Tesoreria di Stato commissiona a Ledoux la progettazione di un complesso di
edifici destinati a fungere da saline per la produzione di sale, con un procedimento diverso da quello
attuale: si tratta di saline minerarie, dove il sale era estratto da giacimenti di salgemma nelle vicinanze.
123 Capitolo XIII - Gli architetti dell’Utopia
Durante l'estrazione, il minerale veniva mescolato con acqua, producendo una soluzione salina
liquida trasportata attraverso un condotto fino a un luogo apposito, dove veniva fatta evaporare
mediante grandi fornaci, per ottenere infine il sale.
La progettazione inizialmente si basa sulla
concezione del quadrato, ma Ledoux cambia idea e il
(1774) per le saline assume una pianta
piano definitivo
semicircolare, che richiama il progetto del teatro di
Besançon. Il progetto presenta una visione duplice: da
un lato, tutti gli edifici situati lungo il bordo
semicircolare sono le abitazioni dei lavoratori che si
affacciano verso il centro del cerchio, dove si trovano
gli impianti di lavorazione del sale e la residenza del
direttore, emissario del sovrano, l'edificio centrale;
dall'altro lato, la centralità consente al direttore di
supervisionare l'intera operazione, in linea con la
mentalità dell'Antico Regime e non in linea con una
visione egualitaria.
Propilei del Complesso
All'ingresso, Ledoux posiziona un edificio
straordinariamente funzionale, privo di decorazioni,
mentre ai lati troviamo ali senza ornamenti. Al centro,
troviamo una grandiosa espressione dell'uso dell'ordine
classico: per Ledoux, l'ordine rimane fondamentale per
l'architettura, ma è semplificato al massimo, con volumi
puri ed essenziali, privi di qualsiasi cesellatura. Il fregio
è composto da formelle quadrate senza decorazioni, le
metope, e triglifi privi della scanalatura inferiore.
L'interno dei propilei delle saline di Arc-et-Senans, subito dopo il pronao, è costituito da una nicchia
che ricorda una grande grotta: Ledoux sta progettando un elemento naturale, una rappresentazione
delle miniere da cui viene estratta il salgemma. All'esterno dell'edificio, c'è un'evidente presenza
dell'ordine classico, ma quando si tratta di ornare l'interno dell'ingresso, Ledoux abbandona l'ordine
concentrandosi esclusivamente sull'uso della natura e del linguaggio naturale. Gli elementi naturali
costituiscono un tipo di ornamento che non richiama in alcun modo l'ordine classico; sono
architetture completamente depurate dall'ordine antico, evidenziando la loro funzione. In questo, si
rispecchiano i principi dell'architettura di Lodoli, in cui ogni ornamento che non contribuisce alla
funzione dell'edificio deve essere eliminato.
Edificio della Direzione
Anche qui si osserva un utilizzo dell'ordine purificato da ogni elemento superfluo e reso geometrico
in ogni aspetto: le colonne non sono più dei semplici cilindri, bensì diventano elementi misurabili
attraverso blocchi di pietra che definiscono una grande griglia il cui passo è perfettamente
comunicabile.
Progetto per la città di Chaux
Nel trattato di Ledoux viene delineata una visione molto p