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IL BAROCCO

Il periodo medievale aveva caratterizzato l’Europa con la propria unità religiosa. La riforma luterana e le

successive riforme protestanti minano alle radici quest’unione, generando nella seconda metà del

Cinquecento e per gran parte del Sei- cento sanguinose guerre di religione. In questo clima di lotta per la

supremazia, che culmina nella Guerra dei Trent’anni, si colloca la nascita dell’assolutismo monarchico in

Francia; in Italia, intanto, il Papato continua a difendere il proprio potere come centro della fede cattolica. Il

Cattolicesimo si trova di fronte alla necessità di rispondere al Protestantesimo, e lo fa con un insieme di

riforme (dette Controriforma o riforma cattolica) che, partendo dagli aspetti teologici, giungono a influenzare

ogni settore culturale, compresa naturalmente l’architettura. Il Concilio di Trento (1545) ribadisce con forza

l’autorità papale e la presenza reale di Cristo nell’Eucarestia, entrambe negate dai protestanti, così come

l’importanza del culto dei santi e della Vergine Maria.

Lo stile barocco, ovvero l’arte che scaturisce da questa svolta culturale, si diffonde in tutte le regioni

cattoliche europee e, tramite i Gesuiti, nell’America Latina.

Caratteristiche principali dell’architettura barocca:

- volontà di destare meraviglia;

- ripresa delle forme classiche del rinascimento che però ora vengono espresse con innovazioni di metodo:

liberandosi della tensione dei canoni degli ordini classici e della prospettiva centrale, si creano relazioni

spaziali complesse che si dilatano verso una dimensione ambientale più ampia di quella del singolo

edificio;

- accentuata tridimensionalità, in modo da creare effetti spaziali dinamici che implicavano una struttura più

aperta tramite tramite le superfici curve, in un’alternanza continua di forme concave e convesse;

- la luce è intesa come elemento primario del progetto e irrompe all’interno delle chiese per esaltarne le

strutture in un forte contrasto tra luci e ombre;

- uso della prospettiva illusiva e gli effetti ingannevoli creati da sculture, stucchi e pitture sono espressione

di un nuovo carattere fantasioso ed emotivo;

- si ricercano gli effetti cromatici, il dinamismo compositivo, la ricchezza dell’ornato e l’uso di materiali

variegati, come bronzi e marmi policromi

- le piante delle chiese prediligono forme ellittiche composte da ovali interconnessi, longitudinali

centralizzate o centrali allungate, in una complessa matrice geometrica;

- le cupole hanno la funzione di esaltare gli ambienti principali e mediare il passaggio tra la solidità della

massa muraria e la fluidità dello spazio circostante;

- la facciata è sempre più in relazione con il contesto urbano, quasi ad abbracciare gli edifici circostanti.

CARLO MADERNO (1556 - 1629 d.C.)

Fu una delle maggiori figure del periodo di transizione tra l'architettura del tardo Rinascimento e quella del

periodo barocco. Nipote di D. Fontana, venuto a Roma, fu suo allievo e collaboratore. Dopo aver lavorato

come stuccatore e decoratore nelle grandi opere intraprese sotto Sisto V, si dedicò a progetti sempre più

impegnativi; dapprima completando opere già iniziate e imitando i caratteri stilistici di altri artisti, come il

Fontana e Giacomo della Porta, poi acquistando una sua fisionomia, affrontando temi sempre più vasti

e divenendo non solo uno degli architetti più celebrati di Roma, dove svolse tutta la sua attività, ma anche

l'architetto ufficiale pontificio sotto Paolo V. Formatosi nell'ambiente manieristico settentrionale ma anche

fortemente impressionato dall'architettura di Michelangelo, Maderno progettò opere che segnarono un nuovo

indirizzo, in campo architettonico, nel primo Seicento.

- Palazzo Barberini (Roma, 1596 d.C.): Il progetto del Maderno prevedeva originariamente di inglobare il

preesistente palazzo Sforza secondo il classico schema di palazzo rinascimentale, un blocco

quadrangolare con uno spazio centrale cinto da arcate. Una successiva stesura dell'architetto proponeva

invece di superare questo concetto facendo coesistere le due funzioni di palazzo e villa mediante una

facciata regolare e severa che dava su piazza Barberini per assolvere alla funzione di rappresentanza e

una parte invece tipica della villa suburbana dotata di vasti giardini e prospettive aperte. L’esempio di

ispirazione fu la Villa Farnesina costruita da Baldassarre Peruzzi tra il 1509 e il 1510, soprattutto per

l'impostazione a ferro di cavallo della pianta. La facciata è formata da sette campate che si ripetono su tre

piani di arcate sostenute da colonne rappresentanti i tre stili classici (dorico, ionico e corinzio). Tramite le

arcate più basse si accede al piano terra entrando in un ampio atrio ellittico fiancheggiato da due scale nei

lati e nel quale, centralmente si apre una scala che porta ai giardini, posti ad un livello più alto del piano

terra. Il progetto originario del Maderno fu parzialmente modificato dal Bernini che realizzò una

© Sara Urbini

costruzione a due corpi uniti da un settore con la

straordinaria facciata a logge vetrate, sorrette da un

profondo porticato che sostituì il cortile classico. Con la

realizzazione di queste due ali, si rivoluzionò lo schema

classico del palazzo rinascimentale elaborando in tal modo

il concetto di un palazzo- villa che avrebbe unito le due

funzioni di abitazione di rappresentanza della famiglia

papale con l’uso della villa suburbana, mentre la facciata

verso piazza Barberini assolveva la severa funzione di

rappresentanza della costruzione. Accanto al Maderno

lavorò fin dall’inizio, come aiuto, Francesco Borromini

(1599- 1667), che realizzò alcuni importanti dettagli

decorativi quali il fregio del cornicione delle due ali, la scala

elicoidale, a pianta ovale, progettata sul modello del

Palazzo Farnese Caprarola (opera del Vignola) e su quella

del Mascherino al Quirinale.

- Chiesa di Santa Susanna (Roma, 1596 d.C.): Uno

dei primi esempi di architettura barocca, la

facciata esterna presenta innovazioni stilistiche

che anticipano gli elementi strutturali

dell'architettura del Borromini. Si può evidenziare

un graduale avanzare verso l'esterno della

facciata attraverso passaggi concavo-convessi, in

modo da rafforzare l'asse centrale della chiesa. Il

fronte richiama la facciata della chiesa del Gesù

del Vignola, ma con un rimpicciolimento delle

volute nonché un andamento più mosso e

chiaroscurato degli elementi aggettanti, che

danno così alla superficie un effetto scenografico. © Sara Urbini

PIETRO DA CORTONA (1597 - 1669)

Studiò a Firenze e intorno al 1612 si recò a Roma dove completò la sua formazione, studiando attentamente

Raffaello (una sua copia della Galatea colpì molto Marcello Sacchetti che presto divenne suo protettore) e il

ricco materiale antiquario che Roma offriva. La sua incidenza sugli sviluppi dell'architettura barocca fu

notevole nonostante la relativa scarsità di opere e la tendenza che egli aveva a considerare quest'attività

come secondaria rispetto a quelle pittorica.

- Chiesa dei Ss. Luca e

Martina (Roma, 1635 - 1668

d.C.): Disposta su 2 piani, a

croce greca con 4 bracci

conclusi a semicerchio

(secondo lo schema

cinquecentesco), lo spazio

interno della chiesa è

scandito da gigantesche

colonne ioniche staccate

dalla parete ed è coperto da

un’alta cupola costolonata di

s t u c c o c h e a f fi o r a n e l

disegno convesso della

facciata, mosso dalle

sporgenze di colonne e

paraste, con contrazioni

spaziali e notevole

plasticismo.

- Santa maria della Pace (Roma, 1656 - 1658 d.C.): La

particolarità della chiesa è infatti la sua integrazione

con il tessuto urbano circostante, poiché il progetto

non è concepito con una facciata posta dinanzi a un

solido geometrico, ma il tutto si articola grazie

all’impiego di linee curve e

rette che si proiettano in

direzioni diverse senza

contrapporsi. L’alternanza

di volumi concavi e

convessi si protende

verso lo spazio della

piazza antistante mentre

un pronao semicircolare e

2 ali laterali collegano

l’edificio alle vie adiacenti.

L’ e d i fi c i o è c o m e u n

teatro, e la luce è

l’elemento unificatore

dello spazio.

GIAN LORENZO BERNINI (1598 - 1680).

La sua carriera si svolse per intero all’interno della corte papale e l’adesione della sua arte alle teorie della

Chiesa seicentesca si riscontra totalmente nella concretizzazione dei progetti urbanistici con i quali i pontefici

romani avevano intenzione di incrementare il rilancio della grandiosità della Chiesa. Non percependo le 3 arti

in maniera separata (era infatti architetto, scultore e pittore), egli le immagina come un’unica forma

espressiva integrata: in questo modo l’architettura delle facciate, ad esempio, prende in prestito la linea

morbida e sinuosa della scultura, sostituendola a quella retta e squadrata degli elementi architettonici. La

ricchezza degli spunti, spesso tratti da un rigoroso studio dell’antico, e la raffinatezza delle invenzioni

pongono le basi a un’arte radicalmente nuova, caratterizzata dall’equilibrata compresenza di fantasia e

libertà di espressione, e, classicità (tradizione, della quale si conserva l’armonia). © Sara Urbini

- Baldacchino di San Pietro (Roma, 1624 - 1633

d.C.): E’ concepito in modo tale che struttura e

decorazione siano partecipi di un unico disegno:

un’edicola retta da 4 colonne tortili di bronzo e

oro che sorreggono il coronamento a frange e

volute, costituito da una stoffa disposta a festone.

Le colonne imprimono un movimento rotatorio

verso l’alto e dilatatorio verso i 4 pilastroni

d’angolo, che sostengono la cupola sovrastante.

Il baldacchino dà l’idea del movimento delle

masse e della drammaticità, mentre le sue

proporzioni colossali vengono alleggerite dal

colore a membrature chiare su fondo scuro, in un

gioco di effetti luminosi.

- Piazza e colonnato di San Pietro (Roma, 1657 - 1665 d.C.): Lo scopo del progetto del Bernini è quello di

accogliere i visitatori della basilica in un abbraccio. Sostituisce quindi l’antico quadriportico paleocristiano

con 2 piazzali contigui:

il primo trapezoidale, formato da 2 corpi rettilinei che divergono verso la facciata della chiesa, creando

1. un effetto distorto della prospettiva e facendo apparire più grandi il fronte e la cupola;

il secondo a pianta ellittica, costituito da 2 emicicli di colonne doriche architravate.

2. © Sara Urbini

Due fontane sono collocate lungo l’asse mag

Dettagli
A.A. 2017-2018
130 pagine
1 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher my.life.in.a.glasshouse di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Ceccarelli Francesco.