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Mantova, S. Andrea

Progettazione nel 1470 e inizio lavori nel 1472. (chiesa)

I personaggi che circolano a Mantova vantano della presenza di Andrea Mantegna che lascia opera

particolarmente importanti come l’apparato decorativo all’interno del palazzo ducale. Insieme a lui opera

anche Alberti in diversi edifici all’interno di Mantova.

Realizzata su progetto di Alberti e fatta in sua assenza e dopo la sua morte (1472). Impianto longitudinale

cruciforme e viene realizzato il braccio longitudinale, interventi fatti senza la presenza dell’architetto. Il

braccio si sviluppa presentando lungo un fianco una sequenza di edifici che prospetta verso la piazza delle

erbe. Presenta un problema notevole per quanto riguarda l’illuminazione, si vede il vano principale della

chiesa e le due navi laterali. Copertura voltata perché ci sono contrafforti (setti murari). Grande volta a botte

che appoggia sulla trabeazione sorretta da coppie di lesene che inquadrano delle arcate (3 arcate a tutto

sesto che appoggiano su pilastri) e corrispondono all’ingresso di 3 cappelle che definiscono i fianchi della

navata. Le 3 nicchie sono anch’esse voltate (volta a botte), e seguono l’asse longitudinale del corpo della

chiesa ed hanno un andato perpendicolare rispetto alla volta principale. È simile alla basilica di Massenzio

(coperture simili).

Lesene o paraste che reggono una trabeazione continua. Il cassettonato dipinto della volta è rimandato

all’epoca romana. La sequenza dell’arco incorniciato dall’ordine si sovrappone al motivo dell’arco trionfale a

tre fornici. Questo motivo viene ripreso in parte anche facciata collegando interno ed esterno. Nicchia con

arco che poggia su pilastro. Alberti propone qui l‘unione tra il motivo dell’arco di trionfo e la fronte di tempio.

Realizza un voltone sopra l’edificio per fare entrare luce alla facciata perché la compenetrazione fa diminuire

l’entrata di luce. La ricerca di dare delle forme verso l’antico è molto difficile.

Firenze, palazzo Rucellai

Si sviluppa su 3 piani fuori terra e i 3 piani sono risolti su 3 registri (rimarcati dalla presenza di elementi

rettilinei , ordini architettonici, trabeazioni), piano inferiore ordine tuscanico – dorico (proporzioni più

maschie), al piano intermedio ordine corinzio piuttosto ricco e al piano superiore corinzio un po’ più stilizzato

rispetto a quello intermedio. Sequenza di ordini che non prende esattamente quella del colosseo. Sono

abbastanza rari gli edifici che presentano l’ordine ionico. Nel piano nobile (piano intermedio) sono collocate

le stanze degli appartamenti del padrone; inoltre in questo piano vi sono le stanze più importanti e per

questo si utilizza un ordine ricco. Mentre nell’ultimo piano è più semplificato per la funzione che ha. Vengono

impiegati per la prima volta gli ordini negli edifici residenziali. Archi su pilastri incorniciati dall’ordine.

Rivestimento con un bugnato liscio (giallo-grigio, arenaria di Firenze). Ingresso al centro, in totale sono 3 + 2

campate dove i 2 sono aggiunti in seguito. Proporziona mento dei piedritti e della trabeazione. Sorta di

basamento che conteneva panche marmoree, e inoltre a questo sistema di sedute, la panca si appone su

questo basamento trattato con un rivestimento con motivo di opus reticolatum.

Aspetti dell’architettura residenziale nel XV sec.

I casi di Firenze, Urbino, Roma e Pienza.

Firenze: sviluppo del palazzo a blocco su corte centrale porticata. I prospetti esterni sono organizzati su 3

registri, piano terra, piano nobile e superiore. L’esterno rivestito con bugnati tripartiti. Iniziano ad assumere

importanza le scale, quelle che portano dal porticato al piano nobile. Il palazzo ha una veste unitaria

(palazzo Medici). I signori di Firenze si rivolgono all’architetto Michelozzo di Bartolomeo. Bugnato rustico al

piano inferiore, bugnato mezzano liscio al piano nobile, e bugnato ancora più lavorato al piano superiore.

Cornicione piuttosto sporgente, con proporziona mento essenzialmente funzionale (per fare ombra).

Impianto quadrangolare su corte porticata, ingresso con androne sul portico e nel sottoportico ci sono le

scale. Colonne corinzie ispirate agli ordini di Brunelleschi; manca la trabeazione. La colonna non marca

l’angolo in maniera significativa.

FIRENZE,PALAZZO PITTI: bugnato grezzo con profili bene definiti, assenza dell’ordine e arcate con motivo

degli acquedotti romani.

FIRENZE,PALAZZO GONDI: diverso bugnato su ordini diversi.

FIRENZE,PALAZZO STROZZI: attenzione dell’organizzazione delle assialità. Realizzato da Benedetto da

Maiano, e insieme a lui lavorò il Cronoca. Bugnato a rilievo, leggermente bombato, lavorato e ben definito,

uguale per tutti i piani.

PIENZA,PALAZZO PICCOLOMINIO: Bernardo Rossellino è incaricato dal papa per rinnovare il palazzo di

famiglia. Palazzo a blocco quadrangolare con corte porticata. Sorta di trapezio isoscele che raffigura la

piazza. Palazzo con distribuzione ordinata con scale e stanze. La facciata quasi ricalca la soluzione di

palazzo Rucellai; 3 registri con ordine architettonico. Facciata interamente porticata per raccordare il palazzo

allo spazio circostante. Grazie ai Medici si realizzano le prime piazze disegnate con una forma regolare,

pavimentazione di cotto che riprende l’ordine architettonico del palazzo.

URBINO,PALAZZO DUCALE: Federico da Montefeltro, ha una versione del “de re aedificatoria”. Luogo di

sua residenza è Palazzo Ducale. Alla sua corte riesce a chiamare Piero della Francesca, il cui compone un

trattato sul modo di dipingere con la prospettiva (“de prospectiva pingendi”). Il palazzo è molto articolato,

quadrangolare su corte porticata, ambienti disposti bene, androne principale e corpo scale che porta ai piani

nobili. Questo edificio presenta un prospetto obliquo, snodo tra il blocco realizzato da Francesco de Giorgio

e un altro blocco preesistente. La facciata realizzata da Leurana o Francesco di Giorgio, loggia su più

registri, piano nobile con ordine corinzio, trabeazione cassettonata e corrisponde (si affaccia) allo studio di

Federico di Montefeltro, rivestito di legno tarsiato, quinta architettonica costituita da ordine architettonici,

intagli prospettici che suggeriscono la prospettiva. La facciate rimane incompiuta. La soluzione della corte

interna è di Francesco di Giorgio e rispetta la forma quadrangolare, al posto della colonna nell’angolo c’è un

pilastro con una sezione a “L” che rimarca l’angolo, con questo le arcate attigue si sviluppano pienamente e

vi è una semicolonna appoggiata al pilastro. Nel prospetto interno del pilastro vi sono le lesene, che

inquadrano l’ordine architettonico.

ROMA,PALAZZO DELL CANCELLERIA: dove ci sono gli uffici papali e dove risiede un cardinale. Presenta

un rivestimento con bugnato liscio e che lo avvicina al palazzo Rucella; proporzione aurea e

dimensionamento armonico. Il palazzo si struttura su una corte porticata.

Donato Bramante (Urbino 1444 – Roma 1514)

“Inventure et luce della buona et vera architettura”

È definito come maestro per tutta la cultura architettonica, punto di riferimento. La svolta avviene quando egli

giunge a Roma, dal 1500 si avvierà un’intensissima attività che fa in rapporto col papa. Ha una formazione

artistica, nasce come pittore, e conosce bene la geometria e le leggi prospettiche, ha un influsso su di lui il

Mantegna e Pero della Francesca. La sua attività inizia con “Fra Carnevale”.

Bramante a Milano, 1481-1499

Tra le prime opere c’è la cappella Portinari, porzione di Firenze trasportata a Milano, configurata come la

sagrestia vecchia, cappella funeraria, entro 1468 viene realizzata, con alzati minori rispetto a quelli di

Brunelleschi. A Milano iniziano ad arrivare molti artisti tra cui il “Filarete”, che dedica un trattato in cui illustra

una città ideale a Ludovico Sforza.

Ospedale maggiore

Edificio assistenziale, l’unico del trattato costruito realmente. Cantiere lunghissimo fino all’800. Impianto

aggiornato, costruito su 2 croci, e al centro delle croci una cappella. 4 cortili con 2 cortili di unione centrale, i

cortili sono tutti porticati per permettere ai malati di stare al coperto. I portici delle crociere sono modellati alla

fiorentina con archi a tutto sesto su colonne. Le prime opere di Bramante sono delle pitture di case private,

come per esempio un Cristo.

La prima opera era l’ampliamento della chiesa di S. Satiro: impianto a croce commissa, la navata laterale si

usa per realizzare il nuovo transetto. Il capo della chiesa si sviluppa osservando un piano molto più esteso a

cui egli non rinuncia e mette in atto degli artifici.

3 navate con 2 navi laterali che girano lungo una parte del transetto. Idea di riproporre un impianto vicino a

quello di Brunelleschi per il S. Spirito. Il coro può però non può essere costruito perché non c’è lo spazio

fisico per farlo. Quindi egli dipinge il coro in prospettiva, ed è il primo a farlo per finalità di creazione di spazi

esistenti. Profondo meno di 1.5 e realizzata con gli stucchi (non dipinta). Realizzata su un punto di vista ben

definito a circa 1.5 dal suolo. Pilastri cruciforme con lesene sulle facce del profilo e ricreare gli ordini

architettonici. Inoltre vi è la trabeazione e al di sopra poggia la volta cassetto nata. Alle navate laterali

corrisponde un ordine minore che regge le arcate, che corrispondono alle volte delle navi laterali. Bramante

utilizza ordini diversi per spazi con gerarchie diverse. Sul piedi croce Bramante pone una cupola emisferica

cassettonata, pennacchi con tondi su pennacchi.

S. Maria delle grazie

Nella vecchia chiesa Ludovico vuole creare la propria tomba insieme a quella della moglie, costruzione di un

nuovo spazio destinato a un Mausoleo funerario, spoglie che non verranno poi messe li. Viene realizzata in

corrispondenza della zona absidale, che viene demolita e al suo posto viene realizzata una nuova tribuna a

pianta centralizzata; viene chiamato Bramante per la realizzazione, ma esso non è in totale solitudine, è

accompagnato dall’amico Leonardo da vinci, affrescando la sala del cenacolo (dove si radunano i monaci

per il pranzo) e dipingendo “l’ultima cena”. Leonardo trova pieno regime sotto gli Sforza e fa molti disegni

come il codice del mondo (mappa del mondo); nell’architettura matura una riflessione importante

sull’impianto centralizzato, e fa uno schizzo che riporta in maniera essenziale il progetto di Bramante per la

tribuna della chiesa di S.M. delle grazie. La tribuna è quadrata, absidi laterali e coro profondo absidato e

ricorda l’opera Brunelleschiana. 18 metri di diametro e le absidi con: larghezza di circa 9 metri, con rapporto

2:1; dilatazione sull’asse trasversale e sull’asse longitudinale grazie agli absidi, che danno resp

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Publisher
A.A. 2013-2014
54 pagine
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SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luisa18 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Brescia o del prof Giustina Irene.