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PALAZZO NUOVO
piazza.
La scalinata di ingresso della piazza si presen-
ta come una lunga gradinata (cordonata) con
ampie piedate e limitate alzate. La piazza planimetricamente si sviluppa a
trapezio isoscele sfruttando le due quinte
architettoniche preesistenti e chiusa dalla
costruzione di un nuovo palazzo (palazzo
nuovo) con inclinazione specchiata rispetto al
palazzo dei conservatori.
Il dinamismo della piazza è garantito dallo
spazio ovale ribassato al centro della piazza
dove è presente la statua di Marc’Aurelio a
cavallo. Dal centro della statua una serie di raggi
marmorei vanno a creare un disegno stellare
che occupa alternatamente tutta la superficie
dell’ovale.
La scala che collega le stanze al piano rialzato
del palazzo senatorio con la piazza sono insoli-
tamente collocate parallelamente alla facciata e
sotto di esse è posta una grande fontata con
raffigurazione relative al tevere ed al nilo.
Il palazzo dei conservatori non viene modificato
ma viene costruita una quinta ed un portico
sulla piazza che verranno esattamente specchia-
ti nel palazzo nuovo.
La piazza pur presentando una spiccata assialità
induce il visitatore in una serie di scelte imposte
da Michelangelo con i numerosi ostacoli posti
lungo il percorso dell’asse preferenzile
La figura centrale è geometricamente un ovale, figura molto più
dinamica del cerchio e relativamente facile da costruire anche in
cantiere.
Il telaio della facciata costruita in fronte a palazzo dei conserva-
tori è un ordine corinzio gigante (sperimentato per primo da
Michelangelo) che giunge fino alla trabeazione della copertura.
Internamente all’ordine sono interposte delle trabeazioni minori
su colonne al piano inferiore e delle finestre (quella centrale è
più accentuata) al piano superiore.
San Pietro (rinnovamento 1546):
Michelangelo viene interpellato per compiere alcune
modifiche solo alla morte di Raffaello, Peruzzi e Antonio il
giovane (allievi di Bramante) i quali avevano già presenta-
to diverse interpretazioni del rinnovamento di S.Pietro.
M. critica fortemente il progetto precedente a lui lasciato
soprattutto per la grande frammentazione dei prospetti
esterni con una sequenza molto fitta di ordini. La facciata
del progetto pareva gotica con le due torri molto pronun-
ciate verso l’alto . In questo periodo di riforma (Martin
Lutero e i problemi dello scisma) associare uno stile gotico
(germanico) alla chiesa cattolica risultava particolarmente
scomodo e fu facile a Michelangelo convincere il papa
della inapropriatezza del progetto.
Si torna così sul progetto originale di Bramante ad impian-
to centralizzato seppur con modifiche.
Il progetto viene molto semplificato facendo scomparire
gli ulteriori 4 bracci di croce completi ai verici del quadrato
del progetto originale. Attorno ai bracci della croce viene
costruita una navata continua quadrata. Lo spazio prescelto è uno spazio
semplice e unitario proprio in segno
dell’unità che viene ricercata dal
popolo cristiano anche in questo
tempo di crisi.
L’esterno presenta, come il palazzo dei
conservatori, l’ordine gigante corinzio
sovrastato da una trabeazione ed un
ulteriore fascia di attico che si interpo-
ne prima della grande cupola emisferi-
ca centrale e delle cupolette minori in
corrispondenza dello spazio tra i vertici
del quadrato e i bracci della croce.
La cupola non verrà mai costruita sotto
Michelangelo e alla realizzazione verrà
alzata da Della Porta (in previsione già
della costruzione del braccio longitudi-
nale)
Cap 12: Cinquecento Veneto
Jacopo Tatti “Sansovino” (1486-1570):
Si forma a Roma nel momento cruciale del dibattito architettonico suscitato dalla presenza nella città di Bramante,
Raffaello e Giuliano da Sangallo.
A partire dal 1536 gli viene affidata la sistemazione del lato libero della piazzetta di S. Marco a Venezia.
Libreria Marciana:
Iniziata nel 1537 destinata ad accogliere i libri donati alla Repubblica veneta dall’umanista cardinale Bessarione. è la
costruzione più impegnativa sia sotto il profilo architettonico, sia urbanistico, anche per la presenza della prospicien-
te mole del medievale Palazzo Ducale. Sansovino decide di collocare la biblioteca e la sala di lettura al primo piano,
ottenendo a livello della piazza S. Marco un lungo porticato pubblico.
La lunga facciata si articola su due ordini di semicolonne (dorico e ionico) che inquadrano rispettivamente le ampie
arcate su pilastri del piano terra e la sequenza di serliane al primo piano, sormontata da un fregio che nasconde i
lucernari. A coronamento del doppio ordine vi è la balaustra decorata con statue ed obelischi angolari, che ha la
funzione di imprimere uno slancio verticale all’edificio caratterizzato dai prevalenti accenti orizzontali delle massicce
trabeazioni.
La Zecca:
E’ attigua alla biblioteca sul lato prospiciente la laguna. Il carattere di inespugnabilità dell’edificio è sottolineato
dall’uso del bugnato al piano terreno, negli archi su pilastri che definiscono l’ingresso, e nelle semicolonne
dell’ordine superiore dorico, preannunciando la grande popolarità dell’ordine detto “rustico” nel secondo Cinquecen-
to.
Michele Sanmicheli (1484-1559):
Contribuisce a diffondere la cultura bramantesca introducendovi però una maggiore complessità nel linguaggio e
nelle decorazioni.
Nei palazzi veronesi per i Canossa e i Bevilacqua è possibile notare come i rapporti proporzionati degli schemi
bramanteschi vengano articolati, arricchiti, e variati aggiungendo una specifica attenzione per il risalto dei valori
cromatici prodotti dalla luce sugli elementi del paramento murario.
Porta palio di Verona:
progettata dopo il 1530 e diversamente risolta nelle due facciate: nel
prospetto verso la campagna gli elementi verticali ed orizzontali si
equilibrano in una elegante composizione plastica, in quello verso la
città, invece, le strutture assumono un andamento decisamente orizzon-
tale. L’ordine dorico vitruviano con semicolonne binate inquadra una
scansione di piani bugnati in cui si aprono dei fornici definiti da un
linguaggio architettonico e decorativo articolato e complesso.
Cap 13: Palladio
L’attività primaria, così come la formazione di Palladio (Andrea di Pietro della Gondola) è quella dello
scultore. La “specializzazione” ad architetto verrà infatti in un secondo tempo a seguito dell’approfondito
studio delle antichità. Compie inoltre un viaggio a Roma con il maestro Gian Giorgio Trissino dove studia e
rileva gli edifici antichi. Svolge le tavole di una riedizione del trattato di Vitruvio di Daniele Barbaro uno dei
suoi ispiratori verso il forte interessamento all’architettura. Il lavoro di Palladio sarà svolto praticamente
per intero a Vicenza.
In seguito svilupperà nel 1570 un proprio trattato che divverà famosissimo chiamato “I quattro libri
dell’architettura”.
La differenza sostanziale sta nello studio parallelo alle opere antiche delle opere contemporanee di inte-
resse indubbio quali le opere di Bramante (tempietto di S.Pietro in Montorio).
Il trattato si rivela essenziale in quanto il testo occupa meno spazio rispetto ai trattati precedenti ricopren-
do solo la funzione di descrizione e lasciando ampio spazio ai disegni riccamente corredati di dettagli.
Il trattato è suddiviso in quattro tomi:
tratta la scelta dei materiali, le tecniche costruttive, le forme degli ordini architettonici in tutte le
- I libro:
loro parti ampliati anche agli ordini degli archi.
- II libro: riporta disegni di ville, palazzi e costruzioni realizzate da Palladio. Tali raffigurazione talvolta si
discostano dall'edificio costruito in quanto risentono di un processo di idealizzazione e adeguamento al
maturo linguaggio del maestro.
descrive la maniera di costruire strade, ponti, piazze e basiliche.
- III libro: contiene i rilievi di un gran numero di edifici antichi.
- IV libro:
Basilica di Vicenza (1546):
Uno dei primi interventi importanti di Palla-
dio riguarda il palazzo civico di Vicenza.
Il rifacimento viene effettuato a seguito di un
crollo e conseguentemente alla vincita da
parte di Palladio di un concorso a tale scopo.
La nuova veste dell’edificio è improntata sulle
antichità romane ed in particolare alle
basiliche (da qui il nome).
L’edificio presenta due registri (dorico,ionico)
di arcate su colonne il primo del quale
internamente ospita i negozio come
nell’antica roma. La copertura è affidata ad
una grande volta a crociera.
Particolarmente vincolanti sono le preesi-
stenze ed è dunque necessaria un attenta
inglobazione delle stesse.
Gli interassi tra le colonne a sostegno non
sono regolari, ma nonostante ciò l’insieme
risulta armonico e all’apparenza regolare.
Questo viene compiuto diminuendo la
larghezza della campata totale della serliana
ma non quella della campata centrale così da
mantenere costanti le luci degli archi e da
rendere l’effetto visivo di dostorsione meno
marcato.
La sequenza di serliane prosegue lungo tutta
la facciata incorniciate dall’ordine che le
intervalla. Questo schema essendo molto
flessibile consente l’adeguato incorporamen-
to delle preesistenze. L’edificio non presenta
inoltre angoli a 90 °. Per
rimediare a questa distor-
sione Palladio mette in
opera una colonna libera a
3/4 così da mascherare
questi difetti.
Palazzi Privati:
Palladio diventa presto frequentemente interessato anche nella costruzione di palazzi privati che sono per la
maggior parte ben descritti e riportati nel suo trattato. L’impianto principalmente utilizzato è quello della “domus”
(palazzo costituito da 4 corpi di fabbrica al quale interno sorge una corte porticata). Gli esterni riprendono le
caratteristiche di Palazzo Caprini : Bugnato al piano terra e ordine ad incorniciare le aperture al piano nobile supe-
riore.
Palazzo Thiene:
L’elemento di particolarità di questo
edificio privato oltre alle differenze
generali sopra citate risiede nell’atrio
di ingresso che presenta le caratteri-
stiche colonne rustiche introdotte da
Giulio Romano
Palazzo Chiericati (1550):
Particolarità del Palazzo è il portico che
corre lungo tutto il registro inferiore
(carattere decisamente insolito per i
palazzi privati) ed al registro superiore è
presente una prosecuzione del portico nei
pressi dei vertici e la presenza di un vero e
proprio setto murario solo nel centro.
La facciata &egra