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BIBLIOTECA NAZIONALE IN RUE RICHELIEU
Fa un allargamento della biblioteca nazionale con un corpo di fabbrica costituito da un cortile e la biblioteca vera e propria che collega edifici preesistenti, viene realizzato chiudendo l'isolato. Non rinuncia agli ordini architettonici, non la considera alternativa alla cultura del ferro e del vetro ma possono unirsi in un certo tipo di edificio.
All'esterno è inquadrato da queste lesene che contengono un timpano, si entra nella sala di lettura e abbiamo gli stessi elementi. Questa sala si trova in sequenza con il magazzino dei libri. C'è un uso dell'architettura antica con queste cariatidi che sostengono il portale.
Il sistema strutturale è fatto da esilissime colonnine che sorreggono non più volte a botte ma cupoline aperte da un oculo in modo da far entrare la luce zenitale. Le riflessioni di Ledoux vengono portate alle estreme conseguenze.
Le cupole sono realizzate in terracotta con colonne in ghisa.
E sono un sottile scheletro di ferro rivestite da mattone le in ceramica che riflette la luce. Se è vero che questa è un architettura funzionale allora la funzione del magazzino è quella:
- Di stoccare i libri nel modo più efficiente possibile: servono scaffili resistenti, leggeri
- Di arrivare a prendere i libri nel modo più veloce possibile.
Il magazzino dei libri è quindi interamente realizzato in ferro, non serve eccessiva decorazione: sono elementi verticali metallici che sostengono i vari piani collegati da gallerie e passaggi aerei. Utilizza i nuovi materiali ma anche altre innovazioni: se i libri devono arrivare velocemente deve inventare un sistema di illuminazione e riscaldamento per adattare l'architettura alla nuova società industrializzata. L'ingresso della modernità industriale non ha solo ragioni utilitarie ma anche un significato più elevato, in quanto espressione della società.
compiuta che ha pari valore di classicità e mondomedievale. Il fine di una fabbrica è di produrre manufatti che vanno ad arricchire il capitalista che poi reinvestirà i soldi, se la rivoluzione industriale opera sulle fabbriche e sull'arte infrastrutturale, tutto questo circolo si chiude nel luogo in cui questi prodotti vengono commercializzati con l'invenzione dei grandi magazzini, che diventano luogo della modernità dove la società borghese e industriale si identifica, si ritrova e da luogo alla nascita del consumismo. Laplanche, Moisan e Eiffel contribuiscono alla costruzione di questo tipo edilizio con il BONMARCHÉ. Nasce come contenitore di piccoli negozi che espongono la loro merce, spazio unificato dalla struttura e dalla presenza di un corso centrale dotato di ascensore che rende ancora più visibile anche in senso verticale tutte le merci. Il senso di un grande magazzino è quello di esporre in modo migliore possibile le merci.Merci per aumentare il profitto. L'involucro esterno deve esprimere opulenza, ricchezza ed invogliare ad entrare: quindi deve parlare con gli strumenti dell'architettura accademica, tramite le decorazioni.
L'interno è il cuore del grande magazzino: una struttura in metallo che grazie alla quantità enorme di finestre è inondato di luce, non per un senso eterno ma utilitaristico.
All'esterno abbiamo in questo tipo di edifici un involucro non in metallo per due motivi:
- Perché deve comunicare l'importanza dell'edificio
- Perché in Inghilterra si comprende che i metalli sono pericolosi per gli incendi, se non rivestito è particolarmente attaccabile dal fuoco.
L'altro aspetto di questa ambivalenza è la ricerca linguistica che inizialmente si imposta sul neobarocco e il negromantico, ma se si utilizza questo linguaggio ma non si possono aprire grandi vetrate, perciò ci si sposta verso strutture sempre.
più semplificate. la prefabbricazione Dagli anni ‘50 si inserisce un altro elemento: è una tecnologia di produzione edilizia che nasce in Inghilterra (e nelle relative colonie), e pur partendo dagli edifici pubblici è destinata ad edifici di tutti i tipi. Verrà sempre più usato in campo militare e principalmente con i ponti. Il sovvertimento delle strutture economiche europee dovuto alla rivoluzione industriale comporta la necessità che i produttori entrino in contatto tra di loro: era sempre successo che periodicamente i produttori di qualunque manufatto si incontrassero nelle mostre campionarie. Si esposizione decide di costruire un luogo privilegiato di questo concetto: si inventa il concetto di universale. Dal 1851 con la prima esposizione internazionale di Londra si avvia questo importantissimo fenomeno che dal fatto economico diventeranno anche motivo politico. Nel 1851 si destina una parte periferica di Londra a luogo dove, accanto a pochi padiglioni Joseph nazionali,
Si costruisce un immenso manufatto chiamato Crystal Palace, realizzato da Paxton, cuore dell'esposizione: dal punto di vista tipologico è una grande serra dove esporre prodotti, macchinari, tecnologie, qualunque oggetto fosse prodotto dall'industria europea.
Si tratta di un edificio costruito in ghisa, ferro e vetro con l'eliminazione completa di rivestimenti in muratura ed elementi prefabbricate come travi in ferro e sostegni in ghisa: qualunque elemento è prefabbricato in fabbrica, trasportato e montato.
Si tratta di inventare qualcosa di completamente nuovo: fa lo stesso dell'imperatore Costantino per la chiesa cristiana, ricorre ad un tipo edilizio preesistente, ossia la basilica romana: è un rettangolo che all'esterno si presenta con un corpo longitudinale a gradoni che nell'asse trasversale è interrotto da un transetto a gradoni coperto da una volta a botte. Il tutto con una struttura in metallo tamponata esclusivamente in
lastre di vetro prefabbricato. Questo modulo può essere allargato e allungato indefinitivamente. Questo permette di:
- Velocizzare il processo
- Trasportare facilmente gli elementi in maniera economica reallizzando una serie di elementi minimi. L'oggetto era stato costruito ad Hyde Park ma una volta finita l'esposizione universale è stato smontato e realizzato a Sydeham dove poi è stato distrutto da un incendio.
- Si possono realizzare molti elementi tutti uguali e semplici: prefabbricazione vuol dire modularità. Condiziona pesantemente la progettazione.
- Ottenere un edificio di grandi dimensioni.
- Si ha un record di produzione del vetro.
- Innovazione stilistica: qui c'è solo luce. Novità quindi dell'immagine per la trasparenza: io entrando in un cristallo di luce fatico a valutare le dimensioni dell'edificio.
Dal punto di vista planimetrico è molto semplice: bisogna minimizzare la
struttura permassimizzare lo spazio di esposizione. Dal punto di vista della produzione edilizia poteva essere standardizzato anche in parti dellalavorazione: essendo un edificio modulare possono anche essere montati a pezzi. Paxton nasce infatti come ingegnere costruttore di serre: l'interno è la realizzazione di una serra agrande scala. Qui inizia la grande storia dell'esposizione universale che diventa il banco di prova dell'architetturacontemporanea. ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI PARIGI (1889) Perché a 100 anni dalla rivoluzione francese, viene realizzata in una vasta area verde che siaffaccia sulla Senna. È un rettangolo nel campo di Marte con uno dei lati brevi sulla Senna e uno verso la città, tuttolottizzato in modo da realizzare alcuni padiglioni generali che contengono la mostra e una serie dipadiglioni per le singole discipline e il tutto con uno spiazzo verde al centro per entrare attraversoun arco trionfale. LA GALERIE DES MACHINES Dovesi esponevano le macchine: serviva un padiglione enorme dove venivano esposti questi grandi manufatti.
Costruito su un impianto basilicale rettangolare, diviso in navate da questi pilastri realizzati con una struttura a traliccio che sostengono sulle parti laterali una struttura a trave trilitica e nella parte centrale un grande arco a tre cerniere. Il tutto realizzato in acciaio con struttura reticolare e vetro.
Questa stessa struttura poi diventerà il modo usuale di realizzare le grandi stazioni come la stazione centrale di Milano.
TOUR EIFFEL
Dal punto di vista funzionale è l'ingresso monumentale all'esposizione universale, ma anche l'unico manufatto che è rimasto fino ad oggi perché in questa si concentra tutto il significato della traduzione architettonica della rivoluzione industriale. Eiffel riesce a visualizzare architettonicamente il nuovo secolo.
È un oggetto particolare perché difficile da definire:
innanzitutto una geometria che diventa forma architettonica, quattro zampe che diventano torre. È inoltre orgoglio di una società che si è trasformata da ancient regime a società avanzata e industrializzata. Nel frattempo era stato inventato il montacarichi quindi si può visualizzare Parigi da un'altezza che fino ad allora è stata raggiunta solo dagli uccelli e dagli angeli. È un edificio dove c'è un connubio particolare tra la tecnologia che rende possibile tutto ciò e la cultura delle accademie che continua a produrre repertori formali come gli archi che collegano i piloni: hanno una serie di decorazioni che servono a ricordarci che questo è un arco trionfale quadrifronte. È anche l'idea che un oggetto di questo tipo continua a produrre significati, come il fatto che sia stata spenta dopo gli attentati. Diventa poi anche torre radio, da cui quindi si irradiano.Parigi diventa simbolo di Parigi come città della modernità. A Parigi si gioca con le trasformazioni concettuali dell'architettura contemporanea. Lo stato, dopo la rivoluzione, si prende l'onere della manutenzione e l'architettura diventa patrimonio nazionale, non più espressione della classe dominante.
Parigi è anche il luogo in cui si gioca la nascita dell'urbanistica. I modelli urbanistici si sviluppano dalla fine del '700, quando le riflessioni sulla città industriale fatte dagli igenisti inglesi porta ad una presa d'atto che la rivoluzione industriale ha degradato la vita della città e la necessità di migliorare queste condizioni di vita, non solo nelle fabbriche, ma anche negli spazi urbani con poche e semplici regole:
- Le strade strette e tortuose delle città medievali inglesi, oggetto di costruzione di fabbriche e molto quindi trasformate con l'aggiunta dello smog, tolgono luce e aria
chi ci abita.
Una prima