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INCISIONE PREVEDARI:

immagine simbolo del

pensiero di questa fase del Rinascimento (prima fase dell’opera Bramantesca).

Non è un tempio esistente ma l’idea di un tempio che Bramante ha. Egli

rappresenta quello che secondo lui è un edificio all’antica, cui aggiunge poi

simboli degli sforza. Importanti per Bramante l’immagine dell’antico e la pianta

centrale (si vede dall’immagine dal libro di Bruschi: pianta quadrata che ha

come unico elemento asimmetrico l’espansione di una cappella che termina

con un’abside poligonale, tema che può essere legato alla Sagrestia vecchia

Brunelleschiana. Torna il motivo del tondo in corrispondenza delle volte, molto

frequente in tutta l’architettura lombarda). È uno spazio su cui Bramante

ragiona, il cui schema sarà poi ripreso per il progetto di S. Pietro in vaticano.

OSPEDALE MAGGIORE: progetto di Filarete che noi vediamo nelle forme

restaurate dopo il secondo conflitto mondiale. Da ospedale diventa istituto di

istruzione. Progetto innovativo in vari temi, anche quello dello scorrimento

delle acque. Grande attenzione all’ordine decorativo.

La città di Milano non era ancora pronta ad accogliere davvero le novità. Ad

esempio, la fabbrica del duomo aveva un grande consiglio che prendeva le

decisioni più importanti, non era l’architetto a decidere. Quindi l’arrivo di un

artista toscano e innovatore come Filarete non fu accolto benevolmente, tanto

che dovette abbandonare la fabbrica dell’ospedale, che fu poi conclusa da

architetti locali.

SANTA MARIA PRESSO SAN SATIRO

Sorge su un edificio carolingio (sacello di San

Satiro) su cui viene costruito un edificio a pianta

centrale che prende poi uno sviluppo a T.

Impossibilità di procedere oltre alla strada già

presente sul retro: Bramante riesce tuttavia, nel

poco spazio disponibile, a dare l’illusione di uno

spazio molto profondo se osservato dall’ingresso

(tema dell’inganno dello spettatore, che sarà poi

ripreso anche nel ‘700).

Nella Sacrestia (oggi battesimale) B. utilizza

ancora la pianta centrale (come S. Lorenzo e le

tre principali cappelle: S. Sisto, S. Ippolito e S.

Aquilino).

Colori derivati dalla tradizione bizantina (rosso blu oro).

Permanenza di qualcosa che era stato tramandato probabilmente da

Brunelleschi: influenza della cultura orientale (illusionismo prospettico, colore e

pianta centrale).

Non conosciamo il progetto di Bramante per la facciata, costruita

successivamente.

Sacrestia decorata in cotto.

AMPLIAMENTO DI SANTA MARIA DELLE

GRAZIE

Realizza la parte terminale della chiesa sotto

richiesta di Ludovico il Moro che voleva un

mausoleo per la sua famiglia. Edificio che è

stato largamente danneggiato dai

bombardamenti durante la Seconda guerra

mondiale.

La chiesa preesistente aveva un andamento

longitudinale su cui Bramante aggiunge la

tribuna a pianta centrale, il coro, la sacrestia e il

chiostro. B. giustappone lo spazio a pianta

centrale che ha significato simbolico come

mausoleo e come rif. all’antico. Pianta quadrata

a cui Bramante aggiunge delle absidi per

esaltare il contrasto tra la navata, ancora medievale (anche se opera ‘400esca)

e poco illuminata, per arrivare al grande effetto luminoso della tribuna e delle

absidi.

B. adotta un sistema di proporzioni per la

costruzione delle facciate.

L’esterno è stato restaurato, dunque non sappiamo

come fosse all’origine. Si ipotizza che non

prevedesse l’uso del cotto alternato alle parti

intonacate (anche se esse sono fatte in modo da

richiamare l’idea del marmo), ma probabilmente

Bramante l’aveva pensato come un grande monumento in pietra, un edificio

all’antica.

SANT’AMBROGIO

Progetta due chiostri, uno dorico e uno ionico, realizzati dopo la sua morte, e la

canonica, in cui si concentra sul tema degli ordini architettonici.

PROGETTI PER IL TIBURIO DEL DUOMO DI MILANO conformità

Ritiene che ci si debba muovere con il principio di per intervenire

sulla fabbrica gotica (al tempo del completamento della fabbrica del duomo

erano stati consultati molti artisti forestieri per trovare soluzioni praticabili).

Leonardo parla in maniera scientifica di un intervento “curativo”, facendo un

parallelo tra il corpo umano di un uomo malato e quello dell’edificio.

APPROFONDIMENTO: LA TIPOLOGIA DEL PALAZZO

Fin dall’antichità l’architettura aveva privilegiato gli edifici religiosi, lasciando la

residenza in secondo piano. Nel ‘500 l’abitazione comincia ad assumere

importanza.

Uno dei palazzi più importanti è il palazzo di Urbino, detto palazzo in forma di

città: struttura molto complessa con composizione variegata di elementi

aggiunti con interventi successivi. Molto interessante perché mostra un

passaggio tra strutture più complesse e articolate (medievali) e la ricerca di un

ordine (rinascimentale).

Molto importante per il palazzo rinascimentale è il cortile, un vuoto che

organizza il pieno. Nasce un problema fondamentale: come organizzare la

soluzione d’angolo, punto critico, di discontinuità, in cui si vede la necessità di

una struttura diversa dal resto.

Es. palazzo ducale di Urbino: successione di arcate dove all’ordine principale si

sovrappone un pieno che riprende, con gli elementi verticali, la scansione delle

colonne. Negli angoli si crea un puto dove la colonna viene affiancata da un

altro elemento che procede poi in altezza per incontrare l’elemento pieno

superiore (alte paraste).

A Firenze sono importanti il palazzo Rucellai e il palazzo Medici (arch.

Michelozzo), tipo di palazzo in cui abbiamo un cortile attorno a cui si dispone il

corpo dell’edificio, anche se non in modo perfettamente simmetrico. La

tipologia della corte rispecchia lo status sociale del proprietario, in quanto crea

un blocco isolato, distinto da tutte le preesistenze intorno, acquistando un

intero isolato. La facciata si realizzava con la sovrapposizione di piani tutti

decorati a bugnato, grezzo in basso e più liscio a mano a mano che si procede

verso l’alto. Il cortile di Michelozzo ha una concezione ancora molto semplice

del tema dell’angolo

A Roma i più importanti palazzi sono Palazzo Venezia e la cancelleria, per il

‘400, e palazzo Farnese nel ‘500.

Palazzo Venezia: committente = cardinale che diventerà papa (quando il

cardinale diventa papa anche il palazzo si evolve, si accrescono le funzioni del

palazzo). Ci sono varie fasi di costruzione: inizialmente il palazzo nasce come

corpo rettangolare con una torre asimmetrica (tradizione romana del ‘400) che

poi si amplia per costituire un palazzo a corte. Era frequente nei palazzi romani

la presenza di una piccola chiesa, qui chiesa di S. Marco. In parte viene

demolito durante la costruzione del monumento a Vittorio Emanuele. Cortile

interno organizzato con un sistema di arcate sovrapposte ispirate al Colosseo. Il

tema del Colosseo era un tema che gli architetti operanti a Roma avevano visto

in prima persona. Sempre in questa fase ‘400esca c’è probabilmente

l’intervento di Alberti sul palazzo. Ingresso con volta a botte cassettonata, che

potrebbe essere stata concepita direttamente da Alberti o comunque a lui

ispirata.

Palazzo della cancelleria: molto importante la soluzione d’angolo che trancia

lo spigolo rendendolo più ampio dalla parte della strada. Forma trapezoidale. La

residenza perde la sua funzione difensiva, anche se gli spazi privati restano

quelli più protetti. Facciata organizzata con due precisi riferimenti all’antico,

ormai dichiarato anche nelle architetture civili: uso degli ordini architettonici

(con fascia dedicatoria al primo piano) in facciata e presenza di bugnato

isodomo (con elementi tutti uguali tra loro). In realtà il bugnato in alcune parti

del basamento è finto, simulato dalle scanalature sulla superficie piana

(attenzione ai costi). Nel cortile c’è la riproposizione del tema del palazzo

ducale di Urbino, anche se con tre ordini. Cortile molto ampio con colonne di

spoglio, esse venivano poste in diverse posizioni per dissimulare le piccole

sproporzioni di diametro (colonne diverse tra loro).

Palazzo Farnese: ‘500 si definisce l’idea del palazzo completamente isolato

a corte. Viene poi modificato da Michelangelo. Evidente citazione dall’antico.

ANNI DI ROMA

Nel ‘500 ritroviamo Bramante a Roma (non sappiamo dove sia stato tra i due

soggiorni)

Qui Bramante diventa una figura fondamentale. Ambiente culturale molto

diverso sia da Milano che da Urbino forte presenza della chiesa, classe colta

e benestante, che manovra le più grandi esperienze architettoniche. Ad

esempio, viene elaborata la forma del palazzetto rinascimentale romano.

Importante l’evoluzione che B. compie nel corso degli anni, a Roma Bruschi

parla di una fase matura dell’opera dell’architetto.

Temi: uso del bugnato e degli ordini architettonici per i palazzi e della pianta

centrale per gli edifici religiosi.

DISCUSSIONE SULLA PIANTA CENTRALE: trova la sua più alta espressione nella

fabbrica di San Pietro

PALAZZO CASTELLESI

È stato definito come una “piccola cancelleria”. Il tema del palazzo è molto

importante per Bramante soprattutto all’inizio del suo soggiorno a Roma.

Tema predominante: nuovo tipo di facciata con uso degli ordini architettonici

sovrapposti al bugnato. Paraste binate che inquadrano le finestre.

Importante per quanto riguarda bramante: uso del bugnato e dell’ordine dorico.

PALAZZO CAPRINI

Distrutto, abbiamo solo un’incisione. Facciata ricca di riferimenti all’antico. Non

è un palazzo cardinalizio ma è la casa di un artista. Riprende la tipologia delle

abitazioni dove al piano terra troviamo delle botteghe. Il banco espositivo

all’ingresso dei portoni a piano terra è ripreso dai mercati traianei. Nel piano

superiore, quello della residenza, più nobile, Bramante riprende la scansione

del piano inferiore utilizzando gli ordini architettonici con la colonna binata.

Finestre molto alte con balaustre che riprendono il basamento delle colonne di

ordine dorico. È ripresa anche l’idea del fregio dorico, con metope e triglifi.

PALAZZO DEL TRIBUNALE

Iniziato ma non terminato. Grande struttura pubblica di cui abbiamo solo alcuni

disegni (non di Bramante) e un’incisione su una moneta. Composizione

elaborata della tipologia del palazzo. Per la sua funzione pubblica il palazzo si

articola attorno al giardino con una soluzione doppia sui due lati. Anche qui

c’era una chiesa a pianta centrale (croce greca).

CHIOSTRO DELLA CHI

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
8 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fidiven98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Loi Maria Cristina.