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Nel frattempo Mies entra in contatto con gli esponenti delle avanguardie.

I suoi progetti sembrano subire l'influsso degli artisti delle avanguardie, evidente nel progetto per una casa di campagna in mattoni, ma non realizzato. La pianta è formata da una serie di setti che si slanciano e fanno somigliare la pianta ad una composizione astratta, con l'idea di rottura della scatola edilizia, le pareti vengono aperte verso l'esterno. I muri portanti sono in mattoni disposti in modo da consentire gli appoggi di solai che in parte vanno a sbalzo e non si intersecano mai. Questo progetto non è mai stato realizzato e non è per un sito specifico, ma può essere considerato un modello, uno studio per il futuro. Mies propone una spazialità di tipo dinamico.

Nel 1927 Mies ottiene un incarico per realizzare una mostra intitolata "abitazione" e deve realizzare in piano di questo quartiere vicino Stoccarda. L'obiettivo è quello di mostrare quello

che è l'abitare ed il convivere moderno. È un concetto rivoluzionario che investe tanto la progettazione degli alloggi, quanto la disposizione urbana, fino alla progettazione degli arredi. Il quartiere è costituito da una sessantina di appartamenti e sono stati chiamati diversi architetti tra cui Le Corbusier, Gropius, Berhens. Mies, oltre a progettare il masterplan del quartiere, si occupa della progettazione di una stecca composta da 4 blocchi con ciascuno 6 appartamenti, caratterizzati da finestre molto grandi. La struttura portante è metallica ed il tutto è realizzato con elementi standardizzati. Questo quartiere è la messa in opera dell'architettura affiancata all'industria. Il concetto di economicità e leggerezza investe anche i mobili prodotti con tubolari in acciaio, che aveva suscitato scalpore negli anni '20. Le sedie sono basate sul concetto della leggerezza. Il primo grande progetto di Mies è il Padiglione tedesco.realizzato per l'esposizione di Barcellona nel 1929. È un piccolo edificio che doveva rappresentare il nuovo coso della cultura tedesca. Dopo l'esposizione il padiglione è stato smantellato, ma poiché era diventato il simbolo dell'architettura moderna, si è deciso negli anni 80 di ricostruirlo.
  • Rapporto tra interno ed esterno,
  • rottura scatola muraria,
  • spazio diviso in due parti: specchio d'acqua e statua in posizione ad angolo
  • padiglione vero e proprio
All'interno ci sono altri setti rivestiti di marmo ed il padiglione sostenuto da 8 pilastri: memoria di un colonnato che non esiste più - in riferimento al tempo greco. Mies ci vuole suggerire l'idea che ci debba essere una separazione tra gli elementi portanti e gli elementi che definiscono lo spazio (setti murari). Per trasformare il concetto in forma Mies separa il pilastro dal tamponamento. Lo specchio d'acqua con la statua di Colbe.

Sottolinea quanto sia importante per Mies l'attenzione ai materiali, tanto che riesce a creare delle forme che creano suggestione sia dal punto di vista compositivo che cromatico. Per il padiglione Mies progetta la Poltrona Barcellona con il suo poggiapiedi. Casa Tugenghat, Brno, 1930. Le idee che lui aveva impiegato nel padiglione vengono rilette in chiave domestica. L'edificio sorge su un pendio e si accede alla casa dal piano superiore che ospita le camere. La zona inferiore è completamente vetrata ed ospita la zona giorno. Anche qui i sostegni sono rivestiti dall'involucro riflettente, i sostegni sembrano diventare presenze che vengono smaterializzate dalla luce. Il contatto tra capitello e base rende la composizione più astratta. Mies ad un certo punto diventa direttore del Bauhaus tra il 32 ed il 33 a Berlino. Dopo la chiusura da parte dei nazisti del Bauhaus, Mies si trasferisce in America nel 1938. Da questo momento inizia la seconda fase della sua

carriera dove costruisce case private, grattacieli e sedi universitarie. Il primo incarico che riceve in America è la Resor House a Wyoming, che rimane incompiuta. Mies riduce il soggiorno ad un enorme vetrata con i sottili pilastrini cruciformi, e ciò che definisce la casa è il paesaggio esterno che diventa l'architettura stessa.

Casa Farnsworth, Plano. Costituisce lo sviluppo di Mies sul telaio in acciaio, che in questo caso Mies decide di dipingere di bianco, quasi a voler denunciare l'estraneità dell'architettura dalla natura. L'architettura da un lato dialoga, dall'altro si impone sulla natura stessa. La committente è Edith Farnsworth, da l'incarico per la sua casa nel week-end.

Nonostante la struttura sia apparentemente gracile, Mies gli conferisce una certa monumentalità grazie ad una doppia elevazione, attraverso una piccola scalinata dalla quale si raggiunge una platea per poi arrivare alla casa.

La pianta

è articolata in due rettangoli: il primo è la piattaforma d’accesso; il secondo è la casa vera e propria preceduta da una veranda.

La casa è sostenuta da 4 putrelle su ciascuno dei due lati lunghi. La zona d’accesso rivolta verso l’esterno, limitata dai vetri, e la parte interna che è il blocco centrale che contiene i servizi.

La natura ha un ruolo centrale. La casa con le putrelle ed i montanti va a inquadrare porzioni di paesaggio sempre diverse.

Altro aspetto importante è il fatto che per accentuare l’identità tra interno ed esterno Mies fa una pavimentazione in pavimento di lastre di travertino continua nella casa vera e propria. I pilastri sono poggiati sul pavimento di modo che lo spazio continui ininterrotto tra interno ed esterno.

La casa è invivibile sotto il punto di vista climatico, nonostante sia un manifesto dell’architettura moderna. È una casa che diventa manifesto tanto che Philip

Johnson la reinterpreta nella sua Glass House. Crown Hall, IIT, Chicago, scuola di architettura. si può fare un paragone con il tempio greco dal quale Mies riprende il concetto trilitico. La pianta è una specie di tempio, con una cella interna alla quale si accede attraverso una scalinata, come nel tempio antico. Lo spazio interno è completamente libero da sostegni, di modo da poterlo utilizzare in modo elastico. Negli anni americani accanto all'attività didattica intraprende un'attività professionale che lo porterà a costruire diversi grattacieli a Chicago, New York, Toronto e il più importante è il Seagram Building, a New York per una multinazionale. Phillis Lambert, la figlia del proprietario della multinazionale, chiede consiglio a Philip Johnson a chi potesse chiedere di costruire questo palazzo. Phillis Lambert vuole un edificio fuori dall'ordinario e innovativo dal punto di vista urbano per le modalità con.

Cui si inserisce nel contesto. Mies convince la committente a rinunciare ad una parte della superficie a disposizione, in modo da poter arretrare la torre rispetto al filo stradale. In pianta la struttura portante è puntiforme in pilastri d'acciaio su griglia quadrata, ed il grattacielo che si appoggia in un piano terra completamente aperto. La parte superiore più opaca, contenente gli impianti. Anche qui si ha la tripartizione, ma se in Sullivan il basamento era in pietra, con Mies viene svuotato il piano terra. Davanti al palazzo si crea una piccola piazza pavimentata in pietra con due vasche d'acqua lateralmente. A New York non era mai stata vista una cosa del genere. La ricchezza è sottolineata dall'atteggiamento di dispregio nei confronti della metropoli, ma anche dalla scelta dei materiali pietra, marmo, ed il bronzo che riveste tutto il palazzo. La pietra della piazza continua anche sotto il loggiato per avere un senso di continuità.

Neue

National Galerie, 1962, Berlino, Mies propone un'enorme griglia in acciaio sospesa da terra grazie a 8 colonne di forma cruciforme di dimensioni più consistenti rispetto a quelle delle case che sono disposte a 2 a 2 sui quattro lati.

La pianta è quadrata basata su un sistema modulare con un quadrato che ha al lato 1,2m ed è una pianta completamente libera perché il compito di sostegno è dato agli 8 pilastri.

La piastra è composta da elementi prefabbricati ed una volta che la piastra è stata completamente montata a terra è stata portata in alto da 8 gru e successivamente si sono inseriti i pilastri, di modo che siano l'elemento portante dell'enorme piastra. Per la realizzazione sono bastate 9 ore di lavoro a dimostrazione che la sua architettura è arrivata ad un livello eccezionale. Architettura perfetta ed astratta in sé.

Mies ha detto: "La chiarezza costruttiva portata alla sua espressione esatta."

Questo è ciò che io chiamo architettura. "Architettura e Regime Fascismo Il 900 è stato il secolo delle dittature, che hanno rappresentato un nuovo tipo di regime, totalitario e di massa. Dal punto di vista dell'architettura quelle che le accomuna è il ricorso ad un monumentalismo di tipo classicheggiante. Prendere l'architettura classica e renderla monumentale. Ciò succede sia per l'architettura che per gli apparati effimeri. I tre regimi hanno usato l'architettura come oggetto di propaganda per far leva sulle masse. Dopo la caduta del totalitarismo gli storici hanno iniziato a studiare i tre diversi totalitarismi per vedere le differenze: Una fondamentale è la visione dell'arte e dell'architettura, che si rifà all'architettura classica per plasmare le masse. I tre dittatori avevano una visione dell'arte molto diversa. Hitler da giovane aveva avuto delle ambizioni artistiche, architetto e

pittore fallito, ed in virtù della sua presunta preparazione combatte il linguaggio delle avanguardie e del movimento moderno. Si servirà di un unico architetto ed un unico linguaggio, quello della semplificazione delle forme.

Stalin: le avanguardie vengono presto bandite da Stalin, evitando in maniera assoluta il movimento moderno, visto come decadenza della borghesia, e ripartire con il neo classicismo del 700-800.

Mussolini aveva un atteggiamento che sintetizzava tutte le arti. Mussolini era inizialmente attratto dalle avanguardie perché vede in esse il dinamismo, il cambiamento che il fascismo si era posto come obbiettivo, ma poi si dedicherà al classicismo monumentale e retorico come quello che si stava costruendo in Germania.

Se in Italia non viene completamente impedito agli architetti di utilizzare il linguaggio della novità, Mussolini vuole che si vada a rileggere l’architettura degli antichi romani. Gli architetti si interrogano su come si possa

reare un’architettura italiana, moderna e legata alle istanze del mondo industriale. Un gruppo di giovani architetti GRUPPO 7 propone un nuovo modo di costruire, che da una parte si identifica con il razionalismo, ma che vuole cons
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A.A. 2019-2020
72 pagine
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SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giogio9803 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura III e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Brodini Alessandro.