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La Roma di Sisto V Pontefice dal 1585 al 1590
Sisto IV prosegue il lavoro dei predecessori. Pio IV Medici di Marignano (1559-65) aveva proceduto al rinnovamento della basilica lombarda ad opera di Pellegrino Tibaldi. Pio V (1666-1672) e Gregorio XIII gli succedettero.
Felice Peretti di Montalto divenne papa col come di Sisto V. Di umili origini, francescano, non si attenne con troppa assiduità alla severità e all'austerità propri del suo ordine. Incise profondamente sulla storia della città di Roma, con un piano di ristrutturazione e di collegamento delle 7 basiliche romane da Porta del Popolo (Nanni di Baccio Bigio) prefigurando gli interventi urbanistici dell'età barocca e concludendo il programma di risistemazione della città iniziato da Giulio II. Grazie alla proclamazione di vari Giubilei straordinari ha modo di sperimentare concretamente sulla città. Il suo programma ha un vasto valore simbolico, sebbene non volto alla.
Conservazione, diversamente da quello di Paolo III, alcuni simboli della città, come la colonna di Traiano e di Marco Aurelio, vengono cristianizzati (rispettivamente vi si appongono le statue di S.Pietro e S.Paolo).
Strada Felice, in parte realizzata sotto Gregorio XIII, collega porta del Popolo a Trinità dei Monti e a S.Maria Maggiore e S.Croce in Gerusalemme. Si interseca a croce con strada Pia (Pio IV), simbolo che verrà posto sempre in evidenza come esorcizzazione della Roma pagana sia nei percorsi che nei monumenti antichi.
Per evidenziare i percorsi di collegamento tra le basiliche che venivano visitate dai pellegrini assegna il titolo di basilica a S.Maria del Popolo, togliendolo alla Basilica di S.Sebastiano che si trovava in zona periferica. Strada Felice gira attorno ai due polisacri: S.M.del Popolo, atrio della città, e S.M. Maggiore, fulcro del suo programma, volto anche all'inurbamento della zona dell'Esquilino su cui si erge.
Privilegiando questo percorso garantisce un miglior collegamento alla sua villa (Villa Peretti, ampliata e con un grande giardino) che si trova nella parte absidale di S.M. Maggiore.
Marcello Fagiolo studia nel '900 il simbolismo della città, nei cui percorsi vede una precisa volontà ideologica di una Roma in "costellationis formam", riconoscendo le immagini del carro e del timone nel reticolo della città, a simbolo delle costellazioni dell'Orsa Minore e dell'Orsa Maggiore.
Dei 13 obelischi della città, Sisto V, su progetto di Domenico Fontana, ne fa erigere 4, tutti di origine egiziana. Dei quattro obelischi l'unico che era rimasto nella sua posizione originaria fino a quel momento era quello di S.Pietro sebbene fosse seminterrato: gli altri tre erano spezzati o caduti.
Il primo obelisco eretto è quello vaticano, nel 1586, trasportato dall'Egitto a Roma da Caligola nel 37 d.C. (ma originario del 594-598 a.C.). Il secondo
è quello dell'Esquilino, posto eccezionalmente nella parte absidale dei S.M.Maggiore, laddove si aprono i cancelli della villa pontificia, trasportato probabilmente tra l'81 e l'86 a Roma. L'obelisco Laterano, eretto davanti a S.Giovanni in Laterano nel 1588, è il più antico, risalendo alla XIII dinastia (1443-35 a.C.), si trovava nel Circo Massimo, come il Flaminio ha i geroglifici ed è posto su un alto piedistallo. L'ultimo è il Flaminio (1589), trasportato da Augusto attorno al 10 a.C. Come l'obelisco vaticano è leggermente fuori asse rispetto ai percorsi stradali. La collocazione di elementi pagani in uno spazio cristiano vede l'unione dei due movimenti religioso e urbanistico. Gli obelischi infatti vengono coronati con il fastigio costituito dal trimonsio (3 monti dell'araldica di Montalto), la stella a cinque punte (simbolo della Madonna) e la croce. Essi segnalano da lontano la basilica e al contempo indicano.la sua abilità nel combinare elementi classici e rinascimentali. La villa diventa un simbolo del potere e della grandezza del cardinale, con i suoi giardini all'italiana e le sue fontane. Il Tibaldi continua a lavorare a Roma per diversi anni, realizzando numerosi progetti architettonici di successo. Durante il suo periodo a Roma, il Tibaldi entra in contatto con importanti artisti dell'epoca, come Michelangelo e Raffaello, che influenzano il suo stile artistico. La sua opera più famosa è la chiesa di San Pietro in Montorio, che presenta una facciata elegante e una cupola imponente. Nonostante il successo e il riconoscimento ottenuti durante la sua carriera, il Tibaldi muore in povertà nel 1596. Tuttavia, il suo contributo all'architettura rinascimentale e al panorama artistico di Roma rimane ancora oggi evidente.già quelle capacità tecniche che gli permetteranno di ricevere successivamente l'incarico per gli obelischi. È inoltre sua la costruzione in S.M.Maggiore della cappella-mausoleo di Sisto V (non confondersi con la cappella sistina di Sisto IV 1470 ca.) e dei lavori sul Palazzo Laterano: la scala santa (secondo la leggenda sono quelli che Gesù salì andando da Pilato) e il Sancta Santorum (cappella a cui possono accedere solo il pontefice e poche alte cariche sacerdotali). Nel 1587 viene innalzato l'obelisco Esquilino dietro a S.M.Maggiore. Era il più modesto dei quattro obelischi e fu ritrovato spezzato in via di Ripetta (uno dei tre bracci del tridente stradale). S.M.Maggiore è la sede della cattedra vescovile di Roma, fatta erigere nel 432-40 da Sisto III e dedicata al culto della Madonna appena promulgato dal concilio di Efeso. Nonostante gli interventi successivi era ancora visibile l'impianto paleocristiano. La navata centraleè distinta da quelle laterali grazie a 21 colonne ioniche. Le parastesuiperiori individuavano le finestre, alcune delle quali furono chiuse durantel'intervento di Sisto V per motivi decorativo-pittorici. La pavimentazione aincrostazione marmorea è cosmatesca mentre un apparato musivo adorna il catinoabsidale, nel quale è rappresentata la vergine come una principessa.Sisto V fa trasportare nella sua cappella l'antica cappella del Presepio di Arnolfo diCambio, con la quale si integra e sulla quale si erige la cripta sistina. L'accesso allacappella del Presepio è centrale, circondato da un ambulacro. L'altare papale èrivestito delle decorazioni marmoree che adornavano la cappella arnolfiana e su diesso si ergono quattro figure angeliche che sorreggono un ciborio. Stucchi, pitture emarmi forniscono un insieme estremamente policromo alla cappella che vede comemodello l'arco di trionfo. Le colonne marmoree addossate alle pareti
provengono dal ninfeo (septizonio) del palazzo di Settimio Severo, sul palatino, spoliato e trasferito per comporre l'apparato decorativo della cappella. Tra le colonne una nicchia contiene la statua di Sisto V in preghiera e al di sopra una trabeazione dentellata è sovrastata da un ordine antropomorfo. Sisto V prosegue i lavori all'acquedotto iniziati da Gregorio XIII con l'obiettivo di garantire acqua all'Esquilino (dove per altro sorgeva la villa del papa). Lungo i 33 km di acquedotto vengono costruite numerose fontane, tra cui la fontana dell'Acqua Felice o del Mosè. L'ordine architettonico di questa facciata viene declassato dalle proporzioni enormi dell'attico che regge la specchiatura con la dedicatio. Il fastigio è completato dal trimonsio e croce e affiancato da due obelischi che evidenziano come punto di riferimento il luogo. Al centro della fontana una imponente statua di Mosè richiama al tema dell'acqua e alla figura del.pontefice.L'intersezione a croce di Strada Pia e Strada Felice forma un quadrivio segnalato da quattro fontane con le figure giacenti di Tevere, Arno o Nilo, Fortezza e Fedeltà inserite in nicchie architravate.
Palazzo del Quirinale Nasce come Villa del Cardinale D'Este, presa in affitto dal Cardinal Caraffa nel '500 cherea il giardino laddove c'era la vigna. Sisto V la acquista e commissiona a Domenico Fontana i lavori di ampliamento del palazzo su Piazza del Quirinal (detta allora Piazza Montecavallo a causa delle statue romane dei Dioscuri qui posti da Sisto V). All'interno del palazzo viene inoltre costruita la scala di Ottaviano Mascherino tra il 1577 e il 1585 che si ispira alla scala del Belvedere di Vignola e Bramante.
Per Sisto V Domenico Fontana realizza anche la Biblioteca Vaticana: il corpo della biblioteca si pone trasversalmente al Belvedere, ma non vi si accede dal cortile, ma dalla galleria interna al palazzo. Vi sono analogie con la biblioteca
Marciana (Sansovino-Scamorzi 1537 ca), ordita da sovrapposizioni di arcate-colonnati. All'interno la grande aula si suddivide in due navate attraverso i due pilastrid'appoggio per la vasta copertura voltata.
Progetto per il Colosseo: Sisto V era di umili origini e mostra un profondo attaccamento alla terra incentivando lavori di bonifica delle paludi pontine e di zone semi-abbandonate come erano quelle vicino alle mura aureliane. Assieme alla volontà di risolvere i problemi delle classi meno abbienti e a quella di ripopolare questa zona, incarica Domenico Fontana di progettare una ristrutturazione del Colosseo per trasformarlo in un opificio, una manifattura per panni di lana (e le Terme di Diocleziano in una per la seta) e in residenze popolari. Per ricavare un percorso di collegamento diretto con il quirinale era stata prevista la demolizione di parte dell'impianto del circo, che fece scoppiare una sorta di rivolta negli ambienti colti romani che si opposero all'idea.
comunque sospesa a causa della morte del pontefice. Bernini Clemente VIII favorì Giacomo della Porta fino alla morte dell'artista nel 1602, dopo la quale i lavori al cantiere di S.Pietro vengono affidati a Carlo Maderno, che propone un corpo allungato per la chiesa e non a pianta centrale come aveva fatto Michelangelo. Paolo V Borghese (1605-1621) porta avanti un programma basato su tre punti incarichi significativi: S.Pietro, la cappella paolina in S.M.Maggiore (fronteggiante la cappella sistina) e il Palazzo del Quirinale. Nel '600 gli Aldobrandini, i Chigi e i Borghese sono le famiglie romane che danno un nuovo volto alla città, grazie al nuovo linguaggio barocco (in seguito criticato aspramente in quanto figurazione del momento di crisi politica e artistica del periodo), che rispetto alla Roma del '500 presenta un aspetto pienamente controriformista. Protagonisti assoluti di questi cambiamenti sono Pietro da Cortona, Bernini e Borromini. Il barocco non si trova perla prima volta nell'arte (si pensi all'Ellenismo, al periodo tardo imperiale, al gotico fiammeggiante) è stata caratterizzata da una grande innovazione e sperimentazione. Gli artisti di questi periodi hanno introdotto nuove tecniche, stili e temi che hanno influenzato profondamente l'arte successiva.