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Cristina Crippa viene dalla scuola di teatro, uno medicina e un’architettura, molti non hanno mai fatto teatro e
non insieme.
C’è un’ideologia o idea di stare insieme che è un idea di condividere degli ideali, ad esempio credere che il teatro
possa influire sulla società che attraverso questo si possa comunicare con gli altri e che non sia solo un momento
digestivo, in un momento molto particolare per la storia di Italia e per la storia di Milano.
La voglia di comunicare con i giovani credendo che il teatro possa incidere sulla società che parlando dal
palcoscenico si possa cambiare ciò che ci sta attorno.
Provano nelle cantine, a casa di amici.
Sono altri luoghi dove i giovani dell’Elfo vanno a chiedere spazi alternativi dove potersi preparare ed esibire, come
i centri sociali, luoghi alternativi alla cultura locale, in questi posti si fa anche spettacolo, sono anche i luoghi
pubblici, piazze, sale e luoghi inappropriati come vecchi casolari o capannoni.
Questo gioco ha successo, in quanto questi giovani iniziano ad avere un successo crescente, ad essere seguiti da
giovani coetanei, ma anche dal pubblico che a volte diserta la sala teatrale più titolata, per andare a vedere questo
gruppo che propone delle rappresentazioni accolte da una grande attenzione.
Attraverso un passaparola tra gli anni 73 o 74 la compagnia inizia a prendere spessore, ma che cosa facevano sul
palcoscenico?
Fanno dei testi inseriti da solo che si inseriscono in un concetto di teatro festa, spettacoli che trovano con il
pubblico un contratto diretto, e vanno a mettere in scena dei testi propri che assemblano loro stessi che trattano
delle opere di vari generi, ad esempio abbiamo:
• 1789: scene dalla rivoluzione Francese
E’ uno spettacolo che creano e propongono con un elemento che rimarrà fisso che è quello musicale. Si
creano momenti di coesione sociale molto importante per la Milano dell’epoca.
La partenza di questo teatro è una partenza alternativa o differente che si svolge in luoghi non teatrali, fatta da
giovani l’uno diverso dall’altro, con temi diversi ma che avrà una presa pazzesca, con circa 200 mila spettatori.
E questo gruppo si inserisce nella città di Milano, città difficile, attraversata da grandissimi problemi sociali, che
avrebbe dato ospitalità ad una serie di movimenti politici, molto difficile.
Quindi il fatto che questi giovani fossero riusciti ad affermarsi in una città difficile, è sicuramente una
caratteristica importante, si fanno pubblicità grazie anche alle Radio Libere e sono tra i fondatori di radio
Popolare, questi giovani hanno acquisito una dignità artistica, questo comporta i fatto che subito dopo 1975 si
pone il problema la necessità di trovare un modo per stare insieme, sia dal punto fiscale e amministrativo, nasce
quindi la Cooperativa del teatro dell’Elfo , e viene fondata dagli stessi autori che facevano parte della
compagnia,
Nel 1979 il comune accortosi di questi giovani da loro una sala privata, ma gestita dal comune che è in Via Ciro
Menotti, questa sala era un ex cinema, nasce effettivamente il Teatro dell’Elfo.
Gli anni 80 vedono una stabilità di questo teatro e una grandissima produzione di spettacoli, la compagnia
viene arricchita da molte nuove entrate, e i vecchi soci rimangono sempre gli stessi tranne uno che si allontana dal
teatro per spostarsi nel cinema il celeberrimo Salvatores. Oltre alla rappresentazione di autori e opere vede
nascere delle iniziative che allargano le loro prospettive, creando la Milano oltre nel 1986 che si occupa di
Danza, Danza contemporanea e moderna. Festival fatto in collaborazione con il teatro di Porta Romana che
ormai non esiste, questa collaborazione fa nascere Milano oltre ma anche qualche cosa di più, nel 1992 Le due
cooperative si uniscono per dare luogo ad una nuova forma teatrale, più allargata che si chiama Teatri di Thalia
o D’Italia, è un gioco Thalia era la musa della satira e della musica .
Negli anni 90 aumenta la propria produzione perché ha due sale, sono gli anni di una doppia produzione sempre
ottenendo dei risultati molto positivi fino a quando per ragioni di proprietà quella sala del teatro del teatro di
porta Romana viene dichiarata inagibile e viene indicata come una sala da demolire, è cosi che Il teatro di Thalia si
ritrova ad organizzare teatri in un’unica sede, il problema diventa grave e viene dibattuto dal comune e dalle
regione anche a livello ministeriale.
Si cerca una sala teatrale provvisoria, ma soprattutto attraverso Fiorenzo Grassi che inizia a porsi il problema di
trovare una sala che possa ospitare la produzione dell’Elfo e che possa ospitare tutto il pubblico che è cresciuto
esponenzialmente. Nel frattempo la produzione e l’attività dell’elfo è cresciuto fino a che nel 2000 si giunge ad
una nuova soluzione, molto difficile ma che ebbe i suoi risultati. Il comune mise a disposizione una vecchissima
sala di un teatro in Corso Buenos Aires, il comune investe molto e attraverso Grassi si viene a creare una grande
multisala, che adesso si chiama Elfo Puccini esattamente viene inaugurata nel marzo del 2010 di un Teatro
dei maggiori di tutto Europa, questo crea un cambio di attività in quanto tre sale aperte ogni sera al pubblico
generano un impegno molto grosso e diverso, in questo caso nella sala Elfo Puccini verranno esposte le maggiori
opere.
Vi è una sala più piccola adibita ad ospiti, spettacoli esteri che vengono ospitati, molto tradizionali, a volte
spettacoli di ricerca e sperimentazione. C’è una sala di cento posti molto piccola aperta a spettacoli musicali.
L’unica indicazione per gli anni dal 2010 ad adesso è che cambia dal punto della società la struttura dell’Elfo, nel
2011 la Cooperativa del Teatro dell’Elfo prende la qualifica di impresa sociale, rimanendo cooperativa.
Impresa Sociale: si tratta di un cambiamento sostanziale molto importante, la cooperativa è composto da un
gruppo di persone che possono avere degli utili (fondi, soldi), è un attività for profit, ma si sa che i gruppi teatrali
non guadagnano mentre i fondi e i ricavi devono essere rinvestiti nella produzione del teatro, nel creare dei
laboratori nel fare attività legate al cinema e alla danza, ma non possiamo utilizzarlo for profit. 1/10/13
Indirizzo email per biglietti alla scala
Valentina.trovato@gmail.com
Titolo dell’Opera: Don Carlo di Giuseppe Verdi
12/10/13
ore 19:30
costo biglietti 11
Aida
Ore 19:39
Costo 11 o 20 euro
Balletto
La storia di manon
7/11
ore: 20
costo: 10 a 14 euro
A teatro a Milano negli anni 70:
La Milano negli anni 70 non era molto differente dalla Milano di oggi c’erano due grandi istituzioni, il teatro alla
scala ed era l’istituzione teatrale per eccellenza, la cui propensione era per l’opera e la danza, un teatro oggetto di
forti contestazioni alla fine degli anni 60.
Proprio nella scala i 68ttini trovarono modo di contestar la società dell’epoca, contestando le grandi produzioni, in
quanto i cittadini milanesi chiesero che ci fosse un teatro destinato ai milanesi e non solo ad una classe privilegiata.
Nel 1972 era stato diretto da un uomo Paolo Grassi il quale era venuto via dal “piccolo teatro” per modificare il
ruolo della Scala.
La seconda grande istituzione milanese è il “Piccolo teatro di Milano” fondato nel 1947 da due signori, Giorgio
Strehler e Paolo Grassi, fede socialista, usciti appena dalla guerra, il piccolo teatro è il primo ad essere pubblico a
Milano ma anche in Italia, stabile ed è tutt’ora l’istituzione centrale della nostra città.
Il teatro non sarà più gestito da un registra, ma le collaborazioni che si possano autogestire, questo pensiero
promosso da Paolo Grassi non fu mai accettato da Strehler il quale se ne andò per un breve periodo a Roma, per poi
tornare alla guida del piccolo teatro.
Giorgio Strehler fu uno degli uomini di teatro più celebri del novecento uomo di grande cultura teatrale solo non
voleva rinunciare al ruolo di registra, inoltre artisticamente era il numero uno.
Il piccolo teatro era anche un punto di riferimento per la sperimentazione sociale per i modi nuovi che venivano in
quegli anni messi in cantiere per cercare di allargare il teatro a tutte le fasce sociali.
In questo periodo i centri teatrali vengono guidati da Paolo Grassi che ancora non era andato alla scala e metti in
cantiere molte iniziative che caratterizzeranno il piccolo teatro per i decenni successivi.
Sperimentazioni di Grassi:
Grassi parla di Decentramento, la Milano degli anni 70 era composta da un centro e da un dormitorio, cantieri
nati da un abusivismo pazzesco, nel nulla, non c’erano neanche luoghi di cultura. Grassi vuole cambiare tutto ciò e
portò le stesse produzioni che si potevano guardare nel centro della città, non si distingueva la popolazione per
classe sociale. Spettacoli di grnde livello portati in scena da grandi attori, e propone con molta fatica una qualità
altissima e fa in modo che in questi tendoni possano essere ospitati altri eventi sociali e civili. Le regioni negli anni
70 non esistevano ancora all’epoca quindi si ospitano solamente assemblee di quartiere e anche spettacoli che non
sono del piccolo, ma organizzati da giovani come nel 1979 dagli attori dell’Elfo, ovvero il tendone ospita giovani
astri del teatro.
La politica di prezzi questi spettacoli costano poco, biglietto di ingresso ridotto, fruibili da tutti, ovvero da la
possibilità a tutti di accedere ad uno spettacolo, si parla veramente di un teatro d’arte per tutti . Questa frase
non l’avevano inventata i giovani ragazzi dell’Elfo l’avevano inventata nel 1947 Giorgio Strehler e Paolo Grassi.
Ecco che questo teatro per tutti un movimento culturale molto forte.
Il piccolo di quegli anni era un teatro che sperimentava molto che metteva in scena spettacoli originali che dava
molto spazio ai giovani, uno dei giovani artisti che si formarono a Milano fu Patrice Chereau.
Non a caso l’idea del nome ELFI sono delle creature dispettose, creature un po’ malefiche, un aspetto di
inquietudine, non è un personaggio positivo, Elfi perché sono creativi per proporre cose nuove adatti quindi per
rappresentare il movimento dei giovani Elfi di Milano.
I punti di Riferimento che i giovani dell’Elfo hanno sono collegati all’imprese culturali date dal Piccolo teatro
creato da Paolo grassi il quale voleva tre principi, decentramento, alla politica dei prezzi e apertura ai giovani.
Due categorie di altri teatri:
Sale del teatro di tradizione: rappresentazioni dove venivano mostrati spettacoli molto celebri di celebri autori
come Pirandello, Goldoni, da attori di grande rilievo.
Alcune sale sono ancora in piedi ai giorni nostri come il teatro nuovo in piazza San Babila