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LA SERVETTA

La servetta parlava il dialetto del paese di origine. E' un ruolo importante perchè sancisce l'entrata in

scena della donna. Molto spesso, nelle prime recite, in mancanza di una donna c'era il servo che si

travestiva da donna. Con la servetta diventa impensabile usare questo espediente. La donna diventa una

lavoratrice, una persona a cui è dovuto rispetto e che ha un mestiere. Mostra la capacità di essere parte

centrale della compagnia e si mette sullo stesso piano degli uomini svolgendo una professione e venendo

pagata per questo. Le donne diventavano imprenditrici in grado di sostenersi autonomamente. Il ruolo

della servetta, come quello dell'amorosa, veniva visto con negatività dalla polizia, dai gesuiti che vedono

nella donna lavoratrice e autonoma un pericolo sociale. Molte sono le attestazioni di condanna della

donna in scena, definita come meretrice.

Condanna della chiesa? Perché la donna sulla scena dava un cattivo esempio, tanto più cattivo quanto

più allettante. Tanto più le attrici erano brave ad incantare il pubblico, tanto più l'esempio che davano era

negativo, di "rovina della gioventù". E' una condanna che va avanti per molti anni: l'idea della donna che fa

spettacolo è spesso collegata a quella della "facilità di costumi".

Le servette erano capaci di essere grandissime cantanti. In questo periodo nasce l'opera, non come

rappresentazione dei melodrammi seri, ma come intermezzo, l'opera buffa, che mette in scena con dei

cantanti delle vicende di commedia. La tecnica vocale delle servette permette loro di creare una sorta di

genere parallelo, che spesso si mischia nella vicenda. Le donne spesso interrompevano la scena per

cantare un'aria, suonando anche degli strumenti. Altre si staccano dalla scena e si dedicano

completamente al teatro dell'opera, teatro musicale, con il genere dell'opera buffa.

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La servetta in ambito francese/ tedesco diventerà la soubrette. Mozart riprende la figura della servetta:

Cosi fan tutte; Don Giovanni (Zerbina); Le Nozze di Figaro (Susanna).

La servetta: personaggio senza maschera, posizione particolare che coincide con la nascita della

dell’arte. l’attrice

compagnia della commedia Spesso che interpretava questo ruolo era la moglie del

ciarlatano, il quale, veniva da lei assistito durante i momenti di vendita.

Ella era dotata di grande intelletto, utilizzato per raggiungere i suoi scopi ( in genere aiutava il padrone, chi

le dava del denaro o risolveva questioni amorose)

Le servette più famose sono:

 Colombina: Venezia

 Smeraldina: Venezia

 ripreso anche nell’opera “Così fan tutte” di Mozart)

Despina: Napoli (personaggio

Spesso la vicenda ruotava attorno al ruolo della servetta che, nonostante non fosse un personaggio

principale, era colei la quale smuoveva i fatti e grazie alla quale la vicenda si sviluppava.

La servetta non portava la maschera in quanto era dotata di grande bellezza, sapeva inoltre provocare e

utilizzava un ammaliante gioco di sguardi.

Nel 1500 la figura della servetta e della donna presente nella coppia di amanti sanciva la presenza

femminile sulla scena (grande novità per il periodo). La donna diventa così una lavoratrice messa alla pari

l’uomo,

con rispettata per le sue capacità e retribuita, ma non per questo ben vista da tutti. Molte

categorie, tra le quali spiccava quella dei gesuiti, consideravano le attrici come meretrici e come un

un’autonomia.

pericolo sociale, donne che si svincolavano dal padre o dal marito per ottenere Persino il

cambio di costume veniva visto come peccaminoso e da giudicare.

dell’arte

Il periodo della commedia era contemporaneo al congresso di Vienna, per questo, le attrici per

svolgere la loro attività dovevano essere dotate di estremo coraggio, in quanto, rischiavano severe

l’accusa

condanne, morte compresa. Esse erano giudicate con di dare un cattivo esempio ai giovani

fruitori che, vedendo spettacoli con argomenti quali adulteri, amore e scene sessualmente libere,

prendevano spunto per i loro quotidiano.

L’attuale concetto di attrice=donna di facili costumi deriva da questo periodo.

Le donne (spesso le stesse che interpretavano le servette) oltre a recitare erano dotate anche di una

splendida voce, spesso si accompagnavano anche con strumenti musicali durante degli intermezzi

(opere buffe) cantati, i quali, venivano svolti durante lunghi spettacoli.

Molte giovani durante il corso del 500 si staccarono dal teatro recitato per dedicarsi esclusivamente alle

“il dell’opera”).

opere buffe (che diventeranno poi teatro

Nel 700 Mozart si ispirerà al ruolo della servetta (in Francia si inizieranno a diffondere sotto il nome di

un’evoluzione,

Soubrette) e ne utilizzerà nelle sue opere in particolare:

 Così fan tutte: Despina

 Don Giovanni: Zerlina

 Nozze di Figaro: Susanna

l’utilizzo

Nella metà del 1700 si vedrà di questa figura anche nella letteratura, ricordiamo in particolare

“la Locandiera”

Mirandolina ne del Teatro di Goldoni

27 Ottobre

Commedia dell'arte--> improvvisazione ma non totale. L'improvvisazione era uno spazio preciso, e

temporalmente limitato che ogni ruolo si ritagliava nella propria azione scenica. In ogni caso la libertà era

comunque limitata. Gli strumenti che usavano gli attori per improvvisare erano:

- Zibaldone: grande libro, ogni ruolo ne aveva uno, in cui si annotavano man mano ricerche o pensieri

sul proprio ruolo. C'erano delle varianti, delle situazioni che venivano riproposte più o meno uguali,

magari risolte poi in maniera diversa e nello Zibaldone era annotato cosa piaceva al pubblico, cosa

portava successo. I ruoli della Commedia dell'arte erano fissi, se un attore decideva di recitare quel

ruolo, lo aveva per tutta la vita. Lo zibaldone si configurava quindi come la raccolta dell'esperienza

dell'attore. Spesso venivano tramandati da padre in figlio.

- Canovacci: delle brevi scalette, story board, fogli appiccicati alle pareti dietro le quinte, dove erano

scritte--> le entrate e uscite dei personaggi; quando i personaggi dialogavano fra loro, riassunto della

vicenda e del contenuto della scena.

- Catalogo delle robbe: catalogo degli attrezzi e dei costumi usati per quella rappresentazione.

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Tutti questi strumenti erano utili per chi organizzava la scena. Tanto volte il Pantalone organizzava il

catalogo, cambiava il canovaccio.

• IL LAZZO--> erano indicati all'interno dello zibaldone,era un momento di grande abilità gestuale e volte

acrobatica, in cui il personaggio veniva chiamato ad improvvisare. L'attore aveva a disposizione il

palcoscenico per esibizioni mimiche, gestuali acrobatiche, che conduceva nel corso della vicenda. Nella

zona destinata ai lazzi il potere degli attori era enorme, perché questi potevano deciderne la lunghezza

o addirittura toglierlo per procedere più velocemente nella vicenda. I lazzi non erano di tutti i ruoli, ma

legati ai ruoli dei servi, che avevano sempre a disposizione questi momenti. Meno comuni quelli del

Dottore e del Pantalone, quasi assenti i lazzi delle figure senza maschera. La capacità di

improvvisazione dei servi era ampliata dalla possibilità che loro davano i lazzi.

29 Ottobre

Nello Zibaldone c'era uno spazio dedicato ai lazzi, come già detto.

Le vicende che si mettevano in scena erano molto semplici e legati agli intrecci che potevano esserci fra i

ruoli. La tecnica era combinatoria, poiché ogni sera tutti i ruoli dovevano essere combinati, inseriti in uno

scheletro quasi sempre ricorrente. L'unica cosa che davvero distingueva la recitazione era il momento

dell'improvvisazione e i momenti in cui l'attore esaltava le se qualità: molti erano cantanti, giocolieri,

acrobati, danzatori. Molti spettatori andavano spesso solo per sentire gli attori cantare o vederli recitare in

maniera acrobatica--> SEMPLICE ma ACCATTIVANTE.

C'erano poi vicende che facevano parte di ciò che circolava in quel periodo: i comici dell'arte mettevano a

volte in scena fatti di cronaca, vicende conosciute. I comici erano viaggiatori e quindi sapevano ciò che

succedeva nelle corti, erano veicoli di informazioni, trasmesse in maniera satirica e divertente.

Ovviamente tutto con molta attenzione, per l'astio della autorità, soprattutto della polizia: le autorità

sapevano che i comici passavano liberamente le frontiere ed in più diffondevano idee ed erano portatori di

una mentalità difficile da accettare--> CONTEMPORANEITA'

I comici erano in grado di mettere in scena anche testi classici, rimodellati secondo le loro capacità e il

loro stile licenzioso. L'esempio è la vicenda di Don Giovanni, una vicenda antica fatta risalire a Tirso de

Molina. Ha avuto moltissima fortuna e i comici dell'arte la fanno propria e la rappresentano alternandola a

quei modi di rappresentazioni tipici della Commedia. La vicenda parla di un servo, Leporello, che insieme

al padrone licenzioso Don Giovanni, fa di tutto per aiutarlo con le donne e dall'altro lato cerca sempre di

prenderlo in giro, burlandolo e togliendogli le cose a cui egli teneva: le donne, il denaro e il cibo. Nella

Commedia dell'Arte il Don Giovanni diventa secondario e il protagonista è il servo. La cosa interessante è

la fine della vicenda, che presenta una punizione. Il servo è seduto a cena con il padrone, cerca di rubargli

del cibo e ad un certo punto arriva una statua che si muove (del padre di una donna sedotta da Don

Giovanni e ucciso da lui). Parte comica--> spavento per l'arrivo di una statua imponente, Parte tragica-->

sfida di Don Giovanni e punizione: viene trascinato fra le fiamme dell'incendio. Nello spettacolo c'era

quindi un utilizzo di cose sceno-tecniche, per rendere l'effetto. E' sbagliato quindi pensare che i comici

dell'arte rappresentassero solo ruoli di maschera. Molto spesso usavano vicende politiche, culturali e di

attualità oppure storie, appunto come il Don Giovanni. --> i comici dell'arte sono TRAMITI Per la

trasmissione di spettacoli teatrali.

capitolo 6 101-130 capitolo7 131 152 capitolo 8 153 183

31 Ottobre

IL VIAGGIO DEI COMICI DELL'ARTE

I comici dell'arte non avevano una sede stabile, ma si muovevano da una città all'altra e questa necessità

nasceva dal fatto che i comici non avevano un teatro fisso, dove recitavano. Era necessario muoversi

anche per trovare continuamente un nuovo pubblico. Rimanendo sempre nello stesso posto infatti il

pubblico si sarebbe stancato, poiché i comici ripetevano più o meno le stesse scene, le stesse situazioni.

Gli itinerari erano improvvisati ma in qualche modo definiti: visitavano tutti i teatri d'Italia. L'Italia non e

Dettagli
A.A. 2015-2016
21 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher BaconBurgerSushi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del teatro e dello spettacolo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Bentoglio Alberto.