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SFRUTTAMENTO DELLA NATURA

Epoca neotecnica: Tutta la tecnica che si sviluppa nella Rivoluzione Industriale non è altro che la realizzazione in ferro di ciò che era stato

realizzato in ferro nell’epoca eotecnica, cioè nell’epoca medievale: si tratta di tecniche di sfruttamento delle forze naturali piuttosto che di

adattamento alla natura, che diverranno tecnologie quando saranno incarnazione dello spirito, materializzazione del pensiero.

Occhiali: La funzione propria dello strumento è un prolungamento dei sensi. Sono in uso fin dal XIII secolo, ma non possono essere ritenuti

un prodotto scientifico: diverranno tecnologia quando saranno espressione di un calcolo, cioè di un sapere scientifico.

Orologio: Alla fine del 1200 nascono i primi orologi meccanici: c’era bisogno di un sistema di ordinamento della vita, della produzione, del

lavoro molto più rigoroso, cioè di un sistema di ordinamento di tipo quantitativo. Questo denota che ci sono organizzazioni sociali che

evidenziano una complessità tale da aver bisogno di una misurazione, di un ritmo delle loro attività ben precisi, cosa che prima non c’era. La

componente fondamentale dell’orologio meccanico è lo scappamento, quel sistema che regola la velocità di rotazione della ruota dentata

principale, facendo sì che essa sia il più possibile uniforme. Nell’orologio è presente un automatismo che si ripete in continuazione: il vantaggio

offerto dall’orologio rispetto alle meridiane sta nel funzionare sempre, anche quando non c’è il sole, anche quando è così freddo che si

bloccano tutti gli orologi ad acqua. L’energia sfruttata è la forza di caduta, una energia meccanica naturale: anch’esso dimostra il superamento

dell’energia animale e segna il passaggio ad un meccanismo indipendente dalle condizioni atmosferiche.

Manovella: La funzione della manovella, un’innovazione epocale databile al 1400, è quella di trasformare un moto rotatorio in un moto

lineare, e viceversa: tutti i motori che oggi utilizziamo ne sfruttano il meccanismo. Se collegata ad un sistema chiamato biella, che consiste in

un braccio ancorato all’albero motore e al pistone, la manovella consente all’esplosione della benzina e al conseguente moto alterno del

cilindro di essere trasmesso alle ruote. Connessa al sistema dell’odometro, cioè quella ruota che ancorata ad un’imbarcazione permetteva di

calcolare la distanza fra due porti, la manovella permetteva di muovere la nave: due odometri, cioè due ruote laterali, ruotando spingono la

barca in avanti o indietro a seconda della rotazione.

Altre invenzioni: Il Medioevo ci dà i bottoni, le mutande e i pantaloni; lenisce il dolore con l’anestesia, ha portato nella casa il gatto, i vetri

alle finestre e il camino; ci fa sedere a tavola e mangiare con la forchetta. Ha scoperto un’altra straordinaria forza motrice: il cavallo, che ha

di staffa, e di collare rigido, perché l’animale possa tirare senza essere soffocato dal peso.

dotato di ferri ai piedi,

RAMON SIBIUDA: Filosofo catalano morto nel 1436 che ha scritto una poderosa opera chiamata in cui viene utilizzata

Theologia naturalis,

in maniera sistematica la metafora “libro della natura”. Sibiuda cerca di teorizzare, quasi con parole divulgative, la concezione della creazione

del mondo in termini di produzione artificiale. Nella sua opera è presente il primo confronto moderno tra libro della natura e libro della

scrittura: si può dire che ci sia il primo confronto tra scienza e fede, parso tanto radicale da comportare l’inserimento dell’intera opera

nell’indice dei libri proibiti appena istituito il Concilio Tridentino; in seguito, la censura restrinse il divieto solo al prologo dell’opera, lasciano la

possibilità agli studiosi di quegl’anni di leggerlo: il prologo è rimasto nell’indice dei libri proibiti per ben 341 anni, fino al 1900, quando fu tolto

da Leone XIII. Il confronto operato da Sibiuda fra religione e scienza è stato così importante e decisivo da essere considerabile, forse, ancor più

radicale di quello fatto da Galilei nella una delle cosiddette che gli era costato

Lettera a Madama Cristina di Lorena, Lettere Copernicane,

l’ammonizione del 1616, usata come pretesto per la condanna definitiva nel 1633.

Libro della natura: Se la creazione è equiparabile alla scrittura di un libro, cioè del libro della natura, e se nella creazione si rivela la mente

di Dio, almeno in parte, allora si può dire che il libro della natura costituisca la rivelazione originaria e autentica del pensiero di Dio. Questo

indica anche un cambiamento di mentalità: dietro a questo c’è l’idea di una teofania, cioè di una manifestazione di Dio nella natura; questa

idea antignostica, prima di mostrarsi feconda, è parsa eretica: questa idea portava ad un serrato confronto tra libro della natura e libro della

scrittura, offerto da Sibiuda nella sua opera. I detti sono la rivelazione divina, i fatti la creazione: se questi sono i due modi di rivelare la mente,

allora anche nel caso di Dio abbiamo due rivelazioni, oggettivate in un caso nel libro della scrittura, nell’altro nel libro della natura. A suo

avviso, se fossimo in grado di leggere il libro della natura non ci sarebbe bisogno del libro della scrittura: c’è invece bisogno di esso perché

siamo diventati, in seguito al peccato originale, ciechi e non siamo più in grado di coglierne la struttura, il messaggio. Ma nel libro della

scrittura, diversamente da quello della natura, il pensiero di Dio rivestito in un linguaggio umano, con tutte le ambiguità proprie del linguaggio

umano. Queste tesi eliminano in sol colpo il magistero della chiesa: secondo Sibiuda, infatti, possiamo interpretare la verità del Cristianesimo

leggendo il libro della natura, che diventa quindi il testo dell’autentica rivelazione divina. L’esigenza di trovare una certezza nella rivelazione è

segno dei terribili tempi vissuti da Sibiuda, in cui gli Unni avevano commesso genocidi e stermini: è proprio nei momenti di crisi profonda che ci

si appella a qualcosa di più solido, una certezza che aiuti ad affrontare gli estremi del mondo.

Prodotto artificiale: Secondo Sibiuda, il mondo è prodotto da Dio non come una generazione, ma come la produzione per arte, cioè che

implica una decisione. Dio va considerato sotto tre aspetti: in primo luogo come artefice del mondo e la sua causa efficiente, inoltre come

causa esemplare, perché nel Verbo, nel figlio ci sono i prototipi di tutte le cose che vengono prodotte nel creato e in terzo luogo come causa

finale; perciò tutto il mondo è Dio, Dio e Dio.

da secondo per

ETÀ DEL FERRO

Benvenuti nell’Antropocene: L’industria è ciò da cui nasce un eccesso produttivo, ciò che consente l’effettiva crescita economica; nel

campo dell’industria il problema fondamentale è la disponibilità dell’energia e delle materie prime, che sono le basi per una economia in

crescita. Secondo Paul Crutzen, l’Antropocene inizia quando si determina una conversione dell’energia termica in energia meccanica, ovvero

quando viene costruita la prima macchina a vapore. Nell’antichità non è stato possibile sfruttare a sufficienza il carbone la usa utilizzazione

richiedeva comunque l’introduzione del sistema a manovella. L’età del ferro è ancora guidata dai tecnici e non dagli scienziati: sono gli artigiani

che perfezionano successivamente le macchine, dalla tecnica non si è ancora passati alla tecnologia, sebbene i due termini vengano

attualmente usati come sinonimi. la tecnica, quella che si migliora attraverso le invenzioni degli artigiani, non è scienza applicata, diventerà

tecnologia quando le macchine verranno costruite in base alle conoscenze scientifiche, diventando cioè scienza applicata.

Carbone e carta: L’industrializzazione era basata sostanzialmente sul ferro e sul carbone; esso è una fonte di energia accumulabile, che

non si degrada o deperisce nel corso del tempo: nelle epoche precedenti non c’era stata mai una fonte di energia accumulabile. Le fonti

energetiche della tecnica antica erano energia animale o combustione di piante, cioè sempre un’energia di tipo organico; nell’epoca

medioevale, quando inizia la tecnologia dell’energia, si sfruttano come fonti energetiche fiumi, venti, che portano alle prime costruzioni proto-

industriali.

Elettricità: La base dello sviluppo tecnologico nasce quando la nuova fonte di energia utilizzata nella produzione sarà l’elettricità, che

rappresenta la Seconda Rivoluzione industriale. Essa elimina molte delle distorsioni, delle barbarie tipiche dell’industria dell’età del ferro. Con

l’introduzione dell’energia elettrica questo vecchio modello ‘paleotecnico’ di industria viene superato da un altro modello di produzione

industriale: le fonti di energia per produrre energia elettrica non sono più esclusivamente vicino alle miniere di carbone. L’energia elettrica può

essere ricavata sfruttando anche i dislivelli d’acqua, creando cioè dighe, in cui il dislivello dell’acqua muove delle turbine che, a loro volta,

muovono delle dinamo da cui si produce energia elettrica. La produzione industriale viene quindi spalmata sull’intero territori, invece che

concentrata nelle grandi città industriali collocate vicino alle miniere.

Energia e materie prime: Il problema che si pone è come soddisfare i bisogni dell’incremento demografico prodotto dalla Rivoluzione

industriale e come garantirci delle fonti di energia sempre più compatibili con la necessità di un’economia in continuo sviluppo. Per quanto

riguarda le fonti di energia, si può pensare che lo sviluppo delle nanotecnologie possa fornirci un aiuto nell’elettrolisi nell’acqua, ad esempio,

per avere come fonte di energia l’idrogeno. Considerando tutte le macchine costruite dall’uomo dalla fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri,

se non ci fossero stati processi di smaltimento esse coprirebbero ormai tutta la superficie terrestre. Con la scoperta dell’elettricità abbiamo

ottenuto materiali che prima non immaginavamo, che erano ipotetici elementi della tavola periodica: l’alluminio, che appena scoperto si

ritenne più prezioso dell’oro, poi prodotto su scala industriale dopo che si rivelò un minerale presente ampiamente sulla superficie terrestre e

quindi non pregiato come s’immaginava. L’alluminio si produce per elettrolisi: senza energia elettrica non si potrebbe estrarre. Accanto alla

Rivoluzione industriale si assiste ad una seconda Rivoluzione agricola, che riesce a moltiplicare le proprie capacità produttive, in maniera

inaspettata; questa seconda Rivoluzione è determinata dalla meccani

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
6 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/05 Storia della scienza e delle tecniche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pexolo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero scientifico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Conti Lino.