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STORIA DEL PENSIERO ECONOMICO – PROF. SERAFINI

Benvenuti in questa seconda parte della lezione sul Karl Marx e sugli aspetti che riguardano

maggiormente la sua produzione scientifica di tipo economico – continuiamo a sottolinearlo – ed in

questa seconda parte guardiamo a un aspetto caratteristico del pensiero di Marx cioè il fatto che egli

ritenesse fondamentale nelle relazioni sociali, che alcuni aspetti positivi di una determinata azione

possano determinare anche una contraddizione, cioè gli aspetti nel loro evolversi opposti. Allora

pensiamo (e abbiamo scritto in merito a questo) al problema della minimizzazione dei costi che è uno dei

processi che si studia anche solitamente nei primi anni delle facoltà di Economia, cioè un obiettivo

fondamentale tipico dell’imprenditore che è quello di ridurre i costi per aumentare il profitto. Mediante

la riduzione dei costi però noi sappiamo che non si aumenta necessariamente solo il profitto ma si

riducono anche magari i prezzi di vendita perché ci si può permettere mediante una riduzione dei costi di

ridurre il prezzo di vendita senza contrarre il profitto, e quindi magari scalzare i concorrenti, questa è

una classica ipotesi di riduzione dei costi finalizzata all'accrescimento della quota di mercato, ovviamente

in un mercato concorrenziale nei quali anche gli altri concorrenti potessero acquisire la medesima

tecnologia e la medesima capacità di acquisizione, e quindi acquisizione di efficienza, anche gli altri

acquisirebbero immediatamente, o un pò più lentamente, la stessa tecnologia, capacità produttiva, e

quindi si riformerebbe lo stesso di livello di margine di guadagno, con un costo ridotto, un prezzo quindi

contratot...va bene, però attenzione, dice Marx, nella mia impostazione, in realtà il valore delle merci

impiegate dipende dalla forza lavoro impiegata nel processo produttivo, allora se la minimizzazione dei

costi comprende anche la minimizzazione dei salari, ovviamente secondo Marx è così, perchè secondo i

costi dei capitalista 'è il salario, allora cosa succede, che il capitalista tentando e puntando

continuativamente a ridurre la porzione di capitale anticipato, come abbiamo visto nella lezione

precedente, anticipato nel capitale variabile, cioè, il salario anticipato, puntando a ridurre questo salario

anticipato, quindi puntando a ridurre l'impiego di forza lavoro cosa fa? Mina le stesse basi

dell'arricchimento del prodotto nel processo produttivo di cui si ha proprietà alla conclusione del

processo produttivo, cioiè puntando a ridurre il valore della forza lavoro, o la somma spesa anticipata

nella forza lavoro, punta a ridurre la forza lavoro anticipata e quindi anche il valore conclusivo della

merce prodotta, perchè? Perchè Marx dice che il valore della merce dipende proprio dal tempo del lavoro

socialmente necessario, quindi contratto questo tempo di lavoro, si contrarrà anche il valore delle merce,

allora ecco che contraddittoriamente, dice Marx, i capitalisti, identificati da lui come gli imprenditori,

quindi i capitalisti cosa fanno, puntano alla minimizzazione dei costi, per aumentare il profitto ma

contraddittoriamente minano anche la stessa massa del profitto prodotta, perchè appunto vedranno una

Ricordiamo che

riduzione dei prezzi di vendita perchè ci sarà una riduzione dei valori di produzione.

per la concezione di Marx, la sommatoria dei valori è pari alla sommatoria dei prezzi,

perciò una riduzione dei tempi di lavoro socialmente necessaria, contrae i valori delle

merci, quindi contrae anche i prezzi, e contrae anche dal punto di vista oggettivo, il

plusvalore prodotto quindi il profitto conseguito. Ecco che questa è una contraddizione,

perchè da un lato sicuramente il singolo capitalista con la contrazione del proprio costo,

aumenta il proprio margine di profitto, ma questo socialmente, dato che il sistema

economico prevede un collegamento fra i vari produttori, contraddittoriamente a livello

sociale produce il contrario. Questa è appunto una caratteristica, un'altra caratteristica per

esempio, della capacità di individuazione di contraddizione all'interno del sistema

capitalistico, secondo ovviamente il suo sistema teorico, poi, sappiamo e vedremo come per

il sistema neoclassico, cioè quello che parte all'incirca negli anni 70 dell'800, questa

concezione non è corretta, dicevo, anche aumentando, per esempio, l'impiego di forza

lavoro per aumentare la produzione...Marx riscontra che aumenta la produttività, questo

vuol dire che aumenta la capacità di ogni singolo lavoratore di muovere più capitale

impiegato, e quindi aumenta quindi la cosiddetta composizione organica del capitale, cioè

aumenta col procedere della produzione capitalistica, aumenta la massa di capitale

immesso nel sistema produttivo per produrre, e questo aumento della composizione

organica del capitale, cioè del rapporto tra capitale costante e capitale variabile, impiegato

nel processo produttivo, produce un altra contraddizione da parte del sistema capitalistico,

e da parte dell'imprenditore, perche proprio l'espulsione del lavoratore, cioè la contrazione

dell'impiego di forza lavoro, quindi molto simili, ovviamente collegata all'altra

contraddizione, che produce...va a produrre meno valore, aumenta la massa necessaria di

capitale da investire nel processo produttivo, però appunto, generando una riduzione del

plusvalore prodotto, e quindi anche del profitto che si può conseguire nel processo di

vendita, e quindi appunto, mentre il capitalista in termini generali punta alla contrazione

dei propri costi, a livello generale tendenzialmente produce una diminuzione del saggio di

profitto. Questo però non è ovviamente l'unico aspetto o l'unico duplice aspetto delle

contraddizioni all'interno del sistema capitalistico, pensiamo per esempio anche a un altro

problema connesso con questa contraddizione, è la contraddizione proprio nello sviluppo

delle forze produttive, Marx dice che i capitalisti anticipano il capitale speso in forza lavoro

e quindi sostanzialmente pagano i lavoratori per produrre, però si appropriano del

prodotto, del processo produttivo, valorizzando tramite la forza lavoro...allora cosa

succede, succede che secondo Marx i capitalisti in questo modo si fanno concorrenza fra

loro, perchè il più efficiente batte ovviamente il meno efficiente, però mediante questo

aumento dell'efficienza si riduce anche il salario dei lavoratori, si aumenta la

disoccupazione, e la capacità di impiegare nuovi lavoratori espulsi da questo sistema

produttivo mediante l'impiego in altro settori per soddisfare altri bisogni, quindi per

produrre la soddisfazione di altri bisogni, determinano una crescita progressiva della

disoccupazione, perchè dato l'aumento dell'efficienza, l'impiego dei lavoratori espulsi sarà

necessario in misura minore, quindi ecco che secondo Marx si sarebbe generato

progressivamente un aumento del pauperismo, cioè dell'impoverimento della classe dei

lavoratori, quindi la classe proletaria come la chiama lui, con un termine che fra l'altro

all'epoca era più moderno rispetto a quello dei lavoratori, quindi classe dei proletari, che si

sarebbero impoveriti maggiormente rispetto alla produzione eseguita nei periodi

precedenti, e quindi avrebbero in questo modo cominciato a coordinarsi per agire come

classe, non più singolarmente piegati dalla difficoltà lavorativa, e quindi avrebbero posto

fine per via rivoluzionaria, allo stesso capitalismo, cioè il capitalista producendo un

aumento della produttività, avrebbe determinato la fine del proprio dominio, perchè

avrebbe spinto i lavoratori impoveriti ad unirsi fra di loro per creare un opposizione

crescente a questo sistema capitalistico in grado di arricchire una classe, a danno però

dell'altra. Ecco allora che l'accrescimento della produttività, cui puntavano i capitalisti, e a

cui puntano i capitalisti, avrebbe determinato un aumento dell'impoverimento della società

complessiva, ma sicuramente di una sua parte, quella dei lavoratori che però si sarebbero

uniti politicamente ovviamente, e avrebbero quindi preso coscienza, la cosiddetta coscienza

di classe del proprio ruolo subalterno dal punto di vista del diritto, però centrale dal punto

di vista economico, perchè il valore delle merci darebbe dipeso e dipendeva dalla propria

produttività, allora ecco che si sarebbero uniti, avrebbero sovvertito per via rivoluzionaria

il sistema capitalistico. Ora non entriamo sul significato della rivoluzione per via violenta o

meno, perchè ovviamente intervengono anche in un ambito di tipo politologico, nel quale, o

sociologico, nel quale non siamo competenti, ma di sicuro il sistema capitalistico non esiste

più come esisteva all'epoca di Marx, e così come pensava Marx che sarebbe accaduto, cioè

si sarebbe trasformato il sistema verso il suo superamento radicale...ora la presenza dello

stato nell'economia è preponderante, l'organizzazione di leggi di tutela dei lavoratori, ma

anche diciamo di innovazione tecnologica guidata dallo stato sono molto importanti, e

quindi diciamo che sicuramente quel sistema economico non esiste più così come aveva

detto Marx, poi se non esiste più perchè si sia rivoluzionato così come è stato inteso in

maniera violento o no, in questo non ci entriamo, però diciamo che l'evoluzione di un

sistema capitalistico è stata una delle particolari attenzioni verso le quali si è rivolto Marx,

il quale non riteneva, quindi, che un sistema economico sarebbe stato valido per tutte le

epoche, e quindi non riteneva adeguato produrre una teorica economica pura, come invece

sarebbe stato successivamente da parte proprio dei rivoluzionari del marginalismo, cioè la

spiegazione di una società, dal punto di vista economico, è fondamentale, e quindi secondo

Marx non si possono creare delle leggi eterne dell'economia, bensì le leggi che sono quelle

prove del movimento economico all'interno di una società storicamente situata, questo è

un elemento molto importante sul quale vogliamo attirare l'attenzione da ultimo, proprio

perchè invece nella lezione successiva vedremo come una caratteristica dell'atteggiamento

marginalista, sin da subito è quello di creare un economica matematica, e quindi di creare

un sistema teorico, un apparato teorico puro come viene anche definito, per il quale invece

le leggi di comportamento economico siano delle leggi di comportamento umane valide per

differenti periodi storici, in differenti contesti, quindi non situate storicamente e

socialmente, come invece era per

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A.A. 2016-2017
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/04 Storia del pensiero economico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sab.sar di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero economico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Serafini Gabriele.