Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 29
Storia del pensiero economico Pag. 1 Storia del pensiero economico Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del pensiero economico Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del pensiero economico Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del pensiero economico Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del pensiero economico Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 29.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del pensiero economico Pag. 26
1 su 29
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Walras e l'equilibrio economico generale

Walras propone l'interpretazione delle relazioni economiche attraverso logiche matematiche. Attua una distinzione tra equilibrio parziale, dove si considera un solo mercato e si lascia libero di variare un numero limitato di variabili, e equilibrio generale, dove si prendono in considerazione tutti i mercati simultaneamente e si consente la variazione di quasi tutte le grandezze.

La configurazione dell'equilibrio di Walras prescinde dal quadro istituzionale, soggetti e comportamenti economici appaiono tratti dalla realtà capitalistica. Walras definisce l'economia politica come teoria della ricchezza sociale. La ricchezza comprende l'insieme delle cose materiali o immateriali che sono scarse, cioè che da una parte ci sono utili e che dall'altra parte sono disponibili in quantità limitata. L'economia si occupa solo di beni scarsi perché è la

rarità che giustifica il prezzo. Vi è una prima distinzione tra capitali, ossia beni che non si esauriscono in un singolo uso e redditi, beni che si esauriscono in un singolo uso. La teoria dell'equilibrio si struttura in quattro stadi: 1. Teoria dei beni di consumo: si occupa della determinazione delle quantità scambiate e dei prezzi dei beni di consumo. 2. Teoria dei beni di produzione: si occupa delle quantità scambiate e dei prezzi sia dei servizi produttivi dei capitali sia dei beni intermedi. 3. Teoria della capitalizzazione: si occupa delle quantità prodotte dei capitali propriamente detti e dei prezzi, tenendo conto del fatto che la distribuzione nel tempo sia della distribuzione. 4. Teoria dell'approvvigionamento: si occupa dei beni intermedi sia della vendita dei prodotti può essere tale da richiedere la necessità di anticipazioni di capitale. I quattro mercati tendono a realizzare l'equilibrio simultaneo dell'insieme delle.

In una situazione di equilibrio generale, se ipotizzo un disequilibrio dove l'offerta è maggiore della domanda in un mercato, deve esservi l'opposto (offerta maggiore della domanda) in un altro mercato. Non è possibile accrescere il vantaggio ad uno qualunque di essi senza diminuire il vantaggio di un altro. Domanda ed offerta si incontrano al prezzo di equilibrio.

Per Walras tutto ciò che risparmio finisce in investimento, non ho tesaurizzazione, la moneta è considerata come un velo, non vi è la spinta alla domanda di liquidità. La moneta serve per scambiare tutte le altre merci.

L'equilibrio del mercato monetario è altrettanto determinato ma non è autonomo in quanto la sua risoluzione dipende strettamente da quella del sistema reale. Walras assume il ruolo di imprenditore come normale stipendiato, egli non ha né perdite né profitti in quanto tutto il risparmio diventa investimento. Vi

È il pieno impiego di tutte le risorse produttive, lavoro compreso. ALFRED MARSHALL – EQUILIBRIO PARZIALE Contribuisce a rinnovare l'intera visione del processo economico, ancorandola all'impiego sistematico delle schede teoriche di domande e offerta di merci. L'ottica adottata è quella degli equilibri di mercato parziali: si isola un solo mercato e lo si studia indipendentemente dagli altri. Per Marshall un'industria è la totalità delle imprese "omogenee" che producono la stessa merce. Con Marshall nascono i distretti industriali, ossia aggregazioni di imprese che producono nello stesso settore. Lo scenario di Marshall risulta quello di un mercato di libera concorrenza in cui nessun produttore o consumatore è in grado di modificare col proprio comportamento individuale il prezzo, bensì solo di variare le quantità di ogni prodotto domandato ed offerto. Quindi si analizza il mercato sia dal punto di vista del domanda che del offerta.

consumatore (la domanda) sia da quello del produttore (l'offerta). Non si sa con certezza quale delle due determina il prezzo, ma l'incrocio di queste determina il prezzo di equilibrio. Dal lato della domanda ogni decisione di consumo appare il risultato di un processo razionale di scelta mosso dalla regola del conseguimento della massima soddisfazione (utilità) possibile. L'utilità della merce per il singolo individuo è misurabile oggettivamente, e da un certo punto in poi, crescente in misura meno che proporzionale, il che equivale a supporre che la sua utilità marginale sia decrescente all'aumentare delle dosi dell'ultimo bene aggiunto, via via che aumenta la disponibilità di quel bene, decresce. Supponendo che il prezzo delle merci sia dato esogenamente dal mercato, il consumatore spingerà la contrattazione fino al limite dell'eguaglianza delle utilità marginali ponderate di tutte le

dosiscambiate: alla diminuzione del prezzo della merce, il consumatore può riguadagnare la posizione di equilibrio soltanto riducendo l'utilità marginale della stessa, acquistando una maggiore quantità. Sicché al Legge della domanda come relazione inversa tra prezzo e quantità domandata diminuire del prezzo la sua domanda cresce e viceversa. Il concetto dell'impiego marginale di un dato fattore di produzione implica la possibilità di una tendenza ai rendimenti decrescenti ad un accresciuto impiego di quel fattore. La produttività marginale definisce anche la retribuzione del fattore produttivo. La convenienza economica indurrà quindi l'imprenditore a determinare la quantità producibile di merci che gli assicura il massimo profitto, ossia la massima differenza del ricavo dal costo totale. La condizione dell'equilibrio complessivo dell'imprenditore consiste nell'utilizzo di tutti i fattori fino al

livellamento delle relative produttività marginali ponderate. Per ogni singolo fattore, dato il relativo prezzo, se il prezzo del prodotto aumenta, l'equilibrio si ricomporrà soltanto diminuendone la produttività marginale mediante l'aumento dell'impiego e quindi l'aumento della quantità prodotta. Domanda ed offerta d'ogni merce si presentano sul mercato a fissare il prezzo d'equilibrio nel loro punto d'incontro che realizza il livellamento della quantità domandata alla quantità offerta. Si può anche verificare che un tale equilibrio è stabile, dato che, se mai il prezzo se ne discostasse per una qualsiasi ragione, entrerebbero in funzione quelle forze che ve lo riporterebbero. Questo è tuttavia un equilibrio di mercato temporaneo, che vale solo per il breve periodo, perché a lungo andare la differenza positiva che abbiamo visto aprirsi tra i ricavi e i costi non può che indurre

anche altre imprese ad intervenire in quel settore, provocandovi un aumento progressivo dell'offerta che nel lungo andare spingerà al ribasso il prezzo d'equilibrio fino al limite del livellamento dei ricavi ai costi di produzione fino ad arrivare ad una posizione finale d'equilibrio dove non vi sono più guadagni né perdite. Per Marshall la vera essenza del valore di una merce è quello che le forze economiche tendono a stabilire nel lungo andare. Esso è il valore medio che le forze economiche stabilirebbero se le condizioni generali della vita restassero stazionarie per un lasso di tempo abbastanza lungo da permettere a tutte quelle forze di dispiegarsi pienamente e di produrre tutto il loro effetto. Visione monetaria di Marshall → interpretazione esogena della moneta, piani di stabilizzazione dei prezzi diversi dal regime aureo. MARSHALL E LA SCUOLA DI CAMBRIDGE Marshall spostò l'enfasi dell'analisi monetaria dallaQuantità dei mezzi di pagamento, alla domanda di moneta che, fino ad allora, era stata considerata relativamente stabile. Marshall sostenne che la domanda dei saldi monetari dipende dal reddito e dalla ricchezza. Egli applicò la condizione di equilibrio a tutti i beni, moneta inclusa, ossia ne equiparò le utilità marginali. Secondo questa prospettiva un aumento del reddito monetario va ad accrescere inizialmente le scorte monetarie di un individuo, riducendo l'utilità marginale di tali scorte. Ciò determina successivamente un aumento della spesa, finché l'ultima utilità marginale della moneta tenuta in giacenza non eguaglia nuovamente l'utilità marginale della moneta spesa. In una situazione di disequilibrio, l'utilità delle scorte monetarie regola le spese, e l'utilità marginale della moneta spesa fornisce il livello di equilibrio verso il quale tende a spostarsi l'utilità.monetaria delle giacenze monetarie. L'individuo si ferma quando l'utilità marginale della moneta ceduta è pari all'utilità marginale della moneta detenuta. Tutti i principali sostenitori dell'equazione di Cambridge erano quindi portati a considerare le variazioni delle aspettative e della fiducia una causa importante di variazione del valore della moneta. SCHUMPETER – L'INNOVAZIONE IMPRENDITORIALE Schumpeter assume l'equilibrio economico generale walrasiano come punto di riflessione, constatandone i limiti di costruzione. Egli gli attribuisce validità solo nel caso ipotetico di una ripetizione identica dei medesimi comportamenti adattivi di capitalizzazione, produzione e consumo. E' questa la premessa del flusso circolare, che per Schumpeter significa descrivere l'economia statica, ossia uno stato dell'economia che non si modifica, che procede a scala costante nel tempo e che riproduce se stesso. L'irrealtàdel flusso circolare è data dal fatto che nulla rimane mai identico a se stesso e tutto muta incessantemente. Schumpeter rappresenta il fenomeno economico dello sviluppo come un fenomeno costretto a mutare, e non per cause esterne, ma per propria iniziativa. Per Schumpeter l'unica fonte di squilibrio possibile, interna e discontinua, è l'irruzione di una nuova forma di agire imprenditoriale: l'agire innovativo. L'imprenditore, mosso dalla volontà di guadagno, cerca di raggiungere questo obiettivo nel lungo periodo, trasformando qualitativamente la propria maniera di produrre e/o di vendere merci, così da ricavarne un profitto positivo. Ogni nuova combinazione di fattori produttivi in grado di realizzare questo scopo è detta da Schumpeter innovazione. Questa può essere di prodotto, di processo o d'organizzazione. Lo speculatore non è l'imprenditore di Schumpeter in quanto l'innovazione accresce la ricchezza.re diviso in due categorie principali: il profitto da innovazione incrementale e il profitto da innovazione radicale. La prima categoria si riferisce a miglioramenti o modifiche minori apportate a prodotti o processi esistenti, mentre la seconda categoria riguarda l'introduzione di nuovi prodotti o processi completamente nuovi sul mercato. Gli imprenditori schumpeteriani sono coloro che si dedicano all'innovazione radicale, cercando di rompere con il vecchio e introdurre qualcosa di completamente nuovo. Questo tipo di imprenditori sono spesso considerati i veri motori del progresso economico, in quanto le loro innovazioni possono portare a cambiamenti significativi nella società e nell'economia. Tuttavia, non tutti gli imprenditori sono schumpeteriani. Molti imprenditori si concentrano semplicemente sull'apportare miglioramenti incrementali ai prodotti o processi esistenti, senza cercare di introdurre qualcosa di completamente nuovo. Questi imprenditori possono comunque ottenere un profitto, ma il loro impatto sull'innovazione e sul progresso economico potrebbe essere meno significativo rispetto agli imprenditori schumpeteriani. In conclusione, l'innovazione è un elemento chiave per il successo degli imprenditori schumpeteriani, che cercano di introdurre innovazioni radicali sul mercato. Tuttavia, non tutti gli imprenditori sono schumpeteriani e possono ottenere un profitto anche attraverso l'innovazione incrementale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
29 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/04 Storia del pensiero economico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher StefanoForza di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero economico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Bucciarelli Edgardo.