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EDGEWORTH

(1845 – 1926)

Secondo Edgeworth l’economia è una scienza matematica della psiche basata sul principio ‘il

calcolo economico indaga l’equilibrio di un sistema di forze edonistiche, ciascuna delle quali tende

alla massima utilità individuale’.

Edonimetria = scienza che misura il piacere/utilità.

Edgeworth dimostra che l’utilità marginale è decrescente tramite la derivata seconda (negativa)

Scambio bilaterale

A differenza di Jevons, il prezzo relativo non è dato e i traders non sono price-takers. Inoltre, gli

agenti sono disposti a scambiare solo se questo aumenta la loro utilità e si arriverà ad un equilibrio

solo quando entrambi i soggetti rifiutano di continuare a scambiare.

Curva dei contratti = l’insieme di allocazioni di beni che non possono essere modificate senza che

almeno uno dei due individui stia peggio, e quindi si opponga alla modifica.

MARSHALL

(1842-1924)

1890: Principi di economia

“L’Economia politica o Economica è uno studio del genere umano negli affari ordinari della vita;

essa esamina quella parte dell’azione individuale e sociale che è più strettamente connessa col

conseguimento e con l’uso dei requisiti materiali della ricchezza.”

I primi passi della sua opera sono incentrati nel tradurre in matematica le teorie di Mill e Ricardo.

Tuttavia si può notare che Marshall presenta le proprie teorie come un completamento del

pensiero classico ( che è diverso da Jevons,..)

Le sue teorie sono in parte dovute a quelle di Cournot domanda come funzione di prezzo

à

(niente utilità), analizza principalmente il monopolio e duopolio, concorrenza indefinita ( i

produttori si comportano come price-taker), equilibrio economico parziale.

Secondo Marshall però la domanda individuale è derivata dalla massimizzazione dell’utilità.

Introduce inoltre diversi concetti:

1. beni di Giffen

2. disponibilità a pagare come misura dell’utilità

3. elasticità della domanda

4. surplus del consumatore ed economia del benessere

5. ceteris paribus

i tre periodi:

Più breve è il periodo che considero, tanto maggiore

è l’attenzione che pongo all’influenza della domanda

sul valore. Tanto più lungo è il periodo, tanto più

importante sarà l’offerta. WICKSTEED

(1944-1927)

opere:

1. ‘il capitale una critica‘

2. ‘l’alfabeto della scienza economica’

3. ‘saggio sulla coordinazione delle leggi della distribuzione’ : tale saggio dà due contributi:

a- formulazione della teoria della produttività marginale.

X = f( A,B,…)

X è una funzione di produzione di un prodotto

A,B,… sono i fattori di produzione

Il valore del prodotto sarà P*X (prezzo per la funzione di produzione)

Wicksteed ipotizza che la funzione sia differenziabile, ovvero la derivata di ‘f ‘ rispetto

ad un fattore mi darà la produttività marginale. Se moltiplico la derivata per il prezzo

del bene finale disponibilità a pagare per impiegare un’ulteriore unità del fattore

à

produttivo.

Di conseguenza, ogni fattore è remunerato non secondo la natura del servizio che

rende, ma secondo il saggio (marginale) al quale le sue unità rendono il servizio.

b- pone il problema dell’esaustione del prodotto.

se ciascun fattore è pagato secondo la sua produttività marginale, la somma delle

remunerazioni dei fattori sarà uguale al valore del prodotto?

A differenza delle teorie classiche, il capitale non si appropria

di qualcosa che spetta ai lavoratori (ciò è valido se vale

l’esaustione del prodotto).

Se ciò non valesse, esisterebbe un fattore che si prende

anche il residuo.

Ipotesi:

I. la funzione deve mostrare rendimenti di scala

costanti

II. il prezzo non cambia quando cambia il prodotto finale

TRE PRINCIPALI SCUOLE DI PENSIERO

1. Scuola di Cambrige

Fondatore: Marshall

Influenza: UK, USA

Caratteristiche:

a. Continuità tra l’economia classica e quella marginalista.

b. Equilibrio economico parziale.

c. Preferenza per argomenti pratici e intuitivi.

d. Disponibilità a pagare quale misura dell’utilità.

2. Scuola di Losanna

Fondatore: Walras

Influenza: ITA, FR, CH, USA

Caratteristiche:

a. Forte discontinuità tra economia classica e marginalista.

b. Equilibrio economico generale.

c. Formalizzazione matematica.

d. Utilità non misurabile.

3. Scuola Astriaca

Fondatore: Menger

Influenza: AUSTRIA

Caratteristiche:

a. Forte discontinuità tra economia classica e marginalista.

b. No uso della matematica.

c. Attenzione per la dimensione intertemporale dell’attività economica.

d. Sostenitori delle politiche laissez-faire.

Ripresa della teoria classica della distribuzione del ‘900

SRAFFA

(1898-1983 Torino)

opera che fece ritornare molti economisti alla teoria classica fu “Produzione di merci a mezzo di

merci. Premesse a una critica della teoria economica.”

L’opera è incentrata su un sistema economico in cui le merci sono prodotte e riprodotte a partire

da merci ( grano + ferro = grano ); inoltre, la tecnologia di produzione e il volume sono dati.

A Sraffa interessa analizzare :

1- Cosa determina i rapporti di scambio tra le merci ( i loro prezzi relativi ) detto Problema

à

del valore

2- Il modo in cui il sovrappiù è distribuito tra i possessori dei vari fattori produttivi à

Problema della distribuzione

3- Relazione tra i punti (1) e (2) relazioni tra valore e distribuzione

à

Ipotesi prese in considerazione da Sraffa:

- Lavoro: qualità uniforme e stesso salario (w); le quantità di lavoro variano da industria a

industria.

- Profitto: saggio di profitto ( r ) uguale per qualsiasi settore.

- Le funzioni di domanda non sono presenti.

Relazione tra r e w:

merce tipo = è una merce immaginaria composta da proporzioni di tutte le altre merci.

Usando questa definizione, Sraffa mostra che il saggio di salario (w) e il saggio di profitto ( r ) non

sono univocamente determinati, ma possono assumere qualunque valore tra 0 e 1.

La relazione tra i due coefficienti è una relazione inversa, infatti si può notare una lotta di classe

tra lavoratori e capitalisti per impossessarsi della fetta più grande.

W=1, r=0 tutto il sovrappiù va

al salario.

Inoltre la spartizione del

Sovrappiù dipende da fattori

esterni e non sono determinati

dalla produttività marginale.

La rivoluzione ordinalista e i suoi critici (1890-1945)

Idea di base della rivoluzione ordinalista: l’utilità non si può misurare ma solo ordinarla ( utilità ><=

di un’altra utilità utilità ordinale )

à

Approcci della riv. Ordin. :

1. Mentalista: l’introspezione (guardare all’interno) è usata solo per ordinare l’utilità, usata

legittimamente in economia.

2. Comportamentista: ciò che possiamo dire sull’utilità deriva dal comportamento osservato

(ascesa del positivismo) FISHER

( 1867-1947)

1892 indagini matematiche sulla teoria del valore e del valore e dei prezzi

à

secondo Fisher l’economia non è psicologia, ma è una scienza positiva e l’economia viene utilizzata

per spiegare i fatti della vita economica.

L’utilità utilità cardinale e la ragione dell’ordine in cui sono poste le utilità non è rilevante.

à PARETO

( 1848 -1923 )

1906/1909 manuale di economia politica

à

secondo Pareto, la teoria economica può essere costruita senza fare riferimento all’utilità e ad

altre variabili psicologiche non osservabili è quindi inutile il calcolo della pena e del piacere.

à

Introduzione delle curve di indifferenza (come Edgeworth ), le quali partono dalla scelta e

definiscono l’utilità ( per Edg. Le curve di indifferenza sono definite dal concetto di utilità ).

Limiti di Pareto comportamentista:

1. Esperimento è fittizio (fasullo)

2. Inclinazione negativa : non sazietà

3. Convessità: maggiore è x minore è la quantità posseduta di y.

Pareto ordinalista:

Per Pareto l’utilità è l’indice che esprime l’ordine di preferenza tra combinazioni di beni e i numeri

dell’utilità devono rispecchiare l’ordine di preferenza ( servono a risolvere i problemi di

massimizzazione ed avere così una teoria compiuta di domanda ed equilibrio).

Limiti di Pareto ordinalista:

ordinalismo abbandono dell’utilità marginale decrescente

à

Ottimo paretiano

Marshall criterio di efficienza del surplus totale problema: utilità misurata attraverso la

à à

disponibilità a pagare, e ipotizzando la confrontabilità interpersonale dell’utilità.

Pareto criterio di efficienza deve essere indipendente dalla misurabilità e dalla comparabilità

à

interpersonale dell’utilità requisiti:

à

A- Pareto efficiente quando l’utilità di un individuo può aumentare solo a scapito dell’utilità di

qualche altro individuo.

B- Il criterio di efficienza puramente ordinalista non dipende da quanto aumenta o diminuisce

l’utilità senza confrontarla con altri individui.

HICKS

( 1904 – 1989 )

1934 – ‘ una riconsiderazione della teoria del valore’

1939 – ‘valore e capitale’= MRS= rapporto tra utilità marginali. Con questo libro Hicks si distacca

dall’approccio comportamentista. ALLEN

(1906 -1983)

1934- ‘ una riconsiderazione della teoria del valore’

ROBBINS

(1898 -1984)

1932 – ‘saggio sulla natura e sul significato della scienza economica’

Hicks ed Allen si propongono di eliminare e sostituire tutti i concetti che dipendono dalla

misurabilità dell’utilità ( lode alle scoperte di Pareto ). Secondo loro, non va presa in

considerazione l’utilità marginale decrescente e l’utilità introducono il concetto di saggio

à

marginale di sostituzione: quantità del bene x che compensa l’individuo di una perdita di unità del

bene y. concetto che a differenza dell’utilità marginale è quantitativamente misurabile.

à

Dall’introduzione dell’MRS, nasce la teoria della domanda:

- Relazione tra domanda di beni, prezzi, reddito ed ela

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
10 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/04 Storia del pensiero economico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher catearse di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero critico economico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Svizzera italiana - Usi o del prof Moscati Ivan.