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Dopo aver eliminato la rendita e il profitto (con l’ipotesi di costanza della tecnica) e riduce tutto a
tempo di lavoro (presente e passato). Il suo obiettivo era di rigore teorico anche se il risultato
ottenuto era di prima approssimazione. Una teoria si costruisce con ipotesi semplificatrici. Egli
indaga come varia la distribuzione del reddito nel tempo.
Ricardo ipotizza che il sistema produca solo grano, i salari siano anticipati e siano a livello di
sussistenza ma variano in base alle necessità e ai costumi. Il capitale è identificato quindi con il
capitale circolante cioè quello necessario a anticipare le sussistenze (il capitale circolante non va a
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finanziare la tecnica!). così facendo si iniziano a coltivare terre fertili, ma vige la legge maltusiana
della crescita della popolazione e nell’anno successivo si dovrà coltivare terra un po’ meno fertile e
cosi via nel tempo. Il fatto che si vanno a coltivare terre meno fertili comporta che i proprietari di
terre fertili ricevano una rendita molto alta, questo porta nel tempo a una crescita della rendita e a
una diminuzione dei profitti dati ai possessori di capitale. La visione del sistema è molto
pessimistica perché non contempla la possibilità di crescita. Il definitiva il sistema tende a uno stato
stazionario ‘’triste e malinconico’’ spinto da forze naturali come abbiamo visto. Il sistema tende a
uno stato in cui i salari sono al livello di sussistenza, le rendite altissime e i profitti nulli. Come si può
posticipare l’avvento dell’arresto del sistema? Ci sono due modi:
1) Cercare di rallentare il processo di aumento delle rendite, cercando di non passare alle terre
meno fertili ma rendendo più fertili quelle già coltivate. Si fa ricorso alla rotazione delle culture
o la sosta di un anno per favorire la fertilità.
2) Diminuire il prezzo del grano. Il prezzo del grano prodotto internamente è molto basso e si
lascia libero ingresso a quello estero. La politica allora era protezionistica che non lasciava
entrare i prodotti dall’estero. Ricardo si batte per una liberalizzazione del commercio del grano.
Ci sono opposizioni di interessi all’interno del sistema: in primis tra salariati e percettori di profitto e in
secondo tra salariati e percettori di profitto da una parte, e percettori di rendita dall’altra. Percepiscono la
rendita più alta coloro che non fanno niente per guadagnarsela.
Nel 31esimo capitolo affronta il tema dell’introduzione delle macchine (tecnica). L’introduzione delle
macchine distoglie i lavoratori dalla produzione delle derrate alimentari quindi crea disoccupazione e
aumenta la produttività nei settori che producono beni di lusso. Se i capitalisti non aumentano il loro
consumo possono aumentare l’accumulazione e investire e riassorbire la disoccupazione che si è creata.
Per ricardo ciò significa che il contrasto tra lavoratori e capitalisti si attenua perché quest’ultimi riassorbono
la disoccupazione. Rimane saldo il conflitto tra lavoratori e percettori di profitto vs percettori di rendita.
Ricardo aveva molta influenza pubblica, era un parlamentare, un editore, fondò la prima rivista di economia
politica quindi aveva molte capacità di divulgare e pubblicare il proprio pensiero. Si dibatteva in Europa dei
temi ricardiani. Il 1820 è la data che segna il massimo splendore dell’economia politica classica. Nei tre
decenni successivi si posero le basi del successo dell’economia politica classica soprattutto sul piano della
politica economica più che su quello dell’aspetto teorico. I grandi costruttori dell’edificio classico avevano
individuato le possibilità di sviluppo del sistema capitalistico ma insieme non avevano mancato di
sottolineare le contraddizioni che il sistema poteva generare. Con il 1825 nacque una corrente che riuniva
la borghesia industriale e chiamata lega di Manchester che era liberista sotto tutti i profili tanto da
identificare il liberismo col capitalismo industriale. Tale lega conduceva una battaglia contro il
protezionismo e le organizzazioni operaie considerate come una forma di monopolio. Nel 1834 furono
abrogate le leggi sui poveri e nel 1846 tutti i dazi doganali. Un’altra novità riguarda il 1844 quando la bank
of england ottiene il diritto esclusivo di battere moneta. Nel complesso queste misure rafforzarono la
struttura industriale del paese. Il periodo di espansione che ne seguì contribuì a diffondere l’idea che vi
fosse una relazione causale diretta tra liberismo e capitalismo industriale. Contro tale pensiero emerse la
riflessione di friedrick list che aveva intuito che la sequenza causale andava rovesciata cioè lo sviluppo
industriale rende conveniente il liberismo non il contrario. Questo tipo di politica favoriva lo sviluppo solo
dei primi arrivati. E ostacolava lo sviluppo dei paesi più arretrati. List scrive ‘’il sistema nazionale di
economia politica’’ nel 1841. Il libro è una dura critica all’individualismo. List era un giornalista e aveva visto
che tra i diversi stati americani si verificava questo fenomeno: chi era sviluppato rimaneva tale e cosi per gli
arretrati. Lui riteneva che nei paesi arretrati bisognava proteggere le industrie nascenti fino che non
arrivano a uno stadio di sviluppo che le permettesse di competere con quelle già forti. List propone agli
stati tedeschi di unirsi in una lega doganale in modo da essere più forti. Si parla di prima teoria
dell’arretratezza. Gli spunti della teoria saranno ripresi nella seconda metà del 20esimo secolo. Alcune delle
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sue idee furono riprese dagli storicisti tedeschi nell’800. Ci fu una prima scuola storica tedesca che
combatteva il metodo deduttivo tipico dell’economia politica inglese: le leggi economiche devono
descrivere le caratteristiche di una dato ambiente socio culturale e non possono essere generalizzate nel
tempo e nello spazio. La seconda scuola storica che si sviluppa dopo il 1850 arrivò a negare la possibilità di
formulare leggi economiche. Da qui derivò la nascita dell’economia politica. Gli storicisti furono importanti
perché diedero vita a un grosso dibattito politico sociale e fondarono un’associazione a Berlino. Questo
centro divenne molto attivo per gli studi e le progettazioni dei primi interventi di legislazione e
assicurazione sociale. Furono chiamati in Europa socialisti della cattedra e misero in moto una potente
forza di miglioramento sociale. La teoria economica ufficiale rimase quella classica e anche l’economia
marginalista non fu cambiata. Le opere classiche e neoclassiche formularono l’ideologia dello sviluppo
sociale. Il liberismo divenne sempre più una potente forza conservatrice atta a stimolare la crescita ma
incapace di attenuare le profonde tensioni sociali.
L’economia politica iniziò una specie di parabola evolutiva e veniva diffusa attraverso manuali chiamati
catechismi di economia politica. Gradualmente l’opera di ricardo venne abbandonata dai successori.
Gli economisti di tutto il mondo fecero nel 19esimo secolo un grande uso di Smith e Ricardo, in realtà essi
furono solo dei banali divulgatori.
Francesco Ferrara
Il suo pensiero economico aveva le radici nell’economia politica classica ma egli riuscì a recuperare spunti
degli italiani del 700. Essi misero al centro l’utilità dei beni e i bisogni umani come motori dell’attività
economica. Egli fu uno dei pochi autori che cercò di conciliare l’aspetto oggettivo con l’aspetto soggettivo
elaborando la ‘’teoria del costo di riproduzione’’: sono disposto a comprare un bene sul mercato finché non
mi accordo che costa meno produrlo da solo. Senza libertà, ci sarebbe stata miseria e desolazione. Con la
libertà si avrebbe armonia. Il libero mercato è all’origine del vantaggio per tutte le classi sociali. Egli
pubblico una serie di volumi contenenti opere straniere. Ferrara era in netto contrasto coi socialisti della
cattedra.
La classe operaia era ammassata nelle periferie in condizioni di miseria. La giornata lavorativa media era di
14 ore, le condizioni ambientali e sanitarie erano degradate. La disoccupazione era frequente, i salari bassi
e non cerano forme di assistenza. Le disarmonie del sistema produttivo (da un lato creava ricchezze e
dall’altro accentuava il disequilibrio nella distribuzione di esse) furono messe in luce dal pontefice Leone XIII
che nel 1891 emana la prima enciclica sociale ‘’ rerum novarum’’ e riconosceva l’irreversibilità della
rivoluzione industriale e le enormi possibilità di sviluppo umano e sociale che conteneva e notava che le
conseguenze dannose e alienanti non erano inevitabili ma conseguenza dell’individualismo e egoismo
propri della cultura dominante. Individualismo e egoismo erano individuati come presupposti necessari per
la razionalità del sistema economico. Il pontefice sottolineava il carattere morale dell’attività economica e
l’esigenza di porre la teoria economico al servizio dell’uomo (considerato sia nella sua natura individuale
che sociale, sia nella sua realtà materiale che spirituale). Le conseguenze non erano inevitabili ma
derivavano dall’egoismo umano. Il pontefice si batteva per una teoria economica a servizio dell’uomo. La
critica che viene mossa dal papa non pone il pensiero della chiesa a fianco della dottrina socialista che si
stava sviluppando. Il papa riconosce il diritto dello stato ad intervenire in campo economico sia il diritto dei
lavoratori ad associarsi per difendere i propri diritti.
L’enciclica stimolò l’organizzazione di movimenti contadini, operai e cattolici e la partecipazioni di più
persone all’azione sociale. Esercitò anche un influenza di critica sulla teoria economica dominante che era
capeggiata in Italia da Giuseppe Tognolo.
Mentre questa realtà era guardata dai cattolici con senso critico, la stessa veniva osservata da john stuart
mill e karl marx. In questa realtà la aristocrazia terriera sta perdendo importanza a favore del proletariato.
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John Stuart Mill
(1806-1873) è un filosofo, economista e uomo politico. Tipico esponente dell’establishment della società
del tempo. Fu influenzato molto da Ricardo. Fu affascinato molto dai movimenti eterodossi che
esprimevano in maniera confusa i fermenti sociali dell’epoca.
La sua è un opera di transizione, egli si considera un classico (seguace di ricardo) però mette il dito nelle
questioni lasciate irrisolte dall’economia classica. Dal punto di vista politico economico, rappresenta il
compromesso tra liberismo e le esigenze di giustizia sociale. Tale posizione sembra alle volte incoerente. Il
testo di Mill viene usato ad Oxford fino al 1919.
La cultura inglese