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Il Maghreb Prima del colonialismo francese
TUNISIA
Tra il 1837-55 regna Ahmad Bey che proclama tra 1857-60 un patto fondamentale, su fondamenti di uguaglianza dei sudditi, e una costituzione. Tra il 1873-77 a guidarla fu Kheireddin, che, con le sue idee di modernizzatore, fu dimissionato e la Tunisia cadde in un sistema autocratico e corrotto.
Passò sotto il controllo francese nel 1881, a causa di tre motivi principali:
- l'indebitamento dei governi
- la debolezza militare
- la fragilità dei movimenti riformatori
A differenza dell'Algeria, la Tunisia era solo un protettorato, quindi formalmente il sultano continuò a regnare, ma in realtà privo di potere. In Tunisia, poi, fu seguita una politica pragmatica e flessibile, con la cooperazione con gli ulama.
MAROCCO
Già nel 1844 cominciarono i contrasti con i francesi che si chiusero nella sconfitta della battaglia di Isly. Nel 1860, scoppiò anche una guerra con la Spagna, che guadagnò Tetuan.
I francesi approfittarono della netta distinzione tra arabi e berberi, applicando il principio divide et impera (appoggiarono i berberi). Promulgarono il dahir, un decreto tramite cui i berberi sottostavano al sistema giudiziario francese e non a quello islamico marocchino. Fu un governo paternalistico ed in più a sostegno della filosofia dei sufi.
Dal colonialismo francese agli anni recenti:
ALGERIA
Nel 1871 Muhammad al-Muqrani tentò una rivolta tribale, che venne soppressa e
che diede inizio al colonialismo francese. Nel 1881 si applicò il Code de l'indigénat, che consentiva di perseguire i musulmani privandoli di alcuni diritti umani. L'Algeria divenne una colonia di popolamento (dove la Francia distingueva tra la popolazione arabo-berbera ed ebraica). Tra gli anni 20 e 40 conobbe un nazionalismo desideroso di dialogare con la Francia; furono i francesi a mostrarsi ostinati a rifiutare una qualche pacificazione tra colonizzati e colonizzatori. Ciò portò ad una radicalizzazione dell'opposizione politica, con un ritorno all'islamismo. Nel 1946, Ferhat Abbas, esponente dell'élite europeizzata (évolués), fondò un'organizzazione per la creazione di una repubblica algerina federata con la Francia: l'Unione democratica del manifesto algerino. E nello stesso anno Massali Hajj lanciò il Movimento per il trionfo delle libertà democratiche, all'interno.del quale si formò un'organizzazione paramilitare e rivoluzionaria giungendo sino alla formazione del Fronte di liberazione nazionale FLN. Nel 1954 ecco l'insurrezione, e nel 1956 l'insurrezione divenne di massa → significativa la battaglia di Algeri: mesi di dura guerriglia, che sconvolse la capitale. Sconfitti i nazionalisti, decapitato il capo della FLN, la rivoluzione algerina prende una brutta piega: militarizzazione della rivoluzione e distinzione sempre maggiore tra gli interni (che combattevano in patria) e gli esterni (coloro che facevano politica dall'estero). Nel 1958, ci fu il governo provvisorio della FLN e nel 1960 il presidente Charles de Gaulle si mostrò favorevole ad un'Algeria algerina, consapevole di non poter reggere la situazione come in precedenza evolvendo mantenere nello stesso tempo un peso politico ed economico. Ma la decisione di pacificazione non fu ben accetta, contrastata dagli autoctoni con sabotaggi ed attentati.anche a Parigi. Con gli accordi di Evian, nel 1962 l'Algeria otteneva la sua indipendenza: presidente Ahmad Ben Bella. Promulgò la Carta di Algeri nel 1964: contro il modello socialista sovietica, ma pro processo socialista nel paese, ponendo la FLN come avanguardia democratica delle masse. Ma i militari si sentirono messi fuori dal governo di Ben Bella e nel 1965 procedettero con un colpo di stato, a cui seguì la deposizione del presidente, lasciando il potere nelle mani di un colonnello Houari Boumedienne → islamizzazione del socialismo. L'Algeria con Boumedienne si presentava come una repubblica democratica popolare araba-islamica. Lo stato si faceva garante della convergenza tra religione e struttura socialista della società, dove per socialismo s'intende la realtà storico-strategica rivoluzionaria di cui l'Islam ne rappresenta il vettore principale [in questo, simile all'Egitto di Nasser]. Morto Boumedienne 1979, gli successe.Chadli Benjedid, ma il FLN era ormai in crisi. Abbandonando l'idee socialiste, Benjedid mirava ad una liberalizzazione della società e dell'economia. Tuttavia, il cattivo andamento dell'economia stessa per il crollo dei prezzi del petrolio, il boom demografico, le spese sempre maggiori, l'erosione e l'alienazione della cultura algerina, diedero la botta finale al regime.
Le prime rivolte più recenti furono quelle del 1988 e la repressione da parte della FLN fu talmente dura che si inimicarono il consenso popolare. Nacque, infatti, il Fronte islamico di salvezza FIS, il cui leader era un professore universitario Abbasi Madani.
La seconda battuta si ebbe negli anni 1991-92, all'alba delle elezioni locali, dove il FIS si aggiudicò la percentuale maggiore; fu proprio in base a quel risultato che non furono mai avviate le elezioni politiche, anzi, vennero incarcerati i capi del partito, che venne messo al bando.
Così nacquero prima
L'Esercito islamico di salvezza e, poi, i sanguinari Gruppi islamici armati GIA → terrorismo feroce, sterminamento di interi villaggi.
Nel 1992 Benjedid rassegnò le dimissioni, ma solo nel 1999 si ebbero le elezioni, vinte da Bouteflika, ministro degli Esteri sotto Boumedienne, che sembra restituire una certa stabilità al paese. Il terrorismo non scomparve del tutto, ma si allentò e Bouteflika fu rieletto nel 2004, cercando di riproporre il FLN al governo, assegnandogli dei tratti più democratici.
TUNISIA
Nel 1920 nacque un partito indipendentista Destur (Costituzione), il cui leader fu al-Thalibi. Poiché un po' emarginato come movimento, i giovani intellettuali decisero di promuovere la formazione di un secondo partito, il Neo-destur, soppiantando il vecchio. Il nuovo leader era Burghiba: essi ambivano ad acquisire l'indipendenza ed a creare una nuova società.
Dopo la II guerra mondiale, forti soprattutto del fatto che la Francia
uscisse prostrata dal conflitto, inazionalisti ripresero le rivolte. La Francia tentò di giungere ad una cosovranità, ma i nazionalisti scoppiarono in proteste e manifestazioni (1952) che pian piano si trasformarono in propri gruppi guerriglieri. Nel 1955 Burghiba firmava la pace con la Francia, garantendo l'autonomia del paese, che raggiungerà l'indipendenza soltanto nel 1956. Fu da subito instaurata la repubblica e Burghiba ne fu eletto presidente, creandosi una "repubblica monarchica" (designato presidente a vita nel 1975). Tra gli anni 1957 e 1987 egli diede una grande spinta progressista e modernizzatrice: soppressi i tribunali religiosi e sostituito il codice islamico con un Codice di statuto personale; nel 1958 venne avviato un programma decennale di istruzione contro l'analfabetismo. Ma a questa linea di governo corrispose dall'altro lato l'autocrazia piena, garantendo al presidente poteri amplissimi. Gli anni 70, infatti,segnaronola grande conflittualità sociale ed il peggioramento delle condizioni di vita, a favore di un ritorno all'Islam edando sfogo al vecchio militarismo.MAROCCO
Il nazionalismo qui, sin dall'inizio, fu connotato da un forte senso islamico. Solo negli anni 30 si organizzò in vere proprie formazioni politiche, sino ad arrivare alla formazione del Partito dell'Indipendenza (Istiqlal) negli anni 40, il cui maggior esponente fu Allal al-Fasi, intellettuale educato alla francese, che riunì laici e musulmani sotto un unico ideale, quello dell'indipendenza totale.
Accanto al Partito dell'Indipendenza emerge la figura di Muhammad V, sul trono dal 1927, approvò il dahir, si fece portavoce del nazionalismo marocchino. Le autorità francesi lo allontanarono allorché egli si promosse per l'indipendenza dalla potenza colonizzatrice; ma gli autoctoni rifiutarono il sovrano imposto dall'alto, costringendo i francesi a
deporre le armi e chiudere l'era del protettorato. Nel 1955 Muhammad fece rientro e nel 1956, alla dichiarazione d'indipendenza, divenne re del Marocco. Negli anni successivi, venne anche abolito il protettorato spagnolo nelle terre settentrionali, fatta eccezione per le città di Melilla e Ceuta. Hasan II, figlio di Muhammad, successogli al trono nel 1961, con fare autocratico, ma stabile e rispettato, ottenne nel 1975 anche l'annessione al Marocco dell'ex Sahara spagnolo [tutt'ora un Fronte Polisario si batte per quel pezzo di terra, causa d'attrito anche con l'Algeria, che lo appoggiava]. SUDAN Faceva parte dell'impero egiziano. Nel 1881 il predicatore Muhammad Ahmad cominciò ad inviare lettere in cui proclamava l'attesa del mahdi. Finchè uno dei suoi discepoli lo convinse di essere il mahdi e di diffondere la sua missione: la rivolta riscosse successo e non ci fu modo di bloccarla. I successi man mano davano adito dipensare nel miracolo del mahdi, a tal punto da paragonare le sue vittorie a quelle del Profeta nel Badr. Indirettamente, la sua lotta assunse anche caratteri anticoloniali, di opposizione al corrotto governo turco-egiziano. Si è tentato di evacuare gli occupanti dalle terre inviando un progressista, Gordon, ma gli fu impossibile comunicare e nel frattempo Khartoum fu assediata e presa (1885). Muhammad Admad morì segnando la fine dell’esperimento di tajdid.
Il fedelissimo Abdallahi gli successe in qualità di califfo, riprendendo in più la qualifica che prese il califfo del Profeta, Abu Bakr (khalifa alsiddiq). Ma l’epoca del mahdismo finì. Il governo del califfo divenne sempre più autocratico e intollerante, indebolendo il suo movimento in generale. Nel 1896 si procedette ad abbattere lo stato mahdista: le truppe anglo-egiziane, sotto il comando di Kitchener, tra il 1897-98 sconfissero i mahdisti e uccisero il califfo.
Il Sudan divenne una
colonia inglese. Quando nel 1922 l'Egitto ottenne l'indipendenza, gli inglesi pretesero di mantenere il controllo diretto sul Sudan.