Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 12
Storia del giornalismo appunti lezione 3 - 22/02/2018 Pag. 1 Storia del giornalismo appunti lezione 3 - 22/02/2018 Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del giornalismo appunti lezione 3 - 22/02/2018 Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia del giornalismo appunti lezione 3 - 22/02/2018 Pag. 11
1 su 12
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

OMOLO GRIFFINI IETRO MAESTRI

Romolo Griffini era un grande esperto di medicina, molto vicino a Carlo Tenca, non a caso negli

anni successivi sarebbe stato uno dei collaboratori più importanti del giornale e

IL CREPUSCOLO

soprattutto avrebbe fondato e diretto gli ; Pietro maestri, era un

ANNALI UNIVERSALI DI MEDICINA

grande economista ed esperto di statistica, tant’è che dopo l’Unità d’Italia avrebbe avuto un ruolo

fondamentale nel dare impulso agli studi statistici in Italia.

Il loro giornale aveva una interessante peculiarità: era un giornale popolare, quindi scritto in

maniera semplice e chiara, però gli articoli erano di grande qualità nei contenuti. Per esempio il

giornale si distende per la grande attenzione alle questioni economico finanziare; è un’eccezione nei

giornali dell’epoca, dove quando si parlava di economia si parlava di commercio, non delle

questioni economiche. Non a caso un altro importante collaborare di questo giornale fu A NTONIO

A , che era un filosofo del diritto ma anche un grande esperto di economista politica; anche lui

LLEVI

ruotante attorno alla cerchia di Carlo Tenca e di Clara Maffei.

Dal punto di vista politico, agli inizi afferma la propria fedeltà al governo provvisorio, pur avendo

simpatie mazziniane, non a caso nei primi numeri si insiste molto sulla necessità di avere una

costituente e sul suffragio universale maschile. ! 3

Quando però il governo provvisorio decide per l’annessione con il Piemonte, il giornale passa alla

opposizione.

’ : un quotidiano molto vicino agli interessi del popolo. Dal punto di vista editoriale era

L OPERAIO

stampato su due fogli di piccolo formato, e venduto al prezzo più basso possibile, due centesimi,

proprio perché la sua ambizione era di essere letto dal popolo alfabetizzato.

Fondato e redatto da E , personaggio molto vicino a Cattaneo e uno dei capi

NRICO CERNUSCHI

militari delle cinque giornate, repubblicano. Questo fu un giornale molto battagliero e soprattutto

fatto per essere letto dagli operai e dai lavorati, quindi era un foglio molto agile con articoli molto

brevi ma molto incisivi: l’idea era di usare l’operaio per guadagnare alla causa della repubblica e

della democrazia un pubblico di lettori operai e artigiani, presente a Milano. Il giornale fu

apertamente repubblicano e ostilissimo al governo provvisorio e alla annessione al Piemonte. La

cifra in più che lo distingueva dagli altri giornali era la presenza del tema della EGUAGLIANZA

. Il giornale portò infatti avanti una polemica anti-aristocratica, quasi anti-borghese; non era

SOCIALE

però un giornale sovversivo o rivoluzionario, comunista o socialista, anzi respingeva il metodo della

violenza e della forza per risolvere i conflitti sociali; sosteneva la necessità di un metodo graduale

per arrivare a sanare la piaga del divario enorme presente nella società dell’epoca.

Infine c’è il giornale più importante in assoluto:

’I : esce dal 20 maggio al 3 agosto come

L TALIA DEL POPOLO

quotidiano, ed è creato da G M .

IUSEPPE AZZINI

Editorialmente è il quotidiano più avanzato dell’Italia del

tempo. Sarà il modello per moltissimi giornali.

Gli articoli erano introdotti da un editoriale che era l’articolo

più importante, e poi seguivano tutti gli altri articoli che

erano sempre a tema politico, e che erano sempre anonimi.

L’anonimato era sia una caratteristica sia una strategia

utilizzata da Mazzini per evitare di coinvolgere troppi nomi.

È giornale squisitamente politico, non si occupa di altro.

Ebbe una grande importanza per il giornalismo italiano

perché diffuse una particolare tipologia di giarnale,

caratterizzato dal formato grande, detto “alla francese”.

! 4

Questo è il primo quotidiano di Mazzini, ed è composto da una redazione vera e propria di quattro

persone: Romolo Griffini, Pietro Maestri, Giuseppe Revere e Emilio Visconti Venosta; Mazzini

revisionava tutto e poi collaborava anche Carlo Tenca.

Questa redazione particolarmente felice, fa sì che questo fosse il giornale qualitativamente più bello

del periodo; rappresentò proprio la linea mazziniana, il credo di Mazzini in quella fase, che veniva

espresso nell’editoriale dal quale condusse una battaglia anti-annessionista, e a favore di una

costituente a base popolare.

Di fronte alle difficoltà che incontrò con la sconfitta della guerra del Piemonte contro gli austriaci, il

giornale si sposta su posizioni più radicali, iniziando a propugnare la guerra del popolo, venne

coniato in proposito il seguente slogan: «la guerra reggia è finita. La guerra del paese incomincia»;

non a caso subito dopo questa sconfitta e il conseguente ritorno degli austriaci nell’agosto 1848

Mazzini si sposta a Roma, dove vedrà la luce la .

REPUBBLICA ROMANA

Ultima considerazione sul giornalismo lombardo riguarda una caratteristica che hanno molti

giornali del periodo e che non vale per altri stati della penisola: grande attenzione per i temi di

natura sociale.

In Lombardia l’attenzione per le questioni sociali nacque sulla scia delle tensioni sociali, vere e

reali, che si manifestavano nelle città e nelle campagne in quel momento. Dall’aprile 1848 emerse

un movimento esteso ma non organizzato di proteste, che interessò diverse arie agrarie della

Lombardia. Ci furono una serie di proteste e manifestazioni di contadini che rivelarono il

profondissimo disaggio delle classi rurali, ma anche la loro maturità, principalmente nella classe

rurale della bassa pianura padana, dove era presente l’alfabetizzazione.

Su questo tema, sull’I , comparvero una serie di articoli di un ingegnere milanese

TALIA DEL POPOLO

del tempo, G , sulla agricoltura lombarda; la cosa interessante è la conclusione a

IOVANNI CANTONI

cui giunge: dopo aver studiato la condizione dei contadini in Lombardia teorizzò che: «le condizioni

dei contadini in Lombardia sono talmente avvilenti, che noi non possiamo chiedere ai contadini di

combattere per la patria, perché la patria che conoscono è solo una matrigna», tocca e comprende un

punto cruciale, cioè che l’Italia contadina non partecipa al movimento risorgimentale. Ovviamente

non ci sono solo i contadini, ma ci sono anche i lavoratori cittadini. In città ci furono infatti

agitazioni dei lavoratori urbani (tipografi, sarti, tessitori), tutti alfabetizzati, e anche questo stimola

l’attenzione alle questioni sociali. Di fronte a tutte queste agitazioni però, tutti i giornali

democratici e mazziniani dimostrarono immaturità, cioè si rendevano conto della situazione dei

lavoratori ma non avevano soluzioni da proporre; rifiutavano la rivoluzione, l’uso della forza e della

! 5

violenza, ma non proponevano soluzioni alterative, l’unica cosa che proposero furono le società di

mutuo soccorso.

Non c’è un’elaborazione teorica di questi problemi e questioni sociali, c’è attenzione ma non

soluzioni, è un’aporia del risorgimento italiano in toto.

V :

ENEZIA

Spostiamo la nostra attenzione su Venezia dove ci fu un insurrezione vittoriosa e venne proclamata

la Repubblica di Venezia, con un governo provvisorio presieduto da D M . La

ANIELE ANIN

repubblica resiste fino al 1849, ed è l’ultimo baluardo del movimento rivoluzionario del 1848-49.

Nacquero moltissimi giornali, ma sono decisamente più deboli rispetto a quelli lombardi e questo

perché Venezia era più provinciale e non aveva il tessuto culturale e sociale che aveva Milano.

Alcuni furono molto effimeri, ma tutti furono caratterizzati da un forte dilettantismo, che era

caratterizzato da toni molto accesi, polemici, declamatori, intemperanti; altra caratteristica propria

di questi giornali fu che erano quasi tutti democratici repubblicani.

F : la fonte principale per ricostruire la storia della repubblica veneziana. Viene

ATTI E PAROLE

stampata dal giugno 1848 al febbraio 1849. È sin da subito un quotidiano molto popolare, costituito

da articoli molto brevi, con un taglio didascalico e fu il giornale più diffuso.

I fondatori furono F ’ e , due commediografi tra i più

RANCESCO DALL ONGARO GUSTAVO MODENA

famosi del tempo. Il giornale risente molto di questo taglio sostanzialmente letterario e anche molto

vivace; dal punto di vista politico il giornale è naturalmente repubblicano e sosteneva la necessità di

una costituente a suffragio universale.

S : il giornale, dal punto di vista qualitativo, migliore. Stampato dal dicembre 1848 al

AN MARCO

marzo 1849. Era un giornale molto modesto nell’aspetto, popolare, venduto a 5 cent.

La redazione era composta da due ragazzi giovanissimi, B C e G P

ERNARDO ANAL IOVANNI IER

, che riuscirono a dare un tono elevato e interessante al giornale. Erano due mazziniani puri

MARTINI

e il loro punto di riferimento fu la repubblica romana perché «la repubblica romana ha quel respiro,

quel carattere nazionale che invece Venezia non può avere», perché Venezia è una città periferica,

che conta poco. Dal punto di vista politico il giornale si batteva per una costituente italiana a

suffragio universale da istituire a Roma; fece un’opposizione intelligente al governo di Manin,

mettendo in luce problemi veri: polemica contro la mancata epurazione dei vecchi membri del

! 6

governo filo austriaco; contro la politica troppo moderata di Manin; contro la natura illiberale di

alcune posizioni del governo contro la libertà di stampa.

Altro punto importante, che distingue il San Marco dagli altri giornali, era la grande attenzione alla

questione sociale, naturalmente seguendo l’impostazione mazziniana si sottolineava l’esigenza di

una grande riforma sociale, anche se rimaneva nebuloso il progetto per attuarla; fece grande

attenzione ai ceti popolari, ed ebbe una grande sensibilità a collegarli alla causa nazionale; ebbe

anche un tono didascalico, che si evince dalla battaglia portata avanti sulla necessità di educare le

classi popolari, cosa che gli valse l’appellativo di giornale socialista (che non era).

T :

OSCANA

In Toscana il giornalismo raggiunse dei vertici molto elevati, come in Lombardia. La Toscana visse

un periodo molto particolare, perché ci fu la promulgazione della legge sulla stampa il 17 maggio

1848, più o meno ricalcata su quella del Piemonte, e fiorirono quindi le iniziative per la creazione di

giornali. Però anche qui, come nel resto della penisola, l’evoluzione generale e il corso degli

avvenimenti, che erano molto rapidi, influirono sui loro orientamenti, determinandone una forte

polarizzazione s

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
12 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Silvia.p92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del giornalismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Piazzoni Irene.