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ERZA PAGINA
Mancava la , perché essendo giornali privi di risorse, era impossibile mantenere una rete
CRONACA
di giornalisti che andassero a cercare la notizia. La cronaca nascerà alla metà del 1860 con la
nascita de di Milano che avrà le risorse per pagare i giornalisti per fare la cronaca.
IL SECOLO
In genere poi anche i fogli più importanti non potevano permettersi delle CORRISPONDENZE
(qualcuno che fornisse notizie da una città italiane o straniere) perché avere corrispondenti era
costoso e poi perché il sistema postale non era eccellente. I notiziari stranieri c’erano ma le notizie
erano recuperate attraverso i giornali stranieri che venivano tradotti e riportati.
Solo nei giornali maggiori c’era una . Anche in questo caso per un motivo economico e
REDAZIONE
poi perché nella maggior parte dei casi, i giornalisti di questi fogli non sono professionisti ma
uomini politi o letterati che fanno politica, non c’erano giornalisti puri.
Per le , quasi tutti questi giornali erano stampati con metodi abbastanza
PROCEDURE DI STAMPA
antiquati. Le più recenti innovazioni tecniche, che erano già applicate negli Stati Uniti, Inghilterra e
Francia, in Italia si divisero molto lentamente. Non c’erano i presupposti tecnologici e le risorse
economiche, era un’eccezione e una rarità possedere macchinari avanzati e adeguati (es. Pomba).
La composizione degli articoli e dei giornali era fatta a mano con un rendimento molto basso, la
stampa era fatta con torchi di legno o di ferro. Non cerano torchi meccanici, che erano la normalità
all’estero; il primo fu adottato dal Times nel novembre 1814; in questo caso il ritardo è fortemente
legato a un’arretratezza politica, con la mancanza della libertà di stampa è inutile possedere una
simile macchina; vengono acquistati con la nascita del vero giornalismo nel 1848.
L’arretratezza è legata alla mancanza di una vera esigenza, con la nascita del giornalismo politico
nasce anche l’esigenza di una tecnologia più avanzata: iniziano ad essere introdotti i primi torchi
meccanici, che contribuirono alla diminuzione del tempo di stampa e anche degli operai che
dovevano essere impiegati nelle stamperie per pubblicare i giornali.
A prescindere dalle difficoltà tecniche c’è un che è quello del
PROBLEMA CRUCIALE MERCATO
: si ripresenta lo stesso problema cioè perché applicare delle
ITALIANO DEI LETTORI DI GIORNALI
costose innovazioni tecnologiche se poi il pubblico è ristretto o inesistente?
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Alla metà dell’800 si assiste, come abbiamo detto, alla nascita di centinaia di fogli, ma le loro
tirature sono bassissime, e questo perché il mercato non era in grado di assorbire un gran numero di
copie di giornali; la causa principale era l’altissimo tasso di analfabetismo.
Il fenomeno dell’ è impressionante in questi anni. L’Italia è un paese a due facce:
ANALFABETISMO
da una parte abbiamo un’élite coltissima, aggiornatissima che è ai livelli dei paesi più avanzati;
dall’altra abbiamo la grande massa degli italiani; non esiste in questo momento una classe media
(solo in alcuni luoghi esiste una classe di piccolo borghesi o di operai e commercianti colti-
alfabetizzati).
Naturalmente la situazione era articolata e varia enormemente da stato a stato. La situazione
migliore era quella del L -V , unico stato della penisola in cui era in vigore
OMBARDO ENETO
l’ ’ - introdotto nel 1818 -, e in cui si registrava il miglior
OBBLIGO DELL ISTRUZIONE PRIMARIA
rapporto tra il numero degli alunni delle elementari e la popolazione complessiva (in Lombardia il
rapporto era 1:14; in Veneto 1:26). Bisogna però considerare che nonostante la legge prevedesse
l’obbligo della scolarizzazione, non erano previste sanzioni o pene per non rispettava la legge, preci
anche nel Lombardo-Veneto il tasso di analfabetismo era molto alto (moltissimi bambini e
soprattutto bambine non andavano a scuola; le classi erano composte anche da più di 100 alunni, i
maestri erano poco pagati e scarsamente preparati, e il tasso di frequenza era bassissimo); quindi era
molto diffuso anche qui il semi-analfabetismo e l’analfabetismo di ritorno.
In Piemonte, che era uno stato abbastanza avanzato, il 66% della popolazione del tempo era
completamente analfabeta, e nel restante 34% era comunque diffuso il semi-analfabetismo e
l’analfabetismo di ritorno.
Ancora più drammatica la situazione nel centro e nel sud del paese, dove gli alunni delle scuole
erano poche centinai di migliaia e dove la maggior parte dei comuni non avevano nemmeno una
scuola.
Altro enorme problema che affliggeva il mercato dei giornali era quello del , il giornale era
REDDITO
un “bene di lusso”; si è calcolato che a metà dell’800 a Torino un operaio avrebbe dovuto spendere
un terzo del suo salario giornaliero per comprare il Risorgimento.
I giornali che volevano essere letti dai ceti popolari alfabetizzati giocavano sul prezzo, che veniva
ottenuto attraverso varie economie vale a dire piccolo formato, carta scadente, lavoro gratis dei
giornalisti, e in quel caso la cerchia dei lettori si ampliarono. I giornali a 5 centesimi avevano una
tiratura molto più ampia. ! 5
Altro problema era la : non esistendo le edicole i giornali venivano venduti qualche
DISTRIBUZIONE
volta nelle tabaccherie, nelle stesse tipografia che li stampavano, nelle redazione, quando
esistevano, e, nelle grandi città, la venduta era affidata agli strilloni per le strade.
In genere la prassi più diffusa era quella dell’abbonamento o dell’associazione, che prevedeva la
spedizione direttamente a casa; era però una modalità che potevano permettersi pochi, perché
l’abbonamento costava molto (anche se chiaramente rispetto al singolo numero costava meno);
anche in questo caso c’erano però problemi, perché non essendoci un servizio postale efficiente era
comune che ci fossero ritardi e disguidi.
Per tutti questi motivi è molto difficile dare un quadro delle tirature o degli abbonamenti dei
giornali dell’epoca; da vari studi si è però arrivati alla conclusione che il giornale che raggiunse le
tirature più alte fu l’I , il giornale di Mazzini, che grazie al suo bassissimo prezzo,
TALIA DEL POPOLO
5 contesimi, che nel 1852 aveva 10000 abbonati.
I quotidiani che costavano di più si attestarono circa sulle 1000 copie, erano un risultato molto
importante riuscire a raggiungere le 2000 copie ed era fondamentale che almeno la metà fossero
abbonamenti, riuscivano comunque a sopravvivere non guadagnare.
Molto numerosi erano i casi di tirature così basse da portare alla chiusura dei giornali.
Alcune volte però, giornali che non vendevano abbastanza copie per poter sopravvivere, anziché
chiudere continuavano con le pubblicazioni e questo grazie all’intervento di finanziatori esterni.
Sono questi gli anni della comparsa del , che poteva arrivare da due
FINANZIAMENTO ESTERNO
diversi soggetti: un soggetto economico, che nell’Italia dell’epoca però praticamente erano
inesistenti; o uno soggetto politico che era la maggioranza dei casi. Quando si parla di soggetto
politico bisogna fare un ulteriore divisione: potevano essere candidati, soggetti che erano già dentro
il mondo politico o che volevano finanziare un determinato orientamento politico, oppure poteva
essere un soggetto istituzionale vale a dire un ministero, un governo.
È molto importante perché è proprio nel 1848 che inizia il problema del FINANZIAMENTO AI
.
GIORNALI
C’è poi un caso più complesso, rappresentato da quei giornali, come il Mondo illustrato (il caso più
interessante), che non erano esclusivamente politici, ma erano giornali di varietà o illustrati. Questo
tipo di giornale, come abbiamo visto, era diverso dai precedenti e costavano molto di più. Il mercato
era quindi molto più ristretto ma il Mondo illustrato nel 1848 riesce ad avere 3000 abbonati, un
numero eccellente per l’epoca; il problema con cui la rivista si scontra è però rappresentato dal
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rapporto costi di gestione - numero della tiratura: i costi erano troppo alti, per riuscire ad avere un
equilibrio tra costi e ricavi.
A proposito di distribuzione, un caso molto interessante è quello rappresentato dalla rivista gesuita
C che adotta metodo di distribuzione molto
IVILTÀ CATTOLICA
efficace. Il giornale nasce a Napoli nel 1850 e fin da subito
studiò un sistema di distribuzione mai sperimentato in Italia
che gli consentì di raggiungere delle tirature enormi e di avere
una diffusione su tutto il territorio nazionale.
I N C O S A C O N S I S T E VA L A PA RT I C O L A R I T À D E L L A
?
DISTRIBUZIONE GESUITI
La redazione aveva diviso tutto il territorio della penisola
italiana in cerchi, a ognuno dei quali era preposto un
responsabile della distribuzione; i cerchi erano più o meno
grandi a seconda della densità della popolazione: più piccoli
dove la densità era più alta; più grandi dove la densità era più
bassa (ci troviamo quindi davanti a una prima forma di marketing del giornale). Ovviamente questa
organizzazione contava anche sui gangli della chiesa cattolica, che di suo aveva già un network di
contatti molto vasto. Tutto questo fece si che già alla fine del 1850 si raggiungesse la cifra di 7000
abbonati, che nel 1853 erano saliti 11000. Raggiungiamo la tiratura massima, che venne poi
mantenuta nel tempo, di 13000 copia vedute (abbonati+non abbonati): cifra straordinaria per
l’epoca. Altro caso interessante è quello dell’I ,
TALIA DEL POPOLO
giornale di Mazzini. Nasce a Milano, ma poi si sposta a Genova
e poi a Losanna. Ciò che caratterizza questo giornale è il fatto
che riuscì a raggiungere la cifra di 10000 copie venduto solo
attraverso i canali clandestini.
Altra eccezione è rappresentata dal giornale il ,
CREPUSCOLO
forse il più bello dell’800, dal punto di vista della cultura.
È un giornale creato a Milano da C T nel 1857, che
ARLO ENCA
riesce a raggiungere il numero di 2500 abbonati, che per un
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settimanale culturale è un risultato importantissimo.
Non stupisce il fatto che il problema cruciale del giornale fosse proprio quello del .
FINANZIAMENTO
Solitamente quasi tutti i giornali, alla nascita, formavamo una con
SOCIETÀ CHE EMETTEVA AZIONI
un taglio e in quantità tali da coprire le spese iniziali; i sottoscrittori era coloro i quali volevano
sostenere l’iniziativa del giornale. Questo natur