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IL POPOLO

partito popolare italiano di don Sturzo; nel 1924 nasce

, organo del partito comunista, fondato da Gramsci.

L’UNITÀ

In questi anni si mette a punto il modello di “organo di

partito”, con un particolare bacino di lettori, particolari

finanziamenti; si mette a punto anche la struttura di questi

giornali, che si presentano come dei fogli politici, che

facciano da cassa di risonanza e laboratorio teorico del partito,

ma che siano anche punto di

raccolta per i militanti, gli elettori

e i simpatizzanti. I giornali di

partito non presentano grosse

novità dal punto di vista

editoriale, non ci sono particolari

sperimentazioni, ma piuttosto

consolidano una formula precisa

che sarà ripresa nel dopoguerra.

La formula adottata è quella di concedere tanto spazio al dibattito politico e culturale, mentre viene

concesso poco spazio alla cronaca e alla varia, e poi soprattutto non hanno pagine sportive.

Ovviamente su questi giornali si concentrano i prefetti e tutto l’apparato della pubblica sicurezza,

tra il 1919 e il 1925 saranno i più attenzionati.

M ?

A QUALI TRASFORMAZIONI STRUTTURALI SUBITO I GIORNALI NEL DOPO GUERRA

Dal punto di vista dei contenuti si possono notare alcuni fenomeni che caratterizzano tutti i giornali:

! 2

1) dal 1919 vediamo restringersi notevolmente lo spazio dedicato alla politica estera, che più o

meno dal 1908 era stato molto consistente. Certamente è dovuto alla fine della guerra, ma è

chiaro che i problemi del dopoguerra sono problemi internazionali, questa diminuzione

caratterizzerà e caratterizza tutt’ora la stampa italiana. Questa lunga tradizione si radica proprio

adesso, è dovuta a diverse ragioni, che tra l’altro sono solo ipotesi: sicuramente l’esigenza da

parte dei lettori di ritornare ai fatti di politica interna dopo gli anni della guerra, dove la politica

estera aveva praticamente monopolizzato la stampa; un’altra ipotesi interessante è che il paese è

letteralmente attraversato da umori nazionalistici sempre più radicati e diffusi, ed

evidentemente che questo genera un ripiegamento autoreferenziale sulle questioni interne; altro

punto importante è che il nostro paese è estremamente periferico, quasi ignorato, una periferici

evidente anche dalla conferenza di Parigi, e la stampa ne percepisce i segni;

2) in questi anni si amplia molto lo spazio dedicato alla cronaca cittadina, senza dubbio questo è

dovuto alla curiosità dei lettori per fatti e notizie che durante la guerra erano stati messi in

disparte, abbiamo quindi ritorno d’interesse per le realtà locali. Altro fattore legato

specificamente alla cronaca nera è che la guerra, non si il perché, provoca una forte attrazione

per la cronaca nera intesa nella sua valenza evasiva, è fenomeno che si fa strada in questo

periodo, che verrà represso durante il fascismo, ma che si riproporrà dopo il secondo conflitto

mondiale.

3) La terza pagina viene rinnovata nel primo dopoguerra, negli anni della guerra era stata una

pagina quasi sempre retorica e letteraria, e dopo l’ubriacatura degli anni della guerra subisce un

cambiamento, da meno spazio alla letteratura, all’arte e ai resoconti di viaggi e aumenta lo

spazio dei temi politici, economici. In questi anni la terza pagina si configura generalmente

come una pagina culturale e non letteraria. Durante il fascismo questo processo viene interrotto,

perché tornerà ad essere letteraria e artistica, perché i temi politici, economici e sociali erano

difficili da trattare.

4) in questi anni della guerra, gradualmente aumenta lo spazio dedicato agli articoli di evasione,

cioè l’offerta letteraria come novelle e romanzi a puntate, e poi ancora di più alcuni temi che

non erano mai apparsi prima come ad esempio articoli di moda che prima erano trattati solo

nelle riviste specializzate, questo ci fanno capire che si allarga il pubblico femminile, e poi

cresce notevolmente la presenza dello sport, e poi l’enigmistica. Questa spazio di evasione

aumenterà durante il fascismo, sarà il loro punto di forza. Da un punto di vista strutturale tutti

questi elementi sono inseriti abbastanza confusamente e in modo un po’ disordinato ed esitante,

nascerà piano un’architettura e contenitore per questo tipo di notizie.

! 3

M ’I ?

A QUALI SONO LE POSIZIONI DELLA STAMPA SUI TEMI DELL TALIA DEL DOPOGUERRA

L’Italia del dopoguerra legge in modo contraddittorio se non scorretto quello che sta avvenendo nel

dopo guerra in Italia, poco hanno la capacità di decifrare quello che sta avvenendo nel paese, c’è un

deficit di capacità interpretativa, c’è inoltre una frammentazione dei punti di vista che, come se non

bastasse, sono anche molto cangianti. Questi sono tutti elementi che fanno intravedere i movimenti

centrifughi della società italiana del tempo, e si capisce bene che i giornali del tempo non sono in

grado di decifrare la situazione.

Lo si vede bene nel corso del tempo, man mano che si presentano alcuni problemi:

1) nell’ , prima in Liguria e poi nel centro Italia, scoppiano dei

ESTATE DEL 1919 MOTI PER IL

, sono moti spontanei e non organizzati dal partito socialista, ma daranno il via al

CAROVITA

biennio rosso. In questo momento al governo c’è Nitti, quindi un governo liberl-progressista,

naturalmente contro questo governo sono schierate tutte le destre. L’atteggiamento della stampa

in questo frangente è molto paradossali, le posizioni sono varie e tutte abbastanza scorrette. Il

movimento più che interpreto viene strumentalizzato dai giornali: i nazionalisti hanno una

posizione demagogica-populista e sostengono la protesta popolare pur di attaccare il governo

Nitti, si fanno portavoce della protesta e attaccano i cosiddetti accaparratori e speculatori che,

secondo i giornali nazionalisti, erano i fautori del carovita, ma non facevano nomi e cognomi,

rimane un discorso generico; la stampa socialista invece ha un atteggiamento oscillante e

diviso, questo perché il partito al suo interno è diviso sulla valutazione di questi moti, in alcune

città salutano i disordini come l’inizio della rivoluzione in Italia, ovviamente sbagliano

interpretazione provocando il terrore dell’opinione pubblica moderata, un’altra parte del partito

teme che i moti siano spontanei e che non avendo un indirizzo preciso possano essere

strumentalizzati dalla destra, però non potendo combatterli finiscono per sostenerli; questo

movimento oscillante è evidente anche nella stampa liberal-conservatrice, soprattutto nella

stampa legata agli agrari e ai siderurgici, questa stampa è divisa perché questa parte

dell’industria è contraria a Nitti e quindi vedono positivamente i moti, ma i giornali sostenuti

dall’industria temono questi moti perché pensano che potrebbero approfittarne i socialisti; I L

e invece convergono in un appoggio critico al governo

CORRIERE DELLA SERA LA STAMPA

condannando i moti. Vediamo già da questo primo punto un panorama estremamente

contraddittorio delle tendenze all’interno dei vari schieramenti.

2) C , F ;

RISI ADRIATICA QUESTIONE DI IUME E INIZIO DEL TEMA DELLA VITTORIA MUTILATA

(conferenza di Parigi, l’Italia vuole le terre irredente e in più Istria e Dalmazia, Wilson lancia il

tema della nazionalità, l’Italia non vuole cedere dalla proprie posizioni, lascia la conferenza):

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naturalmente ci sono i giornali nazionalisti che voglio tutto e si distinguono per toni

estremamente violenti ed è proprio in questo momento che viene lanciato lo slogan della

vittoria mutilata e della pugnalata alla schiena da parte degli alleati. Quello che stupisce è la

posizione della stampa liberale: inizialmente appoggia il principio

IL CORRIERE DELLA SERA

della nazionalità, e quindi di rinunciare a qualche richiesta e di prendere solo Fiume, ma man

mano che le trattative vanno avanti Albertini lascia trapelare la sua delusione, e inizia a

mostrare segni di rancore verso gli alleati, fino a quando il C attacca direttamente il

ORRIERE

presidente Wilson, accusandolo di essere complice e spettatore passivo del disegno

imperialistico franco-inglese, destinato a mortificare gli italiani; quando si consuma la frattura

definitiva tra l’Italia e gli alleati, Albertini si allinea al coro e non si distingue più la posizione

del e la posizione dell’ , tranne che per i toni. Per quanto

CORRIERE DELLA SERA IDEA NAZIONALE

riguarda poi la conquista dannunziana di Fiume che è un gesto eversivo (sanato da Giolitti nel

"natale di sangue” del 1920), la stampa assume delle posizioni ambigue: i giornali nazionalisti

e il popolo d’Italia sono divisi, i nazionalisti salutano con giubilio il gesto forte di D’Annunzio,

lo ritengono un primo passo per una decisa evoluzione verso destra della situazione politica

nazionale; Mussolini teme che D’Annunzio gli rubi la scena, quindi da una parte vede

l’episodio come un fatto positivo, ma è attento a non considerare la presa di Fiume come il

luogo cruciale della battaglia liberale, perché il luogo cruciale è Roma, quindi dopo il suo

giornale non concede spazio alla notizia il suo scopo è quello di ridimensionare il ruolo di

dannunaziano. Quello che più ci stupisce è l’avanti, perché in questo momento è diretto dai

massimalisti, e giudica positivo il gesto di D’Annunzio perché è un esempio per il suo carattere

rivoluzionare. Molto più incerta è la posizione della stampa liberale, perché d’annunzio è molto

amato come personaggio e quindi non è possibile condannarlo apertamente, però si rende anche

conto che il suo gesto era fortemente illiberale; Albertini non è d’accordo e in maniera

intelligenza, ma in modo molto addolorato, si segnerà la divisione tragica e drammatica

D’Annunzio, che era stato il fondatore della terza pagine del Corriere.

3) B , : in questo caso le

IENNIO ROSSO OCCUPAZIONE DELLE FABBRICHE E MOTI NELLE CAMPAGNE

posizioni sono nette e chiare. La stampa di destra e di centro condanna scioperi e occupazioni

delle fabbriche e chiede la restaurazione dell’ordine; la stampa socialista e radicale appoggia i

moti. Peccato che dietro queste note prese di posizione ci sia un’interpretazione fallace della

situazione, perché da una parte si teme e dall’altra si spera nella rivoluzione; peccato però che

nessuno sta preparando o lontanamente pensando a fare una rivoluzione, gli scioperanti, infatti,

chiedono delle precise rivendicazioni e una volta ottenute anche in parte la situazione torna alla

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normalità. Chiaramente però queste interpre

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Silvia.p92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del giornalismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Piazzoni Irene.