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ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA PERIODICA

quotidiani.

In questi anni assume crescente rilievo la figura del direttore, non che prima non fosse importante,

però in questi anni diventa ancora più forte il suo ruolo; questo ruolo era ancora più importante nel

caso di direttori comproprietari, cioè coloro che avevano sia la carica di direttore sia delle azioni di

proprietà, per esempio è il caso di Luigi Albertini ( ), Alfredo Frassati (

CORRIERE DELLA SERA LA

), Alberto Bergamini (

STAMPA DI TORINO IL GIORNALE D’ITALIA).

È evidente che siamo al cospetto di una industrializzazione della stampa, cioè passiamo da

un’attività artigianale, fatta da poche persone in redazione o in tipografia, passiamo a una vera e

propria impresa commerciale che richiedeva una intensa specializzazione e preparazione.

Tutto questo aveva dei costi chiaramente, ma il prezzo del giornale rimaneva sempre lo stesso, 5

centesimi, ovviamente rimaneva invariato perché altrimenti si sarebbe disperso quel patrimonio di

lettori in più guadagnati nell’ultimo periodo, anche perché abbiamo un aumento delle tirature, e

questo aiutava a mantenere il costo invariata e i conti in regola; aiuto anche la trasformazione in

società anonime. ! 1

Nonostante tutto questo il giornale rimaneva sempre un’impresa fragile, e fu così che divenne un

fenomeno costante il , in pratica si accettava che anche per periodi piuttosto

PASSIVO PIANIFICATO

lunghi il bilancio fosse in rosso.

Diventavano sempre più importanti due possibili prospettive per assicurarsi i mezzi adeguati per

sostenere le necessarie innovazioni e per reggere l’urto della concorrenza:

1) : è una politica progressiva che ha lo scopo di

POLITICA DI CONCENTRAZIONE EDITORIALE

abbracciare segmenti di diffusione sempre più ampio; vale a dire che i giornali maggiori

cercare di espandere il più possibile gli spazi di diffusione di provincia, ovviamente a

scapito dei giornali locali (in questi anni infatti assistiamo a una contrazione dei numeri di

tiratura dei giornali locali). Soprattutto i giornali delle grandi città (Milano, Torino, Roma)

cercarono di diventare giornali regionali e macro regionali; assistiamo dunque a una

nazionalizzazione della stampa (a differenza del periodo precedente dove abbiamo invece

una predominanza di stampa locale).

2) P : era sempre stata importante ma in questi anni diventa

UBBLICITÀ COMMERCIALE

fondamentale, una colonna portante del giornale. Naturalmente più un giornale era

importante e vendeva, più attirava pubblicità. Fu così che iniziò un processo, che è

comunissimo nella contemporaneità, per il quale la pubblicità rende di più delle vendite

stesse del giornale. In questi anni abbiamo un aumento del 10% degli spazi pubblicitari.

Iniziano a configurarsi proprio in questi anni i primi elementi di una estetica della

pubblicità, basterebbe guardare una quarta pagina del 1890 e poi una ottava pagina di un

giornale del 1905 o 1910 e mettere a confronto gli annunci pubblicitari, prima avevamo dei

brevissimi comunicati molto anodini, dopo abbiamo una vera e propria tecnica pubblicitaria

(1928 giornali pubblicizzano i fornelli a gas e fanno un elenco delle catastrofi).

Nonostante questi tentativi di trovare maggiori finanziamenti la situazione dei giornali rimaneva

sempre abbastanza precaria, e il legame con il potere politico ed economico era sempre molto

importante; è vero che alcuni giornali erano forti e indipendenti, ma era anche vero che questi

giornali erano pochi, erano quindi eccezioni. Le cose però andarono bene fino al 1907/1908, dopo

inizia un cambiamento, perché in questi anni inizia a profilarsi una per alcune

CRISI ECONOMICA

aziende, e l’editoria e sicuramente uno dei settori più vulnerabile ed esposto.

Intorno al 1910 iniziamo a vedere le conseguenze della crisi economica degli anni precedenti

soprattutto in termini di diminuzione delle tirature e della pubblicità.

! 2

In questo momento di crisi si affaccia come protagonista assoluta della stampa quotidiana italiana la

, e diventa un elemento centrale e decisivo nella storia della stampa quotidiana

GRANDE INDUSTRIA

italiana. Non erano mancate affatto, negli ultimi quindici anni del secolo precedente, tentativi di

esponenti del mondo economico di avvicinarsi alla stampa (C -Crespi; I

ORRIERE DELLA SERA L

XIX-Ansaldo), però erano state delle eccezioni; ora invece i legami tra stampa e industria

SECOLO

diventano sempre più frequenti e organici (consustanziali e profondi). Questo è però un normale

risvolto dello sviluppo economico novecentesco: l’industria italiana dei primi del novecento è

giovane e ha bisogno dell’appoggio dello stato, il giornale funge quindi da elemento di pressione

sull’opinione pubblica e sulla classe politica e dirigente.

Insieme alle industrie non bisogna però dimenticare o sottovalutare il ruolo delle banche, che sono

legate alla grande industria.

Il giornale è quindi o uno sbocco di investimento oppure un elemento di pressione sui governi; non

a caso i settori che in questi anni sono i più attivi nell’acquisto di stampa sono quelli che hanno più

bisogno del sostegno dello stato: tessile, in particolare il cotoniere; siderurgico; meccanica;

zuccherieri.

Q ?

UALI SONO I GIORNALI PIÙ IMPORTANTI IN QUESTO PERIODO

I : in questa fase il direttore è A , e diviene il più venduto e

L CORRIERE DELLA SERA LBERTINI

autorevole giornale d’Italia, e anche una testata europea. Albertini appartiene a una famiglia molto

ricca di Ancona caduta in disgrazia, giunge al C nel 1896 dopo aver collaborato con

ORRIERE LA

di Torino dove era stato corrispondente da Londra, oltretutto aveva anche diretto, per un

STAMPA

breve periodo, un periodico economico C di Luigi Luzzati.

REDITO E COOPERAZIONE

Nel 1896 arriva al C S , ma non fa il giornalista ma responsabile

ORRIERE DELLA ERA

dell’amministrazione e gerente, stabilisce un legame molto forte con Torelli Violier che comprende

la caratura del personaggio, e non a caso acquista subito un enorme prestigio all’interno della

redazione che nel momento di grande difficoltà della crisi di fine secolo guarda a lui come possibile

alternativa al direttore Oliva.

Dopo soli quattro anni all’interno del giornale ne diventa direttore; ma non solo, acquista sin da

subito delle quote di proprietà del giornale, venendo ad essere direttore e proprietario. Secondo

un’accordo con gli altri quattro proprietari (che hanno quote maggiori) Albertini era libero di

adottare la linea del giornale che preferiva, ma era vincolato alla consultazione con il resto della

! 3

proprietà su alcuni punti: 1) nomina o revoca del redattore capo; 2) nomina o revoca del capo

cronaca; 3) nomina o revoca del corrispondente capo da Roma.

Albertini, grazie alla sua autorevolezza e all’aumento vertiginose delle tirature, si impone subito

sugli altri proprietari e sulla redazione ed esercita, fino alla sua defenestrazione sotto il fascismo, un

potere pressoché assoluto.

Da prova di grande talento editoriale, anche perché fa tesoro della sua esperienza a Londra e della

sua conoscenza diretta di moltissimi esponenti del giornalismo inglese, in particolare era molto

amico del direttore del Times, un’amicizia di cui farà grande tesoro.

C A ?

OSA FA LBERTINI

Prima di tutto ricompone il giornale su otto pagine sfruttando molto bene gli spazi, senza mutare

tanto dal punto di vista dell’editing perché da questo punto di vista rimane un giornale molto

tradizionale, l’architettura interna è molto limpida e ordinata; con Albertini diventa il giornale che

deve necessariamente essere consultato se si vuole sapere qualcosa su tutto (anche per gli storici è

una delle

principali fonti

dell’epoca),

questo perché

era il giornale più

informato, che

aveva le notizie

prima degli altri,

era strettamente

collegato con

tutte le capitali

europee, e quindi

era in assoluto il

giornale più completo e più chiaro.

Il secondo elemento di forza era rappresentato dalla capacità di Albertini di attirare firme

straordinarie, cosa che poi costituirà una tradizione per il C anche nei momenti più bui; di

ORRIERE

questo si giova tutto il giornale, ma principalmente la terza pagina, che si imporrà come la più bella

in assoluto tra i giornali italiani. ! 4

Albertini inoltre diede impulso a una catena di , cioè creò intorno al

PUBBLICAZIONI COLLATERALI

C una serie di pubblicazioni collaterali cercando di guadagnare il target familiare,

ORRIERE

configurando un offerta proposta alla famiglia media.

I non erano una novità, erano già comparsi negli ultimi vent’anni dell’800, però erano

SUPPLEMENTI

diversi rispetti a quelli novecentesche.

Il primo era stato inaugurato nel 1876 dalla , era ,

GAZZETTA PIEMONTESE LA GAZZETTA LETTERARIA

un giornale che trattava esclusivamente di letteratura; nel 1879 abbiamo il secondo, che era il

supplemento del F , I F anche questo letterario; in assoluto il

ANFULLA L ANFULLA DELLA DOMENICA

primo a chiamare questa offerta supplemento e ad anticipare il C è la T , a cui

ORRIERE RIBUNA

Albertini guarda, questo è un tipo di settimanale moderno ed è del 1890 (a

LA TRIBUNA ILLUSTRATA

volte chiamato anche Tribuna illustrata della domenica), che aveva una prima pagina illustrata. Qui

il contenuto non è letterario, si basa principalmente sulle notizie di varietà, è concepito come

giornale di intrattenimento, sono notizie leggere e sensazionalistiche spettacolarizzate attraverso le

immagini.

È evidente che il punto di riferimento per il C è proprio questo, perché

ORRIERE LA DOMENICA DEL

, che nasce nel 1899, è pressoché identica a questo supplemento. Rispetto alla

CORRIERE TRIBUNA

che è si un giornale importante ma non cresce più di tanto,

ILLUSTRATA, LA DOMENICA DEL

riesce a giovarsi dello slancio del quotidiano e delle sue penne, diventando un giornale

CORRIERE ! 5

che veniva definito “per tutti” generalista, un giornale popolare all’americana che non punta ad un

target predefinito anche dal punto di vista del genere (si poteva trovare ad esempio LA RUBRICA DI

che parlava di moda e di costume).

NICOLETTA

Albertini punta dunque su questo trend, e nel 1901 fonda il settimanale (da cui si rifà la

LA LETTURA

lettura contemporanea) diretto da G (uno dei più importanti commediografi del tempo), ed

IACOSA

era un giornale che univa letteratura e cultura e che

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Silvia.p92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del giornalismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Piazzoni Irene.