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SOSPENDERE QUALSIASI PERIODO PER TRE MESI
4) C , molto generico, “reato di turbamento
REAZIONE DI UN NUOVO REATO A MEZZO STAMPA
dell’ordine pubblico per la pubblicazione di notizie tendenziose”, cioè tutto, esprimere
un’opinione.
A quarant’anni dalla nascita dello stato italiano erano minacciate non solo le libertà, ma anche lo
statuto stesso.
Di fronte alla proposta di queste misure, ci fu una reazione molto importante da parte della stampa
tutta che si schierò contro queste leggi, è interessante vedere che quando si parla di stampa tutta non
parliamo solo della stampa socialista, cattolica e radicale, ma anche di quella liberale e
conservatrice. Un ruolo fondamentale viene giocato proprio dalla stampa liberale, perché fino a quel
momento era stata la cinghia di trasmissione tra potere politico e classe dirigente da una parte e
opinione pubblica dall’altra; per la prima volta si oppone al governo diventando indipendente, è la
nascita in Italia del quarto potere.
In prima fila, in questa opposizione alle leggi liberticide, c’è L di Torino guidata da Roux
A STAMPA
e Frassati, che ebbe un ruolo fondamentale nel diffondere la corretta lettura di quello che stava
accadendo in Italia. In una serie di editoriali ed articoli viene spiegato che di fronte ai disordini e al
malcontento che attraversavano la penisola, non bisognava spaventarsi, perché dietro a questi
disordini non c’era la minaccia di un moto insurrezionale organizzato volto a mettere in crisi lo
stato liberale, dietro questi disordini c’era solo un’enorme povertà; la risposta deve essere una
politica di riforme civili e sociali, era l’unico modo per evitare la radicalizzazione di questi focolai
di malcontento. Secondo la stampa si era di fronte a una grande richiesta dei ceti popolari che
volavano essere inseriti dentro l’ordinamento liberale (la maggioranza era fuori dalla vita politica,
non aveva il diritto di voto perché non erano alfabetizzati e avevano un reddito troppo basso) era
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necessario arrivare al suffragio universale maschile. Per gli uomini politici che potevano
LA STAMPA
incarnare questi ideali erano Zanardelli e Giolitti.
La posizione altrettanto interessante è quella del C S , perché la sua posizione
ORRIERE DELLA ERA
cambia e in questo mutamento ha un ruolo fondamentale il direttore L A . La lettura
UIGI LBERTINI
che da dei moti il corriere è totalmente opposta a quella della S , ha un punto di vista
TAMPA
conservatore reazionario e non democratico progressista come la .
STAMPA
Secondo il corriere erano i socialisti ad essere sovversivi, quindi la causa non è il disaggio ma i
socialisti, tanto è vero che in un editoriale del febbraio del 1898 invoca una riforma elettorale che
restringesse ulteriormente il diritto di voto per arginare «la marea montante»; nel maggio 1898
ritorna sulla questione scrivendo «si sparge il convincimento che con il disordine si ottiene tutto e si
strappa ciò che si vuole», e si scriveva inoltre che il governo era debole e che era necessario un
governo di maggior polso. Dopo l’intervento militare di Bava Beccaris del 6-9 maggio 1898, il
invoca interventi di natura repressivi su tutta l’Italia; nel mese di maggio il C
CORRIERE ORRIERE
arriva ad invocare una limitazione della libertà di stampa con un editoriale del 5 maggio dove si
scriveva «quanto alla stampa bisogna che la libertà di stampa sia regolata e frenata meglio, sottratta
ad oscillazioni che fanno lecito oggi quel che era illecito ieri».
Intanto però i fatti di maggio provocano nel Corriere una frattura, perché non tutti sono d’accordo
con questa linea sia dentro la proprietà che dentro la redazione.
La proprietà in particolare era divisa tra il direttore Torelli Viollier che aveva un pacchetto di
minoranza, e gli industriali Crespi, Pirelli e De Angelis che erano collocati su posizioni reazionarie
conservatrici. La frattura però si consuma all’interno della redazione perché molti giornalisti non
sono su questa linea, tra questi giornalisti c’è anche Luigi Albertini che non è un giornalista ma un
amministrativo all’interno del giornale, oltretutto in quel momento si trovava a Londra dove si era
imbevuto del liberalismo anglosassone, e poi era molto legato a Torelli Viollier.
A un certo punto questa frattura si consuma e si giunge alle dimissioni di T V alla
ORELLI IOLLIER
fine di maggio e pubblica sulle colonne della stampa di Torino una lettera in cui spiega le
motivazioni delle sue dimissioni e difende la libertà di stampa e il suo carattere organico e statutario
di questa libertà, dice che la legge sulla libertà di stampa non è una legge qualsiasi, ma una colonna
dello statuto poiché la legge sulla stampa si inserisce nel DNA dello stato liberale pur con tutti i suoi
limiti;
«la libertà di stampa è legge, legge fondamentale dello stato, e a vederla trattata così come è
mi sento ferito nel mio più intimo della mia coscienza di cittadino. Mi sono trovato e mi trovo
con persone di tutti i colori a discutere di queste cose, alcuni mi dicono che le mie sono
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angosce dottrinarie, che un solo colpo di scopa può e ci voleva, che l’Italia non è l’Inghilterra.
Ahimè è proprio questo di cui mi dolgo, che l’Italia non sia l’Inghilterra e che abbia
rinunciato a imitare l’Inghilterra. E purtroppo non rinunciamo solo ad imitare l’Inghilterra ma
anche altri paesi in cui se è minore il punto della libertà è però scrupoloso il rispetto della
giustizia, quando odo un avvocato fiscale dire: «prego il tribunale di aggravare la mano sugli
imputati che sono noti come socialisti», sento turbare in me il senso della giustizia, poiché
ricordo che una sentenza del tribunale di Milano proclamava che professarsi socialista non è
un delitto, e che il socialismo, pur promuovendo un diverso ordinamento della proprietà, non
è incriminabile».
Chiaramente, al Corriere, Viollier viene sostituito con un elemento reazionario, D O ,
OMENICO LIVA
scelto proprio per sostenere la linea della proprietà, il 5 giugno del 1898 diventa direttore e adotta la
linea che una parte della proprietà gli impone, cioè aderire al cosiddetto “ ”;
BLOCCO D’ORDINE
questa decisione provoca una reazione di ostilità e disagio da buona parte della redazione che si
ribella a questa linea (questo è molto interessante perché fa comprendere il potere che poteva avere
e assumere la redazione di un giornale), il giornale non era più il direttore, ma erano anche i suoi
redattori.
È in questo momento che matura la decisione di una svolta all’interno del corriere della sera, he poi
porterà alla defenestrazione di Oliva e alla sua sostituzione con Albertini.
L A è un uomo molto conservatore, è un uomo oltretutto che non è affatto vicino né a
UIGI LBERTINI
Giolitti né a Zanardelli, è un uomo fortemente antisocialista e antidemocratico, è molto laico e
quindi anche anticattolico e anticlericale, e antigiolittiano. È un liberal conservatore, e in teoria
avrebbe dovuto aderire alle tesi di Pelloux, e invece non è d’accordo, perché è sulla stessa linea di
Torelli Viollier, vale a dire che non è importante la parte da cui si sta, sono importanti le regole, e
queste regole sono i principi libertari e lo statuto, e quindi la regola è la libertà di stampa deve
essere mantenuta intatta.
A questo punto, mentre Oliva è in viaggio verso Roma, Albertini scrive un editoriale dove si fa
portavoce del malcontento della redazione e scrive che il tentativo di Pelloux è fallito e che quindi il
governo si deve dimettere e iniziare una fase nuova, e realizza quello che viene definito un colpo di
stato. Per lui si spalancano le porte della direzione del perché anche la proprietà si
CORRIERE
convince della necessità di iniziare un nuovo percorso.
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Nel 1901 inizia la nuova fase del paese con la nascita del e la fase
GOVERNO ZANARDELLI-GIOLITTI
giolittiana.
Questa è una svolta che coincide con un’altra importante svolta sul piano economico e sociale, che
probabilmente sono legate.
S 1900 1915.
POSTIAMO IL NOSTRO OBIETTIVO SUL MERCATO EDITORIALE DAL AL
Questa è una fase molto positiva per il giornalismo italiano, rispecchia la svolta politica in senso
liberale e lo sviluppo che vive l’Italia in quel periodo. Non a caso in questi anni ci troviamo di
fronte a un panorama della stampa italiana molto diverso rispetto agli anni precedenti in tutti i sensi:
il secolo compare in edicola nel settembre 1898, dopo tre mesi di chiusura, e in un giorno esaurisce
400.000, questo è un simbolo, mai in Italia si erano vendute tante copie.
Tutta la stampa dal 1898 in poi vive un grande momento e non furono solo i quotidiani politici a
mostrare grande vitalità ma tutto il comparto della stampa: i settimanali, i settimanali illustrati, le
riviste, i settimanali letterari, i settimanali di spettacolo.
Questa esuberanza del settore è dovuta a un convergere di fattori positivi inserita in una fase di
crescita e dinamismo del paese:
1) E : con l’inizio del secolo si apre una fase congiunturale
LEMENTO ECONOMICO E SOCIALE
molto positiva e si avvia una fase di sviluppo diverso rispetto al passato, perché si registra il
primo take-off industriale del paese, quindi si trasforma da paese agricolo a paese semi
industriale, che è limitato perché è concentrato in una parte del paese, ma almeno c’è;
2) V : sviluppo della legislazione sociale (potremmo
IGOROSO PROGRAMMA DI RIFORME SOCIALI
definirlo l’inizio del welfare in Italia), grandi politiche di incremento dell’occupazione
grazie a grandi opere pubbliche;
3) A : elemento legato ai due elementi precedenti, è la prima volta che si
UMENTO DEI REDDITI
registra un aumento dei redditi dalla nascita del paese. Il reddito nazionale aumenta, tra il
1900 e il 1911, di circa il 50%; questo naturalmente comporta un aumento del tasso dei
consumi e soprattutto si allarga il range dei consumi non essenziali tra cui i libri e i giornali.
Ovviamente ci sono dei limiti, non tutte le categorie vengono toccate dall’aumento dei
redditi, per esempio i ceti rurali, mentre gli impiegati statali, gli operai e principalmente
quelli qualificati, i commercianti sono fortemente toccati dall’aumento dei redditi;
4) E : questo aumento è determinato dalla
SPANSIONE DELLA PICCOLA E MEDIA BORGHESIA
mobilità sociale più accentuata rispetto al passato; c’&e