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FIAT

La Fabbrica Italiana Automobili Torino nasce da una complicata fusione. Non produce solo

automobili; nel 1938 costruisce il Centro Turistico di Setriere, fra il ’49 e il’54 partecipa al

piano UNRRA Casa, costruendo il 74% delle case popolari torinesi. Questi e altri progetti ,

come il Palazzo del Lavoro e Torino Esposizioni di Nervi, oppure l’Autostrada Torino-Savona

del 1951, vengono seguiti dal Servizio Costruzione Impianti Fiat. La prima automobile

prodotta è la 3 ½ HP del 1899, sviluppata nelle Officine di Corso Dante, zona già ricca di

carrozzerie, pensata per un pubblico elitario.

Il Servizio Costruzione Impianti Fiat, e le relative ramificazioni, si occupa anche della

pubblicità, per la quale non si affida a professionisti esterni. Con l’industrializzazione degli anni

’20 e ’30 si affacciano sul mercato nuovi modelli, a partire, nel 1932 dalla Balilla, una

familiare, per arrivare nel 1936 Fiat 500, detta Topolino per le sue linee tondeggianti, di fascia

economica.

Nel 1939 Mussolini inaugura lo stabilimento di guerra Fiat Mirafiori, che avrebbe prodotto armi

e carri armato. Dopo il conflitto armato, nel secondo dopoguerra, Fiat si adopera per

promuovere i suoi prodotti attraverso una serie di pubblicità occulte, soprattutto nel cinema,

non investendo così nella riconoscibilità del marchio, diversamente da altre aziende.

Questo periodo segnerà un distacco rispetto al precedente, grazie alla produzione di

automobili economiche che contribuirono allo sviluppo dell’Italia del boom economico. Dietro

ad un gran numero di questi prodotti vi è il geniale ing. Dante Giacosa, entrato in Fiat nel

1928 ad appena vent’anni, capace di cogliere la contraddizione fra la cultura di fabbrica e

quella del design, arrivando spesso ad una sintesi. Nel 1955 progetta la 600 una piccola

vettura con quattro posti di fascia economica. Tuttavia la 600 è ancora troppo costosa per

poterne sostenere le spese con un salario minimo dell’epoca. Così nel 1957 nasce la Nuova

500, che gli vale il Compasso d’Oro nel 1959. Quattro posti, ruote ai margini della carrozzeria

a vantaggio dell’abitabilità interna, una meccanica semplice unita ad un bicilindrico di

derivazione motociclistica raffreddato ad aria, montato al posteriore, la trasformano in un

best-seller che motorizza finalmente anche quelle fasce di popolazione che ancora non

potevano permettersi una macchina propria. Il prezzo è di 490.000 lire, pari a circa 13

stipendi di un operaio. Perfino il tetto in tela è pensato per poter utilizzare meno lamiera in

fase di produzione. Queste piccole automobili diventano dei veri e propri status symbol.

Nel 1966 Valletta passa la direzione dell’azienda a Gianni e Uberto Agnelli e nello stesso anno

nasce il Centro Stile Fiat che viene diretto da Dante Giacosa, il quale porterà importanti

innovazioni, come l’introduzione delle plastiche e vari cambiamenti nelle strategie progettuali.

Il 1970 sia per Fiat che per moltissime realtà economiche significa crisi, legata anche alla

guerra del Kippur del 1973 e conseguente crisi petrolifera. Per rafforzare l’immagine del

marchio commissionano all’arch. Gae Aulenti un primo showroom pilota a Milano. L’arch.

sistema i veicoli su piattaforme e pedane inclinate verso il pubblico, il quale doveva sentirsi

subito accolto e al centro delle attenzioni, grazie anche alla presenza di spazi per il

ricevimento e l’attesa, cabine telefoniche, e sistemi di intrattenimento come i cinebox, grazie

ai quali si potevano visionare una serie di spot pubblicitari Fiat, anche del passato. Tra il 1973

e il 1974 viene messo a punto un manuale per l’organizzazione commerciale e nascono gli

showroom di Torino, Zurigo e Bruxelles, che avevano disposizioni simili per la riconoscibilità

del marchio, soprattutto all’estero. Sempre a questo periodo appartengono le paline

segnaletiche con il logo Fiat del 1968. Gli anni ’80 sono segnati dalla strage di Ustica e il

terremoto dell’Irpinia, accompagnati da un generale calo delle vendite e dalla cassa

integrazione ( marcia silenziosa dei quarantamila). In questi anni la Fiat è a caccia di un

rilancio, ma anche di una nuova automobile economica con cui risollevare le vendite.

Giorgetto Giugiaro disegna la Panda, una super utilitaria economica e versatile. È un

successo oltre che un’icona. Disponibile sia 35cc che 45cc di cilindrata al momento del

lancio, svilupperà una longeva produzione che vedrà la fine solo nel 2003 dopo innumerevoli

versioni e allestimenti, sbaragliando la concorrenza, soprattutto delle francesi. La Panda è

stata anche la prima utilitaria a trazione integrale della storia dell’automobile. Grazie ai suoi

bassi costi e alla sua versatilità si impose soprattutto fra i giovani acquirenti. Nel frattempo,

nel 1982 viene dismesso il Lingotto. Un anno dopo viene presentata la Uno, progettata da

Giugiaro, per la quale viene organizzato un grande lancio a Cape Canaveral. L’ing. Lucio

Passarelli allestisce uno showroom dedicato a Roma, in un palazzo del ’41, con nuvole e

tralicci zincati, seguendo ancora le indicazioni dei manuali del 1973. Gli anni ’90 vedono,

soprattutto intorno al 1996 e al 1997 una concorrenza agguerrita che induce Fiat a lanciare il

progetto Multipoint, che prevede strategie diverse in diversi ambiti, e che porta all’acquisto o

alla ridestinazione di edifici in Europa per rilanciare l’immagine del marchio. Il Servizio

Costruzione Impianti Fiat viene acquisito da Fiat Engineering. Nel ’95 parte un progetto pilota

per la simulazione di padiglioni e strutture modulari, progettate seguendo forme geometriche

di base da Marco Visconti, il quale progetterà anche lo stabilimento di Melfi. Il marketing

intanto studia le strategie delle altre aziende concorrenti, pratica che costituisce una novità

per Fiat, sviluppando anche una nuova segnaletica triangolare girevole.

I primi anni 2000 sono caratterizzati da una ripresa generale dei progetti di Visconti.

Marco Zanuso & Richard Sapper

Fra i primi progetti di Marco Zanuso vi è la seduta teatrale Antropus del 1948 che il designer

sviluppa in collaborazione col centro ricerche Pirelli e Arflex, sostituendo il sistema a molle e

piume con materiali plastici.

Fra il 1950 e il 1951 sviluppa la seduta Lady, alleggerendone l’intelaiatura con nastri elastici

Nastrocord di Pirelli. Successivamente progetta il divano Sleep-O-Matic con spalliera

regolabile.

Del 1959 è invece il progetto di Richard Sapper di un asciuga capelli, che enfatizza,

attraverso la circonferenza, i componenti interni e migliora l’ergonomia grazie ad un distacco

formale sul manico.

Sapper ha un passato da car designer in Mercedes, che spesso emerge in alcuni dei suoi

oggetti, come nel caso dell’orologio da tavolo Static per Lorenz, per il quale egli si ispira alla

strumentazione delle automobili. Nel 1962 Sapper e Zanuso progettano il televisore Doney

per Brionvega, il primo televisore a transistor del mondo, dotato inoltre di scocca trasparente

che mette in mostra i componenti (cfr Apple iMac G3).

Nel 1963 i due designers progettano la sedia Lambda, per Gavina, ad alto contenuto

tecnologico, con struttura in ferro ispirata ai principi costruttivi delle carrozzerie e pelle come

rivestimento. L’anno successivo esce sul mercato il primo televisore portatile Algol per

Brionvega, alimentato da batterie, non necessitando quindi di una presa di corrente per

funzionare, dotato di una maniglia retrattile e con uno schermo inclinato pensato per essere

usato mentre è appoggiato per terra, unico appoggio sicuro in mancanza d’altro.

Nello stesso anno dell’Algol Zanuso e Sapper sviluppano anche un progetto per Telefunken.

Nel 1965 è la volta della TS502 per Brionvega, una radio portatile che presenta due aspetti

formali diversi in base all’utilizzo: aperto se in funzione e chiuso se è a riposo. Sia l’Algol che

la TS502 rompono la distinzione fra elettrodomestici bianchi, pensati per il bagno e la cucina,

e grigi, pensati per il salotto, in quanto possono essere utilizzati e portati con se in ogni

ambiente della casa. Nel 1967 Zanuso e Sapper progettano il telefono Grillo per Siemens che

presenta svariate innovazioni. I primi telefoni erano collocati di solito all’ingresso della casa sia

perché i nuovi impianti telefonici arrivavano sulla soglia delle abitazioni, sia perché l’ingresso è

un ambiente neutro per un apparecchio come il telefono, senza precedenti. Il telefono Grillo,

così come accade per l’Algol e la TS502, rompe questo schema, imponendosi come un

telefono portatile, dotato di un lungo filo che permette di spostarsi e camminare durante la

conversazione. Non solo, data la sua forma può essere ben accolto in ogni ambiente della

casa e può anche essere utilizzato con una sola mano, lasciando libera l’altra. Per rispondere

alla chiamata è sufficiente aprire il telefono e portarlo all’orecchio; questo meccanismo

anticipa di molto i futuri telefonini flip. Grazie ad un accurato studio, infine, i progettisti

decidono di spostare la suoneria del telefono, ingombrante e la cui presenza nel telefono non

è necessaria, nella presa a muro che alimenta e porta il segnale all’apparecchio, rendendolo

così leggero e portatile.

Nel 1968 Marco Zanuso progetta per Zanotta il tavolo Marcuso, costituito da un piano in

cristallo a cui vengono avvitate tramite un supporto saldato al vetro quattro gambe in acciaio

indipendenti.

L’anno successivo Zanuso e Sapper progettano il televisore Black per Brionvega, un cubo

nero lucido, il cui schermo è individuabile solo durante l’utilizzo. Nel ’71 Zanuso sviluppa la

bilancia Export4000 per Terraillon e nel ’72 Sapper, sempre per la stessa azienda, progetta il

Minitimer.

Nel 1972 Sapper progetta la lampada Tizio per Artemide che si basa su un intelligente

sistema di contrappesi al posto del più convenzionale sistema di molle e bielle; inoltre Sapper

elimina anche il filo di alimentazione sostituendolo con la struttura metallica della lampada

stessa, in quanto l’energia è a bassa tensione e può propagarsi in sicurezza. Nel basamento

in fine egli colloca il trasformatore per la lampadina alogena da dodici volt. Se la si confronta

con la lampada Tolomeo per Artemide progettata nel 1986 da Michele De Lucchi e Giancarlo

Fassina si comprende come quest’ultima vanti una progettazione high-tech solo espressivo,

a differenza della Tizio, dove c’è una vera e propria evoluzione tecnica rispetto al passato. Nel

’70 Marco Zanuso progetta Thesi per Aurora, una penna ultrapiatta con sistema di apertura a

scatto; nel 1973 progetta Ariante per Vortice, un ventilatore da tavolo, la cui ventola, quando

in funzione, diviene trasparente. Nel ’79 Sapper progetta per Alessi la caff

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A.A. 2016-2017
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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher clacar94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del design e della comunicazione visiva II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Torino o del prof Peruccio Pier Paolo.