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Lo sviluppo delle scuole minori e l'evoluzione del metodo di studio
Nelle scuole minori si studiava anche il diritto processuale (poco studiato a Bologna) e questo divenne un punto di forza (cercarono di specializzarsi, diversificando l'offerta e attrarre così sempre più studenti).
Per quanto riguarda il metodo, invece che la glossa, nelle scuole minori si utilizzava la summa: meno legata al testo, approccio che tendeva a riassumere il testo stesso (operazione di sintesi) e questo rappresentò un altro vantaggio a livello pratico poiché per lavorare come glossatori era indispensabile possedere il testo giustinianeo accanto e averlo riassunto voleva dire avere una versione più breve, semplificata e veloce da consultare. La summa abbatté i costi e aumentò la circolazione dei testi.
Piacentino: giurista di Piacenza che insegnò a Bologna ma che poi si spostò ad insegnare alla nativa Piacenza fino a Montpellier.
Più significativo per noi fu Pillio da Medicina, iniziatore dello studium di Modena.
esigenze della società medievale. La teoria del dominio diviso sosteneva che il potere politico e il potere spirituale dovessero essere separati e che entrambi avessero la loro legittimità e autorità. Questa teoria ebbe un impatto significativo sulla politica e sulla società dell'epoca. Durante il suo insegnamento, Pillio ebbe molti studenti che lo seguirono da Bologna a Modena. La sua metodologia innovativa, che includeva l'uso dei brocardi e la riflessione dialettica, rese gli studenti meno passivi e li stimolò a pensare in modo critico. I brocardi erano frasi sintetiche ed efficaci che esprimevano principi giuridici contrapposti. Pillio utilizzò questi brocardi per mettere in contrapposizione i principi giuridici e incoraggiare gli studenti a riflettere in modo dialettico. Inoltre, Pillio trattò anche della teoria del dominio diviso, che rappresentava un esempio significativo di come i glossatori potevano interpretare le norme di diritto romano in modo diverso per adattarle alle esigenze della società medievale. Questa teoria sostenne la separazione del potere politico e spirituale, riconoscendo l'autorità e la legittimità di entrambi. La teoria del dominio diviso ebbe un impatto duraturo sulla politica e sulla società dell'epoca.Esigenze del proprio tempo. Il dominium nel diritto romano era un potere fortissimo e unitario esercitabile sulle cose (diritto di proprietà sulla cosa) e quindi un concetto molto lontano dai rapporti che si andarono sviluppandosi nell'Alto medioevo. Ciò che attirò l'attenzione di Pillio furono quella serie di contratti agrari di concessione di terreno caratteristici della prassi Medioevale: essi variavano infatti in base a varie figure (enfiteusi, ad investitura, etc). Tutte queste figure erano unificate per essere alcune a lungo e altre a lunghissimo termine o perpetuo termine in cui in sostanza da una parte vi era un concedente che dava il terreno e dall'altra il beneficiario che una volta ricevuto il terreno in concessione spesso doveva dare un canone annuo solo simbolico. Il dominus rimaneva con la titolarità astratta del dominium sul bene ma chi sfruttava adeguatamente il bene era il beneficiario, colui che riceveva il bene.
Quest'ultimo poteva anche vendere i suoi diritti sul bene senza neanche bisogno dell'autorizzazione del titolare astratto. Era quindi molto più povera la posizione del dominus rispetto alla posizione di chi aveva concretamente la disponibilità del bene: di solito i grandi proprietari del bene (soprattutto enti ecclesiastici) davano in concessione questi beni, ricavando un'utilità prima iniziale e poi solo al momento del rinnovo senza doversi occupare direttamente dell'amministrazione di questo bene. Pillio osservò questa situazione e vide che non corrispondeva affatto all'idea di dominium indicato nelle norme di diritto romano e ruppe così l'idea dell'unità del dominium ritenendo che su quegli stessi beni ci fossero in realtà due dominium; da qui l'idea del dominium diviso. Ciò rappresentò un piegare al massimo le norme di diritto romano per adattarlo alle esigenze del tempo. Un
dominium diretto e un dominium utile:- diretto: era del proprietario, di colui che riceveva il canone, nuda proprietà di chi dava il bene in concessione e che non ricava dal bene alcun beneficio se non all’inizio dell’apertura del rapporto, nel momento della rinnovazione e quel poco d’altro che poteva ricavare durante l’esistenza del rapporto;- utile: è di chi utilizzava e sfruttava il bene, colui che ricevuto in concessione ne ricavava l’utilità/ i frutti.
Tra le scuole minori ricordiamo l’esperienza di Vacario che portò lo studio del diritto romano in Inghilterra. Anche se questo studio prenderà la strada del common law e non del civil law, riuscì ad avere molto successo portando un testo nuovo, il Liber pauperum ossia il testo dei poveri: testo estremamente riassuntivo in cui si concentravano le nozioni più importanti del Corpus.
La maturità scientifica del diritto canonico Quando vedremo il sistema
del diritto comune, vedremo che avrà due pilastri: - diritto civile: fonti romanistiche reinterpretate dai giuristi; - diritto canonico: diritto della chiesa che inizia ad organizzarsi come ordinamento giuridico. Diritto che iniziò a riguardare ed interessare anche i membri della società che non appartenevano alla chiesa. Uno degli elementi interessanti della riforma gregoriana fu appunto l'intensificarsi della produzione del diritto canonico e un rivendicare apertamente da parte della chiesa la propria capacità di darsi norme di diritto. Anche la costruzione di una nuova idea di chiesa strutturata, gerarchica, centralizzata avea determinato inevitabilmente come conseguenza un moltiplicarsi di norme di diritto canonico. Questo determinò un problema: mentre i civilisti (ossia coloro che si occupavano del diritto romano reinterpretato) potevano attingere direttamente al Corpus Iuris, coloro che invece volevano occuparsi di diritto canonico (canonisti) sitrovavano davanti a sé una pluralità di fonti senza quindi che fossero riuniti in un'unica raccolta (no compilazione ufficiale a cui fare riferimento).Primo personaggio che incontriamo che si occupò di dare una struttura scientifica al diritto canonico, fu Graziano (morì probabilmente una ventina d'anni dopo Irnerio, nel 1145). Sappiamo poco: si ritenne fosse un monaco camaldolese che si trovò ad operare a Bologna. Diede prima importante risistemazione organica del diritto canonico operando in un ambiente, Bologna appunto, in cui la riflessione dei testi giuridici stava sviluppando ad altissimi livelli. Ciò che compì Graziano fu quella di dare una raccolta sistematica del diritto canonico. Non fu il primo ma rappresentò una svolta perché realizzò una raccolta molto ampia ed esaustiva, destinata ad avere un successo senza precedenti. Raccolse quindi le diverse fonti del diritto canonico, superando le
Antinomie poste al suo interno. La raccolta che Graziano compie è la raccolta di un privato, di uno studioso (no incarico ufficiale, no autorità pubblica, no raccolta ufficiale): mantiene dimensione privata almeno fino al 1500 quando probabilmente cambierà natura.
Il capolavoro di Graziano prende il nome di Decretum. Egli in realtà ricostruì la sua opera in due, forse 3 fasi. Inizialmente intitolata Concordia discordantium canonum, divenne poi Decreta ed in ultimo Decretum, appunto.
Quest'ultimo nome non deriva direttamente da Graziano stesso ma si afferma nella prassi. Il concetto alla base del titolo originario stava a significare: la concordia dei canoni discordanti, l'armonizzazione dei canoni discordanti e questo spiegava lo scopo di Graziano. Oltre a dare una sistemazione al diritto canonico, egli voleva armonizzarlo, rendere concorde ciò che era discorde, superare le antinomie spiegando le contraddizioni: lavoro assai complesso perché
le fonti provenivano da secoli diversi (diversamente quindi da Irnerio che lavorava su fonti che avevano già una loro autorevolezza, quale era il Corpus) Struttura del Decretum di Graziano: diviso in 3 parti ognuna con delle caratteristiche diverse. Due sono gli elementi importanti: 1) c'è una parte che è divisa in cause, una sorta di costruzioni di processi simulati in cui venivano analizzate delle questioni. Il diritto canonico non è solo sistemato ma analizzato dialetticamente, ponendo fonti e principi in contrasto l'uno con l'altro per cercare una soluzione; 2) contiene parti molto più teologiche che giuridiche (es: una dedicate esclusivamente ai sacramenti, un'altra dedicata alla penitenza). Il diritto canonico rappresentava infatti un settore di confine: non c'era una separazione netta tra il diritto e la teologia. La questio era un dibattito, che si svolgeva nelle università a partire da casi concreti: nei primi del1220 (mezzo secolo circa dopo la morte di Graziano) si discusse proprio della natura dello stesso. Tale questio nacque da un testamento in cui il testatore (de cuius) stabiliti due legati, doveva decidere a chi sarebbero andati i libri di diritto e a chi quelli di teologia. Tra i libri che il testatore decide di lasciare c'era la copia del Decretum, ma a chi andò? Ad entrambi proprio per questo suo essere di difficile collocazione.
Ma quali sono le fonti che utilizzò Graziano per realizzare il Decretum:
- le Sacre Scritture (Bibbia, antico e nuovo testamento): fonti di cognizione del diritto divino. La fonte principale di diritto canonico era rappresentata da Dio il quale dettava norme giuridiche attraverso il diritto naturale e le sacre scritture.
- opere dei padri della chiesa (ossia dei primi importanti filosofi teologi della chiesa dei primi secoli: Sant'Agostino, Sant'Ambrogio). Sono all'origine della chiesa e per i medievali il loro pensiero
aveva valore giuridico e precettivo. Le Epistole Decretalis ossia le lettere inviate dai pontefici, nell'ambito dei loro uffici. Erano le norme emanate dall'organo monocratico della chiesa cattolica, il pontefice. Così come era accaduto per le costituzioni imperiali, emanate per rispondere ad un caso concreto da parte dell'imperatore che acquisivano poi valore generale, alla stessa stregua, nell'ordinamento canonico: le decretalis erano quindi norme emanate dai pontefici spesso partendo dalla risposta di un singolo caso e che acquisivano poi valore normativo di carattere generale. Con la centralizzazione della struttura della chiesa e il suo divenire struttura piramidale, verticistica, gerarchica, aumentarono il numero delle decretalis emanate dal pontefice. I canoni dei concili, ossia adunate della chiesa sia universale che locale in cui venivano emanate delle norme cd canoni. Il diritto naturale è un modo in cui si esprime il diritto divino. È un diritto
che esisteva già nella natura stessa delle cose. Graziano dirà che anche il diritto naturale troverà espressione nelle Sacre Scritture quindi aveva una concezione debole di quest'ultimo aspetto. Il diritto naturale c'era maa