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Estratto del documento

Giustiniano pochi cenni: imperatore nel 527 d.C. e si propone di a) restaurare in modo armato

l'impero (dell'Italia e di Roma), b) una codificazione, certezza del diritto nell'impero e c) unificazione

religiosa dell'impero, all'insegna del Cristianesimo (questo punto mai realizzato). In questo caso il

nemico è rappresentato dall'eresia ariana e Giustiniano si considera anche il capo religioso, convoca

concili ad esempio. Nel 528 Giustiniano incarica una commissione di rivisionare alcuni codici, tre,

che raccoglievano costituzioni imperiali, l'anno dopo viene alla luce il Codex di Giustiniano, 529. si

pensa di raccogliere anche gli iura, il meglio della giurisprudenza classica romana: nel 530 con la

Costituzione deo auctore, Giustiniano ordina di procedere in quest'opera. Si raccoglie in una

compilazione fatti dall'estrapolazione dei più grandi giuristi classici. Nel 533 vede la luce il Digesto,

un volume che comprende cinquanta libri, gli iura. In quegli anni, Giustiniano riforma anche gli studi

e i testi che promulga diventano di studio nelle scuole di diritto. Sempre nel 533 Giustiniano pubblica

anche le Istituzioni, un manuale rivolto agli studenti che si studia al primo anno. Il codice di

Giustiniano rivisto e riaggiornato. Giustiniano nel corso della vita emana diverse costituzioni, le

Novelle. Non sappiamo se mai pensò di raccoglierle ufficialmente, vero è che dopo la sua morte e i

secoli successivi, sappiamo per certo che circolarono tre raccolte giustinianee. Due di queste

collezione sono Epitome iuliani e Authenticum raccolta delle costituzioni di Novelle, nessuna ufficiale.

Nel 535 Giustiniano inizia una guerra per la riconquista dell'Italia, una guerra sanguinosa e dura che

si concludera nel 553. Fatto importante perchè nel 554, Giustiniano con la pragmatica santio afferma

che la compilazione Giustinianea sarà il diritto vigente in Italia, si dice richiesta dal Papa, Vigilio.

Questo dato, al di là delle incertezze, è importante perchè l'Italia diventa l'unica terra d'occidente a

conoscere il diritto giustinianeo. Alcuni esemplari di questi testi furono inviati in Italia. Pochi anni

dopo, 568-9 l'Italia cade nuovamente sotto il dominio germanico, Longobardi. Ma Giustiniano non

fa in tempo a vedere questo episodio perchè muore nel 565. Dopo il Longobardi, ci sono i Franchi di

Carlo Magno, ma i testi giustinianei rimangono. All'inizio del dodicesimo secolo, i testi di questo

diritto tornano ad essere oggetto di studio. L'ultima citazione del Digesto, in occidente, risale al 603

(in un'epistola di Gregorio Magno). Fino al 1076, quando il Digesto viene nuovamente citato in un

processo. Altre parti sopravvivono (Istitutiones, Codex) ma solo in forma epitomata, il codice.

Irnerio. In questo ambiente, Tosco-Emiliano, si muove Irnerio, forse di origine germanica. In verità di

Irnerio sappiamo molto poco. Aveva funzioni di giudice, si interessò dell'ambiente notarile,

sappiamo anche che potrebbe confermare l'origine germanica che ad un certo punto si mosse al

seguito di Enrico V, tanto che nel 1118 alcuni documenti testimoniano la presenza di Irnerio a Roma

al seguito di Enrico V impegnato a difendere l'anti-Papa, Gregorio VIII. Assieme all'imperatore Irnerio,

nel 1119, fu scomunicato. Altro dato: Irnerio era un maestro di arti liberali, istruzione di base per la

persona colta medievale. Erano divise in trivio e quadrivio e la formazione nelle arti liberali era la

formazione dei chierici (Irnerio forse era un chierico). Le materie del quadrivio si fondano sul numero

e sulla quantità (geometria, astronomia, aritmetica, musica) artes reales, perchè misurabili. Il trivio

invece, le artes sermocinales, riguardano la corretta espressione di un pensiero nel discorso

(grammatica, dialettica, retorica). Prima dell'opera di Irnerio, il diritto era insegnato come parte della

retorica, con le opere di Ciceroni. Su questa base Irnerio sarebbe stato una figura che non avrebbe

lasciato traccia nella storia: un'indicazione importante, arriva da una cronaca risalente al terzo

decennio del tredicesimo secolo di un abate Burcardo di Biberach Ursperg (Svevia), cronaca che va

dai primi decenni del dodicesimo secolo ai suoi anni (1225 circa). Dominus rinovavit libros legum ad

petitum Matilde comitisse, libri da tempo dimenticati, libri che vengono ripartiti e messi in ordine di

come li aveva fatti redigere Giustiniano, aggiungendo qua e là dei commenti. Innanzi tutto sembrava

strano che fosse stata Matilde di rinnovare i libri di Giustiniano. Matilde di Canossa, è apparsa quale

partigiana del Papa contro l'imperatore. Vero è che nel 1011, quando Enrico V scende per

l'incoronazione, c'è una riappacificazione. Questo riavvicinamento porta a rendere plausibile a

questo impulso di Matilde all'opera di Irnerio. Questo passo di Vulcardo c'è anche l'operazione

filologica di Irnerio: restituzione dei testi giustinianei alla loro forma originaria. Ricostruzione di un

testo che nella sua integrità si era perso. Il primo grande merito è quello di aver restituito ad una

forma originaria i testi giustinianei, operazione da filologo. Li ricostruì anche, non si deve pensare ad

una fortuita riscoperta di un testo che esistesse quel tempo. Fu il duro lavoro di Irnerio, la

ricostruzione vera e propria di un testo andato perduto. Questo è il suo merito principale, su questa

base: riprendere uno studio specialistico della materia giuridica, dopodichè fondò un istituto

superiore per lo studio di questa materia. I suoi primi allievi rispondono ai nomi di Ugo, Jacopo,

Martino, Bulgaro.

Corpus iuris civilis è definizione medievale, rimettendo insieme i pezzi dell'opera di giustiniano. Da

cosa è composto: cinque volumi (o tomi) e segue la ripartizione di Irnerio. In questo modo:

• nel primo volume c'è il Digestum vetus, divisi a loro volta in titoli, in ciascun titolo si trovano

dei frammenti, dicono i romanisti, le leges. Fino al titolo II del ventitreesimo libro (il divorzio);

• nel secondo volume c'è il Digestum rinfortiatum. Fino al trentottesimo libro (dalla gestione

della dote dopo lo scioglimento del matrimonio);

• nel terzo volume c'è il Digestum notum. Fino al cinquantesimo libro;

• nel quarto volume c'è il Codex composto da dodici libri in passato che conteneva le

costituzioni: ci sono solo i primi nove;

• nel quinto volume è chiamato Volumen parvum e contiene molteplici materie, le Istitutiones

di Giustiniano, troviamo i tre libri mancanti del Codice (dal dieci al dodici), ci sono le Novellae,

costituzioni di Giustiniano, raccolte, divise in nove collationes. Ci sono aggiunte di materiali

medievali, il nuovo diritto giustinianeo, c'è una decima collatio, una decima raccolta che

raccoglie i libri feudorum, costituzione di Federico II di Svevia e due costituzioni di Enrico VII

(imperatore caro a Dante). In alcuni manoscritti c'è anche un' undicesima collatio, una

raccolta di diritto longobardo. Gli ultimi tre libri del Codex si occupano delle magistratura

dell'impero romano, si è detto che essendo materia difficile per i medievali, si erano

distaccati. Molto probabilmente ritenne l'Autenticum, raccolta di novelle più ampia e

completa, non affidabile e quindi corrispondente all'originale, in un primo momento. C'erano

sicuramente delle costituzioni giustinianee ma non si fidava del complesso. Estrasse alcune

di queste costituzioni e le inserì nei vari titoli dei codici, nel Codex medievale di Giustiniano

troviamo le costituzioni imperiali ma anche quelle autentiche, o troviamo un'autentica (una

costituzione aggiunta al codice: Irnerio aggiunse delle costituzione giustinianee alcune

autentiche). In un secondo tempo si rese conto che la raccolta era vera e quindi, le Novellae

raccolta dell'Authenticum finirono nel Volumen parvum.

Questa è l'opera di recupero, dove non c'è distinzione scientifica, anzi casuale: Irnerio non aveva in

mano tutto il Digesto, ma è riuscito a ritrovare prima la prima parte del Digesto che probabilmente

chiamò vetus; dopodichè riuscì a ricostruire l'ultima parte del Digesto, che chiamo novum, trovato o

ricostruito più recentemente. Da ultimo, ritrovò o ricostruì là parte centrale, che prese nome di

rinfortiatum. La leggenda narra che il nome deriva dal fatto che una volta ritrovata la parte mancante,

Irnerio esclamò: Ius nostrum rinfortiatum est! Diventa questo il testo fondamentale per lo studio e

la vita giuridica. I suoi quattro allievi fondarono a loro volta altre scuole e cominciarono ad avere

grande fortuna ad attrarre studiosi e studenti da tutta l'Europa. Nascono le scuole innanzi tutto a

Bologna, abbiamo giovani da tutta Europa che si muovono per andare lì a studiare il diritto.

Nasceranno di lì a poco anche scuole in altre città. Ancora non possiamo parlare di università, i brevi

cenni: nasce una scola con Irnerio, erano scuole molto piccole, inizialmente alcuni studenti

affrontavano viaggi per recarsi lì dove stipulavano un contratto di diritto privato con il maestro

oppure consorziandosi con altri studiosi. Nei primi tempi gli studenti vivevano a casa del maestro,

poche unità, e ascoltavano le lezioni in circolo. L'esigenza dei libri cresce con la fortuna

dell'insegnamento. Sorgono centri di copiatura dei testi per gli studenti, che vengono passati di

mano in mano, sui quali si annotano, che vengono glossati. Col tempo in qualche modo queste scuole

si istituzionalizzano: innanzitutto si organizzano gli studenti. Il termine universitas compare non con

riferimento agli studi, ma all'università degli studenti, al corpo studenteschi. A Bologna sorgono due

università di studenti: citra montanorum e ultra montanorum. L'insieme degli studenti italiani e

stranieri. Questa universitas sono divise in nationes, a seconda della nazionalità. Ogni universitas era

rappresentata da un rettore che era uno studente, colui che a nome degli studenti si accordava con

la "controparte" che era il corpo docente. Anche lì l'insegnamento si istituzionalizza, lezioni

mattutine, le più importanti (lettura di Digesto e Codice), e pomeridiane. Nei pomeriggi di sabato

esercitazioni. Al termine del corso era previsto un esame prima davanti al collegio dei dottri giuristi,

dove l'alunno doveva discutere di un passo del Corpus Iuris estratto a sorte, e dichiarazione pubblica

di aver terminato gli studi. In questo periodo si formano corsi di studio superiori, un nuovo ceto che

si afferma in questo periodo.

Il rapporto dell'università con il potere politico, l'autorità imperiale: non ha fondamento la

commissione di Matilde sulla base di un iussu imperiale, l'opera di Irnerio nasce in materia autonama,

(per sè, di sua inizi

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
54 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MattiaCutolo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del diritto medievale e moderno e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Zendri Christian.