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Realizzazione delle lampade Flos
Realizzarono anche una serie di lampade, come la "Lampada Taccia" o la "Lampada da Terra Toio" del 1962, in cui si nota ancora il readymade, quindi sull'assemblaggio di materiali e elementi che provenivano da contesti diversi. Quando vennero messe in produzione da Flos, l'ideale di forma-funzione: faro d'autosoprattutto la seconda era molto sorprendente, non era accettabile da tutti, estremizzando che spara la luce verso l'alto, sostenuta da un filo e da una canna da pesca e siccome c'era con anellini il trasformatore era ??? ricoperto da un metallo che permetteva lo spostamento facile [utilizzando un faro americano, che funzionava solo con il trasformatore, e quindi per farlo funzionare come luce doveva per forza avere questa componente, mentre i fari italiani erano supportati da un altro mezzo] "Lampada ad arco", pezzo storico a livello internazionale, l'intenzione era quella di, Achille e Pier.
Giacomo Castiglioni disegnare una lampada da soffitto ma senza un apparecchio da fissare, che rendeva solo impossibile il movimento. Idea di modificare l'ordine dell'arredo e organizzare lo spazio liberamente, prendono ispirazione da lampione stradale con steli lunghi che si curvano per illuminare, anche qui infatti ritroviamo lo stelo metallico telescopico che si allunga e si accorcia, con una calotta bucata per far dissipare il calore, lo schermo metallico può essere ruotato per orientare la luce. Tutto questo aveva una base robusta, all'inizio pensarono al cemento armato ma non stava bene negli arredi e quindi sostituito con il marmo di Carrara, più nobile ed elegante, con un foro passante che è funzionale per il suo sollevamento [era molto pesante, quindi si poteva infilare manico scopa poi sollevato da due persone]. Sin da subito viene presentata come una lampada da poltrona, come se fosse da lettura, ma lui lottò per anni contro questa idea.dicendo che potesse essere scomoda per le poltrone [si alza e si batte la testa]. Comedimostra questa famosa immagine di Giorgio Casali, la sua funzione da tavolo: il diametro di due metri permette infatti che venisse spostatalontano, non occupando quindi un posto a tavola inutile e non essendo ingombrante. Anche oggi è molto famosa, con le sue copie e le suevarianti, la forma segue infatti la funzione con una maestria ed eleganza tipica del design italiano.
“Lampada parentesi”, Achille Castiglioni e Pio Manzù, 1971; tutte le sue lampade sono sempre prodotte dalla Flos,tiene in tensione il cavo d’acciaio appeso alquesta è molto famosa, è da soffitto ma anche da terra, ha un peso che che crea una frizione, e per spostare l’altezzasoffitto ma si può agire sulla maniglia con la forma a parentesi in gommae poi spingerlo verso l’alto o il basso.si deve impugnare questa maniglia-parentesi È un pezzo funzionale ed
strada a una nuova concezione del design italiano. Il cavo elettrico, con la sua confezione disegnata da Castiglioni, rappresenta un esempio di packaging intelligente e funzionale. La confezione era composta da due valve in plastica, una trasparente per mostrare le componenti e l'altra bianca. Questo design minimalista e pratico includeva anche due manici per facilitarne il trasporto. Nonostante la sua semplicità, alcuni amici di Castiglioni hanno addirittura conservato la confezione. Gli anni '60 sono stati un periodo fondamentale per il design italiano, anche se ancora non era considerato "Made in Italy". In quel periodo, infatti, le aziende italiane collaboravano con artisti e progettisti italiani, senza ancora l'intervento di designer stranieri che si è sviluppato negli anni '80. I temi del re-design dei Castiglioni e dell'approccio al design come quello di Joe Colombo, che ha rappresentato l'era dello space-age, hanno aperto la strada a una nuova concezione del design italiano.Strada alla grande messa in questione della linea razionalista italiana da parte dei gruppi radical. Radical design è un fenomeno a quello che è stata l'architettura parallelo radicale di gruppi che hanno cercato di introdurre una serie di cambiamenti, una visione diversa di quello che è stato il design di matrice razionalista e funzionalista. I giovani progettisti hanno cominciato a domandarsi se fosse possibile progettare gli oggetti, sempre mantenendone la funzione, ma secondo un paradigma diverso, opponendosi a quello che è stata la scuola del Bauhaus con il suo "rigido formalismo" di forma segue funzione, un rigido atteggiamento contro la decorazione e il colore [qualsiasi accenno avanti, il design segue l'atteggiamento espresso con la progettuale che venisse meno al dettato funzionalista]. Questi gruppi radicali si fanno l'attingere ad oggetti del quotidiano, atteggiamento trasgressivo nell'esporre Pop Art [si afferma in
Italia con la Biennale di Venezia del 1964, oggetti, e per questo definito “Pop Design”.“Poltrona Safari”, Archizoom, Poltronova, 1968; uno dei primi progetti di questo tipo diventato famoso prodotto da un’azienda toscana con la collaborazione del gruppo Archizoom, nato a Firenze nel 1966. In questo periodo si vengono infatti a formare gruppi di contro design, che in precedenza non si estendevano oltre al duo [come Marco Zanuso e Richard Supper]. Poltrona provocatoria, limite del kitsch e del pop: poltrona che in realtà è una composizione di sedute con una scocca in fiberglass e un rivestimento volutamente provocatorio in pelliccia finta. che si diffonde a partire dai giovani, ’68 anno di rivolte.
Questo divano racconta anche di un nuovo atteggiamento e i giovani designer di questi gruppi radical interpretano perfettamente questa rivoluzione generazionale. Viene in questo insieme perché i giovani si riunivano spesso.l'atteggiamento fisico di approcciare a questi nuovi modi di sedere è molto più disinibito [a differenza delle pose composte obbligate da poltrona lady, poltrona p40 di Borsani ecc.]. La pubblicità in immagine presenta questo nuovo pezzo con un testo introduttivo molto ironico e provocatorio: "Pezzo imperiale nello squallore delle vostre pareti domestiche, un pezzo più bello di voi, un pezzo bellissimo che non meritereste: sgombrate il vostro salotto, sgombrate anche la vostra vita". "Poltrona sacco", Gatti, Paolini e Teodoro, Zanotta, 1968; altro pezzo storico interpretato diverse volte, venne realizzata in questo caso dall'azienda Zanotta, una delle più coinvolte nella realizzazione di pezzi di Pop Design rischiando anche personalmente perché mettere in produzione questi oggetti si rischiava il fallimento dato che la mentalità non era ancora così predisposta alla novità. Idea di libertà.È una seduta che si può mettere ovunque, nelle cabine telefoniche. L'idea è quanto slegato da qualsiasi ambiente, può essere fruito ovunque. La partenza era quella di un sacco riempito da polistirolo espanso, quindi la sua realizzazione è stata favorita dalla nuova materia plastica. Non solo gli italiani hanno sperimentato con il radical design, ma i nostri risultati sono sicuramente tra i migliori. Questa poltrona in particolare divenne famosa grazie alla sua apparizione nella serie televisiva "Fracchia", in cui Paolo Villaggio interpretava un povero impiegato che ogni volta che si ritrovava nell'ufficio del suo capo era terribilmente imbarazzato, veniva fatto sedere sulla poltrona sacco e puntualmente scivolava, cadendo sul pavimento. "Seduta 1971; Gruppo Strum, Pratone". Anche qui èdifficile da definire come seduta, non è una poltrona maneanche un divano, ma è diventato un pezzo storico del design italiano e ancora oggi è però apprezzato. Il gruppo è nato a Torino nel 1966 e anche per loro è stata essenziale la presenza di materie poliuretaniche, quindi una sorta digomma piuma molto morbida ed era adatta a tutti, fondamentale è la componente ludica che entrerà in molti prodottiitaliani, soprattutto nella Alessi. "Divano Superonda", Poltronova, 1966; pezzo anomalo, che non ha nulla a che vedereArchizoom Associati,con le sedute tradizionali né dal punto di vista formale né strutturale. Si adatta ad ogni ambiente, portandoinvece ad una pubblicità recente, che l'ha riproposta in questoironia, colore e novità, questa immagine risaletessuto lucido tipico del tempo. La difficoltà è quella di conservare questi pezzi, la plastica si era infattipresentata come
Un materiale giovane ma tende a disgregarsi e rovinarsi facilmente, necessitando un restauro.
De Pas, D'Urbino, Lomazzi, "Poltrona Blow", Zanotta, 1967;[DDL] ha inciso particolarmente sul concetto di serie illimitata di disegno industriale, è stata anche nominata come primo pezzo italiano di industrial design perché il prezzo era accessibile a tutti. In questo caso abbiamo un trio di designer ancora oggi attivi, hanno immaginato di partire da un canotto tagliato a metà e piegato in due a formare la seduta, poi aggiunto il poggia testa, quindi estremamente semplice: primo mezzo di pop design che ha avuto un successo enorme, anche decontestualizzato nell'ambiente domestico e non per forza nell'acqua. Si sono venduti moltissimi pezzi anche negli Stati Uniti e compare inoltre nel film "Il laureato" del 1967 con Dustin Hoffman. Anche qui entra in gioco il mantenimento del prodotto.
"Poltrona Joe", Poltronova, 1970;DDL,
È un fuori scala di un guantone da baseball in pelle con imbottitura, inconcepibile come un pezzo d'arte. Il design si allontana dalla forma-funzione, ma rimane ancora popolare oggi. Questa foto di Aldo Ballo mostra come una seduta informale, da fruire liberamente. Questa concezione è favorita dal clima di ribellione, inizia la mescolanza tra linguaggi diversi, abbandonando l'atteggiamento del passato che voleva l'architetto-designer come demiurgo di tutto il progetto (dall'architettura agli arredi, dagli interni agli esterni fino ai minimi dettagli). Qui invece, pur essendo tutti laureati in architettura, comincia la lunga protesta contro i vecchi metodi progettuali e quindi si comincia a intraprendere una nuova modalità di progettazione che vige ancora oggi. "Poltrona Gaetano Pesce, Up", C&B poi diventata B&B ITALIA, 1969; anche questa rieditata, dal 2004 è infatti tornata in produzione, ma altempo fece grandissimo scandalo per la sua forma, che cita le forme femminili. In questo caso troviamo un solo designer e non un gruppo, attualmente vive negli Stati Uniti ma negli anni '60 è stato parte di questa protesta e di questo atteggiamento.