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L’11 invece fu firmato l’armistizio di Compiègne dalla Germania, ultima ad arrendersi. La
Repubblica di Weimar nacque il 9 novembre 1918.
Secondo la Francia, la guerra era giusta: i francesi combatterono in nome del revanchismo e
contro la minaccia tedesca. La volontà dei francesi era quella di annientare i tedeschi con la
pace: la resa fu firmata sul vagone ferroviario nel quale fu firmato l’armistizio dopo la guerra
franco-prussiana.
I trattati più importanti sono quelli di Versailles, di Saint Germain, del Trianon di Neuilly, di
Sèvres (poi di Losanna).
Nacquero altre repubbliche: quella d’Austria (12/11/1918) e d’Ungheria (13/11/1918)
L’Europa del primo dopoguerra era un’Europa trasformata: le principali potenze di fine ‘800
avevano mutato forma di governo, diventando repubbliche, ed era nata l’Unione Sovietica.
La rivoluzione russa, la guerra civile e l’Unione Sovietica:
Nel 1917 la Russia attraversò due rivoluzioni: una è la più ricordata, ovvero quella di ottobre,
che è anche quella più grande. Dopo questa la rivoluzione e la seguente guerra civile, nacque
infatti l’Unione Sovietica.
Lo zarismo era ormai criticato, era un regime assoluto, del tutto incompatibile con l’epoca.
Nel febbraio 1917 avvenne la prima rivoluzione, di carattere liberale e borghese. Questa
insurrezione non abbatté lo zarismo, ma lo trasformò. Si era sviluppato quindi un movimento
liberale, un secolo in ritardo rispetto al resto d’Europa. Da questa rivolta, il Partito Comunista
ne era rimasto fuori. A capo c’era Lenin.
Da monarchia assoluta, si passò a una monarchia costituzionale. Lo zar era salvaguardato e
anche se perse potere, rimase al governo. La rivoluzione portò una nuova costituzione, riforme
e cambiamenti. Le teorie marxiste-leniniste avevano però preso piede: molti volevano
l’abolizione dello zarismo per instaurare una dittatura del proletariato. Nell’aprile dello stesso
anno, Lenin pubblicò le famose Tesi d’aprile. La seconda ondata rivoluzionaria, stavolta
bolscevica, nell’ottobre 1917 voleva abbattere la figura dello zar. L’esperienza zarista-
costituzionale è quindi molto corta: la contro-rivoluzione dichiara fuori legge lo zarismo e viene
condannata la prima rivoluzione liberale e il governo di Kerenskij.
Secondo i rivoluzionari, la dittatura del proletariato e il socialismo erano percorsi necessari per
giungere al comunismo. Lenin voleva ottenere il potere: solo così la Russia avrebbe potuto
trattare con gli Imperi Centrali per uscire dalla guerra.
A fine 1917 si aprì il conflitto interno, per la presa del potere. La guerra civile russa vedeva da
un lato l’armata rossa, bolscevica, e dall’altro l’armata bianca, menscevica. Le potenze
occidentali, gli oppositori di Lenin e i liberali erano al fianco della minoranza bolscevica:
volevano evitare a tutti i costi la formazione di un governo comunista. La nascita e lo sviluppo
di un governo bolscevico era rischioso: altre rivolte in Europa avrebbero potuto prendere piede
e rovesciare i governi. Dei riflessi si verificarono durante il biennio rosso che travolse l’Europa
poco dopo la fine della guerra.
Nel marzo del 1918 il trattato di Brest-Litovsk faceva uscire dalla guerra la Russia, con clausole
pessime e molte cessioni territoriali.
Nel 1922 la guerra civile terminò e nacque ufficialmente l’URSS. Però fino al 1930 non fu
riconosciuta dai paesi europei.
L’URSS è detto primo stato totalitario, fu un esperimento nuovo di politica. Totalitario
inizialmente non equivaleva a violenza sui cittadini. L’URSS era uno stato totalitario perché gli
organi del partito corrispondevano agli organi dello stato: c’era un comitato centrale e il partito
era diviso in più sedi. Il partito era unico, il PCUS, e la carica più alta era quella del Segretario
Generale del Partito.
Nessuno ebbe a che fare con la Russia, tranne la Germania nel primo dopoguerra, per quel che
riguarda l’esercito tedesco. L’URSS portò avanti una preoccupante politica isolazionista che la
rese però una potenza industriale notevole.
I Trattati di Pace:
La Conferenza di pace di Parigi durò molto e impegnò molti stati, ma quattro erano i più
importanti: Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia. Non tutti i capi di governo erano
d’accordo sul da farsi, alcune posizioni erano tuttavia comuni.
La Germania e l’Austria-Ungheria avevano perso, la Francia (specialmente) e l’Italia volevano
delle paci punitive nei confronti di queste due. La Gran Bretagna non voleva invece infliggere
pene troppo pesante, ma soprattutto gli USA proponevano sanzioni più morbide. Era chiaro che
la Francia volesse invece annientare la Germania.
Wilson propose i 14 punti, volti a instaurare una pace duratura, non una breve tregua. Una
proposta fu quella di creare un organo internazionale per la pace, che potesse prevenire e
risolvere i conflitti, prima che scoppiassero guerre: nacque la Società delle Nazioni. Però c’erano
delle debolezze nel programma: Wilson propose l’organo di pace, ma il senato americano non
gli permise la partecipazione. Gli USA preferirono una politica di isolazionismo e e decisero di
non influire all’interno della neonata Società delle Nazioni. Il progetto si rivelò infatti
fallimentare, perché i trasgressori alle regole internazionali non vennero effettivamente puniti:
molti paesi uscirono dalla Società quando videro che i loro progetti andavano contro le leggi
stabilite.
Trattato di Versailles, che riguardava l’Impero Tedesco: 1919
- Vi furono clausole terribili e un ammontare impossibile da pagare per riparare ai danni di
guerra: la Germania fu accusata di aver violato la neutralità del Belgio e di aver causato il
prolungamento del conflitto. Questa enorme sanzione causò l’enorme problema economico
della Germania, a cui gli USA dovettero rimediare proponendo i piani economici. L’inflazione
piegò il popolo tedesco e rese la politica debole. Ciò spiega il successo del nazismo negli anni
trenta.
- Non fu permesso il mantenimento dell’esercito. Tuttavia, nel 1922 tra USA e URSS vi fu un
accordo segreto, all’interno del Trattato di Rapallo del 1922: i sovietici avrebbero ospitato
l’esercito tedesco nell’URSS, in cambio i generali tedeschi avrebbero addestrato i contadini russi.
- Alsazia e Lorena andavano alla Francia, lo Schleswig alla Danimarca, e Saar e Ruhr furono
assegnate a un mandato internazionale, con forte influenza Francese, per 15 anni. Le colonie
tedesche furono spartite tra i vincitori e la Polonia venne resa indipendente.
- Venne stabilito il divieto di Anschluss, ovvero il divieto di annettere l’Austria alla Germania.
Creare un grande stato tedesco sarebbe stata una violazione internazionale, tuttavia Hitler unì
i due stati prima della guerra.
Questa clausola del trattato per la Germania appariva anche nel trattato di Saint Germain,
datato 1919, riguardante l’Austria. All’Austria, repubblica senza più l’Ungheria, veniva abolita la
leva obbligatoria. Inoltre l’esercito fu ridotto e le industrie di guerra dovevano essere
riconvertite o distrutte. Furono infine definite le cessioni territoriali. Il Trattato del Trianon,
1920, riguardava l’Ungheria e la definizione dei confini.
Nacquero il Regno di Jugoslavia, che riuniva Serbia, Montenegro, Slovenia e Bosnia-Erzegovina,
e varie repubbliche: Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, la Polonia, la Cecoslovacchia.
Il Trattato di Neuilly, 1919, riguardava la Bulgaria.
L’Impero Ottomano ebbe invece due trattati: quello di Sèvres, 1920, e quello di Losanna, 1923.
Il primo non fu ratificato dall’Impero Ottomano a causa della rivoluzione interna, e fu necessario
il secondo trattato, che venne accettato poi dalla neonata Turchia.
A Sèvres, Siria e Libano venivano affidati con un mandato alla Francia; Palestina e Iraq invece
alla Gran Bretagna. In seguito, Tripolitania, Cirenaica e Dodecaneso andavano all’Italia, Tunisia
e Marocco alla Francia, Cipro alla Gran Bretagna e venivano chiariti i confini verso il Medio
Oriente, che erano zone d’influenza francesi e inglesi come stabilito a Sèvres.
Il primo dopoguerra:
Nel ventennio dopo la Grande Guerra, molti paesi mutarono, come l’Italia, la Germania e la
Russia.
L’Austria subì una forte riduzione territoriale e diventò una repubblica, così anche la Germania.
La Russia era invece diventato uno stato comunista. Non esistevano più le monarchie che
avevano deciso gli assetti e la politica dell’800.
Il problema principale del primo dopoguerra era l’economia: ogni Paese in guerra, anche
vincitore, subì gravi disagi.
La Germania del primo dopoguerra:
La situazione critica in Germania era causata proprio dalla pace punitiva: i costi di riparazione
erano altissimi. La Germania passò quindi da potenza industriale e militare a Paese
estremamente povero e indebitato. L’inflazione, generata dalla stampa eccessiva di
cartamoneta per pagare i debiti di guerra, abbatté l’economia e la speranza dei tedeschi. La
ripresa era impossibile, e la disastrosa situazione economica aveva riflessi nella politica.
La Repubblica di Weimar era molto debole e vi furono rivolte, un segnale della debolezza del
governo. Dall’agosto del 1919 ci fu una nuova costituzione, ma la politica era frammentata e
debole, i troppi partiti non garantivano fiducia al governo. Stresemann però negli anni ’20 attuò
una politica di riconciliazione con Francia e Belgio, i paesi maggiormente danneggiati dalle
mosse militari tedesche.
Nel 1925 promosse il Patto di Locarno: i firmatari accettavano l’inviolabilità dei confini. Francia,
Belgio, Germania, Lussemburgo e Olanda erano i firmatari. Stresemann quindi tutelò la
Germania: fu scampata una possibile occupazione della Ruhr e della Saar da parte della Francia,
che avrebbe potuto togliere definitivamente alla Germania quelle risorse e impedire del tutto
la ripresa economica. Sembrava quindi certa una lunga pace in Europa, lo spirito di Locarno
portò anche alla firma di un patto anti-guerra, il patto Briand-Kellog del 1929.
Nel 1924 e nel 1929, i piani Dawes e Young garantivano aiuti all’economia tedesca. La riforma
monetaria e gli aiuti scongiurarono l’inflazione. Gli USA volevano agevolare la ricrescita tedesca
anche per evitare un’incursione bolscevica nel cuore dell’Europa.
Quindi dal ’19 al ’23 la Germania fu povera e politicamente instabile. Dal ’24 al ’29 i piani la
risollevano, ma dopo la crisi economica degli anni ’30 svanì lo spirito di Locarno e Hitler sfruttò
la crisi per prendere il potere e attuare la s