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Estratto del documento

Nel febbraio 1917 avvenne la prima rivoluzione, di carattere liberale e borghese. Questa

insurrezione non abbatté lo zarismo, ma lo trasformò. Si era sviluppato quindi un movimento

liberale, un secolo in ritardo rispetto al resto d’Europa. Da questa rivolta, il Partito Comunista

ne era rimasto fuori. A capo c’era Lenin.

Da monarchia assoluta, si passò a una monarchia costituzionale. Lo zar era salvaguardato e

anche se perse potere, rimase al governo. La rivoluzione portò una nuova costituzione, riforme

e cambiamenti. Le teorie marxiste-leniniste avevano però preso piede: molti volevano

l’abolizione dello zarismo per instaurare una dittatura del proletariato. Nell’aprile dello stesso

anno, Lenin pubblicò le famose Tesi d’aprile. La seconda ondata rivoluzionaria, stavolta

bolscevica, nell’ottobre 1917 voleva abbattere la figura dello zar. L’esperienza zarista-

costituzionale è quindi molto corta: la contro-rivoluzione dichiara fuori legge lo zarismo e viene

condannata la prima rivoluzione liberale e il governo di Kerenskij.

Secondo i rivoluzionari, la dittatura del proletariato e il socialismo erano percorsi necessari per

giungere al comunismo. Lenin voleva ottenere il potere: solo così la Russia avrebbe potuto

trattare con gli Imperi Centrali per uscire dalla guerra.

A fine 1917 si aprì il conflitto interno, per la presa del potere. La guerra civile russa vedeva da

un lato l’armata rossa, bolscevica, e dall’altro l’armata bianca, menscevica. Le potenze

occidentali, gli oppositori di Lenin e i liberali erano al fianco della minoranza bolscevica:

volevano evitare a tutti i costi la formazione di un governo comunista. La nascita e lo sviluppo

di un governo bolscevico era rischioso: altre rivolte in Europa avrebbero potuto prendere piede

e rovesciare i governi. Dei riflessi si verificarono durante il biennio rosso che travolse l’Europa

poco dopo la fine della guerra.

Nel marzo del 1918 il trattato di Brest-Litovsk faceva uscire dalla guerra la Russia, con clausole

pessime e molte cessioni territoriali.

Nel 1922 la guerra civile terminò e nacque ufficialmente l’URSS. Però fino al 1930 non fu

riconosciuta dai paesi europei.

L’URSS è detto primo stato totalitario, fu un esperimento nuovo di politica. Totalitario

inizialmente non equivaleva a violenza sui cittadini. L’URSS era uno stato totalitario perché gli

organi del partito corrispondevano agli organi dello stato: c’era un comitato centrale e il partito

era diviso in più sedi. Il partito era unico, il PCUS, e la carica più alta era quella del Segretario

Generale del Partito.

Nessuno ebbe a che fare con la Russia, tranne la Germania nel primo dopoguerra, per quel che

riguarda l’esercito tedesco. L’URSS portò avanti una preoccupante politica isolazionista che la

rese però una potenza industriale notevole.

I Trattati di Pace:

La Conferenza di pace di Parigi durò molto e impegnò molti stati, ma quattro erano i più

importanti: Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia. Non tutti i capi di governo erano

d’accordo sul da farsi, alcune posizioni erano tuttavia comuni.

La Germania e l’Austria-Ungheria avevano perso, la Francia (specialmente) e l’Italia volevano

delle paci punitive nei confronti di queste due. La Gran Bretagna non voleva invece infliggere

pene troppo pesante, ma soprattutto gli USA proponevano sanzioni più morbide. Era chiaro che

la Francia volesse invece annientare la Germania.

Wilson propose i 14 punti, volti a instaurare una pace duratura, non una breve tregua. Una

proposta fu quella di creare un organo internazionale per la pace, che potesse prevenire e

risolvere i conflitti, prima che scoppiassero guerre: nacque la Società delle Nazioni. Però c’erano

delle debolezze nel programma: Wilson propose l’organo di pace, ma il senato americano non

gli permise la partecipazione. Gli USA preferirono una politica di isolazionismo e e decisero di

non influire all’interno della neonata Società delle Nazioni. Il progetto si rivelò infatti

fallimentare, perché i trasgressori alle regole internazionali non vennero effettivamente puniti:

molti paesi uscirono dalla Società quando videro che i loro progetti andavano contro le leggi

stabilite.

Trattato di Versailles, che riguardava l’Impero Tedesco: 1919

- Vi furono clausole terribili e un ammontare impossibile da pagare per riparare ai danni di

guerra: la Germania fu accusata di aver violato la neutralità del Belgio e di aver causato il

prolungamento del conflitto. Questa enorme sanzione causò l’enorme problema economico

della Germania, a cui gli USA dovettero rimediare proponendo i piani economici. L’inflazione

piegò il popolo tedesco e rese la politica debole. Ciò spiega il successo del nazismo negli anni

trenta.

- Non fu permesso il mantenimento dell’esercito. Tuttavia, nel 1922 tra USA e URSS vi fu un

accordo segreto, all’interno del Trattato di Rapallo del 1922: i sovietici avrebbero ospitato

l’esercito tedesco nell’URSS, in cambio i generali tedeschi avrebbero addestrato i contadini russi.

- Alsazia e Lorena andavano alla Francia, lo Schleswig alla Danimarca, e Saar e Ruhr furono

assegnate a un mandato internazionale, con forte influenza Francese, per 15 anni. Le colonie

tedesche furono spartite tra i vincitori e la Polonia venne resa indipendente.

- Venne stabilito il divieto di Anschluss, ovvero il divieto di annettere l’Austria alla Germania.

Creare un grande stato tedesco sarebbe stata una violazione internazionale, tuttavia Hitler unì

i due stati prima della guerra.

Questa clausola del trattato per la Germania appariva anche nel trattato di Saint Germain,

datato 1919, riguardante l’Austria. All’Austria, repubblica senza più l’Ungheria, veniva abolita la

leva obbligatoria. Inoltre l’esercito fu ridotto e le industrie di guerra dovevano essere

riconvertite o distrutte. Furono infine definite le cessioni territoriali. Il Trattato del Trianon,

1920, riguardava l’Ungheria e la definizione dei confini.

Nacquero il Regno di Jugoslavia, che riuniva Serbia, Montenegro, Slovenia e Bosnia-Erzegovina,

e varie repubbliche: Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia, la Polonia, la Cecoslovacchia.

Il Trattato di Neuilly, 1919, riguardava la Bulgaria.

L’Impero Ottomano ebbe invece due trattati: quello di Sèvres, 1920, e quello di Losanna, 1923.

Il primo non fu ratificato dall’Impero Ottomano a causa della rivoluzione interna, e fu necessario

il secondo trattato, che venne accettato poi dalla neonata Turchia.

A Sèvres, Siria e Libano venivano affidati con un mandato alla Francia; Palestina e Iraq invece

alla Gran Bretagna. In seguito, Tripolitania, Cirenaica e Dodecaneso andavano all’Italia, Tunisia

e Marocco alla Francia, Cipro alla Gran Bretagna e venivano chiariti i confini verso il Medio

Oriente, che erano zone d’influenza francesi e inglesi come stabilito a Sèvres.

Il primo dopoguerra:

Nel ventennio dopo la Grande Guerra, molti paesi mutarono, come l’Italia, la Germania e la

Russia.

L’Austria subì una forte riduzione territoriale e diventò una repubblica, così anche la Germania.

La Russia era invece diventato uno stato comunista. Non esistevano più le monarchie che

avevano deciso gli assetti e la politica dell’800.

Il problema principale del primo dopoguerra era l’economia: ogni Paese in guerra, anche

vincitore, subì gravi disagi.

La Germania del primo dopoguerra:

La situazione critica in Germania era causata proprio dalla pace punitiva: i costi di riparazione

erano altissimi. La Germania passò quindi da potenza industriale e militare a Paese

estremamente povero e indebitato. L’inflazione, generata dalla stampa eccessiva di

cartamoneta per pagare i debiti di guerra, abbatté l’economia e la speranza dei tedeschi. La

ripresa era impossibile, e la disastrosa situazione economica aveva riflessi nella politica.

La Repubblica di Weimar era molto debole e vi furono rivolte, un segnale della debolezza del

governo. Dall’agosto del 1919 ci fu una nuova costituzione, ma la politica era frammentata e

debole, i troppi partiti non garantivano fiducia al governo. Stresemann però negli anni ’20 attuò

una politica di riconciliazione con Francia e Belgio, i paesi maggiormente danneggiati dalle

mosse militari tedesche.

Nel 1925 promosse il Patto di Locarno: i firmatari accettavano l’inviolabilità dei confini. Francia,

Belgio, Germania, Lussemburgo e Olanda erano i firmatari. Stresemann quindi tutelò la

Germania: fu scampata una possibile occupazione della Ruhr e della Saar da parte della Francia,

che avrebbe potuto togliere definitivamente alla Germania quelle risorse e impedire del tutto

la ripresa economica. Sembrava quindi certa una lunga pace in Europa, lo spirito di Locarno

portò anche alla firma di un patto anti-guerra, il patto Briand-Kellog del 1929.

Nel 1924 e nel 1929, i piani Dawes e Young garantivano aiuti all’economia tedesca. La riforma

monetaria e gli aiuti scongiurarono l’inflazione. Gli USA volevano agevolare la ricrescita tedesca

anche per evitare un’incursione bolscevica nel cuore dell’Europa.

Quindi dal ’19 al ’23 la Germania fu povera e politicamente instabile. Dal ’24 al ’29 i piani la

risollevano, ma dopo la crisi economica degli anni ’30 svanì lo spirito di Locarno e Hitler sfruttò

la crisi per prendere il potere e attuare la sua politica espansionistica e di vendetta.

Almeno per un decennio, anche grazie agli USA, la situazione cambiò e sembrava garantita la

pace.

L’Italia del primo dopoguerra

L’Italia era un Paese vincitore, ma la sua situazione assomigliava più a quella di un Paese vinto.

Aveva avuto un ruolo internazionale importante, ma dopo il conflitto non ottenne ciò che era

stato promesso dagli alleati e si parlava di vittoria mutilata. Alla fine della guerra, i costi totali

erano di gran lunga superiori ai benefici tratti dal conflitto.

La vittoria mutilata portò malcontento e il liberalismo non era più forte come prima: ad esempio,

si verificò il biennio rosso, che portò a insurrezioni e squilibri alla politica interna.

Successivamente, nel 1919, nacquero i fasci di combattimento, e Giolitti, nell’ultimo anno di

governo, non riuscì più a coalizzare il Paese. In un primo momento, tra l’altro, Giolitti volle

utilizzare i fasci di Mussolini in funzione anticomunista, ma la scelta si rivelò pessima. Mussolini,

prima membro del Partito Socialista, aveva fondato Fasci, e col Programma di San Sepolcro

prometteva di ridare all’Italia un ruolo politico di rilievo. I partiti in questo periodo cominciarono

a inglobare la parte bassa della societ

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Publisher
A.A. 2015-2016
35 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher steeeegtfo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Piccardo Lara.