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La fase europea della guerra
La sconfitta polacca e la "drole de guerre". Naturalmente, durante la guerra la diplomazia ebbe un ruolo secondario e tutto si ridusse ad una questione di forza, tutt'al più essaservì per rafforzare le alleanze esistenti. L'offensiva tedesca in Polonia fu folgorante, grazie all'uso combinato dell'aviazione e della penetrazione dei carri armati in profondità nel territorio nemico. Gli accordi Von Ribbentrop-Molotov avevano portato ad un piano prestabilito di spartizione della Polonia e l'intervento russo siebbe il 16 settembre, con il pretesto della difesa delle popolazioni ucraine e bielorusse dopo il disfacimento dello Stato polacco; i russi avanzarono velocemente e senza subire grandi perdite, provocando anche l'irritazione dei tedeschi. Il 28 fu firmato un nuovo trattato tedesco-sovietico che fissava la linea di demarcazione tra le due zone di occupazione, con questo nuovo accordo lo stato
polacco scompariva, Varsavia era nella zona tedesca e la Lituania passava nella zona di influenza sovietica; questa spartizione era molto vantaggiosa per i russi, meglio anche della Linea Curzon del 1919.
I protocolli segreti di questo nuovo accordo prevedevano che i cittadini russi e tedeschi presenti nelle opposte zone di influenza potessero rimpatriare; inoltre la Russia fece valere i vantaggi sulla sua zona d'influenza imponendo ai tre paesi baltici la cessione di basi navali ed aeree, nonché lo stazionamento di truppe sovietiche sul loro territorio.
Per quanto riguarda l'Italia, Mussolini assistette impotente a questi avvenimenti; temendo che la Francia e l'Inghilterra volessero portare l'Italia a rompere il "Patto d'Acciaio" (in effetti vi furono alcuni contatti) Hitler parlò con Ciano senza forzare sull'entrata in guerra italiana, prevista d'altronde nel Patto, affermando che l'Italia sarebbe stata la padrona.
assoluta del Mediterraneo.- Dopo la sconfitta della Polonia la guerra terrestre sul fronte occidentale assunse un andamento molto tranquillo, Hitler in ottobre tentò di approfittare della situazione per offrire una pace alle democrazie e assorbire le sue conquiste: la Francia e l'Inghilterra non potevano permettere che questo succedesse e rifiutarono senza esitazioni le proposte del Fuhrer. Un mese dopo si ebbe anche un altro tentativo di mediazione da parte del Belgio e dell'Olanda che fu appoggiato anche da Norvegia, Danimarca, Svezia, Finlandia, Romania e dal Papa; tuttavia sia Hitler che le democrazie rifiutarono l'offerta mediatrice (novembre 1939).- In risposta a questi propositi di pace, l'Armata Rossa invase la Finlandia il 30 novembre, dopo che i finlandesi avevano rifiutato l'installazione di basi militari russe nel loro Paese; i rifornimenti di armi verso la Finlandia fatti dall'Italia furono interrotti per la pressione tedesca e gli
Stessi tedeschi osservarono una rigida neutralità in base agli accordi con i sovietici. Con la dura vittoria i russi ottennero, con il Trattato di Mosca del marzo 1940, l'istmo di Carelia. In seguito a questi avvenimenti Francia ed Inghilterra firmarono, il 28 marzo, un Trattato in cui si affermava che non ci sarebbe stata né armistizio né pace separata con la Germania.
Il passo successivo fu compiuto dai tedeschi. La Germania acquistava grandi quantità di ferro dalla Svezia che transitavano per il porto norvegese di Narvik; se gli alleati prendevano questo porto potevano tagliare la "via del ferro" alla Germania. Hitler impedì che questo potesse accadere con un attacco preventivo alla Danimarca e alla stessa Norvegia (9 aprile); la rapida vittoria dei tedeschi arrivò il 10 giugno 1940 con la partenza per Londra del re di Norvegia. Lo stesso 10 giugno 1940 i tedeschi invasero il Belgio e l'Olanda, rompendo la
neutralità di questi stati e la "drole de guerre" sul fronte occidentale; in conseguenza di questi avvenimenti in Inghilterra cadde il gabinetto di Chamberlain e fu sostituito un governo di unità nazionale sotto la guida di Winston Churchill, fin dall'inizio ostile ai nazisti. La sconfitta della Francia e l'armistizio; la Battaglia d'Inghilterra. Il 10 maggio 1940 Hitler lancia l'offensiva sul fronte occidentale contro Olanda, Belgio e Francia. Il 15 gli olandesi deposero le armi e il giorno successivo, con una spettacolare manovra a sorpresa, i carri armati tedeschi sfondarono il fronte francese passando attraverso la foresta delle Ardenne, ritenuta a torto inaccessibile ai blindati. Invece di puntare direttamente su Parigi, le truppe tedesche marciarono verso Ovest per bloccare i collegamenti con il resto dell'esercito francese e chiudere in una sacca le armate del nord; sostituito Gamelin, il nuovo generalissimo Weygand nonriuscì a collegare le due armate e l'intero esercito del nord dovette imbarcarsi a Dunkerque lasciando a terra l'equipaggiamento. Il 6 giugno l'esercito tedesco sfondava la disperata linea difensiva sulle Somme con il triplo delle forze rispetto ai francesi, il governo (con a capo Reynaud) abbandonò Parigi il 10 giugno. Ancora il 6 giugno Churchill annunciava l'arrivo in Francia di due divisioni britanniche, dopo le richieste di aiuto francesi non furono più soddisfatte per garantire la sicurezza del suolo inglese. - Per quanto riguarda l'atteggiamento italiano dopo il 1° settembre, abbiamo visto che Hitler non richiese l'entrata in guerra forzata di Mussolini; tuttavia l'8 marzo 1940 il Fuhrer scrisse una lettera al dittatore italiano reclamando ardentemente l'entrata in guerra italiana, poi incontrò il Duce al Brennero e in quel dialogo Mussolini disse che l'entrata in guerra era“inevitabile”. Ciano cercava di far mantenere al Duce la neutralità ma già il 13 maggio, osservando la rapidità del successo tedesco, la decisione di Mussolini era definitiva ed egli si arrese; il 26 Reynaud si recò a Londra per concordare delle concessioni all’Italia in cambio della neutralità, il presidente americano Roosevelt garantì (per far dimenticare Wilson) che le concessioni sarebbero state applicate dopo la guerra. Queste proposte si scontrarono con il rifiuto di Mussolini; il giorno dopo i francesi arrivarono ad offrire vasti territori nell’Africa nord orientale ma il progetto cadde per l’opposizione inglese che calcolava l’impatto morale che queste concessioni avrebbero avuto in Francia ed Inghilterra. Il 30 maggio Mussolini inviò ad Hitler una lettera in cui annunciava l’entrata in guerra dell’Italia per il 5 giugno, poi i due si accordarono per l’11. Il 10 giugno 1940
l'Italia dichiarava guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. In quello stesso 10 giugno il governo di Reynaud abbandonò Parigi e si rifugiò a Tours, l'esercito era ormai vinto ed il problema principale era quello di decidere se il governo avesse dovuto continuare la lotta trasferendosi in Nord Africa ovvero avesse dovuto chiedere un armistizio alla Germania, che però contrastava con il Trattato franco-inglese del 28 marzo in cui si proibiva armistizio o pace separata con i tedeschi. L'11 si ebbe a Briare un Consiglio Supremo Interalleato con Churchill ed Eden; in seno al governo francese Pétain e Weygand, comprendendo il disfacimento dell'esercito e seguendo il codice militare francese, non accettavano di abbandonare l'esercito ed i cittadini in Patria e continuare la guerra con le poche divisioni d'oltremare, quindi premevano per la richiesta di armistizio nonostante l'impegno con l'Inghilterra. Di parere opposto.erano Reynaud e i presidenti delle due Camere (tra cui il radicale Herriot), che consideravano in questo modo la possibilità della cessione all'Inghilterra della flotta militare; Churchill affermò la volontà inglese di continuare a combattere e non fece pressioni. Il 16 giugno fu una giornata molto importante. Il governo francese si era trasferito a Bordeaux, Reynaud lesse al Consiglio dei Ministri la risposta del presidente americano Roosevelt circa la richiesta di intervento militare americano; era piena di solidarietà verso la Francia e incitava alla resistenza ma diceva che una decisione del genere poteva essere presa soltanto dal Congresso. Credendo in una capitolazione francese il governo britannico inviò due note in cui annunciava che chiedere l'armistizio avrebbe "messo in discussione l'onore della Francia", poi le due note furono ritirate e gli stessi inglesi presentarono un "Progetto diUnionefranco-britannica”. La validità e la serietà di questo progetto, un impresa enorme di cui non si erano affatto valutate le conseguenze e le complicazioni, non deve essere esagerata in quanto, secondo lo stesso Churchill, esso aveva più che altro lo scopo di rivitalizzare gli oppositori dell’armistizio.
Purtroppo non si ebbe il risultato sperato: in serata Reynaud rassegnò le sue dimissioni ed il suo successore, il maresciallo Pétain, formò il nuovo governo due ore dopo, includendo tutti i fautori dell’armistizio; alle 3 del mattino fu convocato l’ambasciatore spagnolo e fu incaricato di far trasmettere al governo spagnolo la richiesta di armistizio ai tedeschi.
Il giorno dopo Churchill tornò a chiedere a Pétain di portare la flotta francese nei porti inglesi, le note di protesta ritirate furono subito ripresentate al governo francese; i francesi assicurarono che le navi non sarebbero state consegnate ai tedeschi.
Tedeschi marifiutavano di trasferirle nei porti inglesi. A questo punto il governo britannico cercò di incoraggiare i movimenti di resistenzaall’armistizio come quello del generale De Gaulle, che il 18 giugno pronunciò il famoso discorso via radio per incitare lapopolazione francese alla resistenza, e di altri parlamentari, tra cui Daladier, che avevano lasciato per protesta Bordeaux e si eranotrasferiti a Rabat per organizzare una sorta di “governo della Resistenza” (progetto che poi Pétain bloccò).Quando l’armistizio fu firmato, l’Inghilterra ritirò da Bordeaux il suo ambasciatore.Hitler il 18 conferì con Mussolini il quale voleva un singolo armistizio tra i due paesi ed aveva richieste esorbitanti considerandoche l’esercito non aveva concluso nulla, alla fine Hitler impose due armistizi separati e il governo francese fece sapere che lecondizioni sine qua non erano la non occupazione dell’impero e
che la flotta non fosse consegnata ai vincitori. Il 21 ebbe luogo a Rethondes la presentazione delle condizioni tedesche nello stesso vagone ferroviario in cui i francesi avevano imposto il Diktat alla Germania nella Grande Guerra; le condizioni erano dure, non disonorevoli e il giorno dopo furono discusse dal governo francese che propose delle modifiche rifiutate dai tedeschi. L'armistizio con la Germania fu