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genitori. Si interessano di lui anche gli scienziati dell’epoca, chiamati in causa prima
dai giornali che dal tribunale e in particolare “Il Farfulla” (quotidiano di Firenze) che si
avvaleva di firme illustri come Lorenzini e Yorich sono proprio loro che tirano in ballo la
fisiognomica e insistono su un legame tra caratteristiche innate, morfologiche e
degenerazione. Nel frattempo Callisto Grandi in prigione alterna momenti di follia a
momenti in cui afferma di essere un maestro e scrive addirittura un abbozzo di
commedia dedicata ai “Signoroni Incisani” in cui un personaggio, un alter-ego è
Carlino il Degenerato.
Cominciano quindi le visite mediche e le perizie psichiatriche cominciando dal dottor
Morselli (giovane appassionato delle nuove teorie, darwinista) che compie tutte le
misurazioni per la difesa volte a dimostrare l’incapacità di intendere e di volere.
Per l’accusa ci si rivolge al senese Lazzaretti (medico legale) e Morelli. Nel frattempo i
giornali portano avanti le informazioni sul processo, soprattutto ad opera di Yorich che
evidenzia la discrepanza tra la scienza e la pratica dei processi chiedendo che si dia
più importanza alle motivazioni psicologiche nel valutare i fatti.
La pazzia è un fatto oppure è un giudizio discutibile? Una volta insinuato il dubbio
l’indagine non si può più fermare e il Grandi appare contemporaneamente ora come lo
scemo del villaggio, ora quasi come un maestro anche di astuzia, mentre invece non
era affatto convincente il giudizio degli esperti.
Vengono convocati gli esperti alienisti, Morselli, che insiste molto sulla fisiognomica,
chiede un rinnovamento della giustizia criminale più aperta a queste attenuanti.
Lazzaretti, per l’accusa, ribadisce la tesi dell’omicidio volontario. Il verdetto dà ragione
all’accusa.
Il verdetto è di condanna a 20 anni di lavoro coatto alle Murate, cosa che il Grandi
accoglie piacevolmente. Il caso Grandi costituisce dunque uno dei casi psichiatrici per i
quali però non era all’epoca prevista una legislazione particolare. In particolare mette
in luce il dibattito nascente sulla fisiognomica, ancora a mezza via tra razionalità
scientifica e pregiudizio comune che legano bello e buono, brutto e cattivo, deformità
fisiche e deformità morali.
A questo è legato il problema se ci sia o meno volontarietà e predeterminazione. Il che
avrebbe importanza in un giudizio, così come l’ha l’alienazione mentale.
Carlo Grandi dunque sta 20 anni in prigione in parte alle Murate ed in parte a Capraia
ma è felice di questa situazione perché il lavoro gli piace, nessuno lo deride, ha potuto
levarsi la soddisfazione di andare in carrozza ed in treno e si permette di scrivere