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Il movimento domenicano e francescano nel Medioevo
Durante il pontificato di Innocenzo III e poi di Onorio III furono accettati due movimenti, quello domenicano e quello francescano, che in questa prospettiva si dimostrarono vincenti.
Domenico di Guzmán visse tra il 1175 e il 1221, era un sacerdote della cattedrale di Osma, in Castiglia. Organizzò una sorta di comunità itinerante, costituita da sacerdoti che si recavano a predicare in diverse città della Francia meridionale. Nel 1213, si stabilì a Tolosa, dove ottenne l'approvazione vescovile. I seguaci di Domenico seguivano la regola Agostiniana, a cui venne aggiunto l'obbligo di povertà. Nel 1221 tennero a Bologna un capitolo generale, che diede un definitivo assetto organizzativo all'ordine, suddiviso territorialmente per province. Qui Domenico morì.
Francesco nacque ad Assisi nel 1182, si associò alla comunità benedettina e dopo 3 anni di eremitaggio ritornò alla vita associata dedicandosi alla completa
povertà e alla predicazione. Il movimento francescano non aveva alcuna caratteristica che potesse distinguerlo dagli altri movimenti duramente osteggiati dalla chiesa. Soltanto con l'ascesa di Onorio III i francescani cominciarono a godere di simpatia. Nel 1213 venne organizzata una sezione femminile, guidata da Chiara; dal 1217 fu organizzata territorialmente per province e iniziò la sua espansione. Francesco era contrario a una istituzionalizzazione del movimento, ma il 29 novembre del 1223 Onorio III accolse la regola nota come REGULA BULLATA. Francesco morì nel 1226 e nel 1228 fu proclamato santo. I francescani più moderati trovarono pieno inquadramento nella chiesa cattolica dopo il concilio di Lione nel 1274, che sopprime tutti gli ordini mendicanti sorti dopo il 1215 a eccezione dei domenicani, dei francescani moderati e degli eremiti di Sant'Agostino. Domenicani e francescani furono protagonisti soprattutto della vita cittadina e non solo.l'attività di predicazione: sin dai primi decenni del duecento si stabilirono in conventi ai margini delle aree urbane, nei borghi dove si concentravano gli abitanti di più recente immigrazione, dove i contrasti tra vecchi e nuovi interessi erano più evidenti. Nasce così la "santa inquisizione", un tribunale dipendente dal papa, con poteri giurisdizionali speciali in materia di fede. Nel 1239 a Orvieto fu distrutto il convento dei domenicani, Nel 1252 l'inquisitore per la Lombardia Pietro da Verona, fu ucciso. Tra il 1268 e il 1280 una grande ondata di processi portò alla distruzione fisica di importanti comunità ereticali, nel 1276 a Verona furono uccisi i membri della setta catara di Bagnolo. L'egemonia di Carlo d'Angiò sulle città guelfe dell'Italia centro-settentrionale aveva favorito e avallato a partire dal 1265, un conformismo religioso che confondeva eresia e opposizione politica, fede e ubbidienza. GerardoSegarelli predicava la povertà assoluta e la preghiera, nessuna dottrina eterodossa, ma lo scandalo della predicazione giustificò la repressione violenta, infatti, venne condannato al rogo nel luglio del 1300. La sua opera venne continuata da Dolcino di Novara, che riorganizzò il movimento con intenti più politici. Le regole di comportamento adottate da questo movimento attaccarono frontalmente la meditazione ecclesiastica. Dolcino si alleò con i signori ghibellini, combatté la chiesa sul campo, riuscì a radunare un vasto esercito, ma dopo 4 anni venne sconfitto da Clemente V.
Secondo padre Ilarino da Milano, nei secoli XIII e XIV l'Inquisizione ha operato contro le eresie e le superstizioni ereticali, un'espressione che nasconde un panorama dai contorni tutt'altro che fissi e precisi e che sottace come gli "eretici venissero immersi in un gioco più grande di loro. Nel 1230 cominciano ad agire inquisitori delegati dalla sede.
apostolicacon il compito preciso di combatterel'eretica pravità. Inizialmente agisconoinquisitori in carne ed ossa, e nonl'istituzione di nome Inquisizione. Gliinquisitori venivano delegati dal papatoalla repressione giudiziaria dell'ereticapravità, il loro operare via via sarà definitosul piano giuridico, organizzativo eburocratico. La questione storica riguardale conseguenze della presunzionecattolico-romana di possedere la veritàdella fede e gli strumenti coercittivi perciòmessi in campo nella lotta antiereticale:all'interno di un grande disegno ierocraticodi dominio della cristianità, ovvero delmondo. Nel 1119 con la VERGENTIS INSENIUM, Innocenzo III trasforma l'ereticoin criminale. Nel 1184 con il decreto diGregorio IX AD ABOLENDAM l'eresiadiventa un crimine di lesa maestà.Agli inizi del '200 si rispolverano antichearmi controversistiche, adeguandole ainuovi obiettivi polemici: gli
ereticidiventano "ministri del Diavolo" e a lorosono attribuiti comportamentioscuramente demoniaci, perversi,minacciosi. Al passaggio tra il XII e XIII glieretici sono criminalizzata e demonizzati,verso di loro non può esercitarsi alcunapersuasione che non sia coercittiva.Nel 1229 con il trattato di Parigi si èconclusa la crociata contro i buoni cristianidualisti del Mezzogiorno di Francia; nel1233 il movimento cisidetto dell'"Alleluia" aveva determinato la svoltadecisivi, al destino delle presenze ereticalinell'Italia centro-settentrionale. In questianni per gli eretici gli spazi pubblici sierano chiusi drasticamente: da quelmomento per loro non ci saranno altrispazi al di fuori della clandestinità.Nell'estate del 1295, in Pavia,dall'inquisitore Lanfranco da Bergamo,frate dell'ordine dei predicatori, Pietro daMartinendo, condannato per esserePovero di Lione, era stato al bracciosecolare. Messo al rogo, quandogià le fiamme avevano bruciato gran parte delle sue membra, egli si pente e viene tolto dal supplizio. Portato nella Domus dell'inquisitore, da questi è fatto curare durante l'agonia di 3 settimane e, infine, fatto seppellire. Con precisione padre Lanfranco annota tutte le spese da lui sostenute. Gregorio IX scelse i membri dell'Ordine dei frati Predicatori nel nuovo ufficio di Inquisitori dell'eretica pravità delegati dalla sede apostolica. I frati Predicatori, non condizionati istituzionalmente dai poteri laici ed ecclesiastici, appartenevano a una "milizia" dipendente in modo diretto dalla sede apostolica e fortemente strutturata sul piano dell'organizzazione e della formazione culturale e pastorale dei propri membri. Nel 1947 Antoine Dondaine spiega il ruolo dei Domenicani dell'inquisizione medioevale. Lo storico cerca di dare una risposta a questo problema storico: innanzitutto, riducendolo a componente di un assai più ampio.schieramento costituito da più generazioni di uomini appartenenti così a tutti i gradi dell'architettura ecclesiastica, agli Ordini religiosi, come alle corporazioni dei legisti e dei canonisti, oltre che all'autorità civile. Lo sforzo di questo complesso di individui e di componenti culturali e istituzionali, avrebbe portato alla formazione del codice inquisitoriale. Yves Dossat nel 1959 scrisse sulla crisi dell'Inquisizione Tolosiana dagli anni 30 agli anni 70 del '200. Colloca la nascita dell'Inquisizione tolosiana nel segno della crisi. Sin dalla nascita di questo gruppo, i giudici trovano opposizioni ovunque; dopo un quinquennio già vedono interrompersi l'attività del loro ufficio; nel 1242 subiscono un mortale attentato che li scoraggia al punto da chiedere di essere sollevati dall'ufficio. Tra il 1248/49 e il 1255 venne sospeso l'attività degli inquisitori domenicani. Soltanto per gli anni 70 del XIII secolo, DossatPuò parlare di "trionfo dell'inquisizione domenicana". La questione dell'eresia da almeno un cinquantennio prima di Gregorio IX, era un affare di pace e di fede, ossia presentava due facce indistinguibili e indispensabili e inseparabili: l'una politica e l'altra religioso-ecclesiastica. Nel 1199 con Innocenzo III l'eresia era stata equiparata al crimine di lesa maestà. Il frate Predicatore/Inquisitore dovette occuparsi dell'errante dal punto di vista giudiziario, e non dell'errore e dei suoi motivi; non dovette né poté spingersi nelle ragioni dell'eresia, non dovette chiedersi perché, ma indagare su chi e quando fosse caduto in errore, impegnandosi a ricomporre una unità che non era tanto di fede, quanto di obbedienza ai vertici della Chiesa. Nell'Italia centro-settentrionale nel 1233 gli eretici, pur non avendo ancora sperimentato l'azione giudiziaria degli inquisitori dell'eretica pravità.
dei deputati dallasede apostolica, subiscono unarepressione assai cruenta. Unatestimonianza di questa repressione latroviamo nel libro "LIBER SUPRASTELLA" di Salvo di Burca, scritto nel1235, quando viene riportato, sia pur conintenti polemici, il pensiero degli eretici. CASO CONFALONIERI: Nell'anno 1300 l'ufficioinquisitoriale aveva come titolari i fratiPredicatori Guido da Cocconato e Ranieroda Pirovano. La maggioranza dei fogli delmanoscritto contiene gli atti cheriguardano le inchieste condotte da questiinquisitori contro un gruppo non piccolo diuomini e donne accusati di autodefinirsi i"Figli dello Spirito santo" e di praticare ilculto di una donna di nome Guglielma,seppellita nel cimitero del monasterocircestense di Chiaravalle Milanese eritenuta carnazione dello Spirito Santo.L'ultimo degli atti è segnalato al marginedestro della carta 64 come SENTENZAEMANATA CONTRO IL DOMINUSSTEFANO CONFALONIERI. Si tratta diuna sentenza emessa nei confrontidelnobile Confalonieri dallo stesso frateTommaso da Como il 23 novembre del1295, nel convento di Sant'Eustorgio diMilano, nella camera dove si tiene l'ufficioinquisitorile dell'eretica pravità, allapresenza di una decinadi frati Predicatorie del figlio Venzio.La vicenda inizia nell'