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Il livello di violenza nella Prima Guerra Mondiale

Nella Prima Guerra Mondiale si sperimenta un livello di violenza contro i corpi e le cose mai visti prima. Vi è, di conseguenza, l'abbandono del limite etico per la sconfitta del nemico. Nelle guerre precedenti, infatti, non c'era il problema di distruggere totalmente il nemico, in quanto c'è un limite etico determinato dal codice cavalleresco. Ora, invece, il nemico è distrutto totalmente. Dopo la Prima Guerra Mondiale, infatti, si sviluppa l'idea di "guerra di sterminio" (vedi, ad esempio, i campi di concentramento).

Il problema della violenza è stato scoperto e studiato dalla storiografia in tempi recenti. Questo perché era stato soggetto all'uso pubblico della storia, in quanto l'Italia aveva vinto e si era conclusa l'unità della nazione. Sono, quindi, prevalsi gli elementi mitologici ed ideologici e non si è dato importanza alla violenza.

Durante la Prima Guerra Mondiale, comincia ad emergere l'uso della violenza che supera ogni forma di auto contenimento e porta alla distruzione del nemico più che alla sua sconfitta. A causa della guerra ci sono milioni di morti. Questo perché le potenze non riescono a gestire la situazione a causa dell'uso degli eserciti di massa. Le potenze, inoltre, devono fronteggiare il problema dei prigionieri di guerra. Risentono, quindi, di questo problema anche a causa di disastri economici interni alle potenze stesse. I fenomeni di violenza hanno un loro fondamento nelle esperienze delle guerre coloniali dell'800, che, a loro volta, si rifanno a quelle antiche (vedi, ad esempio, gli Spagnoli in America Latina che distruggono le popolazioni locali). Nell'800 questi fenomeni di violenza trovano fondamento nel darwinismo, che promuove un razzismo sociale con la superiorità dell'uomo bianco (in questo periodo, ad esempio, un'intera).

popolazione africana viene sterminata). Nel '900 le forme di combattimento basate sulle armi usate dai bianchi (= assalto alle trincee) porta a forme orribili di sfregio del corpo del nemico che rimaneva esposto nelle terre di nessuno (= spazio di terra che divideva le trincee). L'addestramento militare, quindi, mira al superamento del tabù della morte. Questo determina che, alla fine della Prima Guerra Mondiale, si apra un periodo di scontro sociale impermeato sulla violenza, poiché essa era diventata esperienza di massa (per questo si parla di militarismo sociale politico). Tale esperienza non è solo limitata a chi aveva combattuto, ma questo clima contagia intere popolazioni a causa della forte impronta nazionalistica. Ad esempio, gli storici si sono impressionati da come le elite intellettuali francesi e tedesche, che prima avevano rapporti di comunicazione scientifica, in pochissimo tempo siano arrivate a rompere ogni rapporto tra loro e a rappresentarsi in

modo bestiale (il tedesco, ad esempio, era raffigurato come un maiale). Questo è avvenuto a causa dell'invasione di un nazionalismo esasperato sviluppato a fine '800, che sacrallizava la patria e non umanizzava l'avversario.

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Publisher
A.A. 2006-2007
2 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pianeti2002 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Piva Francesco.