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ANTICO REGIME
Il fenomeno delle migrazioni ha inizio nel 300, quando l'Europa fu colpita dalla crisi demografica e da grandi epidemie, come la peste nera. Si apre così il capitolo delle migrazioni moderne che sarebbe durato fino all'800. Un altro elemento che spinse le popolazioni a emigrare fu la guerra. Nel 400 gli italiani contribuirono alle armate imperiali e francesi, soprattutto quelli del nord; i siciliani e gli italiani del Sud entrarono nelle file aragonesi; la Chiesa si servì della Corsica come riserva militare. Tra il 500 e il 600 si svilupparono le migrazioni belliche; gli italiani si spostarono nelle Fiandre e dopo il 1492 nel Nuovo Mondo grazie al legame con la Spagna (operarono principalmente per la conquista del Nuovo Mondo). Tra il 700 e l'800 gli italiani si batterono per la Francia rivoluzionaria, mentre volontari stranieri parteciparono alle guerre di indipendenza. Molti italiani si arruolarono nella marina francese, spagnola, inglese e operarono per la.conquista del Nuovo Mondo. Nel frattempo avevano continuato a girare l'Europa e in misura minore, L'Africa (pesca e commercio), l'Asia (commercio e mestieri delle armi). L'età moderna (Rinascimento) fu dunque caratterizzata dall'emigrazione oltralpe e oltremare, ma non scomparvero l'immigrazione e la mobilità infra-peninsulare. Nell'età di mezzo partirono architetti e mastri impegnati in edifici religiosi, in quella moderna invece furono più ricercati gli architetti militari e civili, che costruirono regge e palazzi in tutta Europa, Portogallo e Russia. Dal Rinascimento pittori famosi si trasferirono con i loro collaboratori in Francia, Spagna, Inghilterra e Europa centro-orientali. Migrarono anche poeti e grammatici, filosofi e astrologi, sarti e parrucchieri. Inizialmente si stabilirono nelle corti europee eseguendo matrimoni e accordi politico-dinastici delle maggiori famiglie italiane. Spesso le nuove regine erano accompagnate da.Una piccola corte e una volta all'estero, questi accompagnatori abbandonavano le precedenti attività per divenire segretari dei regnanti locali e offrirsi come tramite tra questi e i centri economici italiani. Ciò riguardò soprattutto la Francia con Caterina de Medici, Concino Concinie Giulio Mazzarino. In Russia gli italiani edificarono Pietroburgo e ciò stimolò la richiesta di artisti, cantanti, musicisti e attori italiani nel paese.
Nel 600 l'intrattenimento divenne un vettore migratorio, grazie all'istituzione di sale italiane nelle maggiori capitali. Aumentarono quindi le migrazioni legate allo spettacolo e scomparvero quelle legate al vecchio primato mercantile. Molte imprese italiane all'estero chiusero, ma le comunità italiane sopravvissero.
I nuovi mestieri della musica generarono sottoprodotti come gli artisti di strada e gli ammaestratori di animali. Dal 6-700 l'accattonaggio (elemosina) era un elemento costante.
dalle guerre di religione e dalle persecuzioni politiche. Nel XVII secolo, l'emigrazione italiana si intensificò a causa delle guerre di successione e delle crisi economiche. Nel XVIII secolo, l'emigrazione italiana verso le Americhe aumentò a causa delle opportunità economiche offerte dal Nuovo Mondo. Durante il XIX secolo, l'emigrazione italiana raggiunse il suo apice. Milioni di italiani lasciarono il loro paese in cerca di lavoro e di una vita migliore. Molti emigrarono verso le Americhe, in particolare verso gli Stati Uniti e l'Argentina. Altri si stabilirono in Europa, soprattutto in Francia, Germania e Svizzera. L'emigrazione italiana continuò anche nel XX secolo, soprattutto durante le due guerre mondiali e il periodo post-bellico. Molti italiani emigrarono in Australia, Canada e Brasile, oltre che negli Stati Uniti e in Argentina. L'emigrazione italiana ha avuto un impatto significativo sulla cultura e l'economia sia dei paesi di destinazione che dell'Italia stessa. Gli emigranti italiani hanno portato con sé le loro tradizioni, la loro cucina e la loro arte, contribuendo alla diversità culturale dei paesi in cui si sono stabiliti. Oggi, l'emigrazione italiana è diminuita rispetto al passato, ma ancora molti italiani scelgono di lasciare il loro paese in cerca di opportunità migliori all'estero. L'emigrazione italiana rimane quindi un fenomeno importante nella storia e nella società italiana.anche dagli spostamenti entro e verso la penisola. Durante l'anticoregime, le capitali divennero attrazione per i nuovi interventi edilizi e urbanistici. La crescita di popolazione stimolò l'aumento delle migrazioni e alcune città ricevettero popolazione anche da oltralpe e oltremare. In primis Roma: l'immigrazione determinò la crescita demografica della città e per questo erano necessari nuovi interventi edilizi e nuove infrastrutture. Per quanto riguarda la mobilità infra-italiana, si registrarono diaspore commerciali (da Genova verso la Sicilia e Napoli), diaspore politiche (da Pisa alla Sicilia), diaspore lavorative (facchini bergamaschi verso Genova e Venezia, muratori dal Lago Maggiore verso Genova). Rilevanti furono gli spostamenti nel Sud e quelli minerari da montagna a montagna; alcuni lavoratori divennero specializzati e furono chiamati anche fuori dalla Penisola. Per quanto riguarda la mobilità internazionale, Napolidiventò centro spagnolo delMediterraneo; Venezia si trasformò in un terminale per i Balcani, il Levante e ancheper le terre imperiali; Torino richiamò artigiani e lavoratori dalla Francia; cittàuniversitarie come Padova e Bologna attirarono studenti dall'estero; Roma attirò icollegi religiosi che assicuravano la formazione del clero in tutta Europa, le suecolonie e l'Oriente. Molti artisti erano attratti dall'Italia, soprattutto da città comeFirenze, Venezia e Roma. Fu la tappa del grand tour italiano con la conseguenteformazione dei primi ghetti per stranieri, come i ghetti degli inglesi, quartieri perimmigrati e viaggiatori.
Ad un certo punto entrarono in gioco vari fattori come lo sfruttamento più radicaledell'agricoltura settentrionale, la vicinanza con l'Europa, lo sviluppo di manifattura eindustrie. Il nord divenne dunque più appetibile rispetto al sud e molti italiani sitrasferirono.
immigrati si stabilirono al Sud e formarono insediamenti rurali; si integrarono nei settori più poveri della città. Gli albanesi in particolare scesero in Puglia e in Sicilia. Gli armeni invece si spostarono verso le grandi città come Venezia e Roma, dove mantennero attiva la rete commerciale a cui appartenevano. Questi stranieri iniziarono ad essere controllati come si faceva con i musulmani, in quanto vi era il timore di una spaccatura religiosa della cristianità. Inoltre gli ebrei che furono espulsi dalla corona francese e iberica si spostarono verso Roma, Ferrara, Torino, poi verso le nuove basi italiane del commercio meridionale. Nel 1593 il granduca Ferdinando I fece costruire il ghetto di Firenze. Nel 600 oerò le difficoltà aumentarono quando arrivarono i "nuovi cristiani" fuggiti dal mondo iberico; questi sollecitarono l'attenzione dell'Inquisizione Romana. Questa mise sotto osservazione nuovi e vecchi abitanti dei ghetti.
sviluppò nuovi modi di sollecitare e verificare le conversioni. Un'altra restrizione di libertà fu sollecitata, nel 400, dall'arrivo degli zingari. Le città italiane emanarono dei regolamenti contro il nomadismo in generale e contro questo gruppo. Si apre così il capitolo sul timore e persecuzione dei senza dimora. Queste restrizioni erano indirizzate anche agli schiavi magrebini, agli africani, ai greci, ai turchi venuti in Italia e agli italiani caduti in schiavitù e poi tornati in Italia dopo essere stati liberati. Tutti questi erano sospettati di essere agenti maomettani. Nonostante ciò, le necessità del commercio spingevano le autorità locali a chiudere un occhio sulla presenza di protestanti, ebrei e ortodossi. Il rapporto con gli immigrati e il sospetto verso la loro fede variò nel tempo e nello spazio. Le comunità straniere tradizionali erano ben strutturate nelle maggiori città italiane e avevano
proprie organizzazioni di assistenza, chiese nazionali e saldicollegamenti con la madrepatria. Le rivoluzioni di fine 700 cambiarono molte cose, ma le comunità migratorie aumentarono perché si aggiunsero tecnici e imprenditori. Ai timori religiosi si aggiunsero le operazioni di polizia per mantenere l'ordine; si ponevano le premesse della ottocentesca invenzione di passaporti. Inoltre per una questione politico-economica la Chiesa rinunciò a perseguitare le comunità protestanti. Anche per la diaposra italiana entrarono in gioco questioni economiche di vario tipo: necessità di manodopera, ricerca di specialisti ecc... La chiesa iniziò a temere anche per la fede degli italiani emigrati fra i luterani. Per quanto riguarda la politica, gli italiani furono ritenuti traditori dei paesi che li ospitavano e sollecitarono inoltre i dubbi delle loro patrie di partenza. Queste arrivarono ad eliminare chi, migrando, poteva rivelare segreti economici. QuestioneReligiosa: tra 400 e 500 l'Italia assistette alla partenza dei valdesi, poi degli evangelici che costituirono catene migratorie tra Lucca e Lione, Ginevra, Londra e Amsterdam.
Importante fu l'emigrazione confessionale; tale emigrazione riguarda le 200 potenze lucchesi distribuite tra artigiani e mercanti, maestri di scuola, barbieri, soldati e tipografi. Questi nei luoghi di arrivo non rinnegarono la propria origine e fecero gruppo con altri espatriati italiani, mantenendo legami con la città natale e la propria famiglia, fino alla fine del 700.
Nel 500 inoltre, medicei e antimedicei, cattolici e protestanti collaborarono negli insediamenti toscani d'oltralpe. Tale collaborazione insospettì il Sant'Uffizio che tentò di combatterla, ma dovette recedere di fronte alla reazione decisa degli stessi cattolici. La Chiesa fu costretta a tener conto anche del deciso intervento di alcuni governatori italiani: Ferdinando I commentò che se si proibivano quei contatti,
Sirischiava di non poter acquistare grano durante le carestie. Il Sant'Uffizio accettò e irapporti tra cattolici e protestanti continuarono.Tra 300 e 600 moltiplicarono l'immigrazione; la loro presenza richiedeva l'arrivo dialtri connazionali in grado di fornire loro i servizi a cui erano abituati in patria. Siformarono piccoli quartieri come la "Piccola Lucca" o la "Piccola Firenze" all'estero.Qui gli immigrati vollero anche luohghi di incontro come la Parrocchia e altreistituzioni che si autodefinirono italiane (ospedale San pedro y San Pablo de losItalianos a Madrid, la cappella italiana, l'ospizio, la scuola a Praga). Grazie a ciò lepermanenze diventarono più lunghe.Tra 600 e 800 l'emigrazione era mobilità e non stabilità!TRA IL XIX E IL XX SECOLO:Dopo il Regno d'Italia (1861)La nascita dello Stato italiano favorì la modernizzazione del Paese; ha influitosull'andamento delle
nell'ambito sociale ed economico. Le migrazioni italiane hanno avuto un impatto significativo sulla storia del paese, contribuendo alla formazione di nuove comunità e influenzando la cultura e l'economia. Dal punto di vista politico-istituzionale, le migrazioni italiane hanno portato alla creazione di organizzazioni e associazioni che rappresentano gli interessi degli italiani all'estero. Queste organizzazioni lavorano per promuovere i diritti e il benessere degli italiani all'estero, fornendo supporto e assistenza nelle questioni legali, sociali ed economiche. Nell'ambito sociale, le migrazioni italiane hanno contribuito alla diversità culturale del paese di destinazione. Gli italiani hanno portato con sé la loro lingua, la loro cucina, le loro tradizioni e la loro arte, arricchendo la cultura locale e creando una fusione di influenze culturali. Dal punto di vista economico, le migrazioni italiane hanno avuto un impatto significativo sull'economia sia del paese di origine che del paese di destinazione. Gli italiani all'estero hanno inviato ingenti somme di denaro alle loro famiglie in Italia, contribuendo allo sviluppo economico delle loro comunità di origine. Allo stesso tempo, gli italiani all'estero hanno contribuito all'economia dei paesi di destinazione attraverso il loro lavoro e il loro impegno imprenditoriale. In conclusione, le migrazioni italiane hanno avuto un ruolo importante nella storia e nello sviluppo del paese. Hanno contribuito alla formazione di nuove comunità, all'arricchimento culturale e all'impulso economico. Le migrazioni italiane rappresentano un fenomeno complesso e multidimensionale che continua ad influenzare la società contemporanea.